Nuovo passaporto per l'Europa

"Carissima madre,
È nuovamente accaduto.
So quanto questo vi rammarichi.
So quanto io vi stia deludendo.
Ma è accaduto nuovamente.
Cara madre, non sono mai stata la figlia ideale. Quella che avreste sempre lodato. Lo so bene.
Voi mi avete indirizzata verso lo studio, le arti... verso un futuro.
Ma la certezza non era ciò di cui io sentivo avere il bisogno.
Partiamo dall'inizio. Sento che scrivervi mi aiuterà a capire...
Ricordo l'infanzia e con essa il dolore.
Ricordo gli sguardi aspri e scortesi, il dolore degli schiaffi e dellr parole. Talvolta le sottovalutiamo, le parole, ma in realtà sono quanto di più pericoloso possediamo.
Le parole sono armi donate a tutti indistintamente... troppo potere in mani sbagliate.
So che non concordereste con me, so che non sopportereste le mie parole poiché voi siete una sognatrice, un'ottimista...
A differenza mia voi siete riuscita a vedere i colori di questo mondo, i quali non spaziavano solo dal bianco al nero.
Il vostro sguardo estasiato mentre osservavate la campagna mi perseguita ancora nei miei incubi ed io...
Non divaghiamo, madre, sapete bene quanto odi divagare.
La scuola era un luogo di tortura, una piccola giungla, una piccola finestra sul mondo che mi avrebbe atteso poi.
Io lo sapevo, voi no.
Voi vivevate nella vostra variopinta illusione di felicità.
Ah, felicità... che parolona per questa bocca.
Quando vi ho informata della mia decisione, ho letto la tristezza e la delusione nei vostri occhi chiari.
Non ho mai avuto il coraggio di dirvelo, ma in quel momento non provai nulla se non la soddisfazione di poter vedere la libertà davanti la mia porta.
Non mi pentii della mia scelta, della mia cattiveria... ero giovane, madre. Ero davvero giovane.
Conobbi un uomo.
E poi un altro.
E un altro ancora.
Paesi diversi, lingue diverse, credenze diverse e macchiai quel corpo giovane e puro con il frutto della tentazione, con la disillusione che sempre mi aveva accompagnata. Non mi pento di una singola azione, madre mia.
Non mi pento delle parole cattive e degli sbagli commessi, dei dolori a voi perpretati e del menefreghismo con cui ho condotto la mia vita.
Quindi, madre, perdonatemi!
Perdonami! Perdonatemi! Perdonatemi perché per trovare un po' di pace al mio animo ho commesso l'errore che non commettevo da tanto tempo.
Ho lacerato le mie membra, nuovamente.
E vi scrivo questa lettera con il sangue sporco di una peccatrice, sperando che possa almeno in parte redimere il mio animo.
Osservo Berlino dalla finestra di questa camera, madre. Sono sola.
E mi chiedo, adesso, pensando alla mia vita... a qualcuno importerà? A qualcuno importerà di quella donna conosciuta in viaggio (il primo? Il secondo? Di lavoro?) fatto in Europa? A qualcuno importerà mai di quella donna sola che scaldava i letti per una notte?
La risposta è ovvia... la conosciamo entrambe.
Temo sia giunto il momento, madre. Sto per partire per un nuovo viaggio, un viaggio non piacevole.
Sapete che odio gli addii, ma questo non può che esserlo. Voi starete dal lato opposto al mio, in pace... felicemente.
Non ci incontreremo mai più.
Con rispetto,
La vostra unica figlia."

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