Un momento nella Realtà
Una goccia di pioggia cadde sul diario in corso. Alzando finalmente gli occhi dopo ore di duro lavoro, Daisy vide la tempesta che si avvicinava inesorabilmente. Coprendo il diario con il mantello e ridendo per le gocce fredde che le finivano sul collo, la ragazza corse al riparo della camera. L'ambiente fiocamente illuminato era freddo e buio, come in una caverna. Nella sua camera si sentiva al sicuro: il condizionatore era ancora acceso, nonostante facesse meno di 25 gradi: Daisy adorava il freddo. Con un brivido di piacere, la sergente si era messa a sedere sul letto, comodo e confortevole come non mai. Posando un attimo il diario e la penna sul comodino, Daisy si era versata da bere da una brocca d'acqua. In fondo, scrivere tanto non era così male come si immaginava! Posando il bicchiere, la ragazza stava per riprendere la penna... ma dov'era? Al posto della penna c'era un buco vuoto. Cercando disperatamente per tutta la stanza, la ragazza aveva cominciato a darsi della matta. Ma era possibile perdere una penna in una stanza che non era neanche due metri per due? In effetti, non si ricordava di essere così sbadata! Dandosi almeno due schiaffi ogni minuto, la situazione non migliorò. E capì di non essere impazzita quando la canna fredda di una pistola stordente le graffiò la tempia. "Sta' ferma, te lo consiglio vivamente. Non vorrei vederti svenuta a terra, bellezza". La voce che aveva parlato era dura e fredda come il ghiaccio, senza un minimo di pietà. Accorgendosi di essere in pericolo, Daisy aveva deciso di rischiare. Con uno scatto deciso, si era girata... ma non aveva avuto il tempo di fare nulla. Guardando la ragazza stesa a terra, una figura rinchiusa in un mantello nero era uscita dall'oscurità. Il suo obiettivo era il libricino; dalla sua mano spuntava la penna. Incuriosito, l'uomo si era messo a leggere alcune delle pagine di diario appena scritte. Nel frattempo, la pioggia batteva sempre più forte sui vetri della porta-finestra.
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