6.

- Hey Sue, Sue! - il dolce sussurro di Jace mi fa svegliare.
- Che c'è? Che succede? - dico
- Andiamo! Dobbiamo ripartire se vogliamo arrivare per pranzo. Janette ha scritto un messaggio da parte di tutti noi e ora è andata a lasciarlo in cucina. Forza! Andiamo - e mi aiuta a tirarmi su.
- Va bene, prendo la mia roba e arrivo! - dico, lui sorride e si allontana.
È presto e ancora il sole non ha scaldato l'aria, prendo la mia felpa. 
- Hey ragazzi, ci sono! - dice Janette uscendo dal portone della fattoria.
- Bene, andiamo! -
Iniziamo a camminare e piano piano arriviamo a casa dove sono i nostri genitori.
- O MIO DIO! JACK, JACK! CI SONO I RAGAZZI! - Marisol sta quasi per piangere mentre chiama il marito.
Ci abbraccia tutti fortissimo e dice che siamo stati molto coraggiosi. Noi, nonostante tutto, siamo felici della nostra avventura e se magari prendessimo una torcia saremmo pronti a rifarlo.
- Entro in casa a chiamare mia madre, torno subito. - dice Giselle mentre noi giochiamo a carte in veranda.
Quando torna noi stiamo ancora finendo la nostra partita.
- Allora, tutto a posto? – chiede Janette
- Sì, ieri sera quando l'ho chiamata per avvisarla sembrava molto impaurita dall'idea, ma ora è tutto sistemato e sa che qui con gli adulti sono al sicuro anche se, a dirlo sinceramente, mi sentivo meglio da sola con voi ragazzi! – dice Giselle, e noi ridiamo.
- Ragazzi, questa partita mi sta annoiando! Che ne dite di andare alla valle e divertirci un po'? - propongo
- Certo! Io ci sto! - dice Jace
Ci prendiamo tutti per mano e corriamo verso la valle alla riva del lago. Appena arriviamo, ci buttiamo a terra e rotoliamo come scemi. Ci lanciamo le foglie secche che il vento non ha ancora spazzato via. Ci saltiamo sopra e sentiamo il loro scricchiolare sotto i piedi. Corriamo a destra e a manca, ovunque. Giochiamo a nascondino come i bambini dell'asilo, ci fingiamo aeroplani allargando le braccia. Sembriamo diventati pazzi, pazzi da mettere in manicomio, ma noi ci divertiamo e chi se ne frega di cosa pensano. Abbiamo tutti i vestiti sporchi di fango e delle macchie verdognole di erba fresca. 
- Cavolo, mia mamma non sarà contenta quando mi vedrà così! - dico, ancora ridendo.
- Guarda me! - dice Jace infilando il dito in un buco della maglietta che si è procurato urtando un ramo secco. Gli esce del sangue da un graffio sulla pelle in corrispondenza del buco.
- ODDIO! Ma non ti sei fatto male? - gli corre addosso Janette un po' preoccupata. 
- Macché! Sto bene, tranquilla. - le risponde sorridendole.
Provo un po' di gelosia vedendo la mano di Janette che preme sulla ferita sul fianco dell'amico. Respingo quel pensiero vergognandomi di voler essere al suo posto. Lui prende la mano di lei e la stacca dal suo corpo.
- Non è niente, te l'ho già detto. Vado in casa e mi sciacquo se ti senti più tranquilla - le dice
- Sì, grazie, mi sentirei più tranquilla. -
Jace annuisce e si allontana andando verso casa. Lo vediamo entrare e poi scompare dalla nostra vista.
- Allora? Continuiamo a giocare o andiamo a vedere come sta Jace? Stai bene? - chiede Giselle a Janette
- Sì, no, non lo so. Jace mi fa sempre preoccupare, vorrei andare a vedere come sta... Venite con me? -
- Certo! - dico
La mia amica si allontana e io e Giselle la seguiamo. Bussiamo alla porta di casa e mia mamma ci viene ad aprire. 
- ODDIO! SUE! I TUOI VESTITI!! - abbasso lo sguardo e le chiedo scusa.
- Scusa mamma... 
- Cosa devo fare con te?! Dai, vai a lavarti. 
Entro in bagno scordandomi che c'è Jace e lo trovo a petto nudo intento a disinfettarsi.
- O MIO DIO! - chiudo la porta all'istante - SCUSAMI! MI ERO SCORDATA CHE ERI QUI, CHE STUPIDA! 
- Non ti preoccupare, va tutto bene. - esce sorridendomi
- Dovevo solo pulirmi. Continua pure, non è importante. 
- No, no. Entra te, io ho finito, prendo solo la maglietta e me ne vado. 
- OK, grazie.
Dopo dieci minuti raggiungo gli altri che sono in veranda ad aspettarmi. 
- Tutto bene? - dico
Anche se preferirei di gran lunga stare ancora qui al lago con voi. – dico con un filo di malinconia.
- Certo, anche per noi è lo stesso. – dice Jace.
- ANDIAMO RAGAZZI! AVETE FINITO DI GIOCARE? DOBBIAMO ANDARE PRIMA CHE SI METTA A PIOVERE! - urla mia madre dalla macchina.
Mettiamo a posto le carte e mi avvicino insieme ai miei amici alla macchina. Abbraccio forte Janette e Jace e spero vivamente di rivederli presto. Mi viene un po' da piangere, non ho mai avuto amici così divertenti e mi dispiace poterli vedere di rado. Sorrido a Giselle e inclino la testa verso il finestrino della macchina, come per dirle di salire. Partiamo e noi ragazze salutiamo i nostri amici con la mano. Mi mancheranno molto.



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