P. O. V. - ADRIAN 15
"Il fascino per sua natura cela sempre un lato oscuro."
- Marco Trevisan
Lasciare Newport doveva darmi finalmente un senso di libertà e quiete, eppure, non era stato così...
Scappare via da lì, da lei era stato più difficile di quanto potessi immaginare.
Era ora di pranzo ed ero già arrivato in aeroporto, tuttavia, la mia essenza mi metteva ancora alla prova... dubitava delle mie scelte, delle motivazioni che mi avevano spinto ad allontanarmi da Judie...
Ero confuso.
In quel posto immenso colmo di persone sconosciute, mi addentrai velocemente in una piccola fila per salire definitivamente sull'aereo che mi avrebbe riportato a San Francisco.
Avevo salutato frettolosamente i genitori di Judie, quasi con indifferenza perché guardare i loro occhi pieni di aspettative nei miei confronti era veramente scombussolante...
Paul e Callie desideravano che tornassi da loro e per un attimo, ne fui realmente felice poiché si erano interessati continuamente a me, più della mia vera famiglia.
Adesso, dopo un breve e stancante attesa, ero finalmente seduto nell'aereo...
Respirai profondamente mentre mettevo la cintura di sicurezza perché una parte di me era dannatamente irrequieta.
Intanto, il tragitto era ancora lungo, mancavano più di due ore al mio arrivo a San Francisco e il mio cuore a quella concretezza, stranamente, si sentì perennemente angosciato ed afflitto dalle mie stesse valutazioni...
Stavo impazzendo... Non mi capivo più.
Dov'era finita la mia anima spregevole?
Inoltre, quell'attesa interminabile, inevitabilmente, la mia mente mi avrebbe costretto a pensare a lei poiché Judie era già il mio fardello, la mia ossessione.
Scegliere di tornare a casa dai miei genitori non era stato semplice, era l'unico motivo che, in verità, inizialmente mi tratteneva a Newport.
Il rapporto con i miei familiari, non era mai stato perfetto...
Non mi ero mai sentito importante per loro e probabilmente, questo aveva portato il nostro legame ad essere ancora più burrascoso.
Tuttavia, il mio cuore era davvero contento di poter riabbracciare di nuovo mio fratello.
Lui, il suo sorriso erano sempre stati la mia unica e vera compagnia.
Ryan era essenziale per me.
Era la mia sola gioia in quella situazione decisamente complicata...
Con lui potevo essere me stesso, la mia essenza benevole e amorevole emergeva senza aver timore di poter essere ferita inaspettatamente.
Comunque, il mio cervello stava per esplodere, ero in oblio, ormai, alla deriva...
Judie era il mio pensiero fisso e non doveva essere così.
Allora, mi guardai intorno attentamente in cerca di una distrazione da quelle mie riflessioni opprimenti, ma non ne trovai nessuna.
Eppure, mentre continuavo a torturarmi involontariamente, notai dei particolari accanto a me a cui non avevo dato importanza prima.
Il passeggero seduto vicino alla mia slanciata corporatura era un signore abbastanza anziano e dormiva profondamente. Quel tipo aveva dei lunghi capelli bianchi, un giubbotto color ambra e un espressione lievemente serena.
Per un istante, mi rammentò vagamente il protagonista di un film di Natale che avevo visto da bambino a casa di Judie.
Cazzo!
Continuavo a pensare a lei!
Dovevo cancellarla dalla mia esistenza!
Dovevo riuscirci...
Il sedile dov'ero posizionato era veramente scomodo e quella specie di aria condizionata che doveva darmi sollievo in quell'aggeggio di metallo, era maledettamente bassa...
Sentivo troppo caldo.
Inoltre, l'aereo era pieno di persone di varie nazionalità e fui estremamente felice di non conoscere nessuno in quel luogo poiché era confortato nel sapere che non avrei affrontato ancora lo sguardo sincero del mio fardello, di non avere più la possibilità di incrociarlo giacché rischiava, irrimediabilmente, di far apparire la mia parte fragile, quella affabile...
Judie più volte mi aveva urlato contro quanto ci tenesse a me, quanto desiderava che restassi a Newport e a quelle parole disperate il mio cuore, in maniera irreparabile, fu trafitto da tagli profondi ancora sanguinanti...
Sentire quanto mi amasse davvero era decisamente terrorizzante e nel contempo, quasi rincuorante.
Inoltre, Judie mi aveva chiesto con evidente afflizione il motivo della mia partenza, ma non avevo avuto il coraggio di ammetterlo neanche a me stesso...
Quella verità inevitabile era sconcertante anche per me, perciò, ero scappato via da una realtà che non potevo più negare...
Dalla quale rischiavo di non poter più sfuggire, restando al suo fianco.
JUDIE MI PIACEVA, MI PIACEVA DAVVERO E FORSE, MI PIACEVA ANCHE TROPPO...
ED ERA QUESTO AD ESSERE SERIAMENTE PERICOLOSO.
Avevo provato con tutto me stesso ad evitare quella tangibilità, ad ignorare il mio tormento per lei, ma non era servito a nulla...
Adesso, non potevo rischiare di trasformare quel piacere fisico in un sentimento più profondo.
Perciò, l'unica via d'uscita per la mia salvezza era fuggire dai suoi occhi limpidi, desiderosi del mio amore.
Ciononostante, non immaginavo assolutamente di essere ancora così dannatamente debole...
Dov'era finita la mia essenza crudele?
Judie mi stava cambiando e dovevo proteggermi da quella effettività.
Tuttavia, non avevo ancora compreso che il suo pensiero mi avrebbe perseguitato ovunque io fossi stato.
Era illogico il mio interesse per lei, eppure, era talmente forte la mia fissazione per Judie che ero sprofondato nelle mie stesse tentazioni...
La sera precedente avevo trascorso del tempo al fast food con degli studenti del mio corso di lettura per evitare di raggiungere Judie per l'ultima volta nella sua stanza e rischiare, irrimediabilmente, di riflettere sulla mia immediata partenza ed essere tentato da lei nel rimandare ancora il mio ritorno a San Francisco.
Alla fine, però, al mio rientro a casa, sopraffatto da emozioni inspiegabili, ero ugualmente giunto, senza rendermene conto, di fronte alla porta della sua camera... Ma era chiusa.
Fu un bene, un miracolo perché quell'eventualità insperata mi aiutò a placare quella mia incomprensibile smania per lei...
Probabilmente, essendo tardi, Judie stava già dormendo perciò, fortunatamente avevo schivato quel capriccio anche se in realtà, non ero pronto ad entrare perché quel mio comportamento era nuovamente incoerente, ma non potevo assolutamente cadere nelle braccia del mio fardello perché ora, quella luce che Judie rappresentava per me era davvero spaventosa, quasi mi incuteva timore... Non potevo fidarmi, non potevo permetterle di distruggere la mia corazza rischiando, inevitabilmente, di soffrire ancora giacché alcune ferite non erano ancora guarite.
Le mie cicatrici continuavano a far male.
Eppure, non fu facile allontanarmi da lei, non fu semplice accettare un presente un cui sarei stato di nuovo solo e con fatica, mi diressi verso la mi stanza...
Camminavo lentamente poiché in quell'istante cruciale, mi resi conto che con quella mia scelta avrei ferito seriamente anche lei, ma adesso, dovevo assolutamente evitare di incrociare il suo sguardo supplichevole e di dirle in faccia che sarei partito il giorno seguente...
Così, in quella maniera silenziosa, le dissi addio.
Era stato abbastanza difficile decidere di lasciare Newport...
In quella città avevo provato con tutte le mie forze ad essere una persona diversa, ancora più menefreghista... Tuttavia, il mio piano di vendetta nei confronti di Judie, involontariamente, si era rivolto contro di me e a quel punto, era stato complicato anche decidere di scappare via da lei, dal suo tormento inappagato poiché da quando il mio corpo si era unito veramente al suo, non era stato solamente il sesso ad incidermi...
Adesso, il mio desiderio per Judie era diventato ancora più intollerabile, ancora più devastante perché quell'atto prettamente fisico, non mi bastava più.
I minuti passavano veloci proprio come i miei pensieri rumorosi...
Stringevo tra le mani il mio cellulare e inconsapevolmente, fissavo lo schermo.
Ad essere sincero, aspettavo che si illuminasse il display per un messaggio o una chiamata...
Tuttavia, quella realtà subdola era inaccettabile.
Aspettavo segretamente un suo contatto, prima che si dimenticasse completamente di me, perché la verità che mi stava torturando era molteplice...
Le sarei mancato davvero?
Judie era realmente innamorata di me?
Quel suo sentimento nei miei riguardi era veramente così forte?
Quel giorno cruciale avevo sbagliato di nuovo...
La mia essenza benevole era riemersa senza il mio consenso e in maniera irrazionale, avevo preteso il suo numero di cellulare quando lei aveva chiesto il mio.
Non conoscevo il motivo di quel mio gesto sconsiderato dato che dovevo solo essere indifferente con lei, ma probabilmente avere qualcosa che mi legasse, anche se minimamente a Judie, mi dava conforto...
Quel contatto disperato che cercavo, senza alcuna logica, ora mi stava castigando perché avere il suo numero era una perenne tentazione e nel contempo, la mia afflizione.
Non l'avrei mai chiamata, era ovvio. Non dovevo telefonarla e forse, giunto a quel punto, sarebbe stato più opportuno cancellare immediatamente il suo numero, soprattutto per poterla dimenticare sul serio.
Tuttavia, una parte di me temeva davvero che nulla mi avrebbe fatto dimenticare ciò che mi aveva sempre unito a lei, ciò che mi attraeva di lei, quello che mi piaceva veramente di Judie...
Non potevo più reprimere quella concretezza...
Una parte segreta di me desiderava un suo avvicinamento, non voleva che Judie cancellasse dalla sua mente quello che avevamo condiviso. Ciononostante, dovevo assolutamente smettere di pensare a lei perché il mio fardello non doveva chiamarmi, non doveva cercarmi poiché a quel punto, irrimediabilmente, sarei stato costretto sul serio a bloccare il suo numero di telefono pur di tutelarmi.
Ero andato via senza salutarla, senza affrontarla proprio perché quel suo sguardo disperato, probabilmente, mi avrebbe reso ancora più difficile fuggire veramente via.
Io ci tenevo a lei, Judie per me era importante e questa sensazione indescrivibile mi faceva bene, ma anche male... Mi spaventava perché dipendere da un'altra persona, eliminare ogni mia barriera era davvero rischioso.
Forse non mi sarebbe nemmeno mancata un po', perciò, dovevo assolutamente smettere di invadere il mio cervello con il suo pensiero... Ero partito per schiarirmi le idee!
Le avevo mentito decido che non sarei più tornato, ma in verità, un giorno avrei dovuto fronteggiare di nuovo il suo sguardo speranzoso perché i miei genitori erano stati chiari... Dovevo continuare la scuola a Newport, prendere il diploma lì.
Ciononostante, avevo escogitato un piano per salvaguardare la mia esistenza... Avevo già programmato la mia nuova vita a San Francisco.
Nella mia città avrei trascorso giornate diverse da quelle di Newport, solamente per poter dimenticare Judie.
Dovevo provare ad ogni costo a cancellarla dalla mia essenza perché adesso, il suo ricordo faceva assurdamente male.
Prima della mia partenza, avevo già attuato il mio piano...
Avevo contattato delle tipe che già conoscevo per passare del tempo con loro e mi sarei divertito, avrei sotterrato di nuovo la mia parte benevole pur di salvarmi da quel presente che non mi apparteneva.
Con quelle ragazze avrei trascorso serate esclusivamente di sesso, eliminando il significato che aveva avuto per me quell'unione con Judie...
E ci sarei riuscito dato che avrei passato sicuramente la maggior parte delle mie giornate con Hanna.
Lei era sempre stata perdutamente innamorata di me, che cosa ci vedesse di speciale in me non l'avevo mai capito e nemmeno me ne fregava.
Ci eravamo conosciuti un anno prima della maledetta notte in cui la mia anima si spezzò totalmente per il comportamento crudele di Judie...
Io e Hanna stavamo nello stesso corso di storia.
Non l'avevo mai considerata nemmeno una vera amica, cercavo solo di sopravvivere, di non legarmi a nessuno perché per me le amicizie autentiche nemmeno esistevano, ma forse, ero soltanto plagiato dal ricordo agrodolce di Judie o probabilmente, soltanto dal suo riflesso doloroso.
Lo so, era meschino, ma era questo il mio progetto, avrei usato Hanna per proteggermi dal mio fardello...
Tra l'altro, non ci vedevo nulla di sbagliato dato che avevo già fatto sesso con lei in passato.
Eppure, il mio cervello era ancora fermo su Judie giacché se quella concretezza con lei mi terrorizzava, allora perché la sua mancanza faceva così male?
Non doveva ferirmi, eppure, Judie anche se lontana, era riuscita ugualmente a scombussolarmi.
Quella sensazione di vuoto, che ora percepivo, era quasi insostenibile... Era una sofferenza inusuale.
Era assurdo anche solo pensare che, probabilmente, avevo bisogno del suo amore, della sua presenza per stare in pace con me stesso...
Era veramente ridicolo!
Tuttavia, quella calura che aveva stravolto la mia vita così bisognosa di sostegno, di non restare ancora abbracciata alla solitudine, aveva ripreso a sentirsi bene solamente grazie a lei...
Proprio dalla persona che dovevo tenere distante...
Ma era, ormai, innegabile.
Quel piacere che avevo percepito quella sera, non era dovuto solo a quell'atto fisico, andava ben oltre...
Era un qualcosa che non potevo più gestire lì, nella sua stessa abitazione, con i miei occhi che inevitabilmente si incatenavano ai suoi ogni volta che la incontravo.
Riuscivo a sentirlo adesso, era illogico per me, ma i sentimenti che Judie provava nei miei confronti erano evidenti ed autentici... Perciò, avevo raggiunto il mio obiettivo, ma di quello non me ne importava più perché ero soltanto sconvolto da quella realtà quasi impossibile ed immaginabile dato quello che era accaduto in passato tra di noi...
Potevo affidare la mia vita a lei?
Il mio piano aveva funzionato, l'avevo fatta innamorare veramente di me, ma non avevo assolutamente valutato i pericoli poiché ora, ero decisamente in bilico... Rischiavo seriamente di far emergere la mia vera natura, quella buona, quella amorevole anche con lei.
Non potevo cedere!
Tuttavia, adesso, seduto in quell'aereo, circondato da tanti sconosciuti la sua assenza diventava sempre più percepibile...
Ero lì, davvero distante fisicamente da lei. Ciononostante, mi sentivo estremamente smarrito, in conflitto con me stesso perché avevo malauguratamente compreso che non esisteva nessun posto dove non sarei riuscito a pensare costantemente a Judie.
Il tormento di lei era incessante, mi perseguitava da anni e ora, in maniera irreparabile, quei miei improbabili sentimenti diventavano sempre più prepotenti, sempre più indiscutibili...
Avevo paura, ero spaventato da quello che adesso Judie significava per me.
Ero pieno di dubbi ed insicurezze...
Mi sentivo dannatamente fragile ed inerme a quel presente colmo di increspature.
M chiedevo ripetutamente, dentro di me, se stare lontano da Judie fosse davvero la soluzione ai miei problemi...
Ma se non era quella, allora qual era?
Ero confuso... ma dovevo essere forte!
Presto avrei continuato la mia vita a San Francisco con altre ragazze.
La mia esistenza sarebbe rinata, favorendo la mia parte cattiva e menefreghista, solamente per proteggere la mia anima ricolma di cicatrici...
E finalmente non avrei più pensato a lei, non mi sarei più torturato la mente con domande futili.
Il mio cuore non avrebbe più tentennato a causa sua...
Giacché, Judie mi avrebbe davvero accettato?
Avrebbe amato sul serio ogni parte di me? Anche la peggiore?
Sarebbe stata veramente capace di essere al mio fianco? Solo accanto a me?
Chiusi le palpebre e respirai profondamente.
Basta! Mi sentivo oppresso.
Al mio atterraggio mancava ancora un po' quindi dovevo calmarmi, ero troppo agitato.
Dopo qualche secondo di esitazione, piano riaprii gli occhi e provai con tutto me stesso a pensare ad Hanna nello stesso modo ardente in cui desideravo ogni istante Judie...
Ma fu totalmente inutile.
OH JUDIE,
SE TORNERÒ DA TE E TI MOSTRERÒ LA MIA VERA ESSENZA CONTINUERAI AD AMARMI SUL SERIO? CONTINUERAI A STRINGERMI ANCORA CON LA STESSA CALURA?
E SE TI MOSTRO IL MIO CUORE SENZA ALCUNA ARMATURA A PROTEGGERLO, RESTERAI AL MIO FIANCO?
...SE TI MOSTRERÒ LA MIA FRAGILITÀ, CHE COSA FARAI?!
MI COLPIRAI ANCORA O MI SOSTERRAI?
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top