Fireside roleplay - MICHAIL
[Nome]
- Michail
Gli fu dato con il tempo, un vero nome non lo ha mai avuto dopotutto, solo soprannomi e nomignoli. Questo è l'unico nome che, seppur con brutti ricordi appresso, sente che lo rispecchia pienamente. Un diminutivo che usavano i suoi clienti, così come i suoi "collaboratori" all'epoca in cui viveva a Tortuga era "Misha". Anche se più in tono di presa in giro che altro.
[Età]
- 19 anni
[Data di nascita]
- sconosciuta
Nessuno si è mai premurato di informarlo di avere un compleanno, nessuno lo ha mai festeggiato e a nessuno è mai importato. Sa vagamente di avere diciannove anni solo perché un unica volta la cosa è sfuggita per caso a quella che considera una madre.
[Luogo di nascita]
- Isola di Milos, Grecia
[Nazionalità]
- greco
[Ruolo]
- mozzo
[Aspetto]
- Nella sua forma umana, è un ragazzo giovane, dalla pelle abbronzata, l'aria effeminata. I capelli mossi, scuri e incolti vengono tenuti all'indietro, odia averli sul viso. E soprattutto sono sempre pieni di sabbia e sale. L'aria salmastra del mare gli dona, non lo troverai mai completamente privo di quei granelli tra la chioma ribelle. E' alto sul metro e ottanta, dal fisico sottile ed elegante, dire che è attraente è un eufemismo bello e buono. I suoi occhi, castano scuro, sanno essere magnetici, con una forma leggermente malinconica. A Michail piace questo aspetto, si sente normale, confidente. Meglio di quel che è davvero, sotto quella finzione.
[Specie]
- Mostro marino
O per meglio dire, mezzo mostro marino. Una creatura degli abissi, seppur in parte simile ad una sirena, non ha grandi abilità all'infuori di quelle fisiche. Il suo aspetto non è bello, né attraente, la sua voce non attira nessuno e non ha la mole o la forza dei mostri marini veri e propri. Lui è uno sbaglio, una creatura che non doveva esistere in primo luogo.
Un essere il cui aspetto è umanoide. Le squame lo ricoprono, ma il suo corpo è lievemente traslucente. Il suo addome e il suo petto sono coperti da una membrana più sottile di quella del corpo umano, alla luce si possono tranquillamente vedere i suoi organi interni. Branchie sul collo e ai lati della cassa toracica gli permettono di respirare a dovere sott'acqua, mentre vacui e vuoti occhi totalmente bianchi gli consentono di vedere all'oscurità dei fondali. Pinne sugli arti e sulla schiena lo aiutano a nuotare.
[Punti forti]
- Bugie
Imparare a mentire come ha fatto lui in questi anni è sicuramente una dote da non trascurare, è bravo a farlo, ha dovuto diventarlo.
- Combattimento
In realtà non è un combattente di chissà che livello, ma quando ti prostituisci impari a difenderti, è un requisito per non finire ammazzati in un vicolo.
[Punti deboli]
- Cuore
Quando viene sottoposto ad intensi sforzi fisici, o a grandi momenti di stress, Michail viene preso da brutti attacchi, simili all'asma. Il suo corpo è molto più predisposto ai fondali marini, piuttosto che alla terraferma, in cui anche se può vivere non è al proprio massimo. I suoi organi sono deboli, in particolare il suo cuore, cosa che gli provoca non pochi problemi. Per sua fortuna sa gestirsi, tornare in acqua per un po' è un rimedio adeguato per la situazione.
- Spazi chiusi
Soffre terribilmente di claustrofobia, gli è rimasta da un episodio in particolare risalente a quando era piccolo, dopo essere stato rinchiuso in una gabbia. Le situazioni in cui si trova in spazi chiusi e opprimenti gli causano, a seconda del tempo e della gravità della situazione: vertigini, senso di oppressione, difficoltà a respirare, iperventilazioni e veri e propri attacchi di panico.
[Armi]
- Makhaira
Un largo coltellaccio a costola curva. Di solito queste armi sono di vario genere e dimensione ma la sua somiglia più ad un pugnale. L'ha ritrovato anni fa sul fondale marino, è molto antico ma dopo un'adeguata ripulita e averlo rimesso in sesto, è diventato come nuovo. Ottima arma di difesa, facile da nascondere e da usare.
[Carattere]
- Non ha mai ricevuto affetto da nessuno, amici, famiglia... non ha mai avuto niente di tutto ciò. Li desiderava e li desidera ancora sotto sotto, ha solo perso le speranze. E' convinto che sapendo che mostro è in realtà nessuno lo amerebbe mai. Sua madre, colei che lo ha cresciuto, che lo ha praticamente mai elargito nemmeno un atto di gentilezza, una parola dolce, un complimento... niente. Per lei, Michail era un esperimento mal riuscito, non il risultato che aveva previsto. Buttarlo fuori, cacciarlo, liberarsene era la cosa che più le era venuta naturale quando Michail era uscito dalla loro grotta e si era messo nei guai con gli umani. La gente lo aveva visto. Melinoe si sbarazzò di un problema, dandogli uno strumento per camuffarsi. Tutto qui.
Se per lei quello era un inconveniente, per Michail segnò un momento molto importante nella sua vita, il momento in cui aveva preso coscienza di ciò che era, un mostro. Non aveva una casa, non apparteneva né al mare né alla terra, non davvero, poteva solo vagare su qualche nave, stare vicino all'acqua e provare a vivere, cercare un suo equilibrio.
Passò da un bambino curioso, ad uno terrorizzato che totalmente solo si trovava ora nel grande mondo. Negli anni questa sua personalità mutò, acquistò un po' di autostima, ma era comunque un ragazzino, mozzo su un mercantile che faceva del suo meglio. Furono i successivi momenti difficili della sua vita che lo fecero maturare. Ogni volta che la sua vita ha avuto un qualche tipo di svolta, Michail si è trovato rinchiuso. Usato o temuto è un altro conto, Michail ha solo imparato ad accettare ciò che è.
E' una di quelle persone che fa di tutto per proteggersi, scappare a volte è la scelta più facile, mentire, fingere, è diventato bravo a farlo. E' l'istinto di sopravvivenza che lo guida nella sua vita e per non venire di nuovo ferito è disposto a fare qualsiasi cosa si riveli necessaria.
Con le persone? Spesso e volentieri sa comportarsi di conseguenza a chi ha davanti. Capire le persone è difficile, non sempre riesce ad inquadrare tutti, anche se con gli anni è diventato più bravo. Quando passi anni in un ambiente come quello in cui lui è rimasto a Tortuga impari nel modo peggiore a trattare con la gente. A volte si chiede chi lui sia, se la persona che vede davanti allo specchio è veramente lui o se è solo una delle maschere che si è costruito per nascondersi e proteggersi dal mondo.
L'atteggiamento che ha? Quello di un allegro, malizioso, un po' molesto, ragazzo che non ha paura di sporcarsi le mani o lavorare. E' cosciente di come appare, in tanti l'hanno definito una puttana senza tante cerimonie, passare per il piccolo pezzo di merda scopaiolo non è una brutta idea, è utile come copertura, adatta a far sì che chiunque lo sottovalutasse senza nemmeno porsi problemi sulla sua vera identità o sul suo vero essere.
[Storia]
- La sua nascita? Un piccolo mistero avvolto nella nebbia. Una strega abbastanza potente da essere rinomata in tutto il mediterraneo, lei veniva allontanata persino dai suoi simili, per quanto folli venivano considerati gli incantesimi che e le magie di sua creazioni, cose che si estendevano oltre qualsiasi limite, cose più pericolose di quanto si potrebbe immaginare. Venne al mondo durante un temporale estivo, le onde ingrossate si infrangevano sugli scogli e sulle rocce bianche dell'Isola di Milos. Eppure nessun evento naturale, che in tutti i modi si stava opponendo a ciò che veniva messo in atto, poteva fermare ciò.
Melinoe, questo era il nome della strega, aveva deciso di creare una nuova vita, un nuovo mostro, una creatura diversa. La parte difficile era stata procurarsi il sangue di un mostro marino, la parte facile era trovare una giovane ragazza da controllare che fosse ai primi mesi di gravidanza. Bastò un semplice incantesimo per prendere sotto il suo comando la mente di una ragazza dell'isola e portarla via. Facile quanto farle bere il piccolo intruglio che Melinoe aveva creato mescolato con il sangue raccolto. La preparazione fu lunga, mesi interi di preparativi. Ma il gran finale accadde in un'unica notte. Cosa ne fu della madre? Semplice, non sopravvisse al parto. Inoltre, anche se ciò fosse accaduto, Melinoe non aveva nei suoi programmi il tenerla in vita.
La creatura, il bambino che nacque, non aveva un nome. Era solo qualcosa di vagamente deforme, un esperimento grottesco. Alla nascita il suo aspetto era umanoide ma ricoperto di scaglie, squame, pinne dorsali come sugli arti. Branchie su collo e viso, occhi vuoti, bianchi e adatti alle più profonde fosse marine. Adatto sia alla vita subacquea che a quella terrestre, simile alle sirene in grado di sostare sugli scogli e fuori dall'acqua ma con un aspetto tutt'altro che gradevole, senza le loro voci ammalianti, senza niente che anche solo potesse farlo considerare umano ad occhi esterni.
I primi anni della sua vita li passò dentro le grotte, con la sua creatrice che lo osservava, che cercava di analizzarne la crescita, aveva gli stessi tempi di un umano in quel senso, una cosa irritante per Melinoe che dovette in qualche modo crescerlo. Non fu totalmente sola in questo senso, una grotta sottomarina chiusa all'oceano ma con piccoli scorci tali da permettere l'entrata di acqua, la aiutò a gestire il piccolo mostro che aveva creato. E delle sirene, strappate dalle onde del mare e rinchiuse per brevi periodi di tempo, le consentivano di lasciare quel nuovo essere da lei creato per concentrarsi su altro. La sua priorità non fu più lui per molto tempo, almeno finché la crescita non fece il suo lavoro e a quel punto quel "bambino" tornò interessante.
Michail cresceva in fretta e alla giusta età iniziava a riconoscere la differenza, tra le sirene periodicamente rapite, tenute insieme a lui e poi usate per vari incantesimi, e la donna che era in controllo di tutto, Melinoe. Presto il bambino uscì dall'acqua e raggiunse la sua creatrice, la cosa più simile ad una madre che nella sua vita aveva mai avuto.
Mesi, anni a poter guardare solo lo sviluppo fisico e mentale, adesso Melinoe aveva qualcuno a cui insegnare. Così passarono i primi dieci anni della vita di Michail. All'epoca, Melinoe gli aveva dato un piccolo soprannome "Ozy", traducibile con "colui che respira". Più per avere un modo per chiamarlo che altro. Michail faceva domande, Melinoe rispondeva. Da lui non aveva avuto il mostro che sperava all'inizio, quel tipo di bestia che al suo comando avrebbe fatto tremare chiunque si avvicinasse alla sua casa, ma piuttosto una sorta di... apprendista.
Michail crescendo iniziò sempre di più a guardarsi intorno e a chiedersi cosa ci fosse al di là delle grotte. A Melinoe, che cosa ne sarebbe stato di lui, non interessava particolarmente, era solo una presenza nella sua dimora, valida quanto quella di un mobile. Lo avvertì di non inoltrarsi in superficie, lui non la ascoltò. Si avvicinò troppo al villaggio al di là dell'isola. Quando gli umani lo videro fu il panico e per la prima volta lui dovette trovarsi faccia a faccia con quella che sarebbe diventata la sua realtà. Fu preso con delle reti, legato, messo in una gabbia, non ucciso, ma ferito e spaventato. Si trattò di un esperienza di poche ore in cui ciò che gli diede l'occasione di scappare fu solo il fatto di essersi finto morto. Abbassarono la guardia aprirono la gabbia per controllarlo, uno spiraglio bastò e riuscì a fuggire e tornare alla nascondiglio.
La paura, quella lo spinse a chiedere aiuto a Melinoe. Lei guardò quel bambino ferito, tremante e spaventato, che aveva appena avuto una pesante lezione di vita. Gli disse che non sapeva cosa farsene di lui. Un moccioso spaurito che sottovalutava la sua stessa forza, che aveva paura di qualche umano ubriaco. Perciò innalzò una barriera intorno al loro rifugio, cacciando il bambino e lasciandogli solo un unico oggetto: un ciondolo di pietra marina. Presa dalla spiaggia e incantata, di per sé niente di prezioso, solo il fondo di una bottiglia rotto e levigato dalla marea.
Il ciondolo, una volta al suo collo, gli fece assumere una forma umana, lo legò ad una cordicella e lo tenne con sé.
Quando venne cacciato, per giorni provò a tornare, senza successo. Aveva solo otto anni all'epoca e dovette andarsene. Non poteva restare lì, Melinoe si sarebbe arrabbiata e qualcuno avrebbe potuto trovarlo. Si buttò in acqua nel suo vero aspetto e nuotò, nuotò fino alla terra ferma, non avendo il coraggio di andare nuovamente nel villaggio che per primo lo aveva rinchiuso in quel modo settimane prima. Nessuno lo era venuto a salvare e solo la sorte gli aveva consentito di vivere all'epoca. Non lo avrebbe permesso di nuovo.
Negli anni successivi, Michail viaggiò, dalla Grecia all'Italia, alla Spagna e al portogallo, vagò per tutto il mediterraneo, fino alle colonne d'ercole. Si imbarcò a fare lavoretti sulle navi, a lavorare, a viaggiare. Riscontrando varie difficoltà, affrontandole. A volte venne scoperto, riuscì a scappare, senza farsi prendere. Una piccola leggenda che vagava, un'altra misteriosa creatura dell'oceano, niente di nuovo. Solo un altro mostro.
Aveva quattordici anni quando la nave mercantile in cui faceva da mozzo venne assaltata. Da chi? Pirati. Da un paio di anni era passato dalle piccole navi ai grandi velieri che solcavano il vasto oceano fino alle Americhe. Michail era innamorato di quell'oceano. Ad ogni sosta in qualche porto riusciva a sgattaiolare via un paio d'ore e a tornare al suo vero elemento, a sentirsi sé stesso lontano da occhi indiscreti. Un piccolo momento di libertà.
L'attacco che subirono fu brutale, uomini uccisi e gettati in mare, cannoni, spari, il rumore delle lame che si incrociano, quelli erano i suoni che sentiva. Lui ed altri prigionieri vennero rinchiusi nella stiva fino a terra. Arrivarono in un posto che Michail non aveva mai visto, un posto che veniva chiamato "Tortuga", loro, i pochi sopravvissuti, vennero tutti venduti. Michail, di che se ne voleva dire, aveva un bel faccino, effemminato, piccolo, fece gola e la proprietaria di un bordello lo comprò. Nessuno volle sapere il suo nome, di certo non se ne facevano niente dell'identità finta che aveva preso per imbarcarsi su quelle navi anni prima.
La proprietaria del bordello gli diede un soprannome. Era una vecchia donna russa ed ogni volta che lo vedeva si ostinava a chiamarlo "Mysh", ovvero? Topolino. Diceva che sembrava un topolino spaventato pronto a correre via. Da lì derivò come soprannome "Misha", diminutivo di Michail, che con il tempo divenne il suo nuovo nome.
Lei lo sfruttò come chiunque in quel posto avrebbe fatto, fruttava parecchi soldi. Lo chiuse in una stanza per mesi all'inizio, era abbastanza giovane per essere spezzato come si deve. Non lo faceva uscire, lo teneva chiuso lì dentro. Non c'erano finestre. La porta si apriva per due motivi, quando la padrona portava i clienti, e quando gli davano da mangiare, qualcosa che accadeva a distanza di giorni interi. Scappare? Difficile, era tenuto legato al letto. Perse ogni suo piccolo avere, tranne il piccolo ciondolo che portava al collo. La padrona sapeva che di per sé non aveva valore, ma era carino e dava al ragazzo quel tocco in più, specie dopo che gli aveva levato anche i vestiti.
Passò così mesi, mesi che lo fecero cambiare. Anche dopo che iniziarono a farlo uscire, nel momento in cui si trovò con la possibilità di andarsene non lo fece. Dove sarebbe potuto andare dopotutto? Rimase lì, aveva un lavoro dopotutto, il mare a due passi, nessuno aveva scoperto il suo segreto e magari, se avesse continuato a rimanere attento, avrebbe potuto cavarsela.
A diciotto anni, era tra quelli che portavano più guadagni al bordello, si era amalgamato all'ambiente, aveva imparato a sopravvivere, a difendersi a dovere. Alle volte approfittava del minimo tempo libero che aveva, raggiungeva una zona isolata e nuotava, tornava sé stesso. Il mare gli mancava, era qualcosa che aveva nelle vene dopotutto.
Un episodio lo spinse a tornare lì. Aveva un cliente, la serata era nel vivo, Michail lo stava portando nella propria stanza come al solito, ma l'uomo, nel momento, tirò il ragazzo per la collana, la cordicella si ruppe, il ciondolo cadde. Si trattò di un momento, un momento in cui un grido si sentì per tutto il bordello, l'uomo scappò, Michail si nascose. Aggiustò al meglio che poteva la cordicella, rimettendo quel ciondolo, tornando ad avere sembianze umane. Ma non poteva stare lì. C'era una calca di gente fuori dalla porta. La paura lo spinse a fuggire. Fuggire prima che la voce si diffondesse, perché per quanto potesse sembrare ridicolo il racconto di un povero ubriaco al bordello, il dubbio si insinuava facilmente nelle menti della gente. Se l'avessero preso per una strega? O per un anomalia? Non importava cosa pensassero che lui fosse. Se avessero avuto anche solo il minimo dubbio che non fosse umano, lo avrebbero rinchiuso, gli avrebbero fatto del male.
Raggiunse il porto, il mare, l'acqua a cui era tanto legato. Seguì le voci che una ciurma di pirati sarebbe salpata a breve. Era a Tortuga, se voleva scappare era il suo momento. Un mozzo dopotutto, faceva sempre comodo no? Lo Zephyr sembrava un buon punto per un nuovo inizio. Così prese il largo, ritornò al mare chiedendosi dove sarebbe finito stavolta.
[Famiglia]
- Melinoe
Creatrice, madre "adottiva" in un certo senso. E' una strega, colei che ha fatto s' che lui esistesse e che venisse al mondo. Lo ha cresciuto per i primi anni di vita, insegnandogli come sopravvivere.
- Sconosciuta
Madre biologica, umana. Deceduta. Non si sa nulla sul suo conto se non che venisse da un villaggio di qualche isola vicino Milos, appartenente allo stesso arcipelago.
- Sconosciuto
Padre biologico, umano. Nessuna informazione al riguardo.
[Curiosità]
- Gioielli
Questo ragazzo è una gazza ladra, ha un debole per ciò che brilla e luccica. Non per forza cose preziose, anche solo i vetri rotti finiti in mare e poi levigati dalla marea o persino i gusci di conchiglie rotte, per lui, sono grandi tesori.
- Dieta
La sua alimentazione è piuttosto particolare, in quanto fa fatica a mangiare cibo umano. O meglio, può mangiarlo ma semplicemente non gli piace. Non è raro che faccia un salto nei fondali per raccogliere alghe e poi farle essiccare in superficie. Oltre ciò adora il pesce, in particolare i crostacei.
- Decorazioni
Forse un po' insulso come hobby ma il nostro Michail, come già detto, ha un debole per ciò che luccica. Ma, con quella gran collezione di oggettini che trova in giro, non esita a fare collane, braccialetti, anche solo cordicelle da aggiungere alla cintura. Gli piacciono le cose belle, che volete farci?
[Orientamento]
- Queer
Michail sa una cosa, sa di non essere umano, o almeno non normale, qualsiasi cosa senta, gli piaccia oppure no è solo lui e non bada alla cosa. Non si è mai davvero interrogato, semplicemente fa ciò che sente.
[Relazioni]
- Capitano Cassian Hayward
La relazione che ha con il capitano? Quasi inesistente, ancora non sa cosa pensare al riguardo, ne ha conosciuti di tipi marci, lui non gli sembra così, non a questo livello. Di certo non si fida, tiene la guardia alta. A questo mondo non c'è nessuno di cui fidarsi.in corso...
- in corso...
Ed ecco qui il mio piratino :)
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