CAPITOLO 36-Ansia
"Stanza 17, secondo piano"
"Grazie mille"
"Di nulla"
Mio padre sorride frettoloso alla receptionist dell'ospedale, camminando poi verso la stanza dov'è tenuta mamma con una velocità mai vista prima.
Apre la porta con forza, fermandosi poi sul ciglio della porta completamente esterrefatto.
Si avvicina al suo letto, la guarda, ed inizia a piangere.
"Tom..."
Sento sussurrare dalla bocca di mia madre; Mi avvicino in fretta al letto anch'io, afferrandole la mano attaccata alla flebo con delicatezza.
"Sabine, amore mio, stai bene..."
"Si Tom, sto bene"
Mi guarda, poi mi sorride.
"Marinette, tesoro"
Dice, e tutto ciò che mi viene spontaneo fare è piangere e abbracciarla, mentre mio padre sorride ancora tra le lacrime.
"Mamma, ti prego, non morire"
Mi faccio sfuggire, e quasi me ne pento.
Lei mi guarda malinconica, poi mi bacia la mano e mi sorride di nuovo.
"Tranquilla, non ho intenzione di andarmene tanto presto"
Bugiarda.
Bugiarda, bugiarda, bugiarda.
È una bugiarda, ma tutto ciò che voglio ora è che lei stia bene, e che sia ancora qui, per avere l'occasione di poterla riabbracciare.
~•~•~•~•~
Le ore in ospedale sembrano giorni, l'odore che emanano queste pareti è fastidioso ed io non ho ancora saputo niente di Adrien, ho provato a chiamarlo circa dodici volte ma non risponde... Ed ho paura. Tanta paura.
Ormai sono le otto di sera e papà si è diviso a parlare con il dottore e la mamma a intervalli, ma ora non riesco a pensare ad altro che a lui, ad altri che Adrien.
Appena il dottore si allontana lasciando mio padre da solo, lo raggiungo in fretta senza esitare.
"Papà"
"Marinette... Ti stai annoiando qui eh?"
Mi chiede con un sorriso; lo osservo seria, e finalmente lui cambia espressione.
"Siamo qui da più di quattro ore ormai e per tutte e quattro le ore hai evitato in tutti i modi di parlare dell'incidente di oggi"
Dico, e tra noi cala il silenzio.
Tengo i pugni stretti mentre le gambe iniziano a tremare leggermente; perché mio padre non parla? Perché mio padre non apre bocca?
Detesto quando mi guarda in quel modo non dicendo nulla.
"Papà parla!"
"Tesoro, ti va se ne parliamo un po' più tardi, al ritorno verso casa?"
"No, voglio saperlo ora. Qua. Adesso"
"D'accordo..."
Si gratta la testa con una mano, per poi sedersi stanco.
"Ti va di sederti?"
"No"
"Marinette, siediti"
Mi siedo ansiosa ed inizio a martellare leggermente il pavimento col piede, mentre papà si sporge dalla mia parte.
"Prima di dirti tutto, voglio ricordarti che tutte le cose che nell'ultimo periodo ti sono, e ci sono successe, non sono a causa del fatto che tu hai fatto qualcosa di male, non è colpa tua ma solo del destino"
Non dico niente, volendo ascoltarlo fino alla fine, senza interruzioni.
Fa un grosso respiro, l'ansia sale, stringo le mani l'una con l'altra come se stessi aspettando intrepida la fine di un film.
"La macchina dell'incidente era della famiglia Agreste"
Lo sapevo, la vita se l'è voluta prendere con me.
ANGOLO AUTRICE
Capitolo corto, lo so, non odiatemi, ma lo faccio solo perché ho promesso che avrei aggiornato molto presto, quindi eccomi qui, e presto avrete anche il 37° capitolo, che non potrò pubblicare prima di aver terminato il 38°, dato che questi tre capitoli sono collegati tutti insieme in un unica e particolare giornata.
Perciò con questo vi saluto, e vi lascio ad una domanda...
Quando iniziate la scuola?💁
Io il 17/18 settembre.
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