Capitolo 12: Gli Oscuri

Osaka
Villaggio della terra, Appartamenti Reali
12/05/1285
Ore 19:00

POV: SAIBANKAN

Mi incamminai verso il mio appartamento, indossai il mio kimono migliore, un abito marrone ricoperto da decine di decorazioni, a forma di foglie pennellate di un leggero verde oliva, era conosciuto per essere parte del mio equipaggiamento ufficiale da generale, impugnai la mia Katana e andai verso la sala adibita per le riunioni del grande consiglio degli anziani.
Arrivato vi trovai Il sensei, il quale mi aveva convocato, che non appena mi notò sorrise, dicendo:
<<Vedo che sei già pronto per partire.>>
Rimasi interdetto per qualche secondo.
<<Partire? Per dove?>>
Chiesi stordito.
Ero conosciuto all'interno del villaggio per essere il pensieroso per eccellenza, colui che cadeva perennemente dalle nuvole, non avevano torto, ma non fino a questo punto. Non mi aveva avvertito nessuno di un imminente viaggio.
<<Sì Sai, tu sei il mio sottoposto principale e soprattutto, il più fidato, quindi tocca a te.>>
Continuavo a non capire, così insistetti con le domande
<<In che senso Sensei?>>
<<Te lo sei già dimenticato? Bisogna mandare un ambasciatore al villaggio del fuoco ed il consiglio ha deciso che sarai tu.>>
Disse lui con la sua solita calma.
Ebbi un sussulto, Yukan, come potevo essermene dimenticato?!
<<Ma sensei! Non sono minimamente preparato! Non dovrebbe mandare uno degli anziani del villaggio? Non ho mai fatto parte in vita mia di alcuna ambasceria, non saprei come gestire la situazione!>>
<<Sai, Parti immediatamente, so che tieni a Yukan più di chiunque altro, inoltre, sei l'unico che potrebbe riuscire ad ottenere risultati in modo pacifico. Tu incarni alla perfezione gli ideali del villaggio della terra, pace, fratellanza ed autocontrollo. Ti ho scelto come generale proprio questo, credo in te, per questo dovresti farlo anche tu>>
Non ebbi coraggio di ribattere, aveva ragione, mio fratello era lì, probabilmente se la stava cavando, era un ragazzo forte, ma non era a casa, e nessuno dovrebbe essere lontano da casa.
<<Va bene maestro.>>
Un po' angosciato mi allontanai dalla stanza, passai per i magazzini a recapitare qualche provvista, e mi avviai verso l'uscita del palazzo.
Avevo deciso di partire da solo per recuperare tempo ed evitare di apparire troppo minaccioso, l'incontro nonostante la battaglia sanguinosa avvenuta nell'arena, doveva essere assolutamente pacifico, senza alcun risvolto che potesse sboccare in atti violenti.
Nessuno aveva perdonato Seika o i suoi sottoposti per quanto accaduto, ma scatenare una guerra era totalmente fuori questione, il villaggio della Terra non aveva intenzione di versare sangue inutile.
Fissai in mente l'obiettivo di arrivare prima della notte, ma decisi ugualmente di non andare troppo velocemente, dovevo risparmiare le energie per le emergenze.
Saltavo dalla fronda di un albero all'altra, mantenendo lo stesso ritmo incessantemente.
Tra una sosta e l'altra, continuava a tormentarmi la sensazione di non essere da solo. Con un balzo, scesi dall'albero sul quale sostavo.
<<Chi va là?>>
Strillai.
Nessuna risposta.
Avanzai lentamente guardandomi intorno, senza perdere di vista la strada maestra.
Ad un certo punto mi si rizzarono le orecchie.
Mi misi in guardia, il mio istinto non aveva fallito, qualcuno mi stava seguendo.
Udii il fruscio degli alberi e lo seguii, ora ero io ad inseguire loro.
Era ora di usare la magia, posai la mano sul terreno, ne entrai subito in sintonia, riuscivo a comunicare con lui. La magia del controllo della vita e della morte, una magia antica, inizialmente proibita, temuta da tutti gli abitanti del Giappone, a tratti leggendaria visto che per centinaia di anno nessuno aveva mai ereditato quest'abilità tanto funesta, che derivava da una vera e propria maledizione.
Ma il destino aveva deciso che io nascessi così ed io, insieme ai miei genitori e al villaggio intero, accettammo questo dono così difficile da controllare ed usare.
Lentamente le radici degli alberi si alzarono, facendo lievitare il terreno. Sentii un verso proveniente dal cielo, un falco sorvolava la mia testa.
<<Tana, scendi giù Ziah.>>
Come una saetta scese in picchiata, effettuando un atterraggio degno di un vero volatile. Si tramutò in umana e si attaccò al mio braccio
<<Ti Prego, portami con te Sai!!!>>
Disse piagnucolando.
Non riuscivo a resisterle, ma mi sarei preso una punizione dal maestro, e mi avrebbe quasi sicuramente rallentato. Non potevo mettere a rischio la sua vita.
Le poggiai una mano sulla nuca e le accarezzai i capelli
<<Torna a casa, il Maestro non sarebbe felice.>>
Roteò gli occhi e calciò una pietra, senza fiatare.
<<Dai ti riaccompagno a casa.>>
Le dissi sorridendo, ma lei non sembrava volerne sapere.
<< Non voglio starmene qui al villaggio senza far niente, ho già fallito una volta, non posso permettere che riaccada una seconda volta>>
<< Nella vita si vince, ma capita anche di perdere. Ciò che possiamo fare noi esseri umani è imparare ad amare le nostre sconfitte, perché sono queste le esperienze che ci rendono delle persone migliori. Quella ragazza del fuoco era un avversario micidiale, anche io ho faticato contro di lei. Ora pensa al bene del villaggio, con la mia assenza ha bisogno del supporto di tutti i suoi migliori maghi.>>
<<Va bene Sai...prometti di portarmi indietro Yukan. In ogni caso vado da sola, non posso rallentarti.>>
Non ebbi il tempo di fermarla, quando un frastuono interruppe quel momento.
<<Dacci un taglio con la magia Sai!>>
Un altro fruscio, mi decisi a mettere una mano per coprire la bocca di Ziah e di buttarla dietro a un cespuglio. Avvertii un gruppo di uomini, che saltava da albero e albero, per poi atterrare a qualche passo da noi. Erano vestiti tutti allo stesso modo. Un kimono più scuro del normale, tendente al nero, li faceva mimetizzate con l'ambiente, e questo non era per niente d'aiuto, ma alla loro cinta, brillava la lama di una Katana, che rilucendo, illuminava l'oscurità.
Notai che tutti avevano una benda, che gli copriva gli occhi, come diamine facevano a vederci?
Improvvisamente uno di loro parlò:
<<Sicuro di aver sentito delle voci? Io qui non vedo nè sento nessuno>>
Ziah tentò di liberarsi dalla morsa ed io in risposta mi avvinghiai ancora di più, farsi scoprire poteva risultare letale
<<Non perdiamo tempo, continuiamo, il viaggio è ancora lungo>>disse un altro.
E con un balzo scomparvero nel buio della fitta vegetazione del bosco.
<<Ora che facciamo? Chi sono questi tizi?>> Chiese Ziah spaventata.
<<Non ne ho idea, dal loro abbigliamento non riesco a distinguerne il loro villaggio di origine, potrebbero essere dei mercenari, ma non ne sono certo. Una sola cosa è certa, il fatto che tu adesso sola non torni, vieni con me>>
Non rispose, acconsentì solamente con fare preoccupato.
<<E vedi di trasformarti in qualcosa di piccolo, che possa aggrapparsi per non cadere >> le dissi.
Divenne così un topolino e mi scappò una risata, nonostante fossimo in una pessima situazione, mentre lei in risposta squittiva infastidita.
Ci voleva proprio un po' di allegria in quel momento; la feci aggrappare al mio kimono e iniziai a balzare sopra gli alberi. Dopo una buona mezz'ora di inseguimento, udii nuovamente delle voci. Mi fermai ben lontano dalla loro postazione. Poggiai la mano su una quercia, incanalai la mia magia per riuscire ad entrare contatto con lei, una volta riuscito condivisi i miei sensi con lei, passando di albero in albero, avevo il bosco sotto controllo. Reclamai il silenzio, e cercai di concentrarmi per sentire la conversazione dei nostri nuovi amici:
<<Dobbiamo sbrigarci>> disse uno
<<Hai ragione, ma ho la sensazione che qualcuno ci stia seguendo>> sussurrò un altro
<<Aka resta qui e trova gli intrusi. Sistemali come solo gli oscuri sanno fare, non possiamo farci scoprire proprio adesso, soprattutto non da dei passanti.>>
Del silenzio e poi niente.
Fu tutto un attimo.
Rumore di passi, un oggetto mi colpii in testa e iniziai a precipitare. Mi sarei schiantato al suolo, se Ziah non si fosse trasformata in aquila ed avesse accompagnato la mia caduta.
Mi rimisi velocemente in guardia, mentre mi tastavo la testa dolente.
Osservai il mio avversario.
Uno di quegli uomini bendati. Sorrise e poi Puntò il braccio destro verso un ramo, che divenne nero e si staccò, venendo lanciato velocemente su di me.
Magia di possesso eh? Ne avevo già avuto a che fare, sapevo molto bene come comportarmi
<<Ziah, occupati degli oggetti che vengono lanciati>>le strillai, mentre una valanga di rami si schiantava contro di noi.
Ziah si trasformò in un orso gigante, iniziando a farmi da scudo.
Non ero abituato al combattimento, al villaggio il maestro non mi aveva fatto crescere con questi principi di guerra, non ero preparato al massimo ad un combattimento reale, rifiutavo la violenza, ma ero pur sempre un generale dell'esercito, le mie abilità nella lotta e nella padronanza dell'energia magica erano impareggiabili.
Mi bastò avvicinarmi e caricare la mia lama d'ombra, un colpo, per poco non lo presi.
Si muoveva tra gli alberi come un ninja, non come un samurai.
Molto probabilmente faceva parte dei Ronin, i samurai caduti che avevano fatto del Ninjutsu il loro stile di vita, passando al lato oscuro, degli avversari a dir poco temibili che prediligevano la magia nera.
Il passo falso fu proprio quello, muoversi continuamente tra la vegetazione.
Richiamai l'aiuto del bosco, i rami dei miei alberi lo scaraventarono al suolo, fu allora che lo colpii con un pugno alla bocca dello stomaco, che gli fece sputare qualcosa di strano e a dir poco schifoso che non riuscii ad identificare, una bizzarra materia violacea, che emanava un odore forte e orribile, simile a quello che si poteva sentire dalle pozioni.
<<Qual è il vostro piano?>> chiesi con una freddezza glaciale, non mi interessava della salute del ninja, ma di avere informazioni ed in fretta.
<<Illuso, non te lo dirò mai stupido ragazzino>> rispose sogghignando.
Un ulteriore colpo allo stomaco che lo lasciò per qualche secondo senza fiato. Decisi di alzare l'asticella della cattiveria, o non avrebbe parlato, così mirai alla testa, prendendolo in pieno al viso con una gomitata, facendogli perdere un dente.
<<Hai vinto feccia! Ci stiamo dirigendo verso il villaggio del fuoco. Ma non sopravvivrai, ti faremo fuori!>>
Gli tirai uno spintone, scaraventandolo verso un ruscello vicino e mi voltai verso Ziah.
Ci capimmo con uno sguardo, mi diede segno di assenso e corremmo in direzione del villaggio della terra.

(Membri dell'organizzazione oscura. Attualmente si presuppone che siano Ronin, ex samurai che si sono dedicati al lato oscuro e alle arti ninja non avendo più un padrone. Ora si sono riuniti sotto un unico capo e puntano al villaggio del fuoco per distruggerlo...)

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