CAPITOLO 42-"Ti prego, non lasciarmi"

"Non posso crederci..."

Osservo la lettera allibita, guardando poi Adrien, affranto e probabilmente sfinito. Mi sarei aspettata tutto, ma non questo.
Sua madre è viva e lui non può più vederla? Che storia è mai questa?

In un secondo mi attacco a lui in un abbraccio, lo sento quasi assente, spero di aver fatto la cosa giusta insistendo.

"Perdonami"

Dico, stringendolo più forte a me; Adrien fa lo stesso, scoppiando in un pianto soffocato.

"Ti prego, non lasciarmi"

Gli sento dire, e quasi mi si spezza il cuore. È davvero tutto ciò a cui riesce a pensare?

"Te lo prometto"

Rispondo, stringendolo ancora di più.
Quanto vorrei che entrambi stessimo bene, così da poter vivere una vita tranquilla insieme.
Rimaniamo per un po' avvinghiati l'uno all'altro, come se i nostri corpi insieme potessero diffondere una qualche energia antidepressiva, per poi finire accoccolati sul suo letto, mentre Tikki e Plagg decidono di lasciarci soli per andare a sgranocchiare qualcosa in cucina.

"Come stai?"
"Ora sto bene, non preoccuparti"

Dice, con la solita risposta del "Sto bene".
Lo ignoro e continuo ad accarezzarli delicatamente le braccia con le dita, quasi intenzionata a fargli dei grattini.

"Quando ti è arrivata?"

Chiedo, riferendomi ai fogli rimasti per terra vicino al letto.

"Poco più di due settimane fa"
"Perché non me ne hai parlato prima?"
"Non ce n'è stata l'occasione, tu stavi male per tua madre ed io cercavo di capire cosa fare con te e con tutta questa storia"
"E ieri sera? Avresti potuto dirlo"
"Non me la sentivo per niente di rovinare ancora di più quella giornata, escludendo il tuo arrivo è stato tutto un disastro"

Guardo in basso, ripensando un po' a tutto; La sfortuna che sta perseguitando sia me che lui pare quasi sovrannaturale, gli ultimi tre mesi hanno fatto schifo e tutto ciò che è successo è stata una chicca da aggiungere nella nostra lista Nera.

"Sei sicuro che le cose scritte nella lettera siano vere?"
"Si... ne sono sicuro"
"E le foto che doveva mettere in fondo alla lettera? Non le ho viste"
"Sono arrivate ma... Le ho spostate"

Dice, in tono incerto. Non so perché, ma è come se potessi riconoscere quando mente e quando no.

"Posso... Vederle?"

Chiedo, osservandolo di sottecchi.
Lui si alza dal letto e apre un cassetto del suo comodino, afferrando una busta, che in controluce sembra contenere della specie di polvere nera e qualcos'altro.
Me la porge ed io la apro, mentre lui si rivolge verso le vetrate della camera, seduto al bordo del materasso.
Noto subito una foto, e poi... Dei residui di fogli bruciati, credo.

"Cos'è?"
"Una busta con dentro l'unica foto rimasta; tutte le altre le ho strappate e bruciate per la rabbia, non sono riuscito a controllarmi"
"E la cenere nel fondo? Hai raccolto i residui delle foto per metterli qui dentro?"
"Si... Ti parrà stupido, ma ho pensato che se le avessi messe lì dentro mi sarei sentito meno in colpa, ma capisco solo ora che è una stronzata"

Tiro fuori l'unica pellicola rimasta nella busta mentre per un attimo osservo di sfuggita Adrien, che pare fissare un punto indefinito della stanza.
Mi sento più inutile di prima. Questa storia è così assurda da far paura e il fatto stesso che ora lui stia più male mi fa sentire soltanto in colpa, ma adesso capisco anche di aver fatto la cosa giusta insistendo.
La foto ritrae Emilie sorridente davanti ad un paesaggio delle tranquille colline del Tibet, seduta sull'erba rigogliosa di fiori.

"È bellissima"
"Lo so, e il fatto stesso che compaia felice mi rende triste. Sarò davvero tanto orribile?"

Trascina una mano lungo tutto il viso mentre io continuo a fissare la foto pensierosa.
No, di certo chi è orribile non ama, e lui ama alla follia.
Mi avvicino per portare la mia schiena a contatto con la sua, mentre penso al fatto che erano anni ormai che non vedevo un foto di Emilie.
In quattro anni sembra rimasta sempre la stessa, mentre suo figlio è cresciuto anche troppo.
Tutto questo non è affatto giusto.

"Adrien, davvero credi di non poterla più rivedere?"

Gli chiedo, facendolo girare verso di me con un sospiro affranto.
Non credo di averlo mai visto così demoralizzato in vita mia.

"Io... No, non lo so.
Non so ancora cosa fare, non so se è giusto rispondere a quel tizio o meno, ma è così difficile sopportare tutto questo"

Alza lo sguardo, fissandomi stanco.

"Sai, c'è stato un piccolo periodo, nel momento in cui stavamo riallacciando i rapporti, in cui ho pensato di potermi togliere tutto alle spalle, di poter finalmente voltare pagina sia per me, che per te.
Ma dopo aver scoperto che tua madre poteva lasciarti come la mia, seguendo poi il fatto della lettera e ora dell'incidente, ho ripreso a ragionarci costantemente.
Ho passato cinque giorni di inferno, subito dopo aver letto quelle pagine.
Facevo fatica a dormire, a concentrarmi, a mangiare e a volte anche a respirare... Non riuscivo a rimanere calmo, ed è stato un miracolo il fatto che nessuno l'abbia notato"

Rimango in silenzio, aspettando che continui.

"È solo che... Tutto questo mi sta stracciando, e te lo giuro, non ho assolutamente idea di come affrontarlo"

Gli afferro la mano, coccolandola come se fosse un orsacchiotto di peluche; Adrien cade tra le mie braccia sfinito, lasciando cadere dai suoi occhi qualche altra lacrima silenziosa.

"Non ti preoccupare, rimetteremo ordine nei tuoi pensieri"
"Ti amo così tanto"

Lo stringo più forte a me, mentre ripenso a tutto ciò che riguarda la lettera; secondo le informazioni di Adrien la lettera gli sarebbe stata recapitata agli inizi di maggio, forse anche l'otto, il che significherebbe che l'autore l'avrebbe inviata esattamente quattro mesi prima della data decisa: l'otto di settembre, ovvero il giorno del suo compleanno.
Inoltre, ha scritto che avrebbe inviato una seconda lettera, con o senza risposta ricevuta.
Voglio indagare sulla faccenda; forse se riuscirò a scoprire chi l'ha inviata potrò sapere se le cose scritte nella lettera sono realmente la verità, forse riuscirei a far rincontrare Adrien con sua madre, o forse no ma... È mio dovere provare.

"Anch'io ti amo, e per questo dobbiamo rimanere forti, come tu hai sempre fatto per me"
"E come tu hai sempre fatto per Parigi?"

Dice, appoggiandosi alla mia testa.
Sorrido, scompigliandoli la sua bellissima chioma bionda.

"Vado ad asciugarmi i capelli"

Dico, alzandomi dal letto.
Adrien mi ferma per un polso, spostandosi dal letto subito dopo per affiancarsi a me.

"Che c'è?"
"Te gli asciugo io"

Mi sorride, baciandomi la mano.
Andiamo in bagno insieme, e mentre io tiro fuori il phon dal suo mobile, lui cerca di riprendersi dal pianto lavandosi la faccia.
Appoggio un momento lo strumento per abbracciare dolcemente Adrien da dietro, che un po' si sorprende al contatto.

"Grazie di avermelo detto"
"Non preoccuparti, prima o poi doveva succedere"

Dice, sospirando pesantemente.
Lui si siede sul mobile ai lati del lavandino, portandomi tra le sue gambe per iniziare ad asciugarmi i capelli con attenzione mentre io mi godo quella calda sensazione di conforto solo a metà, dato che l'altra parte rimane occupata a pensare alla lettera, e al fatto che forse, questa cosa potrebbe davvero cambiare tutto.


ANGOLO AUTRICE

Da, daa, daaa, DAAAAN.
E sì, dopo la lettera segue la reazione dei nostri due protagonisti alla difficoltosa notizia.

Cosa succederà adesso?
Adrien riceverà la seconda lettera tanto promessa?
Perché gli sarebbe stata recapitata quattro mesi prima del suo diciottesimo compleanno? Sarà solo uno sbaglio?
C'entrerà anche qualcun'altro, al di fuori di quell'uomo?

Scopritelo nella prossima puntata!
(No scherzo, se succederà qualcosa il tutto andrà per le lunghe)

Ho una settimana per decidere cosa fare e la cosa mi mette in estrema difficoltà; avrei un idea ma la cosa porterebbe la storia ad allungarsi ulteriormente, quindi non so.

Dettosi ciò, vi porgo un bel giochino da fare all togheter.

Voi mi porgete una domanda o una curiosità su di voi, e poi l'associate ad un vostro colore preferito.

Esempio: Ho due cani, rosso.

Capito? Bene, let's go!
(P.s. alla prossima settimana... Spero)

Byeee

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top