𝐃 𝐀 𝐑 𝐈 𝐎
✔︎ 𝐍𝐨𝐦𝐞
༄ Dario
Variante italiana di un nome di origine persiana, significa "possedere bontà". Quando i proprietari dell'orfanotrofio dov'è cresciuto lo trovarono, neonato, sugli scalini, l'unica cosa che poteva far risalire ai suoi genitori era una spilla di tessuto con il suo nome cucito in una bella calligrafia elegante. Il nome perfetto per il bambino che sua madre sperava di veder crescere: profondamente buono ed altruista, che avrebbe dedicato la sua vita ad aiutare il prossimo.
✔︎ 𝐄𝐭𝐚̀
༄ 16 anni
È nato il 18 agosto, sotto il segno della Vergine.
✔︎ 𝐒𝐞𝐦𝐩𝐫𝐞 𝐨 𝐌𝐚𝐢 ?
༄ Sempre
In realtà all'inizio della sua vita, non sapendo quali fossero le sue origini, ignorava anche a quale fazione appartenesse, ma all'epoca dell'orfanotrofio questa non era una cosa strana, dal momento che lì in pochi sapevano, o ricordavano, se i loro genitori fossero Buoni o Cattivi. E del resto, a nessuno importava un granché: nessuno dei bambini pensava di essere destinato a gesta di straordinaria bontà o malvagità. Certo, tutti i bambini sognano di essere eroi e re, ma sapevano tutti che erano cose che si leggevano nei libri di favole, e che nessuno di loro sarebbe andato alla scuola delle fate, e che il massimo che gli sarebbe spettato era un buon lavoro, qualcuno da sposare, un bel gruzzoletto da passare ai figli e una vita pacifica. Anche Dario, fino al giorno in cui non iniziò a sognare la donna con i capelli blu, era certo del suo destino. Per questo gli sembra che la possibilità di essere stato ammesso all' Accademia sia un miracolo che non si merita, ha un po' paura che da un momento all'altro lo trascineranno via dicendo di aver commesso un errore nel recapitare la lettera di ammissione. Per via della sua istruzione molto "aperta", Dario non fa assolutamente distinzioni tra Buoni e Cattivi, anzi è leggermente sconcertato dalla rivalità tra alcuni studenti: per lui non ci sono Sempre e Mai, solo persone da aiutare.
✔︎ 𝐅𝐚𝐯𝐨𝐥𝐚 𝐝𝐢 𝐩𝐫𝐨𝐯𝐞𝐧𝐢𝐞𝐧𝐳𝐚
༄ Pinocchio
✔︎ 𝐆𝐞𝐧𝐢𝐭𝐨𝐫𝐢
༄ La fata turchina e ???
Tutti conoscono uno dei personaggi più famosi della fiaba di Pinocchio, la fata incantevole capace di rendere un burattino di legno in un bambino in carne ed ossa. Una donna dolce e capace di ricondurre qualsiasi pecorella smarrita lungo il sentiero del Bene, ma anche una creatura fatata molto potente, la seconda fata madrina più ricercata della Selva e una delle alunne migliori dell'Accademia. In realtà, aveva tutte le carte in regola per avere una favola sua, ma la fata rifiutò questa carriera per seguire la sua vocazione di fata, aiutare il prossimo. Passata alla storia come una figura materna dolce e amorevole, nonostante molti dei suoi metodi educativi, più da vicino, si possano considerare piuttosto ... interessanti (è la stessa che ha finto la sua morte raga) , la fata turchina non è stata la madre attenta e presente che ci si può immaginare, almeno non con il suo vero figlio. Dario è nato per incidente, con un uomo di passaggio il cui viso appare nebuloso persino nella mente di sua madre, sempre occupata da mille faccende, incantesimi e protetti. Non era nei suoi piani avere un figlio, ma non ebbe il cuore di evitare che nascesse. Sapeva già che non si sarebbe potuta occupare di lui. Innanzitutto viaggiava ai quattro angoli della Selva e non restava molto tempo nello stesso luogo. Con i suoi poteri, forse portarsi dietro il bambino non sarebbe stato così difficile, ma il punto è che suo figlio avrebbe intralciato il suo lavoro. Aveva bisogno di dedicare tutte le sue energie nell'aiutare chi la chiamava. Questa era la missione che si era scelta, e la compiva talmente bene da dimenticarsi di sè stessa e della sua vita. Per questo, non poteva prendersi un impegno gravoso come un figlio. Si limitò ad avvolgerlo in coperte calde, dargli un nome e lasciarlo davanti alla soglia di un orfanotrofio in cui sapeva che avrebbe potuto avere una vita normale, accudito da persone amorevoli, sperando che il bambino sarebbe stato abbastanza felice lì da non voler cercare sua madre. Quando, anni dopo, udì chiaramente dentro di sé suo figlio chiamarla disperatamente, capì che non sarebbe bastato restare fuori dalla sua vita, e cominciò a comparire nei sogni di Dario, o talvolta come una splendida apparizione luminosa seduta ai piedi del suo letto. Solo attraverso queste visite scoprì dei poteri di suo figlio, e capì quanto era stata egoista a nascondere quel bambino in un orfanotrofio, quando anche lui avrebbe potuto usare le sue capacità per diventare un mago potente e aiutare il prossimo come lei. Senza pensare neanche per un secondo che il ragazzo avrebbe potuto desiderare qualcosa di diverso e che fosse troppo piccolo per capire cosa volesse davvero, iniziò a metterlo sulla sua stessa strada e a spiegargli l'uso dei suoi poteri, promettendogli che un giorno sarebbe stato ammesso all'Accademia e ricoprendolo di un affetto distratto e passeggero, come se fosse solo una delle persone che aiutava e non suo figlio. Dario da parte sua adora sua madre, ma contemporaneamente sa che lei non ricambia il suo sentimento. Certo, sa che gli vuole bene, a modo suo, ma non dell'amore che lui si aspettava da sua madre quando l'aveva chiamata. Quindi cerca di vivere secondo le sue aspettative, sperando che prima o poi lei lo riconosca come suo figlio, che lo accarezzi e gli dica che lo amerà non importa cosa faccia, ma persino lui sa che questo momento non arriverà mai. Però non sa cosa fare per essere felice per conto suo, quindi si limita ad aspettare con ansia i momenti in cui lei gli sorride e gli dice "bravo", come se fossero la cosa migliore del mondo.
✔︎ 𝐀𝐬𝐩𝐞𝐭𝐭𝐨 𝐟𝐢𝐬𝐢𝐜𝐨
Nonostante nelle sue vene scorra sangue di fata, Dario ha un aspetto molto umano; potremmo dire che ha preso dal suo padre sconosciuto, con l'eccezione di pochi tratti che ha ereditato chiaramente dalla madre. Dario è un ragazzo alto e ben piazzato Il suo metro e ottantacinque di altezza non lo fa sembrare però né allampanato né sproporzionato: le spalle ampie e il torace robusto rendono il suo corpo perfettamente equilibrato. Ha gambe, spalle e braccia muscolose, non certo per via di allenamenti curati al solo scopo di potenziarli e di dargli esattamente la forma considerata più attraente, ma piuttosto per una vita all'aria aperta di lavori nei campi. è muscoloso, ma comunque piuttosto snello ed asciutto. I suoi fianchi sono poco accentuati e hanno più o meno la stessa ampiezza delle spalle, dando una forma solida e rettangolare al suo torso. Le sue gambe sono lunghe e forti, e terminano con due piedi notevoli (porta il 45). Anche le mani sono piuttosto grandi, anche se un po' se ne vergogna: sono piene di calli e indurite dal sole. Cerca se non altro di non strapparsi le pellicine e di non mangiarsi le unghie, che in effetti hanno sempre un aspetto sano ed ordinato. Il suo collo non è eccessivamente lungo ed è anche questo piuttosto solido e muscoloso. Il suo colorito è tutt'altro che pallido, la sua pelle è di un bel rosa caldo e ambrato. Ha un viso gradevole, per quanto lui stesso riconosca di non spiccare per bellezza in quella scuola di principi e creature fatate che hanno curato sin da appena nati il proprio aspetto fisico. Non che si consideri brutto, ma pensa anche di non essere niente di speciale. Il suo viso è privo di morbidezze, si possono distinguere solo linee dritte e decise. Ha una faccia lunga, con la mascella squadrata e zigomi alti. Ha le guance leggermente incavate, tutt'altro che tonde e paffutelle. Si fa la barba regolarmente per avere la pelle più liscia possibile, anche se a volte le sue guance si riempiono di sfoghi di acne che possono durare anche intere settimane. Ha una bocca ampia e larga, ma con labbra pallide, sottili e quasi invisibili. Va molto fiero dei suoi denti bianchi, come del suo naso perfettamente dritto, insolitamente lungo, dal quale scivolano perennemente i suoi occhiali tondi e grossi come fondi di bottiglia, talmente grandi da occupare metà della sua faccia, dalla montatura blu elettrico. Neanche lui sa spiegarsi da dove arrivi quella miopia terribile che non gli fa distinguere gli oggetti a neanche mezzo metro da lui, e che è iniziata quando era piccolo ma è peggiorata drasticamente quando è entrato nell'adolescenza. Dietro le lenti spesse, i suoi occhi sono neri come l'ardesia, grandi e con un taglio inclinato verso il basso, con ciglia lunghe e scure. Ha sopracciglie grosse e cespugliose, dello stesso colore dei capelli. La sua fronte è alta ma stretta, mentre le sue orecchie sono piccole e con una bizzarra forma arrotondata. Ha morbidi capelli castano chiaro, abbastanza difficili da gestire dal momento che più che crescere di lunghezza, tendono a diventare sempre più folti, fino a diventare un cespuglio compatto e indistricabile. Per questo tiene i capelli molto corti sui lati e dietro, e lascia che ricadano in un ciuffo voluminoso sulla parte superiore della testa. L'unico tratto che è certo di aver ereditato da sua madre sono le sue ciocche azzurre, due più piccole sulla tempia sinistra e una più grande sul'attacatura dei capelli, di un colore decisamente più diluito e chiaro del blu scuro della madre (perché sì, il turchino è blu scuro apparentemente, non azzurro. è uno shock anche per me lo so.) Ha una cicatrice sul petto dal colore bianco, che si è fatto graffiandosi con un gancio di ferro mentre giocava nelle stalle da piccolo. Ha un'unica voglia, sul dorso della mano sinistra, di un colore azzurro vivo. Oltre al fatto che è comparsa sulla sua pelle solamente quando ha usato il suo potere per la prima volta, la parte curiosa è che non ha una forma fissa: la cambia seguendo le emozioni e le sensazioni del ragazzo, in uno schema che lui stesso fatica ancora a capire; a volte sono forme di oggetti distinti, a volte è solo una macchia senza forma, altre volte sulla sua pelle è comparsa addirittura una parola o una frase intera, spesso del tutto enigmatica.
✔︎ 𝐏𝐫𝐞𝐬𝐭𝐚𝐯𝐨𝐥𝐭𝐨
È un oc di princecanary, si chiama il Professor Techmen.
✔︎ 𝐒𝐭𝐨𝐫𝐢𝐚
Per quello che ne sa, Dario potrebbe essere nato in qualunque parte della Selva: non ha davvero idea di dove sua madre lo abbia partorito. Non è neanche sicuro della sua data di nascita, dal momento che il giorno che considera il suo compleanno è solamente il giorno in cui fu trovato sulla soglia dell'orfanotrofio. In ogni caso, per lui la sua vita incomincia da quel punto. Dopo che sua madre decise di non potersi occupare di lui, andò in una zona che non apparteneva esattamente né a un regno di Sempre, né a uno di Mai, e scelse l'orfanotrofio più bello che trovò. Poi, baciò il neonato, gli appuntò sul petto la sua spilla e dopo averlo circondato di tutti gli incantesimi di protezione che conosceva, lo lasciò sulla soglia. I proprietari lo trovarono così, mentre dormiva pacificamente.
Fu accolto senza che nessuno si facesse troppe domande, c'erano tanti bambini come lui all'orfanotrofio, bambini abbandonati dai genitori e dalle origini sconosciute, ma c'erano anche tanti bambini Sempre e Mai che sapevano bene a che fazione appartenevano, ma in quel piccolo mondo a parte dimenticavano le rivalità di cui i loro genitori parlavano e ruzzolavano allegramente per il cortile con tutti gli altri bambini. Tra l'altro erano tutti figli di contadini e di gente semplice, non ci trovavano niente di così strano. Sua madre aveva scelto bene: era un bel posto in cui crescere. Tutti i bambini aiutavano nella fattoria, nei campi e nella casa, ovviamente in maniera proporzionata alla loro età e forza fisica, ma avevano un sacco di tempo per giocare, divertirsi, andare a lezione ed esplorare la biblioteca dei due adulti. I due proprietari, una coppia anziana sposata da decenni, erano un po' distanti e poco inclini alle smancerie e alle dimostrazioni di affetto, ma volevano bene a tutti i ragazzini, erano giusti ed affettuosi e piuttosto che punirli fisicamente quando si comportavano male preferivano mandarli fuori a strappare le erbacce per sfogare la rabbia. I bambini forse non erano i più puliti, obbedienti e ben educati del mondo, ma tutto sommato erano felici e di buon umore.
Dario è cresciuto in un ambiente del genere, e rimpiange molto la sua infanzia, specie i primi dieci anni della sua vita. Era un bambino timido, silenzioso e occhialuto, che passava le giornate ad osservare gli animaletti nei campi, a leggere e ad annotare qualsiasi cosa gli passasse davanti agli occhi sul suo prezioso taccuino. Non ha mai avuto molti amici, ma non si sentiva mai solo. Gli piaceva molto osservare, osservare tutto, specialmente le altre persone. Sin da piccolissimo adorava guardare gli altri e immaginare cosa gli passasse per la testa, cosa volessero fare, quali fossero le relazioni degli altri. All'inizio era solamente un passatempo divertente da bambino, gli piaceva fare schemi sulle persone che conosceva sul suo quadernino, a caratteri colorati. Era consapevole che fosse una passione molto strana per un bambino della sua età, ma sentiva una strana predisposizione per quel che faceva, come se fosse la cosa più naturale da fare per lui.
Poi, all'inizio dell'adolescenza, si rese conto che il suo passatempo innocente stava diventando qualcosa di più. Ora gli sembrava di sapere cose sulle persone, cose che quelle persone non gli avevano mai detto, ma che lui percepiva, come se avesse posseduto un sesto senso. Scoprì che la proprietaria dell'orfanotrofio nascondeva un coltello sotto al materasso perché aveva paura che i briganti nei dintorni facessero irruzione e rapissero i bambini, che uno dei suoi compagni di stanza sognava i genitori morti ogni notte, che la bambina che si sedeva accanto a lui a lezione odiava il suo viso. Sentiva le paure delle persone, i loro demoni, le loro insoddisfazioni piccole e grandi. E contemporaneamente, mentre le scriveva e le studiava sul suo taccuino, si accorgeva che sapeva anche come districarle, e come far sentire quelle persone un poco più soddisfatte con la loro vita. Certo, non aveva le capacità di far sparire materialmente l'oggetto delle loro preoccupazioni, o di risolvere i problemi degli altri. Però sapeva come consolarli, cosa dire loro per tranquillizzarli. Ci provò, in parte perché era curioso, in parte perché era un'anima compassionevole e gli faceva davvero piacere aiutare gli altri. Così andò dal suo compagno di stanza, e sorridendogli nel modo più rassicurante che conosceva gli disse che era vero che i suoi genitori erano morti, ma non significava che non ci fossero persone che gli volevano bene. Il bambino restò a bocca aperta, e poi scoppiò a piangere in un pianto dirotto, dicendogli che pensava che nessuno gli avrebbe mai detto quelle parole. Nei giorni successivi tornò spesso a parlare con lui, gli occhi colmi di una gratitudine che non aveva mai visto nel viso di nessuno. Soddisfatto del suo primo successo, continuò con lo stesso metodo con ogni persona che gli sembrava fosse sofferente, ed ebbe sempre lo stesso risultato. Era così bello che le persone fossero felici grazie a lui. Non era mai stato importante, o particolarmente amato e lodato, ma ora venivano da lui a decine perché li facesse stare bene di nuovo con i suoi saggi consigli che non sapeva neanche lui da dove venissero. Inizialmente andava tutto bene. Poi, a mano a mano che progrediva, si accorgeva di una cosa: nessuno riusciva più a trattarlo come prima. Ora era Dario, il ragazzo che aiutava gli altri, e ormai si erano abituati alla sua presenza e al suo potere. Bastava andare da lui e tutto si sistemava. E fu con orrore che si rese conto che non aveva più amici. Aveva pazienti. Il suo potere lo rendeva speciale, quindi lo isolava. Tutti parlavano con lui, se ne andavano più felici, più pieni, e per quanto gli fossero grati non ce n'era uno che provasse a ricambiare, nessuno che voleva essere suo amico.Non diventi amico del tuo dottore. Dopo un po' se ne andavano tutti, e lui restava solo. Sempre più solo.
Disperato, cercava di usare il suo potere su di sé, per capire come fare ad aiutare sè stesso, ma non funzionava. E così, iniziò a chiedersi da dove venisse quel potere. Forse veniva dalla famiglia che lo aveva abbandonato. Ogni notte, prima di addormentarsi, pregava di incontrare sua madre, o suo padre, o chiunque gli avesse passato quello strano dono. Sua madre non era una fata madrina per nulla. Quando sentì quella preghiera dal lato opposto della Selva, si accorse subito che si trattava di suo figlio. Dario iniziò a sognare sua madre. Diceva di essere una fata, ma anche la sua mamma, e che avrebbe fatto di tutto per aiutare il suo bambino, anche se lo aveva abbandonato. Dario ci credette davvero. Era una donna così bella, così dolce, non sembrava neanche umana. E diceva che capiva perché era così triste. Anche lei ogni tanto si sentiva così, come se a nessuno importasse davvero di lei, ma che quello che stava facendo era la cosa giusta. Stava aiutando gli altri, ed era quello che doveva fare, perché era nato con un potere meraviglioso che doveva essere usato. E se lo avesse fatto, lei sarebbe stata molto fiera di lui.
Dario seguì i suoi consigli. Gli piaceva quella donna, desiderava compiacerla, e quello che diceva sembrava così giusto. Non si accorgeva che la fata non gli aveva mai chiesto cosa ne pensasse della situazione, che anche se in perfetta buona fede gli stava imponendo una visione del mondo che forse andava bene per lei, ma non era detto che andasse bene per lui, e che nel suo modo carino e zuccheroso lo stava usando senza saperlo, come tutti. O forse se ne accorgeva, ma aveva un bisogno disperato di qualcuno che lo amasse, aiutasse e lodasse.
Così continuò a fare come la fata diceva. Ma non riuscì mai a fare come lei, a dimenticarsi delle proprie esigenze per salvare il prossimo. Sperava sempre che un giorno qualcuno tra le persone che venivano da lui iniziasse a volergli davvero bene, e poi si vergognava per questi pensieri e andava avanti, ma non riusciva a scacciarli. Sognava sua madre ogni notte, e lei gli diceva che era così bravo, così buono, e che lei era così fiera di lui. E lui si aggrappava a sua madre, l'unica persona al mondo con cui riusciva ad avere una connessione vera. Poi arrivò la lettera dell'Accademia, e sua madre disse che era la ricompensa per tutti i suoi sforzi.
✔︎ 𝐂𝐚𝐫𝐚𝐭𝐭𝐞𝐫𝐞
È un ragazzo silenzioso, a malapena ci si accorge che è nella stanza, dato il suo aspetto poco appariscente e il fatto che di solito parli solo quando è strettamente necessario. Non è veramente timido, è solo che genuinamente nella maggior parte dei casi non sa cosa dire, oltre al fatto che di solito non gli piace proprio parlare con gli altri. Il suo aspetto imponente e il suo bel viso fanno in modo che la gente di solito gli attribuisca il ruolo di bel cavaliere solitario. È una di quelle persone che nessuno proverebbe a sfidare, innanzitutto per via della sua evidente forza fisica, in secondo luogo per via dei suoi modi distaccati. Non esprime spesso le sue emozioni o le sue sensazioni, e quando lo fa parla sempre in maniera cortese e controllata. Gli adulti lo considerano maturo e ragionevole, perché sin da piccolo non ha mai fatto capricci o pestato i piedi con nessuno.
È una persona tranquilla, che trascorre la maggior parte del suo tempo da solo. è un grande osservatore, gli piace guardarsi attorno e scoprire nuove cose, e gli piace sapere le cose, che siano uno stupido pettegolezzo o una nozione scolastica, e appassionarsi ad esse. Insomma è un po' un nerd (affectionate). Gli piace essere preciso e puntuale: consegnerà sempre i compiti in tempo e non arriverà mai in ritardo ad un appuntamento. Non trascurerà mai un suo incarico, anzi è più probabile che faccia in più anche qualcosa che nessuno gli aveva richiesto. Ha un forte codice morale che si basa essenzialmente sul non fare mai e poi mai del male al prossimo, ed essendo piuttosto esigente con sé stesso ogni volta che sente di aver fatto qualcosa di anche solo leggermente sbagliato si sente immediatamente in colpa. Tende a chiedere scusa spesso anche su piccole cose, soprattutto con le persone che conosce da molto tempo.
Dopo un po' che lo si conosce, resta sempre la persona schiva e tranquilla che è, ma emergono molte nuove caratteristiche, come la sua grande bontà e il suo senso dell'umorismo. In effetti sarebbe molto divertente essere suoi amici, perché dopo un po' che lo si conosce si scopre che è particolarmente goffo nel cercare di mostrare affetto: arrossisce in continuazione ogni volta che qualcuno mostra di apprezzare la sua compagnia, o quando dice a qualcuno che gli vuole bene. E poi è una persona divertente. Ama il sarcasmo ma non farebbe mai un tipo di battuta che potrebbe far star male qualcuno, perché lui rispetta di ogni persona, animale o oggetto. È sempre pieno di tatto e di delicatezza verso chiunque. Il suo potere lo rende una persona naturalmente empatica, in grado di capire subito quando qualcuno è triste, felice e arrabbiato, e di sentirsi triste, felice o arrabbiato in rimando. E non appena si accorge che qualcuno è triste, si fa subito in quattro per farlo stare meglio.
È molto raro che si arrabbi o che perda le staffe, oppure che mostri tristezza. Anche quando sta bollendo per qualche ingiustizia subita, o quando sta parlando con qualcuno che detesta, avrà sempre il suo sorriso gentile e i suoi modi posati. Anche se non sembra, è una di quelle persone a cui potete fare decine di torti, e continuerà comunque a trattarvi bene. È difficile che odi davvero qualcuno. Essendo una persona incredibilmente buona, a volte lo è al punto da far male alla sua stessa persona. È capace di provare compassione persino per le persone più orribili, perché pensa che non ci sia davvero nessuno che sia veramente cattivo per natura, esistono solamente persone che hanno avuto delle brutte esperienze di vita e che vanno per questo aiutate. Ha un animo così caritatevole che è facile approfittare di lui, perché è quasi impossibile che dica di no a qualcuno. È capace di sacrificare molto per aiutare il prossimo.
Se deve dire la verità, ormai è una specie di riflesso automatico, prendersi carico dei problemi degli altri e parlare con loro per fargli stare meglio. Si potrebbe dire che ormai non ci mette più neanche tanta gioia. Voglio dire, sì, lui è una persona buona e gentile. Ma a un certo punto della sua vita ha iniziato a sentire che doveva aiutare gli altri, o si sarebbe sentito immediatamente cattivo ed egoista. Voglio dire, se ha un potere che gli permette di migliorare la vita degli altri, e potrebbe rendere il mondo un pochino migliore, perché non usarlo? è la cosa giusta da fare, gli altri si arrabbierebbero con lui se sapessero cosa sa fare, e se lo tenesse per sé stesso.
Da quando ogni persona nella sua vita ha iniziato ad usarlo esclusivamente per il suo potere, pensa che l'unico modo che gli rimanga per fare in modo che gli altri lo amino sia aiutarli al punto da distruggere sé stesso. Tutto quello che fa, lo fa con l'unico scopo che qualcuno finalmente lo guardi e decida che si merita il suo amore e rispetto, e che, forse, la sua persona vale qualcosa. Vuole solamente che qualcuno lo ami, perché in tutta la sua vita non si è mai sentito la prima scelta di qualcuno. Quindi fa qualsiasi cosa per compiacere il prossimo, perché pensa che l'amore sia questo. Non ha forse passato anni cercando di fare tutto quello che sua madre gli consigliava, al solo scopo di guadagnarsi le sue lodi?
Tende a "fissarsi" su una specifica persona. Non significa che si stia prendendo una cotta, significa che quella persona è stata gentile con lui e quindi ora lui inizierà a fantasticare uno scenario in cui loro due diventano amici, senza però fare davvero uno sforzo per avvicinarsi a lxi. Questo è quanto ha bisogni di affetto. In effetti è difficile che riesca a fare amicizia, a meno che qualcuno di molto estroverso non lo trascini con sè e non lo adotti, perché non sa iniziare una conversazione è qualsiasi cosa faccia si sente inadeguato e poco interessante. Non ha una grande stima di sé, insomma, e non è bravo a relazionarsi con gli altri. In realtà spesso sotto la sua espressione calma c'è un bel po' di ansia. È una persona a cui basta poco per diventare triste, ha un temperamento piuttosto malinconico, del tipo che vede un uccellino caduto dal nido e pensa a quanto la vita sia dura e lui sia solo al mondo e bla bla bla.
✔︎ 𝐂𝐮𝐫𝐢𝐨𝐬𝐢𝐭𝐚̀
• Neanche lui conosce esattamente il funzionamento della sua voglia azzurra. Certe volte gli ha dato degli indizi a delle risposte molto importanti, altre volte no, come il giorno in cui è diventata a forma di banana. Pensa che abbia a che fare con il suo stato d'animo e con i suoi pensieri. Di solito, quando è arrabbiato ma non vuole darlo a vedere, prende una forma appuntita, quando è triste ha i bordi più sfumati e la forma più indefinita. A volte, come ho già detto, sulla sua mano possono comparire anche parole e frasi. Qualche volta sono apparse piccole massime, qualche volta sotto i suoi occhi è apparsa parola per parola una frase che aveva appena pensato. Dario ipotizza che la sua voglia sia una specie di manifestazione dei pensieri che reprime, ma è solo una possibilità incerta.
• Ha una cura maniacale delle sue unghie. Non sa neanche lui perché, ma vuole che siano sempre perfettamente in ordine e pulite. Fantastica di farsi fare un giorno una manicure come si deve, e magari mettere uno smalto di un colore carino, ma in fondo è solo un povero campagnolo e non ha mai potuto avere questo genere di cose.
• È ambidestro. Sin da piccolo usa la destra e la sinistra senza fare distinzioni, ma sappiate che ha una pessima calligrafia a prescindere.
• Il suo taccuino va dovunque vada anche lui, al sicuro in una tasca della sua giacca. Di solito compra dei quadernini non più grandi della sua mano, di pelle nera o marrone perché non attirino troppo l'attenzione, su cui scrive religiosamente un po' di tutto: pensieri, cose che gli sono capitate durante la giornata, disegnini, ma soprattutto una dettagliata descrizione di chiunque gli passi davanti. Se gli avete mai parlato, è possibile che nel suo diario ci siano più pagine in cui analizza le vostre conversazioni. Potrebbe essere una cosa un po' strana per qualcuno, ed è per questo che tutto quello che scrive nel suo diario è scritto in uno speciale alfabeto in codice che ha inventato a nove anni.
• Si veste come un padre di mezza età degli anni '50. Gli piacciono da morire le bretelle, le cravatte, i papillon e le giacche, che solitamente hanno le toppe sui gomiti perché è pOvEro.
• Fuma la pipa. Lo rilassa molto e la pipa fa meno male delle sigarette. Ha intagliato personalmente la sua prima pipa a quattordici anni.
• Oltre alla voglia azzurra, non ha nessun altro segno particolare come nei o voglie, neanche uno.
✔︎ 𝐂𝐨𝐬𝐚 𝐠𝐥𝐢 𝐩𝐢𝐚𝐜𝐞
• L'azzurro. Molto banale, ma anche prima di conoscere sua madre era il suo colore preferito, lo metterebbe ovunque.
• Le penne stilografiche antiche. Ne desidera una da quando è piccolo, ma ovviamente ha sempre e solo utilizzato matite.
• Gli insetti e gli animaletti come rane e topi. Non li trova affatto disgustosi, gli stanno molto simpatici e gli ricordano la sua infanzia passata in campagna. Se ne trova uno ferito si occupa immediatamente di lui.
• Scrivere. Sin da quando se ne ricorda tenere un diario è sempre stata la sua più grande valvola di sfogo. Gli bastava scrivere quello che provava e subito dopo si sente già un po' meglio, perché almeno capiva quali erano le sue emozioni. Ogni tanto gli piace anche scrivere delle poesie o dei piccoli racconti, ma è troppo timido per farli vedere a qualcuno e in ogni caso non gli piacciono.
✔︎ 𝐂𝐨𝐬𝐚 𝐧𝐨𝐧 𝐠𝐥𝐢 𝐩𝐢𝐚𝐜𝐞
• I burattini di legno. Molto prevedibile, ma da quando ha scoperto l'identità della madre è mortalmente geloso di Pinocchio, che ha sicuramente ricevuto molte più attenzioni da parte della fata turchina che lui.
• Le stalle e i cavalli. Da piccolo uno dei suoi compiti principali era occuparsi delle stalle, spostare il fieno e gli escrementi e dare da mangiare ai cavalli, che spesso erano fin troppo vivaci, cosa che gli ha fatto sviluppare un certo astio nei loro confronti.
• Il latte. Da piccolo ha avuto un virus intestinale terribile e una volta ha vomitato dopo aver bevuto del latte, motivo per cui adesso gli fa completamente schifo.
• Le persone ritardatarie e poco organizzate. Sono esattamente il suo contrario, quindi la cosa non lo stupisce.
✔︎ 𝐏𝐨𝐭𝐞𝐫𝐞 𝐦𝐚𝐠𝐢𝐜𝐨
Essendo il figlio di una fata, Dario ha ereditato un potere che potrebbe renderlo un fato padrino (???). Dal momento che per metà è umano, non è in grado di conoscere tutta la gamma delle abilità di sua madre, ma solo questo. È in grado di leggere le insicurezze delle persone, le cose del loro passato che le tormentano, entro alcuni limiti anche i loro desideri, e, con un insieme di intuito e capacità innate, di sapere cosa dire per farle sentire bene e per aiutarle. Spesso non è un procedimento facile, e gli serve tempo per capire la persona e come prenderla, e poi perché effettivamente la sua "terapia" prenda forma nella testa dei suoi protetti. Non è in grado di realizzare i desideri altrui e di risolvere i loro problemi, sicuramente non può fare cose come materializzare oggetti o resuscitare i morti, ma è in grado di dispensare consigli, incoraggiare nel modo giusto e far sentire chiunque amato e compreso, proprio come ogni fata madrina. Certo, ci sono anche casi in cui il suo potere non funziona, ad esempio quando la persona in questione non vuole proprio farsi aiutare, quindi non c'è molto da fare. Ah, e non funziona su sé stesso.
✔︎ 𝐎𝐫𝐢𝐞𝐧𝐭𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐬𝐞𝐬𝐬𝐮𝐚𝐥𝐞
༄ 𝔄𝔰𝔢𝔰𝔰𝔲𝔞𝔩𝔢 𝔟𝔦𝔯𝔬𝔪𝔞𝔫𝔱𝔦𝔠𝔬
Avrebbe volentieri una relazione romantica con un ragazzo, una ragazza o unx ragazzx (con preferenza per il genere femminile), ma non ha alcun interesse nel sesso e non vuole avere un rapporto sessuale con nessuno. In ogni caso il massimo di esperienza che ha avuto è stato baciare la sua compagna di banco a dodici anni, non ha mai avuto un fidanzato o una fidanzata.
✔︎ 𝐀𝐛𝐢𝐥𝐢𝐭𝐚̀
• È grosso. Ha una notevole forza fisica ed è bravo negli sport e nei lavori pesanti, ma purtroppo la sua stazza non lo rende molto veloce. Può farvi da bodyguard tho.
• È ordinato ed estremamente organizzato, avrà sempre degli appunti perfetti da farvi copiare se mancate a lezione e sa sempre dove sono i suoi calzini blu.
• È gentile, empatico e dotato di molto tatto, cosa che anche se lui non lo sospetta può aiutarlo a creare dei buoni legami con gli altri.
• È leale. In amicizia e in amore non vi tradirebbe mai, anche nel caso voi lo tradisse per primi.
• È un osservatore e ha una memoria eccellente per i dettagli, ricorda sempre tutto di tutti, anche le cose più insignificanti.
✔︎ 𝐕𝐮𝐨𝐥𝐞 𝐢𝐥 𝐬𝐮𝐨 𝐥𝐢𝐞𝐭𝐨 𝐟𝐢𝐧𝐞?
Sì ma non è che ci speri tanto. Pensa che probabilmente finirà come sua madre, senza una favola sua, un aiutante in quelle degli altri, e alla fine gli va bene così, non gli interessa essere l'eroe della situazione, ma vorrebbe comunque avere una vita felice ed essere soddisfatto del suo finale. Si accontenterebbe anche di poco.
✔︎ 𝐃𝐞𝐬𝐢𝐝𝐞𝐫𝐢𝐨 𝐩𝐢𝐮̀ 𝐠𝐫𝐚𝐧𝐝𝐞
Trovare qualcuno che lo ami. Non importa in che modo, se in amicizia, in modo romantico, o un legame genitore-figlio. Vuole solamente avere la certezza che almeno una persona sulla faccia della terra lo ama per quello che è, non per il suo potere. Gli basterebbe questo, e sarebbe felice per tutta la vita.
✔︎ 𝐓𝐡𝐞𝐦𝐞 𝐬𝐨𝐧𝐠𝐬
• That's okay - The Hush Sound "And when you're gone, will they say your name? And when you're gone, will they love you the same?"
• Kill the clown - Billie Marten "I am over thrown, I am no one's back, I see everything in color, and I'm done with that"
• Burned Out - Dodie " Oh, how fitting for one so fake, make me a fairy, whatever it takes. And just like her tale, my dream was a scam, you waited, smiling, for this?"
• Happy loner - MARINA " They don't understand why i like being alone: I don't wanna be so accessible. Emotionally, I'm on the edge of a knife, that's how i learn, that's how I learn to survive"
Alla fine sono riuscita a consegnare in tempo ^-^. Spero che sia di tuo gradimento e che il modo in cui ho sviluppato la fata turchina non sia considerato uno stravolgimento.
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