Telefoni
In questa parte della raccolta, alcune storie sono legate tra di loro, altre sono qua per tema. Questa è della prima categoria, segue la ff del concerto dei Ghost.
(E scopro ora che pubblico che si sente la canzone in copertina mentre leggi, volo)
Enjoy
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Categoria: Alternative Universe
Protagonisti: Tutta la nuova generazione di angeli e demoni (e Layla)
Spoiler: Nessuno
Trigger/content warning: Parolacce
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Quando arrivarono a scuola quel giorno, Mik, Lilith e Cassiel avevano con loro qualcosa di nuovo. Era un oggetto rettangolare nei loro zaini, che non avevano ancora toccato da quando Ginevra glieli aveva consegnati.
Non erano gli unici ad averli ricevuti, notarono appena giunsero al collegio.
«Guardate. Anche Lux ed Eris hanno uno di quei cosi.» osservò la principessa guardando i due principi dell’inferno.
La loro madre si era presentata nella loro camera con dei telefoni la sera prima. Non aveva dato spiegazioni, aveva detto solo che erano un regalo e che ce n’era uno anche per Cassiel. Li avevano presi, ma non li avevano ancora usati.
Non avevano familiarità con quelle cose. A giudicare da come Luxifer teneva il telefono con una mano e aveva l’altra chiusa a pugno con solo l’indice fuori, Lilith suppose che nemmeno lui ne aveva.
Notò avvicinandosi che con loro c’erano anche Vine, Abrael e Layla; quest’ultima era al centro dell’attenzione, a giudicare da come tutti stavano guardando il suo telefono.
Fu Eris ad avvistarli e a salutarli con un sorriso. «Lilith, Mikhail, Cassiel! Guardate, ci hanno dato dei telefoni!»
«Ce li hanno dati anche a noi!» esclamò Cassiel. «Non ho ben capito come funzionino però.»
«Venite, faccio vedere anche a voi!» esclamò Layla, che pareva contenta di tutte quelle attenzioni.
Lilith e Mik si lanciarono un’occhiata prima di raggiungerli. Lux li fissò e disse: «Telefoni anche per voi quindi?»
«Già.» rispose Mik fissando il suo telefono.
«E immagino non li abbiate neanche accesi.»
Mik aggrottò le sopracciglia. «Come lo sai?»
«Ti ho mandato una foto e non mi hai risposto.»
«Te l’ha mandata solo cinque minuti fa però, appena ha imparato ad usare la fotocamera.» precisò Eris fissando Lux con un sorrisetto canzonatorio.
«Come fai ad avere il… contatto del suo telefono?» chiese Cassiel con le sopracciglia aggrottate.
Lux fissò Eris, che alzò gli occhi al cielo. «Ho chiesto al nonno di regalarci dei telefoni, e lui ha relegato il compito alla nonna e alla mamma, che evidentemente hanno fatto passaparola a vostra madre. Hanno preso telefoni smartphone per tutti e abbiamo i numeri di tutti in rubrica.»
«E che ce ne dovremmo fare dei vostri numeri?» chiese Mik fissando i demoni.
«Me lo chiedo pure io.» rispose Vine fissando i tre angeli con aria schifata.
«Tenerli lì, possono sempre tornare utili.» disse Eris scrollando le spalle.
«Tanto per curiosità, perché vi è venuta voglia di avere dei telefoni?» chiese Cassiel.
«Siamo stati ad un concerto l’altra sera, l’hanno fatto al parco della città. È stato fantastico!» esclamò Layla entusiasta.
«È stato folle.» fece Lux.
«Un concerto?» chiese di nuovo Cassiel. «Come sono? Noi sentiamo solo i cori angelici.»
«E noi i “concerti” del nonno, in fin dei conti ci voleva provare qualcosa di nuovo.» rispose Eris, mimando le virgolette con le dita.
«Non insultare i concerti di piano di Lucifero, ci ammazza se ci sente.» fece Abrael.
«Ma se sono la sua nipote preferita!»
«E che siete andati a sentire?» chiese ancora Cassiel.
«Oh, vi faccio sentire una loro canzone!»
Cliccò a velocità assurda lo schermo luminoso del telefono, cercando qualcosa. Alla fine alzò il volume e una canzone partì.
Belial. Behemoth. Beelzebub.
Asmodeus. Satanas. Lucifer.
Cinque paia di occhi fissarono Layla sconcertate. Lux guardò i tre angeli, la bocca serrata per non scoppiare a ridere alle loro espressioni incredule, e quasi cedette quando vide le stesse espressioni anche su Vine e Abrael.
«Ma che cazzo?» chiese Vine quando quelle sei parole vennero ripetute di nuovo.
«È una band satanica.» spiegò Eris, poi tirò una gomitata a Lux. «E tu piantala di ridere, avevi la loro stessa espressione.»
«Siete andati a vedere una band satanica? Voi due?» ripeté Abrael.
I tre angeli stavano fissando il telefono mentre la canzone proseguiva.
«Io sono stata invitata, Lux mi ha accompagnato.» spiegò Eris. «Non mi avrebbero mai lasciata andare da sola, sapete com’è nostro padre.»
Quando partì il ritornello, Layla lo canticchiò.
Hell Satan, Archangelo
Hell Satan, welcome year zero
Hell Satan, Archangelo
Hell Satan, welcome year zero
I tre angeli fissarono di nuovo l’umana, e quando il ritornello finì e lo stesso coro dell’inizio della canzone iniziò, Lilith parlò.
«Il ritmo non è male.» disse con le sopracciglia aggrottate.
«Il testo però…» fece Cassiel.
«Credo dovrò farmi un bagno nell’acqua santa.» commentò Mik.
«Questa gliela devo dire al nonno, gongolerà fino all’”anno zero”.» fece Lux ad Eris, ignorando l’occhiataccia di Mik.
E poi partì il bridge e calò il silenzio.
He will tremble the nations
Kingdoms to fall one by one
Victim to fall for temptations
A daughter to fall for a son
The ancient serpent deceiver
To masses standing in awe
He will ascend to the heavens
Above the stars of God
Ripartì il ritornello, che venne ascoltato nel più completo silenzio, poi la canzone iniziò a concludersi senza che ci fossero più parole e Layla sorrise, eccitata. «Non è bellissima?!»
A sorpresa, fu Mik il primo a parlare di nuovo. «È… evocativa.»
«Molto catastrofica, tipo.» aggiunse Cassiel.
«Togliendo il testo però non è male.» disse invece Lilith, ricevendo sguardi increduli da parte di tutti. «Insomma, il ritmo e la base… Non ho mai sentito niente del genere.»
«Non dovreste essere in classe, marmocchi?»
Lilith e Cassiel sobbalzarono. Mik sussultò. Layla quasi mollò il telefono. Lux ed Eris si girarono di scatto sull’attenti. Vine e Abrael trasalirono.
Lucifero fissò tutti i presenti con i suoi occhi di ghiaccio. Lilith non conosceva bene il padre dei demoni (e per fortuna, avrebbe aggiunto), ma avrebbe giurato che era divertito dalla scena.
Quando nessuno si mosse fece un unico passo in avanti. Mik prese di scatto il braccio della sorella e quello di Cassiel e le portò dentro la scuola quasi correndo. Layla le superò di corsa, Eris al suo fianco.
Quello era il potere dell’autorevolezza di Lucifero in azione.
Gli altri tre demoni raggiunsero i tre angeli neanche un minuto dopo, le due ragazze ancora tenute da Mik. Lux pareva sul punto di scoppiare a ridere, nonostante Lilith sentisse da lì il cuore battere all’impazzata. Lucifero sapeva celare l’aura e nemmeno loro l’avevano sentito arrivare.
«Che c’è di tanto divertente, cornuto?» chiese Mik infastidito, lasciando finalmente i polsi delle ragazze non vedendo più il padre dei demoni nelle vicinanze.
«Che ho visto il nonno durante quella canzone al concerto, ed era sul palco. Quella canzone gli piace da matti, lo fa sentire potente.» confessò. «Dovevate vederlo.»
«Se lo avessimo visto, non ci avrebbe lasciato vivi per raccontarlo.» osservò Cassiel. «E ora andiamo prima che arrivi qui e ci ficchi in classe lui stesso.»
«Non gliene frega niente di voi pennuti, non temere. Al massimo rischiamo noi.» rispose Vine seccata.
«Al massimo rischio io, non farebbe mai del male alla sua amata figliola e al suo nipote maschio primogenito.» gemette Abrael con tono abbastanza drammatico da far sorridere tutti i presenti.
«Va bene, andiamo. Le lezioni sull’uso dei telefoni possono attendere.» disse Mik prima di andare verso la classe. Lilith lo seguì, e Lux chiuse la fila quando entrarono in classe.
Si beccarono una sgridata per il ritardo, ma nessuno riuscì a sentirsi in colpa per la cosa.
Quei telefoni avrebbero di certo apportato qualche cambiamento nelle loro vite.
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