12.

Al mio risveglio è ormai pomeriggio inoltrato e vado in cucina per vedere se Jace ha pulito e per fare merenda.
Entro nella stanza ma non trovo nessuno. C'è solo una persona abbassata sotto al lavabo intenta ad armeggiare con i tubi. Suppongo sia l'idraulico che ha chiamato Janette.

- Salve! È lei l'idraulico? - chiedo, per conferma.
- In persona - si gira e mi fa sussultare.

È lui. È il ragazzo del marciapiede. Che cavolo fa, mi segue? Come sa che alloggio qui? Cosa? Come? Perché?

Rimango immobile a fissarlo, terrorizzata.

- Ehmm, tutto bene? - mi chiede, vedendomi in quel modo
- S..ssi. È che ho la sensazione di averla già vista da qualche parte... - mi gratto la testa, un po' imbarazzata.
- Certo che mi ha visto, sono il ragazzo di prima. Ci siamo incontrati in strada. La sua amica, quando mi ha chiamata mi aveva detto che se non fosse stata in casa, ci sarebbero stati altri due ragazzi e visto che questo non è un paese tanto conosciuto, i turisti sono rari. Conosco tutti in paese e lei non l'avevo mai vista e ho intuito fosse l'amica di cui mi aveva parlato... Volevo parlarle ma è scappata, scusi se le ho fatto paura.

Ora tutto è chiaro. Mi tranquillizzo. Non è un maniaco.

- Ah, mi scusi, non pensavo fosse lei. Comunque faccio merenda e la lascio in pace a lavorare.
Sorride, lascia l'attrezzo che ha in mano e si avvicina con la mano protesa in avanti.
- William, mi dia del tu...
- Ehmm... Sue, sì mi chiamo Sue!
- Ciao Sue, ci vediamo in giro! 

Ricambio il saluto, afferro pane e marmellata e vado in veranda. Vedo che in spiaggia c'è Janette. Sta seduta, da sola, forse è ancora arrabbiata. Finisco di fare merenda e la raggiungo.

- Hey - le dico.
Non risponde
- Come va?
- Come vuoi che vada, quel pesce sottosviluppato va una cavolata ogni tre per due! 
- Se lo vuoi sapere è arrivato l'idraulico e Jace ha ripulito per bene tutto. 
- Lo conosco da troppo tempo per non perdonarlo ma quando fa così, mhhhh! AHHHHH! Quanto vorrei prendergli le ditina e rigirargliele! -
Fa un gesto nervoso con le dita.

Mi metto a ridere. Lei si gira e mi guarda come se avessi appena mangiato un sasso. Non riesce a trattenere la faccia seria e dopo poco scoppia anche lei a ridere. 

Passiamo il resto del pomeriggio in spiaggia a correre, parlare e schizzarci.
Quando torniamo in casa, William se n'è andato e Jace a preparato la cena per farsi perdonare. 
- Scusami - dice
Janette, ormai si è calmata e gli corre in contro, abbracciandolo.
- Non farlo mai più o ti raso a zero! - gli dice.

Fino a notte fonda stiamo a chiacchierare sul divano e poi crolliamo, addormentati, appiccicati.


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