CAPITOLO 33-"Perché la amo"
"Oh ma dai, perché fai così"
Esulta, mentre continua a premere insistentemente lo schermo del suo telefono.
"Qualche problema amico?"
"Si cazzo, non so come diavolo si usa questo affare"
Dice. Osservo meglio il dispositivo e poi rido.
"Non hai mai usato un iPhone? Sul serio?"
"Si, qualcosa in contrario?"
"No, assolutamente no ma... Potrei provare a..."
Chiedo, incerto sul da farsi.
Nino sbuffa scocciato e poi mi passa il telefono.
"Tieni, altrimenti impazzirò"
"Cosa devi fare?"
"Cercare una cosa su Google, ma non capisco dove sia"
"È qui"
Gli dico, mostrandoli dove andare e cosa fare.
"Ah"
"Hai capito ora?"
"Si si ho capito, dammi qua"
Mi strappa il telefono dalle mani, iniziando a digitare cose a me incomprensibili sullo schermo.
"Mi spieghi perché hai comprato un nuovo telefono?"
"Mio cugino ha fatto cadere nel water l'altro, ma ti sembra normale? Giuro che la prossima volta che viene a casa mia non glielo faccio toccare nemmeno se mi prega"
Dice. Sbuffo una risata e guardo fuori dalla finestra.
Marinette non viene a scuola da tre giorni e ne ieri ne oggi ha risposto alle mie chiamate, mi chiedo il perché.
~•~•~•~•~
"Hey Alya"
"Hey Adrien, bella la presentazione di oggi"
Si complimenta, sorridendomi cordiale. La raggiungo da dietro e insieme ci dirigiamo fuori scuola.
"Grazie, non avrei mai pensato di prendere un voto tanto alto, solitamente faccio schifo in storia"
"Forse lavorare in gruppo ti rende le cose più semplici"
"Può essere..."
Arriviamo davanti all'ingresso scendendo le scale, permettendomi così di vedere anche se la pasticceria dei Dupain è aperta. Alya mi osserva per un attimo poi segue il mio sguardo e sembra rattristarti.
"Hai sentito cosa dicono in giro?"
Le chiedo, entrambi ancora con lo sguardo fisso sulla casa di Marinette.
"Si purtroppo"
Sospiro, poi il mio viso cambia espressione. Devo capire cosa sta succedendo.
"Alya"
"Dimmi"
"Perché Marinette mi ignora?"
Chiedo, senza ricevere però una risposta. Il suo sguardo e il suo mutismo dicono tante cose, ma non capisco quale sia quella giusta.
"Alya, per favore, rispondimi"
La guardo, e so di avere un espressione davvero patetica sul volto, ma non ci posso fare niente, sono preoccupato a morte e odio tutta questa situazione del cazzo. Sbuffa, poi passa il suo sguardo da terra fino al mio.
"Okay, ma sappi che nemmeno io so cosa stia succedendo esattamente...
Che ne dici se ne parliamo da qualche altra parte? Magari in un posto più... Privato"
"Va bene, puoi venire a casa mia, nessuno disturberà lì"
Dico, convinto. Alya guarda per un istante la macchina parcheggiata davanti all'entrata della scuola,p oi mi scocca un occhiata curiosa.
"Tuo padre te lo permette?"
Alzo le spalle.
"Mio padre non disturberà"
"Oh... Okay allora"
Sembra poco convinta, ma entra comunque in macchina e tira fuori il cellulare, digitando qualcosa sullo schermo. Non ho idea del perché, ma sento le mani tremare.
MARINETTE POV'S
"Tesoro, come stai?"
Eccola, la prima cosa che sento dire quando scendo in cucina, dopo due giorni che sono rimasta chiusa a letto nutrendomi solo degli ultimi biscotti al cioccolato raccimolati al compleanno di Rose. Il problema è che quella nota di preoccupazione non è rivolta a me, ma a mia madre, che sembra parecchio preoccupata per qualcosa.
"Tom, tranquillo, sto bene, ho solo bisogno di pensare un attimo a come affrontare questa situazione"
"In che senso?"
"Nel senso... Cavolo. Tom, ascoltami"
Sospira, per poi far sedere sul divano della sala anche mio padre, che gli tiene costantemente la mano.
"Cosa c'è tesoro?"
"Io... Non sono sicura di voler entrare in cure"
Quelle parole mi spiazzano. Non vuole curarsi? Perché?
"Cosa? Perché?"
"Vedi Tom... Io ho visto con i miei stessi occhi gente che ha sofferto per mesi, se non per anni, a causa delle cure contro il cancro.
La chemioterapia è pesante e ha un sacco di effetti collaterali che io non voglio affrontare"
"Capisco... Ma, Sabine, hai visto la biopsia, non sei nella stessa situazione in cui era tua madre. Non stai per morire, e se andrai in cure,vc'è una buona possibilità che tu guarisca del tutto, quindi ti prego, provaci... Nessuno in questa famiglia ha bisogno di altre perdite"
Sento mia madre sospirare e mi si stringe il cuore quando penso a come sarebbe la mia vita senza di lei. Non posso, non posso accettarlo.
Corro in camera; Non voglio sentire nient'altro.
Salgo sul letto iniziando a piangere ossessivamente, perché è dovuto succedere? Andava tutto bene nella mia famiglia, poi è iniziato tutto a crollare... Ma perché? Cos'ho fatto per meritarmi tutto questo? Niente, non ho fatto niente!
"Perché?!"
Grido e piango, continuando così per almeno un ora. È come se tutta la mia sofferenza volesse uscire in un colpo solo. Ricordo che ai tempi di papillon mi ero imposta di non piangere mai, di rimanere sempre allegra e positiva, e ci riuscivo: Riuscivo ad essere la persona che per me dovevo essere, ma forse, tutta quella gioia, tutti quei sorrisi, mi hanno portato ad avere sulle spalle un peso troppo grande da sopportare.
~•~•~•~•~
ADRIEN POV'S
"Quindi nemmeno tu la senti spesso"
"Già, è come se improvvisamente avesse avuto il bisogno di allontanarsi da me"
"Per me è lo stesso, ma... Perché?"
"Beh... Sai, un idea potremmo anche farcela"
"In che senso?"
"Voglio dire,vsta affrontando un brutto periodo, forse siamo noi che ci stiamo preoccupando troppo. Sono successe così tante cose in questo periodo: Prima la vostra riappacificazione, che diciamocelo, non è stata proprio delle più fluenti. Poi James, che l'ha scombussolata in maniera davvero pesante"
"Aspetta... Tu questo come lo sai? Non sono solo tue teorie... Giusto?"
Chiedo, ricevendo un enorme sospiro da parte sua come risposta.
"No, non sono supposizioni. Secondo te a cosa serve una migliore amica? Comunque sia, resta il fatto che James è stato davvero uno stronzo con lei, non solo perché l'ha attaccata fisicamente, ma anche emotivamente"
"E sarebbe?"
"Beh, se una persona conosciuta da... Una settimana? Ehm... Ti dicesse che ti ama e bla bla bla, tu cosa penseresti?"
"Che non è vero"
"Ne sei sicuro? Anche se ti bacia più volte e ti 'dimostra' che è vero?"
Dice, facendomi ribollire il sangue di rabbia. Se ripenso a quel tizio, mi viene voglia di entrare nel carcere dove è rinchiuso e prenderlo a botte.
"No, non ne sono sicuro"
"Per l'appunto"
Conclude, lasciando entrambi ad un momento di silenzio. Alya ha ragione; in questi ultimi mesi Marinette ha ricevuto una pugnalata dopo l'altra.
"Dovremmo fare qualcosa"
"Dici? Io invece penso il contrario"
"Cosa? Perché?"
Alza le spalle, guardandosi un attimo intorno.
"Beh,vora più che mai dovrebbe essere lasciata in pace, dopo che... Sua madre, sai, ha ricevuto quella notizia"
"Alya, non c'è nessuno in casa, puoi parlarne liberamente"
"Okay... Beh, l'ho sentita poco tempo fa ed era come... Arrabbiata. Credo che sia frustrata per il fatto che la scuola sappia di Sabine e..."
Dice, non finendo la frase.
"E...?"
"Niente, solo per quello"
Alzo un sopracciglio, dubbioso. È ovvio che ci sia qualcos'altro.
"Okay... Quindi tu suggerisci di non fare niente"
Dico, stringendo i pugni sotto il tavolo. Il fatto che lei non sia d'accordo con me mi fa in qualche modo arrabbiare.
"Si, credo sia meglio così"
"D'accordo, non fare niente, io non me ne starò con le mani in tasca"
Affermo, alzandomi in maniera frenetica e cercando di rimanere calmo. Perché tutta questa storia mi fa così arrabbiare?
"Ma... Adrien, non capisci quanto possa essere difficile adesso per lei?"
Per lei? Lei crede davvero che Marinette sia l'unica a soffrire?
"E per me?!"
Grido, mentre Alya mi guarda stupefatta. Credo di essere un emerito egoista. Passo una mano tra i capelli, frustrato, per poi porgergli la sua cartella.
"Forse ora è meglio che tu te ne vada"
"No, non me ne vado"
"Alya, per favore, vai a casa"
"E se io non volessi?"
"Alya, questa è casa mia, e ora preferirei che tu te ne andassi, quindi vai"
Affermo in maniera convinta, ma lei non si muove: resta così, immobile, con le braccia incrociate ed un volto testardo. So che sto per esplodere, stringo con forza la cartella di Alya, cercando di contenermi.
"Io non me ne vado"
"Perché? Cos'è che ti spinge a voler restare?"
Chiedo, ricevendo un suo sospiro.
"Sei stato tu ad invitarmi a casa tua, ed ora ti stai comportando in maniera strana"
"Io non-"
"Aspetta"
Mi blocca, mentre continua a fissarmi negli occhi totalmente seria, come se avesse un obbiettivo da raggiungere.
"Quello che voglio dirti è che so perché sei così, so il perché questa storia ti pesa tanto"
"Come fai ad esserne così sicura?"
"Lo sono e basta, non mi servono delle prove"
Dice, convinta delle sue parole. Butto a terra la sua borsa e cammino verso il salotto a passo veloce. Ora più che mai se ne dovrebbe andare, invece sento i suoi passi pesanti dietro di me, mentre cerca in tutta fretta di raggiungermi.
"Adrien fermati!"
"Smettila!"
"Smetterla? Smetterla di fare cosa?"
"Di tormentarmi!"
"Io non ti sto tormentando, sei tu che non vuoi ammettere qualcosa"
Urla. Mi fermo e mi giro, fissandola negli occhi con la mascella serrata.
"Non sai di cosa stai parlando"
Affermo, poi riprendo a camminare in direzione opposta, dirigendomi all'ingresso di casa.
Alya non mi segue più, ma sono sicuro che qualcosa, dalla sua bocca, stia per uscire più amaro che mai.
"Di cosa hai paura Adrien?"
Ed eccola, più amara di quanto mi aspettassi. Mi fermo nuovamente, riflettendo sulla risposta. In realtà, credo di conoscere abbastanza bene la mia paura.
"Perché credi che io abbia paura?"
"Perché sei un essere umano,tutti abbiamo paura di qualcosa,solo che la maggior parte di persone nasconde la propria paura con altre cose... Cose meno importanti, e nemmeno ce ne rendiamo conto. Ma tu Adrien, tu sai di cosa hai paura"
Dice, lasciandomi totalmente stupefatto. Ha ragione, ha ragione su tutto. Io mi sono reso conto del perché ho paura e di cosa ho paura, eppure, sto diventando così codardo dal voler rinnegare la realtà. Già, sto diventando come mio padre.
Mi volto verso di lei, toccandomi leggermente il viso.
"Adrien... Tu... Stai piangendo?"
Asciugo in fretta le lacrime,cercando di nascondere l'espressione di sconforto che sono consapevole di avere sul volto.
"Mi dispiace di non essere chi vorrei essere. E sappi che hai ragione su tutto. Sono consapevole del fatto di avere paura, e sono felice di sapere che Marinette può sempre contare su una persona come te, ma ciò che provo rimane qui, con me. Non posso dirti tutto, Alya"
Dico, tentando in qualche modo di sembrare totalmente neutrale a riguardo. Forse sto mentendo, forse la decisione di non volergli confessare qualcosa non sta nel fatto che tutto quanto debba restare dentro di me. Forse sto solo aspettando la persona giusta a cui confessarlo, e sono sicura che quella persona non sia lei.
"D'accordo, sono felice che tu me l'abbia detto, e anch'io sono felice del fatto che Marinette possa contare su una persona come te, Adrien. Sappi che lei tiene molto a te, forse più di quanto tu creda"
Conclude,sospirando lievemente. Afferra la sua roba e mi affianca, aprendo di poco la porta con un sorriso gentile. È soddisfatta, non so di cosa, ma lo è.
"Ciao Adrien, ci vediamo domani"
Dice, chiudendo la porta alle sue spalle. Ho paura di perdere tutto, come tempo fa ho perso mia madre.
ANGOLO AUTRICE
ALLOOOORA
FORSE ALCUNI DI VOI AVRANNO GIÀ LETTO QUESTO CAPITOLO, E FORSE VI SARETE PRECIPITATI QUI SOTTO PER SAPERNE DI PIÙ.
EBBENE, AVETE FATTO LA COSA PIÙ GIUSTA.
SAPPIATE CHE HO CAMBIATO NON DI POCO IL CAPITOLO. NON È CHE L'ABBIA REVISIONATO, L'HO PROPRIO CAMBIATO, O MEGLIO, SOLO UNA PARTE.
SE ALL'INIZIO DEL CAPITOLO AVRETE TROVATO TUTTO COM'ERA PRIMA, SAPPIATE CHE L'UNICA COSA DA RILEGGERE È LA PARTE DOVE ALYA E ADRIEN PARLANO TRA DI LORO, OVVERO L'ULTIMA PARTE.
SAPPIATE ANCHE CHE HO RISCRITTO CODESTA PARTE(quanto sono filosofy) PERCHÉ RILEGGENDO IL CAPITOLO MI SONO ACCORTA CHE FACEVA VERAMENTE CAGARE.
QUINDI, VI PREGO DI RILEGGERE, GRAZIE INFINITE.
OURVOIR MIE PICCOLE BAUGETTE!
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