And if you only hold me tight, we'll be holding on forever
Harry chiuse le dita attorno al manico della tazza e la portò tremando alle sue labbra: Louis gli sorrise dolcemente e lo aiutò a tenerla ferma, una piccola mano immersa nei suoi boccoli umidi.
"Aspetta Haz" disse debolmente per poi alzarsi dal lettino dove era accucciato il ragazzo e dirigersi verso un armadietto, sotto lo sguardo spaesato di Harry che pareva perdere quella luce nei suoi occhi non appena Louis si allontanava da lui.
Il fruscio di buste di plastica fece sbattere le palpebre al riccio, perplesso, poggiò la tazza fumante sul lettino accanto a se. Pioveva ancora fuori, Sam Claflin e il soldato Payne si erano ritirati nella tenda del comandante a discutere sul da farsi, intanto avevano chiesto a Louis di portare in infermeria l'incapace relativo e di aspettare là.
Il liscio si avvicinò ad Harry con un asciugamano grigio e prima che il minore potesse aprire bocca Louis glielo mise sul capo, stropicciandogli i ricci. Harry ridacchiò divertito e scrollò il capo facendo cadere la stoffa per terra per poi allungarsi e circondare con entrambe le braccia il busto snello di Louis.
Lo strinse disperatamente e cominciò a strusciare il viso sul suo impermeabile, gli angoli degli occhi che cominciavano a bruciare.
"L-lou..." mugolò, il petto che si stringeva con forza e la paura che il suo cuore sarebbe collassato di dolore da un momento all'altro.
"Hey, Haz-" disse Louis poggiandogli le mani sulle guance e alzandogli il viso, la voce che tremava spaventata. Il braccio ferito fortunatamente non era qualcosa di grave, dunque con una veloce iniezione il dolore era pari a nulla "Non piangere, per favore. Ti eri calmato. Non piangere okay? Io- non so che fare se tu piangi." Lo baciò sulla fronte e sulle tempie con tutto l'amore che riusciva a trovare dentro di se.
Una persona così distrutta, così rovinata.
Solo una povera cosa.
Semplicemente insignificante.
"Lou, non andartene mai più ti prego" singhiozzò Harry, il viso arrossato e le labbra gonfie. Era così piccolo, così fragile. Un piccolo pulcino che doveva essere nascosto, specialmente da quel mondo che di buono non aveva più niente.
Infondo quella idea di non farlo mai uscire di casa per la sua incolumità era la pura dimostrazione dell'amore che Louis nutriva per lui, no?
"Meraviglia" sussurrò il maggiore guardandolo negli occhi 'oh Signore, ti prego fa che il mio amore sia abbastanza' quella frase gli passò fra i ricordi facendogli scendere una lacrima "Amore mio, io non posso, lo sai vero?" represse il bruciore che aveva in gola e che gli ordinava di gridare di frustrazione.
"M-ma Lou..." Harry alzò la voce di qualche tono, ferito nel profondo. Non era quella la risposta che avrebbe voluto. "Io n-non ho m-mai smesso..." prese un profondo respiro cercando di calmarsi invano "...d-di a-amare te, ne-eppure p-per un..." l'aria cominciò a uscire a singhiozzi, le lacrime che rigavano le guance rosse e i capelli scompigliati "se-econdo d-da quando t-te ne sei a-andato..."
Un lampo gli attraversò gli occhi e si portò le mani fra i ricci.
"IO TI ODIO!" gridò con furia, devastato "LOU, PERCHÉ?! PERCHÉ NON SONO SUFFICIENTE?!" lanciò la tazza con il tè caldo verso il pavimento e si gettò sul lettino bianco, cominciando a graffiarsi le braccia nel tentativo di abbracciarsi.
Sam Claflin entrò con passo deciso nella tenda con una siringa in mano: si avvicinò al ragazzo agonizzante sul materasso e lo strattonò da un braccio. "COSA CAZZO STA FACENDO?! LO LASCI!!!" Louis cercò di avventarsi su di loro per liberare Harry ma Liam Payne lo stese a terra con un calcio ben assestato. "LOU!!!" gridò il riccio con tutto il fiato che aveva non appena vide l'ago infilarsi nella sua carne. Sam premette lo stantuffo e Harry si sentì la testa troppo pesante, le palpebre troppo pesanti.
Rieccoli i suoni ovattati, poteva udire la voce del suo amore inveire con furia contro quei due soldati.
"Lou..." sussurrò prima di cadere in avanti, sfracellandosi rovinosamente a terra.
"Louis Tomlinson, tu sei un Súile se non sbaglio" Sam Claflin lo trafiggeva con lo sguardo, inscalfibile, incorrompibile.
Era un uomo dall'enorme bellezza, seppure in quel momento fosse un po' trascurato a causa delle missioni a cui aveva aderito personalmente in gran segreto... ovviamente se per gran segreto si intendeva farsi vedere al campo di battaglia in prima linea.
"Sì signore" rispose solamente Louis, le mani intrecciate in grembo e lo sguardo rivolto verso il ragazzo che dormiva appallottolato sul lettino. Sorrise pensando che quella posizione era la stessa con cui lo trovava ogni sera quando si infilava nel loro letto.
"E dimmi, quando ti hanno operato già conoscevi l'incapace relativo?"
"Signore" Louis avvampò di rabbia, digrignando i denti e imponendosi di rimanere calmo "la prego di smetterla di chiamare Harry come un fottuto malato terminale, è comunque un uomo. In ogni caso, quando mi hanno impiantato il chip io e Harry già vivevamo insieme." si asciugò i palmi sudati sui pantaloni mimetici, il labbro inferiore che sanguinava a causa dei denti che lo torturavano assiduamente.
"TU NON HAI ALCUN DIRITTO DI PARLARE AD UN TUO SUPERIORE IN QUESTO MODO!" gridò Liam mentre una vena sul suo collo si gonfiava velocemente.
"TACI PAYNE!" ordinò Sam massaggiandosi le tempie "Merda ragazzo, ho la testa che scoppia, non metterti a gridare"
Louis aveva previsto che sarebbe stato sottoposto a un interrogatorio un giorno o l'altro, sapeva che avrebbe dovuto dare delle risposte: tuttavia non aveva alcuna intenzione di mettere in pericolo il suo amore, e raccontare la loro vita passata equivaleva a distruggere quella bolla dove si erano rinchiusi.
Dove l'aveva rinchiuso.
"Tomlinson, sono stato informato che hai perso la tua famiglia durante l'attacco alla città di cinque anni fa." Cazzate. "Sono spiacente per la tua perdita, ma vorrei sapere in quale occasione hai preso sotto la tua ala il giovane Styles."
Ecco il momento, quello che faceva tremare le ginocchia e battere forte i denti.
Forse l'amore che provava per il suo Harry era troppo per essere espresso, per avere un'inizio o una fine. Stringeva il corpo devastato del riccio a se per ricostruirlo, per tenerlo per sempre al sicuro: lo faceva perchè lo amava, lo amava alla follia.
"Io, credo di averlo trovato una sera dietro un pub, circa due anni fa." mentì guardando il suo superiore negli occhi. Era sempre stato bravo a mentire, lo considerava un punto di forza. Sam rispose allo sguardo alzando un sopracciglio "In che senso credi?" replicò, le dita che si attorcigliavano fra di loro sul tavolo.
Un fremito percorse la schiena del liscio, i peli delle braccia si rizzarono "Ehm-"
"Signore!" esclamò un soldato entrando nella tenda e salvando momentaneamente Louis che sospirò di sollievo. Il ragazzo riconobbe dalle lunghe gambe e dai chiari occhi castani che si trattava di Michael Holbrook, un giovanissimo Mhéar dai foltissimi ricci che si avvicinava a loro con una cartellina rossa "Ho controllato personalmente non appena sono tornato dal luogo del ritrovamento: nel registro dei malati psichici non è presente nessun ragazzo di nome Harry Styles."
"Tomlinson?" Sam pretese delle spiegazioni poichè stava cominciando ad insospettirsi "Vuoi dirci perchè Harry non è registrato regolarmente?"
"Ho chiesto personalmente due settimane fa di registrarlo come incapace assoluto."Louis si dette internamente il cinque da solo per la prontezza con cui aveva risposto, sembrava infatti che quella fosse una motivazione che aveva convinto un po' tutti.
Liam Payne ci trovava qualcosa di falso in Louis: voleva capire cosa c'era di così finto in lui e un'idea gli balenò in mente facendogli increspare le labbra in un sorriso vittorioso.
"Louis, hai mai pensato alla sorte di Harry quando morirai? Cosa ne sarà di lui precisamente?" Michael Holbrook gli lanciò un'occhiataccia, anche se Payne ricopriva una carica più importante di lui non aveva alcun diritto di parlare in quel modo a un Súile, men che meno a un ragazzo così giovane.
Louis si alzò dalla sedia e lo guardo, scuro in volto: ne aveva abbastanza di quello stronzo di Liam, perchè quella era una chiara minaccia nei confronti del suo Harry e nessuno si doveva permettere di sfiorarlo. Il viso bruciava dalla rabbia e le dita delle mani si muovevano a scatti mentre due occhioni verdi si aprivano lentamente assistendo alla scena silenziosi.
"Liam-" Michael si avvicinò all'uomo robusto e gli poggiò una mano su un braccio in un chiarissimo segnale, una muta richiesta 'piantala di fare il coglione'.
"Cosa Holbrook?! Lo sai anche tu che il compito di Louis è uno dei più rischiosi che affidiamo ai nostri commilitoni! Dico solamente che non c'è neppure la più remota possibilità che lui non abbia mai pensato a una sua dipartita!" Sam spostava lo sguardo dal giovane Tomlinson a Payne, dicendosi che il liscio aveva un grandissimo autocontrollo "In quel caso, non sarebbe saggio per la popolazione rinchiudere Harry in una struttura specializzata? Là hanno certamente tutte le attrezzature per quelli come lui e-"
"GIURO PAYNE CHE TI STACCO LA LINGUA E LA BUTTO IN UN TRITA CARNE!" Louis si lanciò contro i due soldati e cominciarono ad azzuffarsi sotto lo sguardo del loro superiore.
Harry sbattè le palpebre.
Era malato? Lui era pazzo?
Perchè Louis non glelo aveva mai detto?
Ma soprattutto, perchè lo volevano rinchiudere in un ospedale psichiatrico se si sentiva sano come un pesce?
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