CAPITOLO 45-Agata Meyer
"Mamma io vado!"
Urlo, pensando di trovarla sdraiata sul divano; invece, lì non vi è nessuno.
Scendo alla pasticceria per vedere dove si possa trovare, e noto mio padre intento a preparare le ultime cose prima della consegna per questo pomeriggio.
"Papà, sai dov'è mamma?"
"Si, è in camera a riposare, ha detto che non si sente molto bene oggi"
"Ah"
Corrugo le sopracciglia, stupita dalla notizia. Fino a ieri sembrava sprizzare di gioia, e oggi sta di nuovo male?
"Che cos'ha?"
"Niente di che, ha avuto qualche giramento di testa e ora è a letto a riposare, non preoccuparti"
"Sei sicuro? Il dottore ci ha chiesto di tenerla d'occhio nel caso avesse riscontrato qualche effetto collaterale del trauma cranico"
Gli ricordo, e in cambio ricevo un suo sorriso di conforto, mentre le sue mani velocemente pulite con il grembiule si posano sulle mie piccole spalle.
"Marinette, non preoccuparti, okay?"
"Okay"
Rispondo un po' affranta, uscendo di casa quasi subito dopo.
forse ieri ha voluto rimanere vivace per rendere il suo ritorno a casa più leggero, ma in realtà il percorso per riprendersi dall'incidente potrebbe essere più lungo di quanto si creda.
Attraverso la strada e incontro Alya davanti alla Dupont, intenta a spiegare qualche materia a Nino, seduto di fianco a lei sulle scale.
"Ciao"
Dico, e appena entrambi ripongono lo sguardo su di me, i loro occhi si incrociano per un attimo, alzandosi subito dopo per venire da me.
"Marinette!"
Alya mi abbraccia con forza, e subito ricambio il gesto.
"Scusami se non ti ho chiamata"
"Non importa"
Sussurra, sentendola quasi singhiozzare. Nino mi osserva con aria affranta dietro di lei, e io lo invito ad unirsi all'abbraccio, mentre alcune persone, sul ciglio dell'ingresso, bisbigliano tra di loro guardandoci.
"Mi dispiace per quello che è successo"
Nino abbraccia entrambe con tenerezza, staccandosi poi quando una limousine nera accosta davanti scuola, e l'autista scende per aprire la porta.
E no, su quella macchina non si trova Chloé.
"E così questa sarebbe la famosa Dupont, mi aspettavo qualcosa di più per un ragazzo d'alto rango come te"
La voce chiara ed egocentrica della donna attira la mia attenzione, capendo subito di chi si tratta.
Adrien scende dopo di lei con un sospiro profondo, incrociando i suoi occhi con i miei, per cercare di farmi capire la situazione, suppongo.
"Nonna, preferirei che tu tornassi a casa, adesso"
"Per te sono Agata, Adrien, e ho tutto il diritto di conoscere la scuola che frequenti, dato che ora sei sotto la mia responsabilità"
La osservo seria, mentre Alya sussurra qualcosa a Nino, e l'autista aspetta impazientemente di chiudere la portiera dell'auto, probabilmente esausto per il comportamento della signora.
"Fai come vuoi"
Risponde, portando una mano tra i capelli scompigliati.
"E mettiti in ordine i capelli per cortesia, che sei inguardabile"
Sento dirgli, mentre Adrien sospira nuovamente e io sento di perdere la pazienza.
"Ma chi è Agata?"
"Sua nonna"
Rispondo, continuando a fissare quella scena allibita.
"L'hai conosciuta?"
Alya mi guarda, attirando la mia attenzione su di lei mentre mi riordina una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
"Diciamo di si, Adrien me ne ha parlato"
"Capisco, lui come sta?"
Chiede, affiancata da Nino, che però continua a osservare il suo migliore amico, indeciso se dare retta alla parente o dirigersi verso di noi.
"Non bene"
Dico, quasi sussurrandolo.
Non so cosa fare, non so se andare da lui per salvarlo dalle grinfie di quella donna o se aspettare che tolga il disturbo da sola.
"E tua madre? Come si sente?"
"Ora meglio, ha detto che tra poco entrerà in cura, l'incidente non ha avuto riscontri per la sua malattia"
"Capisco"
Risponde, notando che la mia intera attenzione è rivolta totalmente ad Adrien.
"Vuoi intervenire?"
"Io si"
Nino ci guarda, per poi andare verso di lui.
D'istinto mi viene da rincorrerlo, e Alya ci segue a manetta, ritrovandoci tutti e tre di fianco al mio ragazzo, quasi fossimo i suoi bodyguard.
"Salve"
Inizia Nino, porgendo la mano alla signora, che sfoggia con orgoglio il suntuoso piumino in pelle da lei indossato.
Mi avvicino di più ad Adrien, mentre Alya, capendo le mie intenzioni, mi nasconde dietro, così da permettermi di parlare.
"Come va?"
"Uno schifo, stanotte non ho dormito"
"Perché?"
"Dopo ti spiego, per adesso voglio solo svignarmela da qui e andare in classe"
Mi sussurra. Agata osserva Nino parlare come se stesse cercando di capire il labiale di un alieno, alzando un sopracciglio altezzosa.
"Adrien, chi sono queste persone?"
"Dei miei amici"
"Davvero, e lui è uno di loro?"
Chiede, indicando Nino con sufficienza. Alya la osserva indignata, aprendo la bocca per difenderlo, ma io forse un po' per rabbia e forse un po' per aver compreso la situazione, la fermo per un braccio, portando dietro di me anche Nino.
"Mi scusi, lei è Agata, giusto? La nonna di Adrien"
"Preferirei non essere presentata così ma si, sono io"
"Bene, posso sapere cosa ci fa lei qui?"
Chiedo, totalmente seria. So che adesso Adrien sta sbuffando dietro di me, voglioso ovviamente di non creare altri problemi.
"Posso sapere chi è lei?"
Domanda, ignorando completamente le mie parole.
Inclino leggermente la testa, porgendo la mano ad Agata con sicurezza.
"Marinette, piacere"
Nonostante la mia educata presentazione, quest'ultima non sembra intenzionata a ricambiare il gesto. Egocentrica, snob, e pure maleducata!
"Lo sa, vero?"
"Cosa?"
Chiede in risposta, osservandomi dall'alto verso il basso.
"Che non ricambiare un saluto è un comportamento degno del miglior cafone?"
Sorrido, sentendo Alya ridacchiare dietro di me.
La signora mi porge uno sguardo sorpreso, per poi alzare il mento verso l'alto in segno di indignazione.
Si, è lei quella che dovrebbe essere indignata, indignata del suo carattere di merda.
"Come ti permetti? Sei solo una ragazzina insolente, dare della cafona a me, Agata Meyer!"
"Mi dispiace deluderla signora, ma gli insolenti sono coloro che mostrano arroganza e irrispetto verso gli altri, e io non ho fatto ne l'uno né l'altro, dato che ho semplicemente affermato qualcosa di vagamente riferito a lei. D'altro canto, rifiutare la mia mano ha mostrato un vero segno di insolenza da parte sua"
Incalzo, fissandola dritta negli occhi.
Per qualche motivo, oggi ho abbastanza forza da poter reggere una discussione simile.
"Io non afferro la mano a chiunque, e in qualsiasi caso ritenermi insolente è ancora più insolente!"
"Gliel'ho detto, io mi sono fermata ai limiti della cortesia, lei però non lo sta facendo, per questo posso affermare ciò che dico"
Intono con sicurezza, incrociando le braccia al petto.
Adrien sembra dormire in piedi e capisco che le mie provocazioni non lo stanno rendendo più tranquillo, ma al solo vedere una testa calda del genere di fronte a me, abbastanza sfrontata per trattare male le persone a cui tengo, mi viene da urlargli contro, solo che con persone del genere le urla non servono a nulla.
Agata gira il mento dall'altra parte per esprimere nuovamente la sua indignazione verso i miei confronti, poi si avvicina alla macchina, fissando dritta negli occhi prima me, poi gli altri ed infine Adrien, con cui sembra parecchio incazzata.
"Adrien, stasera non ci sarò a casa, quindi non aspettarmi"
Dice, riportando poi un ultima volta lo sguardo su di me prima di salire in macchina e partire senza un attimo di esitazione.
"Finalmente!"
Alya quasi grida, mentre Adrien sospira esausto e io fisso la limousine allontanarsi piano.
"Tutto bene amico?"
Mi giro verso gli altri, osservando Nino dare una pacca sulla spalla al mio ragazzo in segno di conforto.
"Si lascia stare. Entriamo?"
Chiede, con evidente stanchezza.
Io e Alya incrociamo gli occhi gli uni con gli altri, osservandoci per un momento con lo stesso sguardo cosciente di chi sa cosa intendere.
"Entriamo"
Dico, avvicinandomi a lui mentre il silenzio cala piano.
Gli afferro la mano senza pensarci, e subito prima di sbarcare la soglia di ingresso, Alya ci ferma facendoci girare verso lei e Nino.
"Dovete dirci qualcosa?"
ANGOLO AUTRICE
Di nuovo in ritardo, lo so.
Faccio abbastanza schifo ultimamente, sto iniziando ad arrivare a scuola e fare qualsiasi cosa in ritardo, e la cosa certo non mi piace.
Avevo promesso di aggiornare entro domenica e invece eccomi qui, a pubblicare il 45° capitolo giovedì mattina.
In realtà il capitolo era già pronto martedì, ma il fatto che sono rimasta fuori tutto il giorno per poi perdermi appena fuori città, dovendo ritornare a casa a piedi per fare i compiti non mi ha invogliato a mettermi lì per scrivere l'angolo autrice così da poter aggiornare.
Ieri, invece, ho cazzeggiato per una buona parte della giornata chiedendomi se era meglio dormire o studiare, dato che ultimamente sto facendo entrambe le cose troppo poco.
E niente, ormai capisco che la mia voglia di arrivare puntuale sta svanendo come una nuvoletta di fumo, e non solo qui su Wattpad.
Il capitolo non ha un enorme evoluzione di trama come nella maggior parte dei miei capitoli, ma comunque ho fatto conoscere la nonna di Adrien, Agata, a Marinette, e ora le due si detestano. Siii, esattamente come volevo che andasse! (Dato che è un particolare che mi aiuterà a continuare la storia in modo più interessante)
Eee boh, grazie per aver letto e, nel caso, aver messo una stellina :3
Bye bye miei piccoli budini al cioccolato, i love you♥️
(Chatblanc uscirà tra due giorni, reggetemi)
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