Shout

Per quanto i miei mi sfottano che spesso ascolto musica vecchia, io continuo a sentirla. Quando ho scoperto questa nella sua versione originale e ho visto il testo, la mente ha iniziato a correre... Ed eccoci qui.
Enjoy

~•~

Categoria: Alternative Universe
Protagonisti: Lilith la Rossa e Vine
Spoiler: Di ZB (però è un AU di Zaffiro Blu quindi...)
Trigger/content warning: Nessuno

~•~

Da quando avevano introdotto un po’ di tecnologia agli inferi, l’atmosfera pareva essersi fatta più leggera.

Vine all’inizio pensò di esserselo immaginato: i pasti con i nobili erano sempre tediosi e noiosi, così come ogni incontro, ogni celebrazione: quelli venivano seguiti come sempre.

Era fuori da quegli eventi che qualcosa pareva essere cambiato. Vine se ne rese conto la prima volta che incrociò Eris in corridoio mentre canticchiava tra sé una canzone, e poi quando Abrael iniziò a farle vedere qualche video stupido mentre attendevano l’arrivo dell’auto per riportarli agli inferi dopo le lezioni al collegio Rovoscuro. Persino i rapporti con i pennuti si erano fatti meno conflittuali: aveva finto di non accorgersene, ma aveva già visto Luxifer e la pennuta monca condividere le cuffie per far sentire all’altro qualche nuova canzone.

Vine non ci aveva ancora preso così tanto la mano. Dopo che l’amichetta di Eris, Layla, aveva spiegato a tutti come funzionavano, lei aveva usato il telefono solo per mandare pochi messaggi e per salvare qualche rara canzone. Non si fidava ancora di quegli aggeggi luminosi.

La persona però che più di tutti pareva aver giovato da quella modernizzazione era stata sua madre. Lei pareva più raggiante che mai, spesso con delle cuffie nere sulle orecchie per ascoltare qualche canzone.

Vine sapeva che sua madre aveva vissuto per molto tempo fuori dagli inferi per via dei vari esili decisi da suo padre, ma fino a quel momento non aveva pensato a cos’aveva effettivamente fatto. Aveva senso che avesse sentito musica nel mentre, e probabilmente la stava riscoprendo.

Quel giorno andò da lei per chiederle in prestito delle scarpe col tacco per uscire, dal momento che non aveva alcuna voglia di scomodare il nonno e i suoi sarti. Si fermò davanti alla porta della sua camera, sentendo una melodia soffocata, poi decise che attendere che finisse era inutile e bussò alla porta.

Lilith la rossa le aprì immediatamente. Indossava un abito verde piuttosto semplice, che in qualche modo la rendeva bella come quando indossava gli abiti più raffinati.

«Oh, tesoro. Vieni, entra pure.»

Vine entrò e chiuse la porta alle spalle mentre la madre andava ad abbassare la musica. Si guardò intorno un momento e chiese: «Che… stai facendo?»

«Oh, niente di ché, ho trovato alcune canzoni che sentivo in giro anni fa e le stavo riascoltando. È così diverso rispetto a secoli fa… Ci sono molte canzoni che sono andate perdute e magari io sono l’unica a ricordarle ancora. Ora invece si possono riascoltare sempre, è meraviglioso.»

Il sorriso si attenuò un istante e aggiunse: «Ho ritrovato anche una canzone che mi faceva sempre pensare a tuo padre quando la sentivo. Mi sembra assurdo che siano accadute tante cose da allora.»

Vine fissò la madre per un istante, poi chiese: «Che canzone?»

La rossa ampliò il sorriso. «Hai voglia di sentirla?»

Vine annuì. Lilith corse verso il telefono, entusiasta come una bambina. In neanche un minuto la canzone che stava ascoltando venne interrotta, sostituita da quelle che parevano maracas e da un tintinnio. Pochi secondi e partì la canzone.

Shout
Shout
Let it all out
These are the things I can do without
Come on
I'm talking to you
Come on

Vine non aveva idea di che genere di musica ascoltasse sua madre, ma non si aspettava una canzone dalla melodia così cupa. E in inglese, soprattutto: ovviamente lei lo sapeva e ovviamente lo sapeva Lucifero, ma non pensava sua madre sapesse altre lingue.

Shout
Shout
Let it all out
These are the things I can do without
Come on
I'm talking to you
Come on

In violent times
You shouldn't have to sell your soul
In black and white
They really, really ought to know
Those one track minds
That took you for a working boy
Kiss them goodbye
You shouldn't have to jump for joy
You shouldn't have to jump for joy

La madre si stava muovendo a tempo in mezzo alla stanza, gli occhi chiusi. Vine si era seduta sul letto e rimase a guardarla mentre la canzone proseguiva.

Shout
Shout
Let it all out
These are the things I can do without
Come on
I'm talking to you
Come on

They gave you life
And in return you gave them hell
As cold as ice
I hope we live to tell the tale
I hope we live to tell the tale

Vine vide mentalmente suo padre cadere dal paradiso a quelle parole, e capì perché sua madre la associasse a lui.

Shout
Shout
Let it all out
These are the things I can do without
Come on
I'm talking to you
Come on

Lilith si era messa a cantare. Aprì gli occhi e la invitò con una mano ad andare a ballare con lei. Dal momento che suo padre non era nelle vicinanze a giudicarle, prese la sua mano e iniziò a muoversi a ritmo con lei, tenendo entrambe le sue mani.

Shout
Shout
Let it all out
These are the things I can do without
Come on
I'm talking to you
Come on

Shout
Shout
Let it all out (let it all out)
These are the things I can do without
Come on
I'm talking to you
Come on

And when you've taken down your guard
If I could change your mind
I'd really love to break your heart
I'd really love to break your heart

Quattro versi in cui si era rivista nella sua relazione con Lucifero. Vine lo capì immediatamente, e immaginò sua madre in una camera buia a piangere mentre sentiva quella voce urlare.

Ora però stava ballando con lei, e sorrideva.

Shout
Shout
Let it all out
These are the things I can do without
(I'd really love to break your heart) come on
I'm talking to you
Come on

Shout
Shout
Let it all out
These are the things I can do without
Come on
I'm talking to you
Come on

Quel ritornello continuò a ripetersi ancora, ipnotizzando Vine. Era una bella canzone, anche se dubitava di poterla sentire ancora senza pensare ai suoi genitori.

La musica e la voce iniziarono ad attenuarsi, finché la canzone non finì. Mentre un’altra la sostituiva, Lilith guardò sua figlia e le rivolse un sorriso con cui avrebbe potuto calmare la belva più feroce.

In effetti, ne aveva già calmata una ed era diventata sua moglie. Vine ricambiò quel sorriso, poi si girò verso la porta e si immobilizzò.

Lucifero stava fissando Lilith con uno sguardo così intenso che qualunque cosa nel mezzo sarebbe di certo finita in cenere. La demone si accorse che non erano più sole solo quando lui si avvicinò e la strinse da dietro, facendole tirare un urlo.

«Quindi è questo ciò che pensavi mentre non eravamo insieme?»

«Lucifero! Che spavento!»

Vine decise di defilarsi prima di vedere dove sarebbe andata a parare quella conversazione. Si fermò un volo all’armadio della madre a prendere le scarpe che voleva, poi uscì chiudendosi la porta alle spalle.

Andò in camera sua e recuperò dallo zaino il proprio telefono, poi trascrisse il ritornello su Google. Appena trovò la canzone, decise di salvarla con le altre che le erano piaciute.

Quella canzone e quel ricordo li avrebbe conservati per sempre.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top