Capitolo 13: Assedio

Osaka
Villaggio del Fuoco, Campo d'Addestramento
13/05/1285
Ore 19:00

POV: YUKAN

Continuavo a roteare in aria la Katana, puntandola verso un nemico immaginario, in attesa del ritorno di Heiwa. Era molto più leggera e maneggevole delle normali katane, mi ci trovavo abbastanza bene, anche se avevo la sensazione che la spada mi rifiutasse, non riconoscendomi come reale proprietario, molto probabilmente non potevo sprigionare tutto il suo potere.
Il vento scompigliava i miei capelli, facendoli entrare dentro gli occhi, specialmente il lungo ciuffo nero che mi caratterizzava e per cui ero conosciuto. Tutti al villaggio della terra erano soliti dirmi di tagliarlo o in caso contrario mi avrebbe ostacolato in combattimento.
Discorsi buttati al vento, continuai a tenerlo e con il tempo divenne il mio tratto distintivo.
Avevo sempre odiato l'idea di raccogliermi i capelli e apparire simile a qualsiasi soldato giapponese, questo taglio di capelli oltre a rendermi unico riusciva a farmi concentrare maggiormente in battaglia.
Il sole era tramontato da un pezzo, l'aria da qui a poco sarebbe diventata gelida. Nonostante fosse la mia terra natia, mi sentivo ancora un estraneo. Quella terra non mi apparteneva e la mia magia sembrava ancora non adattarsi del tutto, per non parlare degli stili d'addestramento. Vigeva una sorta di dittatura, dove ognuno sembrava fare per se, pensando esclusivamente al proprio bene, ma tutto sempre sotto il controllo della ,come la definivano loro, signorina Seika.
Rispetto al villaggio della terra, dove l'altruismo era il primo posto, qui regnava l'egoismo, e cominciavo a sentire la mancanza di casa.
La mancanza Del mio maestro e dei miei compagni.
Sospirai e alzai gli occhi al cielo, ed il mio pensiero si rivolse a Ziah.
La decisione che avevo preso l'avrebbe sconvolta e molto probabilmente non mi avrebbe mai perdonato per tutto quello che stava accadendo, ma sperai capisse che stavo facendo tutto questo anche e soprattutto per lei. Confuso interruppi il mio allenamento, troppo preso dai miei pensieri. Perchè provavo tutto d'un tratto questo interesse per Ziah?
All'improvviso un fruscio interruppe i miei pensieri e mi trovai a parare un pugno.
<<Zoka? Che ci fai qui? >> strillai.
Mi era preso un colpo. In quel posto erano tutti impazziti di colpo dopo la mia scomparsa?
<<Niente, pensavo che il piccoletto avesse voglia di una rivincita. E non chiamarmi Zoka! Il mio nome è Shimata Tetzui.>>
Disse lui sfidandomi e visibilmente irritato.
Sbuffai, quel ragazzo mi irritava tanto quanto io irritavo lui.
<<Accetto, ma non venire a piangermi dietro appena perderai per colpa del piccoletto.>>
Non mi sarei mai tirato indietro, non davanti a una sfida e soprattutto non dopo la dura sconfitta che il biondo mi aveva inferto, quella sfida poteva risultare essere una buona occasione per allenarsi.
Udimmo un grido e qualcuno correre verso di noi come un uragano.
Era Heiwa. Al rivederla sorridente mi sentii appagato, probabilmente Seika non le aveva fatto niente di male, potevo tirare un respiro di sollievo.
<<Fate una sfida e non mi invitate?! Come osate?! Voglio partecipare anche io!!>>
<<No, tu arbitrerai lo scontro.>>
Dicemmo io e Zoka contemporaneamente per poi osservarci confusi da questa inaspettata intesa.
Scoppiammo tutti a ridere e lei si fece seria:
<<E va bene! Ma attenzione, chi perderà sarà vittima di una terribile punizione.>> disse lei con voce cupa.
<<E di cosa si tratta?>> Chiese Zoka stuzzicandola, lei rise e ci fece cenno di iniziare, quindi mi misi immediatamente in guardia, lui fece lo stesso, ed entrambi sfoderammo il nostro fuoco più ardente.
Calai gli occhi sulle sue mani, il fuoco non era rosso, né tanto meno corallo, o arancio, o qualsiasi colore che faccia pensare ad una brillante fiamma. Esso era tendente al nero, aveva qualcosa che mi metteva a disagio, la varietà di apprendisti dei draghi esistenti al mondo mi era sconosciuta così come le nostre reali capacità, nessuno sapeva ancora adesso fino a quanto un Dragon Stayer poteva spingersi.
Ci preparammo all'attacco, quando un soldato piombò tra di noi con l'aria piuttosto preoccupata.
<Accorrete! Comandante! Generale! Ci stanno attaccando!>>
Poi si rivolse verso di me
<<Cosa ci fai qui tu recluta Zurimada? Dirigiti subito all'avanguardia.>>
Un secondo e fu il caos.
<<Che cosa?! Ci stanno attaccando?! Li avete identificati? Sono del distretto della Terra?!>>
Chiese Zoka ritraendo la fiamma.
<<No comandante, sono dei forestieri e il loro esercito è composto da svariate migliaia di uomini, le nostre difese non resisteranno ancora per molto, gli arcieri stanno provando a contrastarli, ma senza l'intervento della fanteria e della cavalleria abbatteranno le mura difensive!>> puntualizzò il soldato.
Osservai Heiwa, che improvvisamente, da che teneva lo sguardo basso, drizzò le orecchie, mi sfilò la Katana dalle mani e si gonfiò il petto cambiando totalmente atteggiamento.
<<Suonate i Gong, e preparate tutte le truppe da terra, mentre tu Zoka vai ad avvertire la signorina.>> Urlò lei.
Tutti, stupiti dal suo incredibile atteggiamento autorevole ubbidimmo agli ordini, mentre i rintocchi del gong riecheggiavano in tutto il villaggio, centinaia di soldati sfoderavano le armi, ed indossavano gli elmetti, pronti ad attaccare, e lei.
Era così bella, i suoi occhi color smeraldo ardevano, dietro quella ragazza, non c'era più la bambina che conoscevo, con la quale giocavo da piccolo. Durante la mia assenza era maturata, talmente tanto da diventare un generale, al comando dell'esercito imperiale e non un esercito qualsiasi, questo era il più temuto di tutta Osaka.
Nonostante il villaggio venisse considerato il più debole dal punto di vista economico e tecnologico, l'esercito era visto come quello più forte.
Scossi la testa, e mi resi conto di essere trascinato via da quel soldato. Heiwa e Zoka correvano verso la massa, mentre io venivo scaraventato verso un capannone, lì c'era una ragazza bruna, sicuramente Kagaya che sembrava distribuire le armi ad altri soldati.
<<Sergente! Ecco qui l'ultima recluta.>>
Lei mi guardò e mi sorrise sussurrandomi
<<Ti prego Yukan, fai attenzione.>>
Dopodichè si rivolse a tutti i soldati presenti
<<Qui c'è tutto il necessario, dopodiché ci dirigeremo verso l'atrio, ognuno sarà affidato ad una sezione diversa, seguirete gli ordini dei vostri capisquadra.>>
Tutti noi ci mettemmo sull'attenti.
Eravamo vestiti in ugual modo, un kimono bicolore, la parte inferiore nera e la parte superiore rossa con  una cinta dove penzolavano le nostre spade.
Erano armi piuttosto buone per essere donate a delle semplici reclute, di sicuro non era potente ed affilata come quella di Heiwa, ma a differenza di quella della mia amica entrammo quasi subito in sintonia.
Marciammo verso l'atrio, oltre al rumore degli zoccoli, si continuavano ad udire i gong, ed urla di gente che dettava ordini a destra e a manca.
Mi sentivo piuttosto tranquillo, ero abituato a simulazioni di questo genere, solo che questa volta era tutto vero ed allora non avevo idea di cosa avrebbe causato quest'improvviso assalto...
La guerra più grande di Osaka era iniziata a causa di quel piccolo evento e nessuno sarebbe riuscito più a fermarla.

(Vallata Infuocata, è nata dallo scontro tra il Dio del Fuoco e il Re dei Draghi, scontro tanto violento che la lava non smette ancora di sgorgare e creare fiumi che si intrecciano fra di loro, creati dalla magia delle due potentissime entità. Il luogo è adatto alle particolari creature che vi abitano, le Kitsune di fuoco.)

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