CAPITOLO 46-Malinconia
"Secondo te dovremmo raccontargli tutto?"
Chiedo, mentre Adrien, di fianco a me, mi guarda esausto e subito sposta i capelli all'indietro con un gesto rapido e naturale della mano.
"Possiamo parlarne un altro giorno?"
Ammonisce, mentre tenta di riposarsi appoggiando la testa sul banco.
Sono abbastanza preoccupata per lui, ieri sera abbiamo passato una bella serata insieme e il fatto stesso che ora stia così senza informarmi del motivo mi ferisce. Perché si, lo conosco troppo bene per bermi la scusa del sonno, so che in realtà è abituato alle ore piccole e che per questo non si fa scrupoli a rimanere energico tutti i giorni. Poi si sa, ha i suoi periodi in cui parla poco e diventa facilmente irritabile, ma oggi non è uno di quelli.
Le lezioni iniziano e nonostante la mia preoccupazione per Adrien sembra voler prevalere, so che devo concentrarmi sugli esami e sullo studio; apro il quaderno iniziando a prendere appunti su quello che espone il professore, mentre ogni tanto sporgo un occhiata verso Adrien, che continua a nascondere la testa tra le braccia come se fosse addormentato.
"Pss, Marinette"
La voce di Alya mi distrae dai miei pensieri e la mia biro smette di ticchettare il legno solido del banco.
"Guarda il telefono"
Sussurra, e subito mimo un "okay" con le labbra.
Apro lo schermo del telefono nascondendolo nella parte sottostante del tavolo, mentre il respiro di Adrien mi fa pensare che forse, sotto, sotto, si stia seriamente addormentando.
Alya
Vuoi spiegarmi che succede?
Leggo, chiudendo gli occhi per un secondo dal fastidio che questa situazione mi sta provocando.
Non potevo stare a letto e basta? Ho solo voglia di dormire per tre mesi di fila senza svegliarmi mai, ma forse per Adrien e mia madre non sarei molto utile in coma, anzi.
Marinette
Forse è meglio parlarne tutti insieme.
Alya
Marinette, io ti voglio un mondo di bene e so che tu stai soffrendo in questo periodo, ma non puoi continuare a nascondermi tutto, sono la tua migliore amica, okay?
Marinette
Okay.
Alya
Possiamo riparlarne più avanti se vuoi, ma per favore, smettila di nascondermi ogni cosa.
Alya mi osserva un momento con un sorriso confortante, e io non faccio altro che guardarla rattristata mentre mi accorgo che le mie azioni mi stanno divorando da sola.
Marinette
Grazie.
Scrivo semplicemente, posando il telefono in tasca per tentare di seguire attentamente la lezione.
Un po' perché il destino ce l'ha con me e un po' perché la mia mente sembra proiettata quasi totalmente sulla negatività, il prof di biologia spiega le cause biologiche e esterne del cancro, rendendomi più malinconica di quanto non fossi già prima.
La discussione con la nonna di Adrien mi ha sfiancata, come si può essere così stronzi con il proprio nipote?
Detesto il fatto che Adrien non abbia nessun famigliare su cui poter contare, non se lo merita affatto.
Quando ci siamo conosciuti era così diverso, così gentile, delicato, dolce e per nulla aggressivo, ma la mancanza di Emilie e il tradimento del padre, insieme alla rottura dei rapporti con me, l'hanno reso com'è oggi e nonostante sappia che in fondo in fondo è voluto rimanere sempre lo stesso, la cosa l'ha reso più debole.
Adrien Pov's
Che schifo.
Che schifo questa situazione, che schifo la mia famiglia, che schifo il mio fottuto carattere e che schifo me.
Vorrei tanto smettere di pensare a quella lettera, vorrei togliermela dalla testa come se non l'avessi mai toccata, come se non l'avessi mai ricevuta.
Purtroppo, so che questo schifo di realtà non può resettarsi, e l'unica cosa che mi conforta è il sapere che almeno qualcuno è rimasto al mio fianco.
La campanella suona, le mie orecchie si allarmano e i miei occhi cercano di capire quante ore sono passate dall'inizio delle lezioni mentre Marinette, intenta ad alzarsi, osserva quasi furtivamente Nino, che credo voglia parlarle.
Istintivamente gli afferro la mano ricevendo subito uno scambio di sguardi.
"Dimmi"
Mi rivolge con tono gentile. È preoccupata per me, è chiaro.
"Che ore sono?"
"L'una, c'è la pausa pranzo"
"Ti va di venire da me... Stasera?"
Senza dire una parola, fa un cenno a Nino di proseguire senza di lei per risedersi di fianco a me, mantenendo la stretta della mia mano con la sua.
"Certo. Come stai?"
Sospiro, alzando la testa dal banco per osservare l'aula, ormai vuota.
"Ho sonno"
"Sei sicuro che si tratti solo di quello?"
Alza le sopracciglia osservandomi ovvia. È palese che sia consapevole di come stia realmente, ma il fatto di ammetterlo potrebbe farle più male, nonostante sappia quanto gli dia fastidio che menta.
"Si, avrei bisogno di farmi una bella dormita"
"È dalle nove che dormi"
Rimaniamo a fissarci in silenzio mentre io cerco di capire come giustificarmi, anche se in fondo con lei non dovrei far altro che essere sincero.
"Stavo pensando alla lettera"
Abbasso lo sguardo, togliendo la mano dalle sue per massaggiarmi la fronte.
"Scusa se ti ho mentito. Ancora"
"Non fa niente"
"Vorrei tanto togliermela dalla testa..."
"Lo so"
Si accoccola vicino a me, rimanendo ad accarezzarmi la testa per alcuni minuti, in silenzio, mentre io cerco di decidere se continuare a dormire per soffocare le lacrime che tra poco cadranno o rimanere svegli ad affrontare la realtà.
"Andiamo a mangiare?"
Mi chiede, con voce dolce.
Vorrei tanto smetterla di pensare a mia madre, alla mia dannata famiglia, e concentrarmi solo su Marinette, perché se lo merita, perché non c'è nessun altro al mondo più fantastico di lei.
"Non ho fame"
Rispondo, asciugandomi una lacrima nascosta. Lei mi sorride, afferrando qualcosa dallo zaino.
"Offro io"
Dice, alzandosi nuovamente dal banco per uscire dalla classe.
"Tranquilla, non ho fame davvero"
Smette di sorridere, osservandomi malinconica e rimettendosi a sedere come se niente fosse.
"Neanche io"
Risponde, e io non posso far altro che desiderare di urlare al mondo che la amo.
"Non sei costretta a rimanere qui solo perché io sto così"
"Lo so"
Dice, iniziando a chattare indisturbata con chissà chi.
Mi fa un po' incazzare quando mette da parte se stessa per gli altri, ma quando lo fa per me non posso far altro che essere felice sentendomi in colpa allo stesso tempo.
Improvvisamente il suo stomaco brontola, e la sua espressione cerca di non far trasparire il fatto che stia morendo di fame, ma è palese che sia così.
"Marinette, vai a mangiare con gli altri, io voglio provare a dormire"
Dico, cercando quasi di cacciarla.
Preferisco essere depresso da solo piuttosto che far morire di fame la mia ragazza.
"Te l'ho detto, non ho fame"
Ribadisce, sorridendomi indisturbata.
E poi sono io quello che mente.
Giro la testa dall'altra parte, osservando i raggi solari illuminare naturalmente questa stanza.
La scuola... Dopo gli esami, cosa farò? Nessun bada più al fatto che dovrei laurearmi e seguire l'eredità Agreste, quindi ho la totale libertà di scelta, ma... Che dovrei fare? Non ho mai pensato seriamente a cosa fare per il mio futuro in questi due ultimi anni, e ora che ci ragiono su capisco di non avere nessuna ambizione a riguardo.
Molto probabilmente Marinette si laurerà, farà carriera come stilista e avrà una bella vita... Ma io sarò ancora con lei? Vorrei tanto che il nostro futuro coincidesse, vorrei tanto vivere insieme a lei e lasciarmi tutta questa merda alle spalle, ma se dovessimo separarci di nuovo?
No, non lo permetterò, la renderò felice, l'amerò più di quanto l'amo adesso e la renderò partecipe della mia vita, poi... Poi deciderà lei se rimanere con me o andare avanti per la sua strada.
"Che coglione"
Sussurro, con la testa nascosta tra le braccia e una voglia matta di dormire.
"Cosa?"
Marinette mi guarda interrogativa posando il telefono al suo fianco.
"Nulla, vado a prendere qualcosa alle macchinette. Cosa vuoi?"
Chiedo, cercando di non pensare al mio ipotetico futuro con lei.
"Non ho fame"
"Vada per i Tuc al barbecue"
Dico, alzandomi con disinvoltura per andare verso le macchinette.
"Aspetta!"
Sento urlarmi da dietro, ma senza fermarmi, ignoro il richiamo di Marinette e mi mordo il labbro.
"Idiota"
ANGOLO AUTRICE
Eee, rieccomi!
Un po' in ritardo come al solito, lo so, ma cercherò di scrivere molto più spesso per riprendere ad aggiornare con regolarità.
Non sto nemmeno qui a prometterlo dato che l'ultima volta non sono riuscita a mantenere la parola.
Come avrete notato, questo è il primo Pov's di Adrien che faccio dopo un bel po' di tempo, e all'inizio non sapevo se fosse una buona idea o meno, ma alla fine ne sono rimasta contenta, quindi si, beccatevi un pensieroso Adrien.
Devo ammettere che alcune loro caratteristiche sono contrastanti su un piano emotivo, ma alla fin fine riescono sempre a conciliarsi com'è giusto che sia, quindi spero di non essere stata troppo poco attenta ai loro comportamenti e di aver rispettato il carattere da me creato.
Non so se qualcuno mi risponderà, ma nel caso lo chiedo:
Secondo voi sto facendo un buon lavoro nello sviluppo dei personaggi? Credete che i caratteri vengano rispettati o faccio qualche beffa?
Ho paura di contraddirmi da sola, non rileggo molto spesso l'intera storia e ho sempre paura di dimenticarmi qualcosa necessario al proseguimento.
Esempio banale: in un capitolo dico che dopo la battaglia i kwami non possono più essere usati, in un altro scrivo una scena in cui Chatnoir e o Ladybug si trasformano a caso e fanno i cazzi loro volando da un tetto all'altro.
Vorrei che qualcuno di voi mi facesse notare queste cose perché le ritengo importanti e sinceramente mi fate anche un grosso favore ricordandomi se in un capitolo in particolare risulto incoerente o altro.
Detto questo, vi ricordo che il mio piccolo grande corazón batte forte per voi e vi ama con tutto il cuore.
Bye, bye miei piccoli budini al cioccolato, ci vediamo alla prossima!
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