XI - We move lightly

Buio.
La lampadina sul comodino è spenta.
La schiena appoggiata sul letto.
Chiudo gli occhi, pesanti.
È così bello.
Così rilassante.
Così strano stare ferma qui, senza fare nulla.
Fuori sta piovendo.
Dalla finestra aperta sul balcone posso sentire le gocce d'acqua che precipitano, copiose.
Avverto il loro urto contro il tetto del palazzo.
Tante piccole esplosioni.
Paiono voler nascondere il silenzio che ha invaso la stanza.
Eppure si fondono in esso.

Accade qualcosa.
Musica.
Una melodia, lieve, sta nascendo.
Sembra sgorgare dalla mia anima.
Sembra sollevarsi.
Salire.
Dapprima timida, impacciata.
Esitante.
Poi più intensa.

Lo fa con dolcezza.
Come una farfalla che dispiega le sue ali.
Come una mano tesa.
Come una rinascita, dopo un tempo lontano.

Come la primavera.

Al cuore una strana sensazione, simile a una carezza delicata.
Il corpo mi ha abbandonata.
I sensi in paralisi, in questa danza di sensazioni.
Vorrei che fosse sempre così.
Vorrei rimanere immobile, in questo stato che non è moto, eppure è la cosa più simile alla vita di qualsiasi altra che abbia mai sperimentato.

Forse mi sto addormentando.

O forse mi sto svegliando.

Sollevo le palpebre.
Fuori sta ancora piovendo.
Inizia a fare freddo.

Accendo la lampadina.

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