CAPITOLO 39-Il sorriso di chi ama
Il vento mi sposta violentemente i capelli mentre corro verso la mia casa; non posso credere che Adrien mi stia aspettando lì, è l'ultimo posto dove avrei cercato, ma adesso non importa più perché ho solo bisogno di sapere come sta, e nient'altro.
Già in lontananza, intravedo una testa bionda guardare dritto l'orizzonte dal mio balcone, e quasi mi vengono le lacrime agli occhi. Mi guarda con un leggero sorriso, e al solo vederlo aumento la velocità con cui salto di tetto in tetto, per poi saltargli addosso, abbracciandolo.
"Adrien..."
Verso qualche lacrime, mentre entrambi ci stringiamo più forte che possiamo, e Adrien posa la sua testa sulla mia spalla.
"Mi hai raggiunto"
Mi stacco da quel tenero contatto per prendergli il viso tra le mani, sorridendo nonostante il pianto.
"Non ti avrei mai lasciato solo"
Un altro abbraccio, stavolta partito da lui, mentre alcuni lamenti provengono dalla sua bocca; sta piangendo, e in un certo senso ne sono felice.
Rimaniamo per qualche minuto così, mentre i pois del mio Miraculous spariscono ed io ritorno ad essere Marinette, ancora avvinghiata a lui.
"Ti va di entrare?"
Dico, spostandoli una ciocca di capelli dietro l'orecchio; l'ansia che fino ad un attimo fa ho avuto è ora sparita quasi completamente, perché avere Adrien qui di fronte a me mi rassicura tantissimo.
Lui borbotta un "va bene" e insieme entriamo nella mia stanza.
Rimaniamo sul letto in silenzio, mentre tutto attorno a noi sembra sparire; Tikki e Plagg hanno voluto rimanere fuori, e la cosa forse mi imbarazza un po'.
Adrien asciuga le ultime lacrime rimaste sul viso, e io rido, asciugandomi le mie.
"Come siamo arrivati a questo punto?"
"In che senso?"
Mi chiede, ed io alzo le spalle pensando a una risposta.
"Qui, sul mio letto, a piangere insieme... Non lo so, credevo non sarebbe mai successo"
"E invece"
Sorride, asciugandomi un'altra lacrima.
Ci appoggiamo entrambi al muro, posando le nostre teste una sopra l'altra.
"Come ti senti?"
Chiedo, sentendoli pronunciare poi uno sbuffo divertito.
"Strano. Questo incidente e quest'ultimo mese mi hanno fatto capire che oramai la mia famiglia è andata"
"Non è vero"
"È inutile negarlo, non ho un padre, non ho sorelle o fratelli, i miei parenti hanno rotto i rapporti con i miei genitori e mia madre... Beh, non ne ho più una"
Sento dirgli, e nella sua voce capisco che c'è qualcos'altro, qualcos'altro che non vuole dirmi.
"Ne sei davvero sicuro?"
"Si... Purtroppo si"
"Beh, hai ancora me"
Dico, e capisco che sta sorridendo, soprattutto quando mi lascia un tenero bacio sulla testa.
"Si, ed è meraviglioso"
Sussurra, per poi appoggiare nuovamente la sua testa con la mia, chiudendo gli occhi, per rimanere così un paio di secondi in totale relax.
"Te ne andrai anche tu?"
"Cosa? No, non adesso, e probabilmente mai"
"Spero che sia così"
Borbotta, cercando di farlo sentire soltanto a se stesso.
Vorrei potergli dimostrare in qualche modo che io sono qui, e ho un assoluto bisogno di stargli accanto; vorrei rimanergli vicino e tenere duro con lui in ogni momento. Non sempre, ma durante tutte le difficoltà, per combatterle insieme, come abbiamo sempre fatto.
"Qualche giorno fa ho parlato con Alya..."
Dice, facendomi aprire gli occhi di scatto. Spero non voglia parlare di come mi sento adesso, perché non ne ho affatto voglia.
"Mi ha fatto capire tante cose, Marinette, cose che sinceramente avrei preferito non sapere. Ma c'è una cosa che mi ha fatto capire in particolare"
Si posiziona di fronte a me, afferrandomi le mani.
"Ed è il fatto che se ho veramente voglia di andare avanti, allora devo iniziare ad essere onesto con me stesso"
Lo ascolto attentamente, mentre le sue dita massaggiano le mie con freddezza, forse per il nervosismo.
"Per questo devo dirti che ti amo, probabilmente più della mia stessa vita. È possibile che sia troppo smielato o cazzate varie ma non importa più, perché se al mio fianco tu ci sei il resto va bene"
Porta le mie mani vicine a lui, guardandomi con gli occhi ancora rossi dal pianto.
"Perciò ti prego, dimmi che resterai al mio fianco"
Lo guardo, poi sorrido, ed infine lo abbraccio, così forte che ho paura di spezzarmi.
"Anche io ti amo"
Per un momento il suo corpo rimane rigido, poi si lascia andare e insieme ci sdraiamo sul letto abbracciati.
"Perdonami se non te l'ho detto prima"
"Il tempismo è l'ultimo dei miei problemi"
Scherzo, mentre le nostre teste si separano dall'abbraccio, ed entrambi iniziamo ad osservarci con due sorrisi stampati sul volto.
"Sono felice che tu riesca di nuovo a sorridere"
Mi accarezza una guancia, per poi avvicinarsi di più a me; il mio cuore accelera, il volto di Adrien è a due centimetri dal mio e il suo corpo non è da meno.
Non riesco a trattenermi, e senza fretta stampo un bacio sulle sue labbra. Lui mi guarda, toccando la sua fronte con la mia, per poi baciarmi ancora, ancora e ancora.
È una sensazione bellissima, le nostre dita si intrecciano e i nostri cuori vanno a mille, mentre ogni tanto i nostri visi si separano, per osservarci meglio l'un l'altro.
La sintonia che provo adesso con lui è unica, non avevo mai percepito così tanto affetto attraverso un bacio, non prima d'ora.
"Più ti bacio più ti amo"
"E io più ti bacio più mi sento amato"
Ci separiamo, rimanendo vicini con le mani che si stringono dolcemente... Poi, improvvisamente, mi viene da piangere.
"Marinette? Che hai?"
"Non lo so, io... Stavo ripensando a tutto quello che è successo da quando ti ho conosciuto, e mi è venuto da piangere. Scusami"
Cerco di trattenermi ma le coccole e il silenzio comprensivo di Adrien non mi aiutano, e così continuo a versare lacrime indisturbata.
"Mi dispiace, ho rovinato completamente il momento"
"Non ti preoccupare, posso amarti anche quando piangi"
Rido, continuando ad asciugarmi le guance.
Dopo poco cala il silenzio, ed Adrien torna ad osservarmi serio, mentre mi accarezza delicatamente una guancia.
"A cosa stai pensando?"
Chiedo, scontrando la testa con il suo petto.
"Niente"
Mi godo il profumo dei suoi vestiti mentre cerco di ignorare quel 'Niente'.
Sono quasi del tutto sicura che mi stia ancora nascondendo qualcosa, ma ho paura che questa dolce sintonia tra noi possa sparire in un attimo, quindi decido di non chiedere.
"Vuoi rimanere a dormire qui?"
Chiedo, ancora avvinghiata a lui.
Continua a massaggiarmi delicatamente i capelli mentre l'altro braccio mi circonda.
"I tuoi genitori?"
"Non torneranno a casa"
Di colpo si alza, separandosi da me ma mantenendo il contatto della sua mano con il mio fianco.
"Cosa significa? Stanno bene vero?"
"Si, non preoccuparti. Per fortuna mia madre non ha risentito troppo dell'incidente, e mio padre mi ha scritto dicendomi che per stanotte resterà con lei"
Sospira sollevato, riprendendomi sorprendentemente nella posizione di prima.
"Quindi Sabine non è a rischio di vita"
"No"
"Menomale..."
Sussurra, e io vorrei dirgli di Nathalie e della conversazione con suo padre, ma per lo stesso motivo di prima, rimango zitta in quel caldo abbraccio.
"Va bene"
"Cosa?"
"Dormire qui, stanotte"
"Ah, bene"
Rimaniamo per un po' in silenzio, coccolandoci a vicenda come mai prima d'ora; quando eravamo soltanto amici mi piaceva farci il solletico a vicenda, darci dei nomignoli affettuosi e scherzare su tutto, ma ora è come se avessi un blocco allo stomaco, e probabilmente conosco il perché, anche se so che è sbagliato.
"Cosa c'è che non va?"
Mi chiede improvvisamente. Lo guardo.
"Niente"
"Non ci credo"
"Davvero, non c'è niente"
"L'ho detto anch'io, e sai che non era vero"
Ci fissiamo l'un l'altro. È vero, il suo niente era tutto, ma perché deve mettermi in difficoltà? Volevo solo rimanere tranquilla per un po', perché nessuno me lo permette?
"Adrien, davvero, non è niente. L'unica cosa che ho voglia di fare è rimanere in silenzio con te"
"Marinette, tenersi tutto dentro fa schifo, e io lo so bene"
Mi fissa, e i suoi occhi verdi mi trasmettono tante cose, ma l'emozione più visibile adesso è la determinazione.
"Che cos'hai fatto oggi?"
Mi chiede, incrociando le braccia.
"Mi sono alzata, sono andata a scuola, sono tornata a casa, poi subito dopo io e mio padre siamo corsi in ospedale per mia madre, e infine... Sono venuta a cercarti, dappertutto"
"Con dappertutto intendi anche da mio padre e Nathalie?"
"Io... Si, mi dispiace"
Abbasso lo sguardo, e lui sospira affranto.
"Non ti devi dispiacere, io voglio solo sapere come ti senti"
"Sto bene, non preoccuparti"
"Ne sei davvero così sicura?"
"Si, l'unica cosa a cui ho pensato dopo aver saputo che mia madre è stata bene sei tu, volevo assolutamente sapere come stavi"
"Capisco... Senti, come sta Nathalie?"
"Non l'ho potuta vedere, ma da quello che ho capito ha subito un trauma cranico, la terranno in ricovero per quindici giorni"
Dico, ma lui non commenta. Dubito non ci stia male, so che tiene a lei.
"Mio padre come sta?"
Chiede, visibilmente più serio.
"Bene, credo. Non c'era nessuno nel suo piano, quindi non ho chiesto, ma aveva un braccio ingessato"
"Nel piano dove stava mio padre non c'era nessuno?"
"No, nessuno"
"Non è che ti ha fatto qualcosa, vero?"
"Cosa? No, tuo padre è uno stronzo ma non è di certo un pervertito"
"Non dicevo in quel senso, volevo sapere se ha fatto qualcosa legato al suo Miraculous, o ti ha detto qualcosa che ti ha turbato. Voglio essere sicuro che non faccia altri danni"
"No, non mi ha detto niente"
Sorrido, cercando di cancellare dalla testa le sue parole fastidiose. Non ho bisogno che Adrien sappia tutto, l'importante è che stia bene.
"D'accordo... Io ho sonno, ci mettiamo a letto?"
"Certo, vuoi qualcosa di mio padre per dormire?"
"Mi farebbe comodo"
Sorride, mentre io scendo dal letto, e cerco nel vecchio armadio di papà qualcosa che indossava quando era ancora magro.
"Trovati!"
Due braccia mi stringono da dietro, sorrido e mi giro.
"Che ci fai qui?"
"Avevo voglia di vedere com'era la camera dei tuoi, non l'ho mai vista"
"Ah sì? E non sei venuto per questi?"
Dico, porgendogli un paio di pantaloncini da notte.
"Anche"
Sorride, poi mi bacia. Ci sediamo sul letto e continuiamo a baciarci, ma quando la sua mano scivola sotto la mia maglietta, ricordo che questo è il letto dei miei.
Mi separo punzecchiandoli la punta del naso con il dito.
"Dobbiamo andare a letto"
Sorrido, e lui mi lascia un ultimo bacio sulla bocca, per poi alzarsi da sopra di me.
"Come vuoi tu"
Fa spalluccie, prendendo i pantaloni dati per cambiarseli davanti a me.
Devo dire che fa strano, e la cosa mi imbarazza abbastanza.
"Non potevi farlo in bagno?"
Dico, voltando la testa dall'altra parte.
"Ops"
Dopo esserseli infilati, avanza verso di me e mi afferra la mano, poi insieme andiamo verso la mia camera.
"Aspetta"
"Cosa c'è?"
"Anch'io devo mettermi il pigiama"
"Ok, fai pure"
"Non davanti a te!"
"Perché? Che problema c'è? Una volta ti ho portato in braccio nuda"
"Avevo un asciugamano addosso!"
"Però sotto non avevi niente"
Scherza, per poi prendersi una cuscinata in faccia.
"Resta qui, vado in bagno a cambiarmi"
Lo guardo con un sorrisino mentre lui scuote la testa divertito e fa entrare Tikki e Plagg, che a quanto pare hanno fame.
Questa giornata è stata un vero disastro, ma grazie ad Adrien sono riuscita a recuperare il sorriso.
ANGOLO AUTRICE
Bonjour miei piccoli budini al cioccolato!
Ecco come promesso un nuovo capitolo, è già il 7 di settembre cavolo! Solo da me inizia a fare un freddo cane?
Credo che tra qualche giorno inizierò a mettere il piumone sul letto, stanotte stavo congelando.
Comunque sia, questo è il 39° capitolo e la situazione sembra migliorare ora che Adrien e Marinette hanno confessato l'amore che provano l'uno per l'altro(e menomale) ma saranno davvero finiti i guai?
A voi i commenti, io so già cosa succederà muahahahaha.
Eeee, niente, lasciate una stellina per il prossimo capitolo :3
Our vuoir! Ci si vede alla prossima!
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