CAPITOLO 43-Andrà tutto bene

"Sei sicuro di voler rimanere solo?"

Gli chiedo, sistemando sulle spalle lo zaino che fino a poco fa era appoggiato a terra.
Adrien passa una mano sulla testa per spostare leggermente i capelli mentre posa il telefono in tasca.

"Si, voglio godermi l'ultima ora di libertà prima che arrivi mia nonna"
"Tua nonna?"

Lo guardo stranita.
Non mi aveva mai parlato di sua nonna... Non prima d'ora.

"Già, essendo ancora minorenne hanno dovuto chiamare un famigliare per badare a me, e l'unica rintracciabile è stata mia nonna"
"Non me ne hai mai parlato"
"Si, beh, non è che abbia un gran rapporto con lei"

Dice, aprendo la porta di casa per farmi uscire.

"Aspetta"

Lo fermo, richiudendola con calma.

"Non me ne vuoi parlare un attimo?"

Chiedo, e Adrien alza leggermente gli occhi al cielo, cercando forse di farmi notare la sua frustrazione riguardo l'argomento.

"Okay. Beh, ha sessantadue anni, è la madre di mia madre, è ricca quasi quanto mio padre, con cui tra l'altro non va molto d'accordo, e... mi detesta"
"Perché?"
"Crede che la morte di mia madre sia stata causata da me"
"Cosa? Ma è ridicolo"

Esclamo, aprendo la porta di scatto.
Questa tizia mi sta già sulle ovaie.

"Lei dice di no, e attribuisce il 'decesso' di sua figlia come conseguenza del mio concepimento... Anche se è avvenuto quattordici anni prima.
Divertente, non trovi?"

Spiega, fingendo un sorriso di circostanza.
Mi aggrappo a lui in un abbraccio, per poi baciarlo subito dopo con passione.

"Ti amo"

Mi sussurra, facendomi sorridere di colpo.
Mi allontano da lui e apro la porta, lasciandoli un ultimo bacio volante.

"Ci troviamo stasera davanti a scuola alle nove.
Ti amo anch'io, e lei è una stronza"

Dico, voltandomi poi dall'altra parte per chiudere il cancello; Adrien rimane a fissarmi sul ciglio della porta con un leggero sorriso, mentre io, per ogni passo che faccio, sento i pensieri vagare e il mio umore tornare ad essere cupo.

"Com'è possibile che mi senta così?"

Chiedo, ormai lontana da Villa Agreste.
Tikki sbuca dallo zaino un po' preoccupata, mentre io le accarezzo delicatamente il viso.

"Così come Marinette?"
"Non lo so. Lascia stare, siamo quasi arrivati a casa"

Dico, intravedendo un cliente uscire dal negozio dei miei.
Se non sbaglio in questi giorni papà dovrebbe andare a prendere mamma, devo solo sapere quando.

"Heila"

Biascico sotto voce, in modo che solo mio padre, dal corridoio, mi senta.

"Marinette! Ho delle notizie da darti!"

Esclama, mentre Nadia, con il sorriso, saluta gentilmente sia me che lui.
Dopo la sua uscita vengo verso di lui curiosa di saperne di più, sicuramente si tratta della mamma.

"Che succede?"
"Oggi Sabine può tornare a casa! La passo a prendere stasera, verso le sei, tu vieni no?"
"Certo, quindi si è rimessa totalmente?"
"Ha ancora la gamba ingessata e i segni del trauma cranico, ma sta abbastanza bene e presto si rimetterà in sesto, vedrai"
"E il cancro? Non ne ha risentito vero?"
"No, l'incidente non ha quasi per nulla influito sul suo tumore, ma sto pensando costantemente a cosa potrebbe succedere se si sentisse male davvero... Più avanti"

Entrambi abbassiamo lo sguardo.
Già, mia madre è entrata in bilico tra la vita e la morte, ma non abbiamo mai parlato del suo tumore dopo l'incidente, quindi nessuno dei due ha idea di cosa abbia intenzione di fare lei.

"Va beh, per ora concentriamoci sul fatto che stasera tornerà a casa, e noi dovremmo essere lì ad accoglierla con un sorriso!"

Continua sorridendomi. Accenno un si con il capo per poi dirigermi in camera mia.

"Vado a studiare"

Dico, salendo piano le scale.
Credo di dover chiamare Alya per spiegarli cos'è successo in questi giorni, ripensandoci lei non sa quasi nulla.
Premo sul suo contatto e lascio il telefono squillare, ma a quanto pare non risponde. Forse ha da fare.
Apro gli appunti di biologia e storia presi in prestito da Adrien e Alya per iniziare a trascriverli sul mio quaderno, notando quante cose sono riuscita a perdere in pochi giorni di assenza.

"Mancare poco prima della fine dell'anno non è certo un idea geniale, farò meglio a mettermi sotto con lo studio se voglio passare gli esami senza fare troppo schifo"
"Hai ragione, nonostante le problematiche è giusto che ti ci metti di impegno"

Tikki svolazza intorno a me cercando di aiutarmi quanto più possibile, mentre le ore sembrano durare un eternità.
Dopo un po', papà mi chiama per dirmi di prepararmi, e in poco tempo finiamo in macchina, diretti all'Hotêl-Dieu, l'ospedale più antico di Parigi, posto fortunatamente a quasi tre passi da casa.

"Mi raccomando cerchiamo solo di essere felici che stia bene, non voglio che si agiti appena tornata a casa"

Mi ricorda, scendendo subito dopo dalla macchina.
Mi ha chiesto di non parlare dello stato attuale della mamma, e riesco a capire abbastanza bene il perché.

"Certo"

Entro dentro l'ospedale con calma, mentre i ricordi dell'incidente riaffiorano pesanti, e mio padre si sfrega le mani per l'agitazione.
Troviamo mamma seduta su una delle sedie in sala d'attesa mentre guarda il vuoto, e subito l'infermiere di fianco a lei aiuta ad alzarsi, avvisandola del nostro arrivo.
Ci avviciniamo aumentando il passo, mentre le sue stampelle iniziano a fargli da gambe con fatica; sinceramente non so cosa pensare, e non so se essere felice o triste, ma papà sorride contento mentre l'abbraccia con dolcezza.

"Ciao Tom, ciao Marinette. Siete arrivati presto"
"Avevamo troppa voglia di riportarti a casa"

Mio padre continua a fissarla con un sorriso, subito dopo aver posato sulle sue labbra un lieve bacio.

"Come stai?"

Chiedo, avvicinandomi di più per salutarla.

"Abbastanza bene. Andiamo? Ho una fame"

Sorride, dirigendosi subito all'uscita.
Papà l'aiuta a camminare, e io li seguo senza dire una parola, fin quando mamma non inizia a parlare di quanto la mensa dell'ospedale non sia granché, e di come è felice di poter tornare a casa per mangiare il pane della panetteria, mentre la nostra macchina esce dal parcheggio.

"Sai qualcosa di Nathalie?"

Mi faccio sfuggire, e subito dopo me ne pento, perché sotto lo sguardo di rimprovero di mio padre capisco quanto la domanda sia scomoda.

"Si... Diciamo che non ho saputo molto dall'incidente"

Il silenzio cala, e nel tragitto per il ritorno a casa i miei genitori cercano di conversare come se niente fosse, mentre io rimango a fissarli totalmente zitta.
Non vedo l'ora di vedere Adrien, voglio sapere di più su sua nonna e il resto della sua famiglia.

Marinette

"Hei"

Aspetto una risposta, mentre il mio piede batte velocemente sotto il sedile davanti.

Adrien

"Hei, quindi stasera ci vediamo?"

Marinette

"Ovvio, come sta andando con tua nonna?"

Adrien

"Diciamo che non è la persona più accomodante di questo mondo, che fai?"

Marinette

"Siamo andati a prendere mia madre"

Adrien

"Davvero? Come sta?"


"Marinette, ascolta anche tu"

Alzo lo sguardo, notando l'espressione seria impressa sul viso di mamma.

"Eh? Scusa, non ti ho sentita"
"Stavo dicendo che c'è una cosa molto importante che devo dirvi, e anche se è stato difficile scegliere, credo che questa sia la via migliore per tutti"

Continua, portandomi ad aggrottare le sopracciglia. Che altro c'è adesso?
Papà parcheggia l'auto, e tutti rimaniamo per un momento in silenzio.

"Ho deciso di entrare in cura"

Io e mio padre ci scambiamo alcuni sguardi confusi, mentre mia madre sospira in un sorriso.

"Voglio dire, se ci fosse anche una sola possibilità di togliermi questo cancro del tutto, perché non provare?"

Finisce, mentre un emozione molto simile alla gioia si fa strada dentro di me, e quasi mi viene da gridare.

"Davvero? Davvero entrerai in cura?"

Esclamo, alzando la voce per la felicità.

"Si Marinette, mi impegnerò a guarire del tutto.
Grazie a te ho capito che ho fin troppo da perdere, perché ho voi, perché ho la mia famiglia"

Sorride, mentre in uno scatto la abbraccio con enfasi, e mio padre appoggia per un momento la testa sul manubrio, mentre piange felice.

"Rimarrò con voi ancora per molto, molto tempo"

Ride, abbracciandoci e baciandoci con affetto.
Entriamo dentro casa con allegria, mentre mio padre mi abbraccia con un sorriso enorme.

"Hai visto? Andrà tutto bene"
"Lo so papà, grazie"

Ci stringiamo forte per poi affiancarci alla mamma; l'aiutiamo a camminare insieme alle stampelle nuove, mentre la gioia sembra quasi perforarmi il cuore. Adesso andrà tutto bene, ne sono sicura.


ANGOLO AUTRICE

(Spoiler: Non andrà tutto bene)

Buongiorno a tutti! Eccomi qui con un nuovo capitolo!
Si lo so, lo so, sono in ritardo... Pardon!

Ieri ho voluto sfruttare l'atmosfera fredda del mattino che gira qui da me per terminare questo capitolo, e sono felice di esserci riuscita.
Credo di essere una pirla, una pirla a cui piace scrivere e che vi vuole tanto tanto bene :3
Sto morendo dentro solo all'idea di dover iniziare subito il nuovo capitolo, perché nonostante sappia più o meno già quello che accadrà, devo capire come impostarlo e scriverlo in una settimana.
E io sono un cumulo di verifiche, la prossima settimana.

Perciò our vuoir miei piccoli budini al cioccolato, ci sentiamo il prossimo venerdì con un nuovo capitolo!
(Pregate per me che dovrò starci su molto in pochissimo tempo)

Vi adoro, byeee <3

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