Capitolo 11: Codardia

Osaka
Villaggio del fuoco, Campo d'Addestramento
13/05/1285
Ore 10:00

POV:HEIWA

Era Yukan.
Cominciai a balbettare parole a manetta, formando frasi prive di senso, fino a quando lui non mi interruppe, scoppiando in una risata leggiadra.
<<Come ti sei permesso?! Non ti hanno insegnato al tuo vecchio villaggio che le spade sono considerate come una parte del proprio corpo?>>
Dissi, come per rimproverarlo.
Lui rispose con un sorriso sfacciato.
<<Ovvio che lo so, il villaggio della Terra inculca dei valori parocchio nobili, ma non tutte le regole sono fatte per essere rispettate. In ogni caso, sappi che me l'ha affidata Seika, non ti fidi nemmeno di me, sorellina?>>
Sbuffai e riposi la mia arma nel fodero.
<<Per questa volta potrei passarci sopra e fare finta di non aver visto nulla>>
Non riuscivo a descrivere come mi sentivo. Avvertito un misto tra rabbia e disprezzo verso Seika per aver dato via a un'altra persona la mia Katana, anche se era Yukan e la sensazione di aver ritrovato lo stesso Yukan come nuova recluta. Il vederlo allenare in armonia con la natura e il suo atteggiamento così affettuoso sembrava completarmi.
Aspetta un secondo. Nuova recluta? Cosa mi ero persa? Yukan fino a qualche giorno fa non avrebbe voluto per nessun motivo al mondo staccarsi dal villaggio dove era stato accolto ed adesso tornava a vestire la nostra divisa?
Qualcosa non tornava.
<<In ogni caso mi spieghi che diamine ci fai qui? E soprattutto perchè sei conciato in quel modo?>>
Yukan sospirò sistemandosi un ciuffetto ribelle, azione che compiva spesso, lo rilassava e serviva a sistemare la massa incolta di capelli neri.
<<Seika mi ha parlato e dopo il suo discorso mi sono convinto che almeno per il momento devo restare qui. Non sono ancora pronto a tornare a casa, se ho perso contro voi vuol dire che non sono ancora pronto a sfide più grandi>>
Seika? Parlare a Yukan? Che cosa gli avrà detto? E soprattutto...perchè? E cosa intendeva Yukan con quelle bizzarre affermazioni?
<< Che intendi con sfide più grandi?>>
L'espressione del moro si rabbuiò improvvisamente.
<< Non è ancora arrivato il momento di parlarne>>
Decisi di non farmi troppe domande e di godermi questo momento.
<<Se è ciò che vuoi meglio così>>
Lui mi sorrise, ma la sua espressione cambiò subito dopo, ritornando a quella sfumatura di tristezza e preoccupazione
<<A tal proposito, lei ha detto di voler parlare con te>>
<<Seriamente?>>
<<Sì, non so perché...magari è colpa mia, a quanto ho capito la richiesta di riportarmi indietro è partita da te...Non so ancora se sono pronto per perdonarti, sappilo>> disse, probabilmente in preda ai sensi di colpa e al risentimento.
<< Mi dispiace per ciò che è avvenuto al tuo villaggio, ma sappi che l'attacco a sorpresa non è stato organizzato in alcun modo da me>>
Lui si limitò ad annuire e per non rendere l'atmosfera ancora più pesante, gli lanciai la Katana ridacchiando.
<<Prego, passati il tempo, ma trattamela bene o ne pagherai le conseguenze, io ora ho dei doveri da Generale da rispettare>>

Osaka
Villaggio della Terra, Infermeria
10/05/1285
Ore 05:30

POV: ZIAH

Mi svegliai a fatica, con i residui dei dolori, dovuti alle ferite provocate da quell'insulso Generale del fuoco.
Dopo una notte passata a combattere gli incubi, speravo con tutto il mio cuore che anche il
Giorno prima fosse tutto un sogno, ma purtroppo, compresi in poco tempo che quella era la dura realtà.
Strinsi i denti, maledicendo Heiwa e tutta la stirpe del villaggio di fuoco, dopo tanti sacrifici e tanti anni di amore versato incondizionatamente, Yukan ed io avevamo fatto qualche passo in avanti e tutto era stato rovinato così, come un fulmine a ciel sereno.
Ma in cuor mio, sapevo che non era andata così.
Lui era qui.
Avevo visto Yukan lottare, è troppo forte per essere battuto.
Dovevo cercarlo, era qua con noi, ne ero sicura.
Mi guardai intorno, mi trovavo in una stanza dell'infermeria, completamente vuota. Su una serie di comodini erano state sistemate delle candele, che lanciavano una fievole luce per la stanza, visto che il sole non era ancora del tutto spuntato in cielo. File e file di lettini erano sistemati in modo ordinato, separati da delle candide lenzuola. A muro era stato ammassato un mobile di legno, che conteneva le varie scorte mediche.
Una volta che ebbi appurato definitivamente di essere da sola, decisi di alzarmi e girare per l'edificio, non preoccupandomi di esser vista da qualcuno.
Con mia sorpresa notai che non c'era anima viva in tutto l'edificio.
Abbandonai l'ospedale ed ebbi un sussulto, riconobbi subito le spalle poco larghe di Otoshi, era seduto ai piedi della scalinata che portava all'ingresso, immerso nel buio.
Corsi da lui per chiedere spiegazioni.
<<Cos'è successo?>> chiesi senza troppi giri di parole, senza nemmeno salutare il mio migliore amico, accecata dalla rabbia.
<<Non avevi detto che io dovevo rimanerne fuori Ziah? Non mi hai nemmeno salutato.>>
<<Come al solito sei un egoista...smettila di preoccuparti per te stesso e rispondimi. Che cos'è successo?>>
<<Yukan...>> sussurrò con un filo di voce, come se avesse paura che quell'informazione potesse rompere me, le mie certezze e la mia anima nel suo complesso.
<<YUKAN COSA>> Strillai fuori di me.
Lui teneva lo sguardo basso,dal quale non trapelava nessuna emozione.
<<Vai da Saibankan e dal Sensei. Ti spiegheranno tutto loro.>>
Non volle dire altro, nonostante tutta la mia insistenza, così mi incamminai verso la sala riunioni, dove erano radunati tutti i pezzi grossi del villaggio, comandanti, generali, addestratori di truppe ed al centro il nostro maestro. Sembravano essere immersi in una sorta di riunione strategica totale, visto che erano presenti anche i medici del distretto, motivo per cui l'ospedale era stato momentaneamente abbandonato dal personale.
Sai non appena mi vide si alzò, venne ad abbracciarmi e mi porse in silenzio una lettera:
-Abbiamo riavuto indietro ciò che è nostro, non tornerà da voi.-
Le uniche parole che torreggiavano tristi. Iniziai a gridare:
<<ANDIAMOLO A PRENDERE!>>
Il maestro si alzò, e mi poggiò una mano sulla spalla trasmettendomi tutta la sua tranquillità attraverso le mani e di colpo le voci dentro di me si pacarono.
<<Mi dispiace Ziah, non possiamo agire di testa nostra, rischieremmo di causare solamente un'inutile guerra, ricorda che le sue origini sono lì e se è lì che lo vogliono deve restare, non può rinnegare la sua vera natura. Stavamo discutendo proprio di questo, è stato un vero e proprio affronto e una dichiarazione di guerra il modo in cui lui ci è stato portato via, ma non mi sento pronto per rispondere ad una provocazione del genere, scoppierebbe una sanguinosa guerra e noi non siamo ancora pronti. Dobbiamo rispettare la decisione di Seika, purtroppo>> il maestro strinse i pugni, tutti noi lo conoscevamo bene, nonostante fosse la seconda persona più calma al mondo, sapevamo anche che era un fiero e orgoglioso guerriero, che in quel momento sentiva il sapore della sconfitta e soprattutto, avvertiva il peso della responsabilità.
Personalmente lui avrebbe voluto essere in prima linea a riprendersi Yukan, ma sapeva di non poter mettere in pericolo il popolo della Terra.
Fortunatamente intervenne Sai che, ancora prima di essere un generale era un essere umano, ed aveva a cuore Yukan come un fratello, il castano infatti, dopo essere stato un attimo in silenzio, come per voler valutare la situazione, se ne uscì con una delle sue solite idee calcolate e pacate.
<<E se inviassimo un ambasciatore pacifico? Sappiamo che Yukan non abbia voglia di rimanere lì, come minimo Seika e i suoi dovrebbero ascoltare la sua volontà. Non è detto che accettino, ma un tentativo è d'obbligo>>
Disse come se fosse caduto dalle nuvole, come se non avesse ascoltato parte della discussione, ma volesse intervenire ugualmente.
Il Sensei ci pensò su.
Al villaggio della terra vigono molto i principi di amore, e fratellanza, che il maestro portava avanti da anni.
Ovviamente Accettò, in caso contrario sarebbe andato personalmente Sai senza autorizzazione ed io l'avrei seguito, immaginai che il maestro avesse accettato anche per questo, per evitare che noi due fuggissimo, senza che la missione venisse approvata.
<<Così va bene, proviamo a ragionare con loro. Decideremo chi mandare come ambasciatore più tardi. Per il momento noi del consiglio decideremo cosa portare a Seika come dono per il ricevimento dell'ambasceria. Ora potete andare.>>
Abbandonai quella stanza con il sorriso in volto, C'era ancora speranza.

Osaka
Villaggio del Fuoco, Campo d'addestramento
13/05/1285
Ore: 9:01

POV: HEIWA

Mi sorrise annuendo e riprese la sua danza terribile con la Katana, così io decisi di tornare alla mia ricerca.
Trovai la signorina Seika dopo qualche minuto, seduta al suo trono, sapevo bene che quando voleva ricevere qualcuno ufficialmente si faceva trovare sempre lì.
<<Mi dica signorina>>
<<Arimashi, lei già sa quel che ha fatto durante la battaglia nell'arena no?>>
<< Ho affrontato un soldato e causato uno scontro sanguinolento con i maggiori membri dell'esercito della Terra>>
<< Ti avevo richiesto massima discrezione e di evitare qualsiasi scontro inutile, ma su questo potrei finire per ringraziarti, hai radunato tutto l'esercito avversario in un solo punto e questo ha reso tutto più semplice>>
La fulminai con lo sguardo, non riuscivo proprio a comprendere la sua sete di sangue.
<< Signorina, ciò che ha fatto è stato imperdonabile, è stato un attacco a sorpresa veramente spregevole, solo i codardi combattono in questo modo, non noi soldati del fuoco. Hai idea inoltre del sangue che è stato versato senza alcun motivo logico?>>
<< Vendicare i nostri antenati è un motivo più che logico. E non ho alcuna intenzione di ritrattare, ormai ho fatto la mia scelta. Ti ricordo inoltre Heiwa, che non sei qui per commentare le mie idee, ma a parlare delle tue colpe>>
<<Ovviamente ho sbagliato e ne sono consapevole>>
<<Hai ammesso i tuoi errori, bene, volevo solo fare in modo che non si ripeta più. In caso contrario, se io venissi a conoscenza del fatto che le tue arti oscure vengano riusate in battaglia in maniera così spropositata, farò in modo che il tuo grado venga di gran lunga diminuito>>
Non poteva. Avevo speso anni dietro questo grado. Anni di allenamento e fatica continua. Di fedeltà. Come poteva solo pensare di degradarmi?
<<Ricevuto>>
Feci per andarmene, quando mi bloccò.
<<E riguardo al ragazzo. È in prova. Un solo errore e  puoi considerarlo morto. Ora puoi andare Heiwa>>
Non la capivo, prima convinceva Yukan a restare al villaggio e poi mi minacciava di ucciderlo se faceva qualcosa di sbagliato. Seika rimaneva un mistero indecifrabile.
Me ne andai sbattendo la porta per la rabbia, non ripresi neanche la Katana da Yukan e mi buttai nel mio letto a gridare di rabbia contro il cuscino.

(L'Arena dei colossi, costruita quando ancora non esisteva la divisione in villaggi è ispirata all'antico Colosseo romano. Nei quattro "angoli" sono state scolpite le statue delle divinità maggiori dei quattro elementi.)

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