15.
Ci addormentiamo abbracciati ma al mio risveglio lui non c'è.
Scendo le scale per raggiungere la cucina. Non ho cenato ieri sera ed ho molta fame. Ho ancora tutto il mascara colato sulle guance e gli occhi rossi.
- Hey, tesoro, buongiorno. Hai fame? Ti ho preparato dei buonissimi pancake e delle uova con il bacon.
Guardo di sottecchi mia madre. Mi avvicino, senza risponderle, al tavolo e mangio velocemente la mia colazione.
- Dov'è papà? Voglio parlargli.
È l'unica cosa che riesco a dire.
- Non lo so. Credo sia al Motel.
Faccio una smorfia e torno in camera. Mi cambio, mi strucco e chiamo Jace.
- Mi accompagni al Motel?
- Ehm, sì ok. Perché?
- Devo parlare con mio padre. Vienimi a prendere, andiamo insieme in autobus.
Riattacco.
Odio essere così fredda con lui, mi piace ed è sempre gentile con me ma in questo momento proprio non ce la faccio a trattare bene le persone.
Dopo qualche minuto, il campanello suona e io corro di sotto. A mia mamma non dico niente ed esco con Jace. Prendiamo il primo autobus diretto al Motel e dopo una lunga mezz'ora arriviamo.
Il Motel è un luogo abbastanza appartato e rovinato. Credo sia il classico luogo dove si va a dormire senza spendere tanto.
Prendo la mano di Jace e mi avvio verso l'ingresso. Lo scalino scricchiola al tal punto da cadere. Raggiungiamo la reception.
- Mi scusi, sono la figlia di John Smithers. Mi può dare il suo numero di camera?
L'uomo, senza alzare lo sguardo dalla sua rivista, si strofina le mani sulla sua canottiera unta e mi passa un mazzo di chiavi. Camera 341.
Ringrazio e insieme a Jace, saliamo.
- Prendiamo l'ascensore? - mi chiede.
Io, sorpresa dal fatto che ci sia, giudico la sua idea un tantino azzardata e gli faccio notare cosa è successo con il primo scalino d'ingresso. Non vorrei rimanere bloccata in un claustrofobico ascensore.
- Eccola, stanza 341 - dico, indicando la porta con l'indice.
Faccio un respiro profondo, infilo lentamente la chiave nella serratura e la giro. La porta si apre con un cigolio. Sul letto, davanti all'ingresso, c'è una donna.
- Non è la camera di mio padre, andiamocene - sussurro a Jace, dando le spalle al letto.
Proprio nel momento in cui pronuncio quelle parole, mio padre mi sfiora la spalla facendomi girare di scatto.
- Papà, chi è lei?
Adesso tutto si spiega. Mio padre tradiva mia madre, lei lo ha scoperto e l'ha lasciato.
- Melissa Henderson. Ti ricordi, l'hai conosciuta al compleanno di Gilbert.
Come poteva avere tutta quella sfacciataggine?
Senza rispondergli, con gli occhi lucidi, mi giro e esco dalla stanza. Corro via e sento che Jace mi segue. Mi raggiunge, mi abbraccia e mi calma.
- Andiamo a casa.
SCUSATE RAGHI SE QUESTO CAPITOLO IS MINI BUT NON MI ANDAVA DI CONTINUARE, VOLEVO TIPO LASCIARE UN PO' DI SUSPANCE...
COME CONTINUA SECONDO VOI?!
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