P.O.V. - ADRIAN
Poco importa che cosa odiamo, purché odiamo qualcosa.
(Samuel Butler)
Quel pomeriggio finalmente avevo concluso la lettura di un libro fantasy che mi incuriosiva parecchio.
Ci avevo messo più del dovuto a leggerlo, all'incirca una settimana perché volevo assaporare ogni pagina di quella meravigliosa storia.
Fortunatamente nessuna scena sentimentale... le odiavo.
Perché erano tutti a struggersi per queste cose insignificanti?
Solo una scena hot tra un pirata galattico e la sua aiutante.
Oh quella mi piaceva e pure parecchio.
A chi non piace il sesso?!
Leggere mi faceva stare bene con me stesso, sembrava calmarmi.
Volevo l'anonimato, nessuno doveva conoscere il vero me.
Divorare libri pareva tranquillizzarmi pure con gli altri, anche se amici non ne avevo, anzi non li desideravo.
Non ne avevo bisogno.
Stare in quella città tra l'altro era solo una cosa momentanea.
Gli individui che mi circondano li definisco conoscenti, compagni di classe.
Non voglio sentirmi unito a nessuno, i legami ed io siamo due cose opposte.
I pochi tizi con cui chiacchiero, sono i ragazzi che frequentano il club di lettura, parliamo solo di libri.
Le uniche persone a cui ero veramente legato, ora non ci sono.
La mia famiglia se n'è andata via per curare mio fratello minore e non sopporto questa cosa.
Volevo stare anch'io con loro.
Non sono un essere insensibile in fondo.
Le emozioni, i sentimenti, purtroppo li comprendo.
Abitare qui mi irrita. LEI mi stizza...
Preferivo restare solo nella mia casa, lì avevo le mie abitudini, i miei spazi e qualche conoscente più intimo.
I miei genitori insistevano nel volermi vedere spensierato.
Dicevano che ero nell'età più bella e mi spettava godermela. Inoltre ero obbligato a finire il liceo, dovevo diplomarmi quest'anno.
Ma disprezzavo stare così male.
Non lo ammettevo, ma mi mancava terribilmente la mia famiglia e immaginare il mio fratellino costantemente in ospedale, mi frantumava il cuore... per la seconda volta.
Un bambino dovrebbe pensare solo a divertirsi, essere felice, giocare con altri marmocchi e ogni santo giorno pregavo affinché quella tortura per lui finisse.
Pretendevo egoisticamente che quel martirio si concludesse anche per me.
Quella casa era ospitale, i genitori di Judie erano gentili, li conoscevo da sempre e per loro ero importante.
In realtà, non riuscivo ad aprirmi del tutto nemmeno con loro, ma gli ero grato perché mi avevano accolto subito, senza rifletterci un secondo e erano lì continuamente a preoccuparsi pure per la scuola.
Io stavo bene.
A lezione ero solo un po' solitario, concentrato come sempre nel mio mondo, ma la cosa che disapprovavo immensamente era il loro voler vedere me e Judie più congiunti.
Solo il nome mi infastidiva come l'ortica.
Non so precisamente quando il mio odio nei suoi confronti sia cresciuto così tanto.
Ero sicuro, non la desideravo nella mia vita... non più!
Per un piccolo istante della mia esistenza le avevo socchiuso la parta del mio cuore aspettando che entrasse, che fosse davvero una mia amica, un'altra delle poche persone fondamentali della mia essenza.
Ma non era così, non lo è mai stato.
Lei si comporta normalmente.
Probabilmente non lo sa o non lo ricorda.
Non rammentava quella cosa tanto importante... per me.
Alla fine non avevamo mai legato veramente.
Negli anni precedenti era sempre stato solo uno scambio di poche parole di circostanza.
Non era mai iniziata davvero, l'amicizia intendo.
La parola AMORE mi inasprisce quasi quanto il suo maledetto nome!
Io all'amore non ci penso, non voglio amare nessuno, non voglio legarmi.
Figuriamoci innamorarmi.
Voglio esistere solo per me. L'amore mi fa schifo!
Non è gioia... fa soffrire, ti squarcia l'anima, ti logora!
Io voglio essere felice sempre, quindi non posso provare questo sentimento.
Non le voglio le ragazze!
Uomini e donne si soddisfano a vicenda.
Per me le donne sono state create per un godere reciproco, per giocarci, persuaderle, stuzzicarle, per farci sesso. Un innocente piacere. La soddisfazione di qualche ora di lussuria e basta.
È sempre stato questo il mio pensiero o forse si è insidiato dentro la mia mente da quando la porta che avevo socchiuso, si è chiusa definitivamente.
Aveva mandato tutto a fottersi!!
Miseria! Stavo già da un'ora con la testa per aria, perché pensavo a queste cose ridicole?!
Passeggiavo per un parco che non avevo mai notato, era carino. C'erano delle giostre per bambini e vicino c'era un prato immenso pieno di fiori colorati sembrava un quadro con tanti schizzi color lavanda, rosa, bianco, giallo...
Da lontano vedevo il sole tramontare e riempire il cielo di tante sfumature rosse ed arancioni.
Improvvisamente nell'erba intravidi un batuffolo bianco abbastanza grande.
Strano veramente.
Mi avvicinai incuriosito e a quel punto non potevo celare il mio stupore.
Un cagnolino.
Eppure non c'era nessuno lì vicino, mi avvicinai di qualche altro passo.
Non si muoveva, così mi abbassai verso di lui preoccupato, mi affiancò contento leccando le mie mani.
Non avevo mai accarezzato un cane, non possedevo animali a casa.
Non mi interessavano, non mi ispiravano.
Però in quel momento, qualcosa mi spinse ad appoggiare le dita sulla sua testa e con movimenti delicati incominciai a coccolarlo.
Il cucciolo pareva davvero entusiasta, scodinzolava energicamente.
Aveva il pelo un po' crespo, come a toccare la lana grezza.
Non sapevo come comportarmi, se andare via.
Non era un problema mio in fondo.
Poi il fragore di passi.
Non mi girai.
Immaginai fosse qualche bambino nel parco giochi, ma i passi continuavano decidi nella mia direzione.
Improvvisamente sentii imprecare.
Quella voce leggera, la conoscevo fin troppo bene.
Mi voltai di scatto per averne la conferma, Judie.
Avvertii la rabbia invadermi pericolosamente.
Perché era lì? Perché cazzo si stava avvicinando a me?? Che cosa voleva?
La fulminai con lo sguardo ripetute volte.
Avevo la mascella contratta dal nervosismo.
Detestavo la sua presenza, non volevo assolutamente stare lì con lei.
Probabilmente impaurita, si fermò qualche centimetro dietro la mia schiena.
La sua presenza mi infastidiva ancora, sempre di più.
Il vento lieve mi riempì le narici del suo solito profumo alla vaniglia.
Cercai di prendere aria.
Feci un bel respiro e le parlai.
Mi costò tanto chiarire perché ero in quella posizione con quel cagnolino.
Io non le dovevo nessuna spiegazione, ma lei con la sua vicinanza quasi la reclamava.
Intimorita con la sua solita voce soffice mi disse che la sua amica poteva aiutarci, faceva volontariato in un rifugio per animali.
Ecco la soluzione ai miei problemi.
Non mi sarei più incuriosito per nulla.
Basta percepire sentimenti, voglio sentirmi svuotato dalle emozioni. Mi soffocano.
Così di scatto presi il cucciolo e mi alzai.
La luce del sole era svanita frugale e il lampione illuminava la figura di Judie.
I capelli castani un po' mossi le incorniciavano il viso piccolo.
I suoi grandi occhi verdi mi fissavano sconcertati, sapevo che lei aveva paura di me e questa cosa mi faceva sentire potente, ne godevo interiormente perché così potevo ereggere un muro verso di lei invalicabile.
Le sue labbra rossastre dischiuse cercavano di dire qualcosa, ma i miei occhi famelici si posarono sul suo fisico scarsamente sensuale.
Piano con le mie iridi bramose percorrevo ogni centimetro di quel dannato corpo.
Era bassa per mia fortuna, potevo guardarla bene dall'alto, con quel sottile ghigno di superiorità.
Sgranai gli occhi leggermente, in un movimento impercettibile e con mio stupore dalla sua sottile maglia bianca, la luce del fanale vivacizzava il suo seno sodo.
Dal tessuto traspariva la forma dei suoi capezzoli grandi, turgidi.
Riuscivo a scorgere benissimo il suo busto denudato.
Sentii sensazioni contrastanti, così senza dire nulla, le posi il cane e mi incamminai veloce verso casa.
"RICORDA NESSUNA EREZIONE CON LEI" mi ripetevo mentalmente, in una sorta di frustrazione fisica.
Non dovevo assolutamente dimenticare in questi momenti quanto la odiassi.
Infine la ascoltai sbraitare come una pazza perché l'avevo lasciata lì, da sola con il cucciolo, ma continuai a camminare impassibile.
Ora il problema era suo.
Ero quasi giunto a casa e i pensieri mi affollavano la mente in un subbuglio di sensazioni.
Perché la giornata era andata così male?!
La colpa era sua!
Niente più passeggiate del genere, sarei rimasto chiuso in biblioteca a leggere o in camera mia.
Aprii la porta di casa e come al solito non c'era ancora nessuno. Salii le scale e mi distesi sul letto morbido.
Cercavo di inalare più aria possibile perché ero adirato... furioso con lei!
Sentii dopo dieci minuti la porta aprirsi frettolosamente.
Convinto fossero i suoi genitori, uscii dalla stanza per salutarli, il corridoio davanti a me era buio come i miei sentimenti.
Poi un'ombra davanti a me.
La vidi trasalire.
Judie.
Vederla saltare mi fece sorridere beffardo, potevo percepire il suo terrore e volevo schiacciarla, renderla polvere sotto i miei piedi.
Prese un bel respiro, probabilmente era incavolata, ma dall'oscurità dell'androne non riuscivo a focalizzarla bene in volto.
Iniziò ad urlarmi contro furiosamente, io non gradivo interagire con lei, la volevo semplicemente fuori dalla mia vita.
Le era tanto difficile? Sembrava ronzarmi sempre intorno!
Feci per andarmene, ma fu un attimo. Qualcosa spezzò l'aria soffusa.
Come un piatto che cade al suolo, mille schegge che scalfiscono le pareti in un grande boato.
Una mano piccola e fine, mi strinse il polso.
Ero imbestialito, volevo ucciderla!
"Cazzo non devi toccarmi!!
Non sfiorarmi!
CAZZO NON LAMBIRMI ...di nuovo!!"
Volevo urlarle a squarcia gola! Ero una vera bestia!
Nello stesso instante udii un click lieve e la porta di casa aprirsi leggermente.
Non potevo più fare nulla, così con forza tirai via il mio polso da quella maledetta presa.
Ora non c'erano dubbi: la disprezzavo ancora di più se era possibile!
Oh mia cara Judie, sei stata tu a firmare la tua condanna a morte sappilo!
Il muro che ho eretto per proteggermi da te, dal tuo falso buonismo, dal tuo viso d'angelo che cela tutt'altro, l'hai abbattuto senza valutarne i danni!
Sei entrata da sola nella tana del lupo!
Preparati a pagarne le conseguenze!
BOOKTRAILER ❤️
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top