🎄Johnlock🎄
Richiesta da:
AU! Partytime! Teenager!
Sherlock si era trovato confinato in un angolo del salone di quella villa, il bicchiere di punch in mano che faceva roteare neanche fosse del vino pregiato. "Ti divertirai, ne sono sicuro" aveva detto Mycroft, caricandolo in macchina. Il fratello non aveva ancora capito, però, che quando si parla di questo Holmes c'è poco da fare.
Sherlock osservava con i suoi occhi la stanza gremita di adolescenti, analizzando le loro vite un po' per sfizio, un po' per noia: la biondina sulla destra era semplicemente tinta di biondo, si poteva notare dai residui di tinta sul lobo; lo spilungone di turno doveva avere origini dell'est, dato il suo leggero accento e il colore particolarmente chiaro della pelle.
Gli occhi di Sherlock continuavano a viaggiare, fino a che non si fermarono su un ragazzino biondo, più piccolo di lui. Era confinato in un angolo della stanza, scambiando ogni tanto una parola imbarazzata con la ragazza che gli stava di fianco. Dedusse tutto in pochi secondi: lei provava una particolare attrazione per lui - le gambe accavallate, le palpebre sbattute a ritmi regolari, le pupille leggermente dilatate - mentre lui era completamente agitato - distoglieva continuamente lo sguardo dalla ragazza, giocherellava con il passante dei suoi jeans, sorrideva forzatamente.
Il solito John, si disse. Non si sarebbe mai immaginato di trovarlo qui, la notte di Natale, a parlare ancora con Mary, dopo che lui era scomparso.
A quest'età le persone cambiano più rapidamente, anche in soli sei mesi. Sentì qualcosa di vicino alle vertigini quando pensò a tutto il male che aveva provocato a quello scricciolo di ragazzo. Abbandonare la scuola, così, perché il rumore nella sua testa era troppo forte e non sapeva più quale fosse la sua strada.
Non aveva detto niente a nessuno, neppure a Molly, che in momenti in cui la sua amicizia con John si faceva complicata era la prima - e l'unica - con cui parlare civilmente dei suoi dubbi. La moretta non sarebbe cambiata mai, si disse.
La sua attenzione tornò a focalizzarsi sulla coppietta, dato che Mary si era fatta un po' più vicina. Un po' troppo vicina.
Ma cosa sta facendo?
Sta per...
E lui la lascia...
Dopo tutto quello che è successo, lui...?
Non posso permetterlo.
Così, a grandi falcate, poco lucidamente, la gelosia a livelli record, si avvicinò alla coppia e fece la prima cosa che gli venne in mente.
Splash! Ciao ciao vestito di Mary Morstan. Gli occhi di tutti si posarono sul riccio, che prontamente afferrò il braccio del biondino e se lo trascinò dietro, ignorando le sue proteste. Si sentiva così cattivo, gli sembrava di aver compiuto un'ingiustizia... e la cosa che lo faceva più di tutte andare in bestia e che non ne sapeva proprio il motivo.
Si fermarono sul vialetto della casa di-non-ricordava-chi, mentre la neve già gli inumidiva i vestiti. Non avevano neppure pensato ai cappotti.
- Tu... cosa... perché?
Sherlock non sapeva che rispondere, infatti. Si limitò a tacere, mentre quel diciassettenne lo guardava con aria sperduta. Dall'altezza dei suoi diciannove anni Sherlock poteva permetterselo, no?, di non rispondere.
- Non lo sai, vero? - esclamò Watson, sospirando in una nuvoletta di vapore condensatasi senza pudore. Ormai John sapeva, sapeva da tempo immemore che Sherlock non riusciva a stare con le mani a posto, che voleva tenersi il biondino tutto per se... e prima questa cosa la accettava - seppur con fatica. Ma dopo quei maledetti sei mesi, dove tutti pensavano che fosse stato rapito, che si fosse tolto la vita, per poi risbucare da un giorno all'altro indenne, non sopportava più.
Uno schiaffo costrinse Sherlock a calare la maschera. Che senso aveva, ormai? La sua invincibilità non era mai esistita. Fece per parlare, ma un flusso di parole da parte di John lo fecero tacere, ovviamente.
- Tu non lo sai, perché non vuoi ammetterlo. - aveva iniziato, sapendo ormai dove il discorso sarebbe andato a finire, anche se Sherlock odiava parlare di quello di-cui-avrebbero-parlato. - Non lo vuoi ammettere perché sai che ti rende debole, che ti rende umano. Io... io stavo cercando di voltare pagina, Sherlock, perché mi ero convinto che dopo quel 17 luglio non avrebbe più avuto senso cercare di salvare noi. - John sospira, mentre vorrebbe piangere e urlare e abbracciarlo e portarlo via da lì.
- E' che io ci ho sperato fino in fondo, che tu tornassi. Sei tornato fisicamente ma non mentalmente. E la cosa che mi ferisce di più sai qual'è? Che sei tornato per tutti tranne che per me. - Ormai trattenere le lacrime era una battaglia persa, mentre la neve gli scendeva dagli occhi e All i want for Christmas is You riempiva l'aria.
- Quindi, Sherlock, - aveva guardato a terra e si era leccato le labbra, per poi scandire bene le sue parole: - Torna da me. Sotto qualsiasi aspetto, sotto qualsiasi forma, torna da me.
Sherlock, dopo quelle parole, si sentì meno infastidito e più autorizzato a pensare a quello che voleva fare. Quel bacio così innocente, a fior di labbra, che aveva l'innocenza del primo ma l'esperienza del millesimo, se si teneva in conto la primitiva immaginazione di entrambi.
Così si gettarono tutto alle spalle: era piccoli, erano ingenui, erano stupidi - forse.
Mary? Cancella.
Pregiudizi? Cancella.
Paure? Cancella.
17 luglio? Cancella.
Solo due ragazzini innamorati, confusi ma felici. Buon Natale.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top