P. O. V. - ADRIAN 14

"Così fragile e indifeso, così inerme e sereno. Dov'è il demone adesso?
È silente e addormentato, ammaliato per sempre dalla sua amata preda."
-internet











Ero in bilico.

Non riuscivo più a disprezzarla davvero...
Non riuscivo più ad essere indifferente...
Non riuscivo più a reprimere la mia parte benevole e fragile per proteggermi da lei...

La mia mente pensava in un modo, ma il cuore mi faceva reagire diversamente... In maniera completamente irrazionale.

Era illogico, ma Judie mi dava un senso di serenità ogni volta che ero vicino a lei.

Stavo vacillando...
Ero in perpetuo conflitto con me stesso, incapace di rialzarmi, soprattutto ora che il mio fardello mi aveva urlato in faccia di amarmi.

La mia frustrazione da quel momento fatale era aumentata e non ero più stato capace di perseguire i miei obiettivi... Non ero più capace di pensare a una realtà dove lei non fosse presente continuamente nella mia esistenza.

La mia parte amorevole, sotterrata due anni prima, rischiava veramente di ritornare alla luce, portando con sé la mia dipartita...

Giacché in quel contesto cruciale, in cui disperata mi aveva urlato i suoi forti sentimenti per me, avevo assurdamente realizzato, contro ogni mia immaginazione, che Judie mi piaceva... Mi piaceva sul serio.

Mi piaceva da sempre...
E non potevo più negarlo a me stesso.

Non potevo più evitare quella verità scioccante.
Ero consapevole, ormai, di quella concretezza terrorizzante.

I miei tentativi di odiarla, di allontanarla ripetutamente da me erano stati soltanto inutili, nonostante il dolore che mi aveva procurato in passato... Quella ferita sanguinante che non era ancora guarita totalmente, mi dava il coraggio di non sprofondare nella sua amorevolezza.

Eppure, in modo incomprensibile, accanto a lei quella sofferenza pareva assurdamente inesistente... Stavo bene al suo fianco, ero finalmente tranquillo.

Tuttavia, non era così facile...
La mia essenza era complicata poiché non riuscivo ancora a fidarmi di lei, la paura che mi procurasse nuovamente quel lancinante dolore era talmente prepotente da non darmi pace...
Perché lei era capace con una sola frase di distruggere la mia anima dannata e adesso, ammetterlo era come confessare la mia sconfitta.

Ero irrequieto.
Avevo urgentemente bisogno di una doccia, di schiarirmi le idee giacché Judie continuava a provocarmi per poi fuggire via da me, portandomi inevitabilmente alla disperazione e per questo, esigevo subito un piano di fuga...

Dovevo salvare ciò che restava della mia entità.

Eppure, era estremamente difficile.

Successivamente, dopo aver fatto una breve doccia, le mie idee sembrarono ancora più confuse e uscito da quel posto, improvvisamente, la mia realtà fu di nuovo travolta dal comportamento contraddittorio di Judie.

Il mio fardello si era intrufolata, in maniera totalmente inattesa, in bagno dove c'ero già io, ovviamente senza il mio consenso e ora, pretendeva di dimostrarmi ancora quanto ci tenesse a me, distruggendo nuovamente ogni mia convinzione...

Continuavo a rifiutarla ripetutamente perché non volevo più intravedere quel bagliore che lei cercava disperatamente di riportare nella mia vita giacché questa eventualità, mi terrorizzava sul serio poiché avevo compreso, inaspettatamente, di aver veramente bisogno di quella luce per sentirmi finalmente sereno con me stesso.

Era diventata quasi una dipendenza.

Alla fine, fu nuovamente questo a riunirci giacché una passione incontrollata tra di noi incastrò di nuovo le sue labbra carnose alle mie e non ebbi più via di scampo.

Quel contatto morbido e ricolmo di calura mi mandava in estasi.

Era una specie di droga e questo, non andava assolutamente bene.

Quella frenesia che sentivo continuamente per lei dentro di me, mi faceva eccitare enormemente...
La sua bocca umida e calda sulla mia, era una vera goduria, un desiderio atroce.

Quando ebbi la certezza che Judie sarebbe stata davvero mia quella sera, che volesse realmente quello che io, invece, avevo sempre bramato per lei, le comunicai a bassa voce e con una sottile malizia:
<< Andiamo in camera mia >>

Il mio fardello non replicò, non scappò via... sembrò semplicemente sorpresa e leggermente indecisa. Allora, automaticamente, le sorrisi con convinzione perché adesso, non avevo alcuna intenzione di allontanarla da me.

Volevo assolutamente sentire di nuovo quel brivido di piacere intenso che solo il suo esile corpo contro il mio, poteva farmi percepire con tanta veemenza... Quasi come un castigo.

Tuttavia, la desideravo così tanto che non riuscii minimamente a controllare il mio istinto e con impeto, catturai la sua piccola mano nella mia per poterla baciare nuovamente, ma con più concupiscenza e urgenza.

I nostri respiri erano unicamente affannosi, ricolmi della stessa libidine e Judie continuava ad ansimare sulle mie labbra come a pretendere di più, ogni parte di me... Rendendo quell'atmosfera bollente, estremamente incandescente.

Il mio membro già eretto e duro per la brama di renderla subito mia, però, pareva pretendere qualcosa di diverso, di più profondo, che andava oltre il semplice atto fisico e questo era assolutamente preoccupante... Sconvolgente.

Judie assaporava ripetutamente e con ardore la mia bocca già incisa dal suo sapore accattivante e da una passione ingestibile...
Di seguito, in maniera inevitabile, con disinvoltura la trascinai letteralmente verso la mia stanza con le nostre labbra ancora incollate.
La desideravo troppo.

Usciti definitivamente dal bagno, il corridoio deserto ci ricoprì con la sua aria gelida e contemporaneamente, stranamente una sensazione spiacevole mi colpì prepotente...
Mi resi conto che tra pochi minuti Judie sarebbe stata veramente mia, in quel modo esplicitamente carnale, come lo era già stato qualche altro ragazzo.

Provai incessantemente a cancellare quel pensiero fastidioso e alla fine, senza rendermene conto, mi ritrovai già fuori alla porta della mia camera... Dovevo riprendermi, dovevo seguire il mio obiettivo perciò, dovevo decisamente osare di più con lei.

Era solo sesso quello che finalmente ci univa.

Aprii velocemente la porta e con irrequietezza la richiusi frettolosamente alle mie spalle.
La mia bocca gustava ancora quella colma di tepore di Judie, ma con più esigenza... Pretendevo la sua totale attenzione.

Il suo profumo singolare, il suo respiro convulso soffocato dal mio, la nostra pelle che continuava a sfiorarsi in quel debole buio della mia stanza, parevano aver reso l'atmosfera piena soltanto di concupiscenza ed io, ero ormai all'estremo del mio autocontrollo.

Spalancai gli occhi per un istante, ma quell'oscurità non mi permetteva di scrutare bene l'espressione che tinteggiava il viso del mio fardello... Ciononostante, intravidi i suoi occhi chiari osservarmi come incantati, come se dipendessero unicamente da me e ciò, irreparabilmente, mi diede la forza di essere più spavaldo con lei.

Allora, fu inevitabile, seguii di nuovo il mio istinto e spinsi Judie con irruenza affinché la sua la schiena fosse letteralmente schiacciata dal muro dietro di lei...
Ora era in trappola.
Incisa solamente dalla mia esistenza dannata che bramava ardentemente la sua e in quell'attimo cruciale, abbandonai definitivamente la sua bocca carnosa.

Dovevo spingermi subito oltre per non cadere nella sua visibile amorevolezza nei miei confronti...
Quella benevolenza autentica che mi faceva vacillare sul serio.

Di conseguenza, mi abbassai fino a trovarmi proprio di fronte alla sua intimità e quella voglia implacabile al mio interno, diventò solo un'immoralità dipinta di provocazione e attrazione.

Allora, alzai leggermente il suo vestito e divaricai lievemente le sue gambe per poter accedere meglio a quella sua zona inesplorata e successivamente, calai con avidità la sua mutanda color nero con le sue calze, fermandole sotto alle sue ginocchia.

Poi, senza attendere un secondo, con impeto decisi di gustare la sua intimità.

La baciai, la assaporai con evidente desiderio e il suo sapore particolare mi invase subito, pretendendo di più... La leccai, la marchiai con le mie labbra umide per gustarla totalmente mentre, sentivo il mio membro pulsare continuamente per la smania irrefrenabile di lambirla immediatamente.

Eppure, Judie mi sorprese davvero perché non si allontanò... fu soddisfatta delle mie azioni peccaminose giacché iniziò ad ansimare fortemente e ad inarcare leggermente la schiena, esigendo che proseguissi.

Mi piaceva troppo vederla gemere di quel piacere intenso che solo io riuscivo a donarle, così, incisi con più prepotenza la sua intimità, ricoprendola non solo di baci passionali, ma succhiando anche il suo clitoride, ormai, bollente ed estremamente bagnato.

Di seguito, la mia lingua penetrò più in profondità nella sua fessura e Judie ne fu solo felice poiché i suoi respiri irregolari, ora avevano lo stesso ritmo frenetico dei miei...
Ciononostante, percepii improvvisamente la sua intimità diventare sempre più umida e ciò significava solamente che Judie stava già raggiungendo l'orgasmo e non potevo permetterglielo...
Doveva resistere, doveva degustare di più il proibito, proprio come stavo facendo io.

A quel punto, mi bloccai e decisi di imprimere definitivamente la mia essenza nella sua e con due delle mie dita cominciai a masturbarla con movimenti circolari sul suo clitoride bagnato e lei godette soltanto di quell'attimo colmo di libidine.

In realtà, il corpo di Judie mi faceva impazzire... In maniera incomprensibile, mi piaceva e per questo, non riuscivo più a controllarmi minimamente.

Perciò, incatenai il mio sguardo malizioso nel suo lievemente arrossato e mi fermai completamente, mentre lei ansimava ancora, ma con un espressione di totale disappunto, probabilmente per quel mio gesto inaspettato.

Di seguito, mi alzai ritrovandomi nuovamente di fronte al viso incerto di Judie che mi squadrava con accuratezza ed io, feci lo stesso.

Nei suoi occhi color giada, mi persi erroneamente, rischiando di non poter tornare più indietro, di non poter più nascondermi nell'oscurità. Allora, irrimediabilmente, non ascoltai la mia mente e la baciai di nuovo, cadendo nella mia stessa menzogna giacché non riuscii, in verità, ad incendiare quel bacio...

Ero in eterno conflitto con me stesso. Dovevo assolutamente agire, dovevo salvarmi... Quindi forzai il mio menefreghismo e resi quell'istante più audace.
A quel punto, adagiai nella sua bocca già dischiusa le mie dita, quelle che avevano ancora il sapore della sua intimità...

Tuttavia, Judie mi spiazzò totalmente, poiché accetto subito quella mia malizia e leccò fulminea le mie dita con piacere.
Un profondo e sconosciuto brivido mi sfiorò la schiena, catapultandomi in un piacere mai provato prima con nessun'altra ragazza e inevitabilmente, la osservai con attenzione per capire meglio cosa desiderasse da me in quel momento fatale.

Milioni di domande ed insicurezze mi colpirono improvvisamente, facendomi sentire, per la prima volta dopo anni, estremamente fragile ed indifeso...

Intanto, eravamo talmente vicini da scombussolarmi internamente perché quello sfiorarci inconsapevolmente pareva quasi un gesto delicato, di premura...
I nostri volti colmi di cupidigia continuavano a toccarsi in una specie di carezza velata e non era assolutamente questo che dovevo ricevere in quella situazione da lei.

Era solo sesso, solamente questo doveva significare per entrambi.

Eppure, i miei occhi incerti erano ancora incollati nei suoi e mi sentii perso in quella beatitudine da tempo bramata perciò, seguii involontariamente il mio cuore e catturai tra le mie mani piene di agitazione, il suo morbido viso per baciarla con più urgenza giacché quella circostanza indelebile sarebbe stata soltanto un ricordo per noi...
Poiché nel preciso momento in cui la mia anima smarrita avrebbe ritrovato quella di Judie, sarei subito scappato via da quella realtà che mi spaventava enormemente, sarei ritornato a San Francisco per sempre, proteggendo me stesso.

A quel punto, però, Judie mi prese completamente alla sprovvista poiché smaniosa appoggiò le sue piccole dita sul nodo del mio accappatoio per scioglierlo e nel contempo, si abbassò repentina ritrovandosi proprio di fronte al mio membro dritto per il desiderio inappagato...

Ciononostante, ero talmente scosso delle mie stesse inspiegabili emozioni che decisi di non cadere ancora nella sua provocazione e la ammonii fulmineo con lo sguardo.
Poi, adagiai le mie mani sicure sulle sue spalle e arrestai quei suoi comportamenti rischiosi.

Tuttavia, doveva essere la cupidigia a guidare il mio istinto perciò, successivamente presi i lembi del suo vestito e lo tolsi con facilità, facendolo cadere sul pavimento.
In un attimo, Judie fu quasi completamente nuda davanti a me e sfacciato, osservai con attenzione ogni sua forma e lineamento...
Quella visione insperata mi eccitava parecchio.

Eppure, stranamente il mio fardello non fu preoccupata per quel mio gesto avventato, anzi con frenesia sfilò la sua mutanda, le calze e infine, gli stivali, sorprendendomi davvero giacché pareva estremamente costellata di libidine.

Ero sbigottito perché, circa un'ora prima, sembrava solamente volersi allontanare da me.

Lei lo sapeva, l'avevo ben impresso nella sua mente... io ambivo solo al suo corpo perciò, spavaldo cercai di farle percepire assiduamente soltanto questo mio volere.

Sfrontato fissai la sua figura parzialmente nuda, dalle piccole forme sensuali coperto soltanto dal reggiseno che desideravo togliere all'istante per poterla ammirare in ogni suo dettaglio più segreto.

Di conseguenza, le mie dita smaniose sfiorarono volontariamente la sua schiena e le levai definitivamente quel reggiseno...
Adesso, Judie era finalmente di fronte a me completamente nuda e curioso la squadrai con una pungente avidità.

I suoi capezzoli erano abbastanza turgidi... Mi facevano venir voglia di succhiarli, di leccarli, di incidere la mia presenza dentro di lei ancora più a fondo.
Così, mi avvicinai lentamente al suo seno e senza esitazione, presi tra le mie labbra i suoi morbidi capezzoli, marchiando con umidi baci anche la zona dell'areola.
Quella consistenza mi faceva impazzire sul serio.

Mentre succhiavo ogni parte del suo seno, Judie iniziò nuovamente ad ansimare con forza e ad inarcare la schiena, pretendendo la mia bocca sulla sua... Allora, senza rifletterci, le diedi quello che cercava disperatamente e con l'altra mano, strinsi l'altro suo capezzolo facendola precipitare nella concupiscenza totale.

Ero in estasi, proprio come lo era lei.

Avevo bisogno di lambire di più il suo corpo, le sue forme giacché Judie ora era realmente mia.
Allora, lasciai condurre quel gioco di seduzione e complicità al mio fardello.

Questa volta, Judie sciolse davvero il nodo della fascia del mio accappatoio e attesi di essere completamente nudo davanti ai suoi occhi vogliosi.

In pochi secondi, finalmente il mio accappatoio cadde sul pavimento e lo sguardo amorevole, quasi insistente del mio fardello fu fermo su di me come a volermi spogliare di ogni mia corazza...

Assurdamente, non riuscivo a staccare i miei occhi leggermente smarriti dai suoi.
Non mi capivo.

Il corpo esile di Judie era illuminato lievemente dal chiarore della luna, dandomi la possibilità di osservare ogni suo lineamento... Era inspiegabilmente sensuale.

Il buon profumo del mio fardello mi stonava la mente, eppure, era proprio lì... immobile davanti a me che senza timore, squadrava il mio membro eretto e duro.

Judie era ricoperta della mia stessa libidine e non aspettò ancora, decise di mettere fine a quella mia agonia giacché repentina si abbassò, fino a ritrovarsi di fronte alla mia erezione e intrepida incominciò a masturbarmi, ad inondarmi di un piacere estremamente intenso.

Il mio fardello prese tra le sue piccole mani il mio grosso membro ed iniziò a praticare sempre lo stesso ritmo, andando avanti e indietro...
Non riuscii a trattenere quella goduria dentro di me e inevitabilmente, incominciai ad ansimare lievemente.

Quel contatto mi riempì di un calore mai provato prima con nessun'altra ragazza, era tremendamente vigoroso ed incomprensibile, mi faceva sentire bene e nel contempo, appagato.

Quel suo modo di muoversi, quella sua palese provocazione era talmente eccessiva da farmi bagnare, da potermi portare già a quell'orgasmo da fin troppo tempo represso e alla fine, Judie mi diede la possibilità di trasformare i miei gemiti in respiri solamente affannosi poiché portò il mio membro tra le sue morbide labbra, ricoprendolo totalmente con la sua saliva e quel suo tepore rasserenante.

Successivamente, Judie mi stupì ancora poiché a quel movimento sublime aggiunse la sua lingua... Tuttavia, una parte di me era velatamente nervosa perché quella sua bravura, quella sua padroneggianza significava solamente che aveva già fatto quella cosa ad altri ragazzi e in maniera irrazionale, non lo sopportavo.

Non era gelosia... Era pura rabbia verso me stesso, per averle affidato la mia esistenza due anni prima giacché lei l'aveva ridotta repentinamente in cenere.

A quel punto, in maniera inattesa, qualcosa di prepotente si scaraventò su di me...
Judie doveva smetterla di sfiorarmi in quel modo peccaminoso perché un indecifrabile dolore sembrò scagliarsi contro la mia anima già ferita e alla fine le toccai la spalla, tenendo la mia mano ferma in quella zona per farle capire che adesso doveva smetterla di stuzzicarmi, doveva rialzarsi da quella posizione.

Il mio fardello, dopo qualche secondo di esitazione, si alzò guardandomi con evidente disappunto, eppure, in quei occhi color giada mi persi di nuovo...

Il mio cuore governò la mente e contro ogni mia logica, unii le mie dita nelle sue poiché avevo davvero paura che in quel momento fatale, lei sparisse definitivamente da me dato che, ormai, non potevo più mentire a me stesso...
Per me quella situazione, quel nostro doverci legare non era più un obiettivo da raggiungere o un semplice atto fisico.

Nascondere a Judie quelle mie emozioni contrastanti e controproducenti era estremamente difficile poiché dalle sue limpide iridi potevo scorgere il suo autentico amore per me.

Non potevo più evitarlo, non potevo più negarlo, lo sentivo davvero... Judie era innamorata di me, in quel modo profondo a cui avevo sempre ambito, tuttavia, ora non era più una questione di vendetta, non aveva più quell'amaro sapore la sua presenza e non ne comprendevo assolutamente il motivo.

Di conseguenza, preferii spostare i miei pensieri su altro perciò, feci adagiare con cautela il mio fardello sul letto.

Avevo deciso di non temere più le mie azioni e decisioni perché volevo vivermi quel momento essenziale...
Per la prima volta dopo due anni, volevo finalmente lasciarmi andare totalmente per un po', assaporare davvero quella situazione anche con la mia anima sofferente poiché pure se era irrazionale, io stavo assurdamente bene con lei, tanto da aver seriamente paura.

Ero spaventato da me stesso.

Ciononostante, una parte di me desiderava provare disperatamente quella dolce e sconosciuta sensazione con Judie perché sarebbe stata anche l'ultima...
Dopo essermi lasciato andare in quella maniera pericolosa, sarei scappato via sul serio, lontano da lei per proteggermi da quei sentimenti predominanti e spiazzanti.

Di seguito, mi posizionai velocemente sopra di lei, precisamente a cavalcioni sul suo corpo inerme e inevitabilmente, il mio membro già pulsante di desiderio incontrollato sfiorò più volte rischiosamente l'intimità di Judie, pretendendo di renderla subito sua.

Eppure in quella circostanza cruciale, Judie sembrò ammaliata da una parte ben precisa del mio corpo... Il mio inguine.
Lì dove avevo quel tatuaggio che rappresentava una fase della mia vita fondamentale... Era un disegno ricolmo di significato per me.

Il mio fardello, senza il mio consenso, lo toccò con le sue piccole dita come a voler leggere dentro la mia anima, dietro a quel semplice tatuaggio inciso sulla mia pelle...
Tuttavia, non potevo svelare la mia vera essenza perciò, decisi semplicemente di ignorarla poiché la calura del suo gesto avventato, mi faceva sentire estremamente fragile ed indifeso.

La mia benevolenza nei suoi confronti era, ormai, maledettamente visibile e questo mi destabilizzava totalmente.

Stavo barcollando.

Allora, spostai i miei occhi disorientati da lei, cercando di riprendere il controllo di me stesso, di ritornare la persona spavalda e odiosa che ero diventato...
Eppure, contemporaneamente, avevo voglia di vivermi quell'unico momento di liberazione...
Volevo essere lì, accanto a lei, vicino alla persona che mi aveva ferito di più...

Era insensato ed incoerente.

Pian piano, riuscii a ritrovare il mio autocontrollo e calmai la mia inquietudine. A quel punto, riportai velocemente la mia attenzione sull'esile corpo di Judie.

Di seguito, stuzzicai nuovamente i suoi capezzoli turgidi e il mio fardello ansimò subito per il piacere, inarcando la schiena come un tacito invito al proibito.

Così, azzardai ancora, catturai la sua mano indecisa nella mia e la trascinai sulla sua intimità già parecchio umida, con l'altra mano invece divaricai di più le sue gambe e alla fine, iniziai a masturbarla con le sue dita in quella zona estremamente erogena...

Il suo respiro convulso seguiva il mio ritmo frenetico, avevo una smania per lei decisamente implacabile.

Eravamo complici di quella passione.
Eravamo decisamente bisognosi l'una dell'altro.

Di conseguenza, contro ogni mia aspettativa, fu Judie a commettere quel passo fatale verso la completa cupidigia giacché inarcò di più la schiena, spingendo ripetutamente la sua intimità sul mio membro bagnato.

Fu quel suo comportamento inaspettato a convincermi davvero. Judie sarebbe stata realmente mia quella sera.

Il mio fardello voleva veramente fare sesso con me perciò, senza esitare, scivolai di fianco e allungai un braccio verso il comodino vicino al letto ed aprii il primo cassetto in legno dato che in quel posto avevo dei preservativi...

Erano lì da mesi ormai, convinto che partendo per Newport mi sarei divertito anche in quella città con qualche ragazza ed invece, non avevo previsto che la presenza costante del mio fardello mi avrebbe reso il ragazzo debole ed insignificante di due anni prima.

Scavai ripetutamente nel cassetto alla ricerca frenetica di un preservativo e pochi attimi dopo, fu proprio tra le mie dita.
Eppure, stranamente alla vista del preservativo Judie parve improvvisamente inquieta, sembrava davvero preoccupata perciò, decisi di non agitarla ulteriormente poiché poteva fuggire via da me in ogni momento e a quel punto, tenni il preservativo saldo nella mia mano.

Intanto, con l'altra mano spostai le lenzuola dato che l'aria nella stanza era abbastanza fredda e Judie, in maniera inattesa, parve tremare leggermente... Ciononostante, desideravo davvero percepire la calura del suo corpo nudo tra le coperte che sembravano costellarci di assoluta concupiscenza.

Quel gesto semplice parve calmarla parzialmente. Così, mi spostai e lei mi seguì, ma questo non mi bastò minimamente poiché il momento fatidico era arrivato ed io, non avevo alcuna intenzione di interromperlo...

Avevo bisogno di quell'unione per placare per un attimo la mia anima alla deriva e poi fuggire via, lontano da quella realtà inverosimile, da quelle emozioni prepotenti che rischiavano di diventare sentimenti inconfessabili.

Allora, istintivamente catturai il suo piccolo polso nella mia mano e insieme ci posizionammo sotto alle calde lenzuola, avevamo solo la testa scoperta e repentino, mi misi nuovamente a cavalcioni sopra di lei.

Inevitabilmente, la sua intimità sfiorò di nuovo il mio membro pulsante di un desiderio ingordo.

Il mio corpo nudo era impresso nel suo, facendomi percepire quel tepore disperato di cui necessitavo...
La mia pelle contro la sua era la concretezza che finalmente Judie si sarebbe legata a me e mi sentii assurdamente impacciato, contro ogni mia immaginazione, ero stordito come se stessi vivendo ora la mia prima volta, la mia prima esperienza sessuale... Continuavo a non capirmi.

Di seguito, irrimediabilmente, la squadrai a lungo, guardai con accuratezza ogni piccola espressione del suo viso in attesa di una rivelazione che rendesse quell'atto importante tra di noi solamente sesso, ma il mio fardello incatenò i suoi limpidi occhi ai miei con fermezza, facendomi percepire nuovamente il suo vero interesse per me e a quel punto, in modo inevitabile, oltrepassai quella barriera che ci separava, portando me stesso al patibolo e di conseguenza, cercai di rompere la carta del preservativo che avevo ancora nella mano.

Eppure, prima che la aprissi totalmente, Judie mi scioccò sul serio perché con ingenuità mi chiese:
<< L'hai già fatto molte volte? >>

Che cazzo di domanda era?
Si riferiva al sesso?
Perché le interessava?

Ero turbato e perplesso per quella sua richiesta.
Non capivo cosa c'entrasse in quel momento ardente.
Forse era gelosa di me?

Tuttavia, era una domanda stupida ed insensata dato che la risposta era palese...
Se già l'aveva fatto lei perché non potevo io?!

La squadrai con insistenza, abbastanza irritato e sconcertato... Poi, allarmato le chiesi, visibilmente irrequieto:
<< Perché? >>
Ciononostante, a quella mia autorevole domanda il volto di Judie arrossì leggermente poi, tenne le sue iridi color giada fisse nelle mie e con un'evidente sincerità mi confessò a bassa voce, quasi timida:
<< Per me è la prima volta >>

Cosa???
Ero sotto shock!!

Voleva dire che lei non aveva mai fatto sesso??
Che era ancora vergine??

Mi sembrava una grossa menzogna!
Perché continuava a mentirmi?

Ricordavo benissimo cosa era successo due anni prima e anche se lei mi aveva già chiarito la questione, spiegandomi che non era successo assolutamente nulla tra lei e quello stronzo, una piccola parte di me non aveva mai superato davvero quel dubbio...
E dopo due anni, in cui la mia esistenza era stata lontana da lei, non potevo crederle subito giacché Judie era quella persona che due anni prima mi aveva provocato in quel modo estremo e un attimo dopo, mi aveva rifiutato preferendo un farabutto... Quindi per me, non poteva essere ancora vergine.

Era una bugiarda...
Perché voleva ferirmi proprio adesso che la mia esistenza aveva realmente bisogno di lei?

Le mie palpebre erano totalmente spalancate, incapaci di realizzare quella sua eventualità...
Un dolore al petto mi colpì fulmineo, portando i miei battiti e il mio respiro a uno stato di stress eccessivo.

Ero scettico e allibito...
Eppure Judie pareva davvero sincera...
Era una questione surreale.

Ero contrariato, agitato, in ira con me stesso perché pensavo a lei in un modo che dovevo assolutamente eliminare.
Io dovevo solo difendermi da lei e usarla a mio piacimento.

Perciò, sbigottito mormorai con incredulità:
<< Impossibile >>
E scioccato la osservai con scrupolo, ma senza vedere in lei alcuna menzogna...
Com'era possibile?

Quindi era pronta veramente a concedersi a me?
Realmente non aveva mai fatto sesso?!
Lei voleva perdere la sua verginità con me? Anche se le avevo sempre dimostrato disprezzo e le avevo urlato continuamente contro che per me non contava nulla, che ambivo solo al suo corpo?!

Ero sconvolto.

Judie non mi rispose, aumentando irreparabilmente i miei tormenti.

Ero furioso con me stesso, di averla sempre odiata e mai creduta. Di aver vissuto un presente dettato solo da convinzioni sbagliate poiché quando decisi di fare sesso per la prima volta, due settimane dopo quella festa maledetta di due anni prima, fui perseguitato solamente dalla rabbia che serbavo per lei e dall'impotenza di non averla mai potuta stringere e tenere al sicuro tra le mie braccia giacché era già in quelle di quel tipo che detestavo enormemente... Quel bastardo aveva devastato il nostro passato e che, inevitabilmente, aveva distrutto ogni mia insicurezza e debolezza.
Fu in quel periodo che abbandonai per sempre la mia parte benevole per essere quello che sono ora, solamente un uomo insensibile e burbero.

E adesso, il mio grande timore, era la consapevolezza di aver già fatto sesso con svariate ragazze a San Francisco, ma nessuna mi aveva mai appagato come ora, in quel momento fatale con Judie.

La mia prima volta non aveva mai significato nulla, era stato soltanto sesso... Mi ero scopato una tipa che nemmeno conoscevo in un posto squallido lontano da casa mia, ma adesso era tutto estremamente diverso e ciò mi disorientava completamente e nel contempo, mi spaventava terribilmente.

Anche se non avevo ancora la certezza che le parole di Judie fossero la pura verità, una parte di me, in maniera irrazionale, le credeva sul serio perché percepivo perfettamente i suoi profondi sentimenti per me.

Di seguito, improvvisamente, Judie incatenò il suo sguardo sereno nel mio, portandomi definitivamente nel panico...
Ero totalmente confuso dalle mie stesse azioni ed emozioni.

Squadravo ogni sua espressione per capire di nuovo se mi stava mentendo, ciononostante, il mio fardello decise, in maniera inattesa, di sbloccare i miei timori e toccò fulminea il mio membro ancora eretto.

Iniziò a stuzzicarlo, mentre inevitabilmente realizzavo che ogni mia convinzione, quella che mi aveva accompagnato in quei due anni lontano da lei, era ormai solo una grossa bugia, una mia errata certezza...

Ero a pezzi.

Quel dolore che provavo ad evitare con tutte le mie forze rischiava di colpirmi nuovamente, portandomi alla ghigliottina.

Nel frattempo, Judie stringeva tra le sue piccole mani il mio membro ancora desideroso di lei e spavalda, incominciò a procurarmi piacere. Seguì lo stesso movimento, andò avanti e indietro con la sua mano, portandomi ad un'intensa eccitazione giacché aumentò il ritmo ed io, soffocai i miei gemiti, cercando di schivare le pupille enigmatiche del mio fardello.

Ricolmo di una prepotente libidine, mi precipitai sul suo corpo nudo sotto di me per baciarla con avidità e sperai vivamente che quelle emozioni profonde non mi colpissero più...

Tuttavia, pochi secondi dopo, in maniera completamente inimmaginabile, diventarono più forti ed ingestibili.

Ormai stremato da quella verità inverosimile, ero pronto per liberare la mia vera essenza proprio a lei, ero pronto a ricevere il suo immenso tepore, ero pronto a starle accanto solamente per quella notte...
Giacché le avrei detto silenziosamente addio per proteggere entrambi da quei sentimenti pericolosi.

A quel punto, degustai quell'istante essenziale e la baciai con frenesia, percependo subito il suo buon sapore che adesso, era un miscuglio con quello del mio membro.

Allora, cominciai a marchiarla ovunque con la mia saliva... Partii dal collo fino a scendere sempre più in basso, verso la sua intimità.
Il mio fardello sembrava abbastanza compiaciuta da quei miei gesti irruenti.

Scesi in quella zona proibita, incidendo con la mia lingua il suo inguine e successivamente, la sua intimità già abbastanza bagnata.
Girai ripetutamente la mia lingua bramosa di quel contatto malizioso, intorno al suo clitoride e il suo ansimare divenne automaticamente più frenetico.

Di conseguenza, mi fermai per squadrarla meglio, vederla gemere per quel piacere intenso che solo io, in quell'istante, potevo procurarle mi eccitava immensamente.

Poi, sentendo l'atmosfera tra di noi estremamente bollente, aprii definitivamente la carta del preservativo, eppure inaspettatamente, mi sentii improvvisamente insicuro.

Stavo per unirmi davvero a lei, in quella maniera profonda che neanche lei avrebbe mai dimenticato e forse il mio tremore interiore era dovuto al fatto che dopo tanto tempo, potevo finalmente rilassarmi e stare al suo fianco senza provare rancore o disprezzo, potevo realmente far riemergere la mia essenza amorevole e fragile.

Potevo sentirmi al sicuro accanto a lei.

Le mani di Judie, in modo inatteso, strinsero forte la mia schiena, facendomi sentire il suo disperato bisogno di me e fu in quel cruciale momento che sbagliai sul serio giacché le diedi la possibilità di guardare veramente nella mia anima e scorgere un atteggiamento più buono nei suoi confronti.

Ciononostante, non riuscii neanche ad allontanarla da me poiché beneficiai anch'io di quel contatto rincuorante.

Ero disarmato, inerme al destino che inevitabilmente ci avrebbe legato in quella maniera prettamente indelebile, in quel modo che in realtà, dovevo assolutamente evitare per sopravvivere, ma che adesso pretendevo con tutte le mie forze per sentirmi finalmente bene con me stesso.

Accettai solo per quella sera quella veridicità che tanto mi spaventava, la accolsi totalmente, ricoprendo di altre cicatrici il mio cuore e alla fine, avvicinai il mio volto smarrito a quello di Judie, sentendo il suo respiro irregolare e il suo leggero tremore...

Il suo morbido seno era impresso nel mio petto, quel lambirci ripetutamente e involontariamente mi piaceva in maniera eccessiva...
Così, perso definitivamente il mio autocontrollo, accostai la mia bocca alla sua per baciarla con urgenza.
Tuttavia una parte di me, percependo la sua agitazione interiore, si bloccò inconsapevolmente e in modo assurdo, le sussurrai con dolcezza:
<< Rilassati, sei con me >>

"Con me"...l'unica persona che non vorrebbe mai veramente ferirti.

E questa pretenziosa sensazione che si faceva spazio dentro di me, significava soltanto che sarebbe stato davvero il mio ultimo momento di autenticità con lei perché stavo già sprofondando in sentimenti che non andavano minimamente provati.

Judie mi fissò a lungo come se, ormai, contassi solamente io nella sua esistenza e sembrò realmente tranquillizzarsi a quelle mie semplici parole... Allora, senza perdere ulteriore tempo, infilai il preservativo e ricominciai da dove mi ero fermato, toccai il suo clitoride per rilassarla totalmente.

Il mio fardello iniziò a gemere pesantemente ed io ansimai con lei poiché ero estremamente desideroso della sua intimità.

A quel punto, posizionai il mio membro duro proprio nella sua zona proibita e una sensazione di forte calore mi incendiò subito.

Spinsi con lentezza per assicurarmi che Judie non mi avesse mentito e che non le facessi del male involontariamente...
Fu in quell'istante preciso che il mio fardello iniziò a storcere il viso per l'evidente dolore.

Pian piano aumentai leggermente il ritmo, sentendomi assurdamente sereno e completo.

Judie non mi aveva detto una bugia. La sofferenza che provava in quel momento era reale giacché ogni volta che spingevo sempre più dentro di lei, sentivo quella durezza nell'entrare totalmente all'interno che la distingueva dalle altre ragazze che già avevano fatto sesso.

Era vero, Judie non si era mai concessa a nessuno e questo alleviò il peso che sentivo percuotermi ogni volta, ma ero anche turbato per quel passato fasullo in cui avevo vissuto finora...

Adesso, finalmente unito a lei, una piccola parte di me si rasserenò per quel presente che stavo vivendo con lei poiché per me quel momento aveva un significato importante che avrei ben celato e custodito nella mia anima logorata.

Judie continuava a contorcersi lievemente per il dolore e nel contempo, quel nostro legarci sul serio, così in profondità, pareva piacerle davvero... Ma dovevo fermare subito quella sua agonia perché, assurdamente, mi faceva sentire in colpa.

Di conseguenza, adagiai il mio volto ricolmo di respiri affannosi nel caldo incavo del suo collo, percependo il suo dolce profumo e quella calura disperata di cui necessitavo da tempo.

Il mio membro, adesso, si muoveva dentro di lei con più prepotenza, mentre i suoi gemiti mi solletticavano il volto colmo di respiri affannosi.
Judie inarcò più volte la schiena dandomi la possibilità di penetrarla meglio e mi sentii ancora lievemente sconvolto da quella sua realtà inimmaginabile.

Successivamente, in maniera inattesa, il mio fardello spinse con irruenza contro il mio membro, facendomi entrare più in profondità e a quel punto, non potevo più esitare, dovevo spingere ancora, dovevo entrare totalmente dentro di lei...

Allora, affinché non la devastasse il dolore, in modo quasi premuroso, mi precipitai sulle sue morbide labbra per baciarla con passione...
La nostra saliva si unì subito, proprio come le nostre essenze spezzate, ma ricongiunte...

E d'improvviso, fui veramente dentro di lei, completamente al suo interno.

Inevitabilmente ci legammo, come due anime già predestinate.

Faci sesso con Judie per un tempo indefinito ed io, godetti enormemente per quella situazione incancellabile con lei.

Alla fine, quando fummo entrambi soddisfatti ed appagati, la mia entità ferita rinacque tra le sue braccia e impulsivo, soffocai la sua bocca rovente con casti ed umidi baci.

La osservai con attenzione, il suo volto leggermente arrossato era palesemente compiaciuto come il mio e adesso con lei accanto, il respiro sembrava mancarmi perché Judie per qualche ora ancora, era tutto ciò che contava per me.









Adesso che sei così vicina a me è inevitabile scrutare davvero la mia anima...
Ho notato qualcosa di diverso, che mi spaventa.
Sei di fronte a me e sto bene, veramente bene.
Questa realtà mi fa venir voglia di fuggire via, lontano da te per timore di poterti vedere andare nuovamente via da me, lasciandomi solamente un dolore immenso da affrontare in compagnia della solitudine.
Ho pensato di ritornare a San Francisco, anche se ora so che questo mio gesto disperato ferirà pure me stesso...
Perché quel presente dove ci sei pure tu, dove c'è la tua presenza costante nella mia vita, mi sussurra quanto io stia rischiando di legarmi davvero a te e questo fa già abbastanza male, credimi.
Perciò, ho deciso di stare lontano da quello che mi fa stare bene, da quello che mi rende finalmente sereno.
Voglio che quel bagliore vada via da me, ho paura di quello che ci sarà dopo quel tunnel oscuro con cui ho sempre vissuto...
E quel caos al mio interno, adesso sembra più un temporale ingovernabile.
Tuttavia, mi terrò lontano da questo tormento, da questo castigo, da te...
Quindi Judie, non badare alla mia afflizione poiché anche se ho voluto farti innamorare di me per vendetta, sappi che non è stato questo ad unirmi a te questa notte...
Ma ti supplico, abbandona questi tuoi profondi sentimenti perché ogni tuo piccolo gesto verso di me continua, irreparabilmente, a riscaldarmi il cuore.
Pure in questo momento, non riesco ad accettare questa tangibilità...
Non riesco più a parlarti, non riesco più a vivere davvero, sapendo che mi piaci sul serio.
Eppure, non dovrai mai saperlo giacché anche oggi sei apparsa nei miei incubi e hai ricucito le mie cicatrici.
Sei, ormai, parte della mia esistenza. Sei la luce che avevo soppresso insieme alla mia benevolenza.
Sai, pian piano sto apprezzando quello che mi ha fatto sempre stare male perciò, ora questo chiarore voglio solo schivarlo...
Ti lascio andare via, lontana da me pure se posso già sentire il tuo dolore e il tuo pianto a causa mia.
Mi sento in colpa per questo presente assurdo... L'ho causato io per la mia sete di vendetta, oramai, diventata tutt'altro.
Dovevo semplicemente dimenticarti, ma è stato impossibile.
Mi dispiace, ma adesso scapperò via per salvarmi, per egoismo e ti dirò addio silenziosamente, promettendoti segretamente di proteggere entrambi in questo modo insensato.
Terrò questo attimo condiviso dentro di me perché da forza alla mia essenza...
Tu fai così bene che perderti, ora in verità, mi spaventa... Ma non come mi terrorizza perdere me stesso.
Ormai, la mia unica speranza è aspettare che quell'interesse insano che ho per te, scompaia non vedendoti mai più.









I miei occhi sereni scrutavano ancora con scrupolosità quelli di Judie, consapevoli ormai di ogni attimo trascorso intimamente insieme...
E ora, più la guardavo, più quel tacido addio diventava più difficile da accettare anche per me stesso.

Improvvisamente, il mio fardello si distaccò da me e scivolò di fianco con il suo seno premuto nelle mie costole ed io, a quel punto, sfilai velocemente il preservativo e lo buttai nel cestino vicino al letto.

Non riuscii a cacciarla via, come avevo progettato in passato...
Non riuscii ad allontanarmi da lei neanche dopo aver ottenuto il suo corpo e allora, restai in quell'oblio pericoloso... Assaporai quel momento surreale accanto a lei prima della mia inevitabilmente dipartita.

Mi sentii inaspettatamente tranquillo, come se d'improvviso Judie non rappresentasse più una minaccia per la mia esistenza, come se la mia essenza dipendesse assurdamente da lei e non potevo permettere assolutamente che quel semplice piacere si trasformasse in qualcos'altro.

La mia anima logorata era stata ingenua, non aveva pensato alle conseguenze. Aveva mostrato la mia parte amorevole, fragile e gentile proprio alla persona che mi aveva ferito terribilmente...

E adesso, Judie mi squadrava con occhi innamorati mentre io, non riuscivo a reagire in alcun modo...
Né restai semplicemente incantato.

Superai di nuovo quel confine, oramai invisibile, tra di noi e mi avvicinai con cautela ancora di più al suo corpo caldo accanto al mio.
La osservai con attenzione per capire se fosse felice e soddisfatta di quell'attimo vissuto unicamente con me e Judie, proprio in quell'istante, parve sorridermi lievemente come a voler dimostrare ancora il suo autentico amore nei miei confronti... Era dannatamente vero, tanto puro da scioccarmi completamente poiché nessuno aveva mai provato questo sentimento per me, per la mia anima oscura e spezzata.

Mi sentii nuovamente al sicuro, percepii quella delicata sensazione che mi aveva accompagnato molti anni prima, come se nulla fosse mai cambiato, come sei lei fosse sempre stata al mio fianco nonostante le circostanze contrastanti, come se Judie fosse sempre stata il mio faro nella tempesta... Quel rifugio nel buio colmo solamente di calura e bagliore, lì dove la mia essenza smarrita poteva trovare riparo.

Judie non disse nulla, continuò a guardarmi dolcemente ed io, sperai con tutte le mie forze di aver soltanto sognato, di non aver infranto davvero la promessa fatta a me stesso giacché dovevo starle lontano, non potevo
cadere nella sua trappola.

Poi, il mio cuore in maniera illogica si spezzò e sperai per un istante di poter restare in qualche modo a Newport, nella sua stessa abitazione, ma senza pretendere niente da lei, nemmeno il suo corpo perché, ormai, non era più una questione di vendetta o di sesso.

Eppure, l'unica alternativa possibile per la mia salvezza sembrava solo quella di mentire e ritornare a San Francisco, in quel luogo dove di lei non avevo ricordi essenziali.

Non potevo perdere me stesso, cadendo nuovamente in quel dolore devastante.
Non potevo permettere a me stesso di provare qualcosa per lei poiché già che Judie mi piacesse era davvero surreale, spiazzante e pericoloso.

Perciò, decisi di assaporare quell'ultimo momento di sincerità insieme e adagiai, in una leggera carezza, le mie dita sulla sua guancia lievemente arrossata, sperando assurdamente per un secondo che il tempo si bloccasse in quella maniera inverosimile...

Poi, come a voler imprimere quell'unione appena condivisa nella mia mente, ormai, governata dal cuore, le posai un casto bacio sulle labbra dischiuse, gustando il suo buon sapore.

Mi arrestai in quel modo, fissando i suoi occhi colmi di speranza, quel desiderio che io le avevo sempre negato, dicendole ripetutamente che lei per me non significava nulla, che desideravo solo il suo corpo...
Tuttavia adesso, dopo averla resa finalmente mia, non riuscivo a stare calmo.
Una parte di me era decisamente irrequieta e in conflitto con me stesso poiché ora, dovevo solamente ignorarla fino al mio allontanamento definitivo...

E prima che trovassi il coraggio di cacciarla via dalla mia stanza, Judie mi mise di nuovo alla prova giacché mi sconvolse totalmente...
Con delicatezza catturò la mia mano stringendola forte nella sua come se, inaspettatamente, avesse un disperato bisogno di me, della mia presenza costante nella sua vita.

Era una parte di lei che non conoscevo, che non avrei mai immaginato... Vederla completamente innamorata di me mi rincuorava e nel contempo, mi distruggeva davvero. Ciononostante, il mio fardello continuava a piacermi sul serio.
Mi faceva sentire importante, indispensabile per la prima volta per qualcuno.

Eppure, dipendere da un'altra persona era talmente terrorizzante che mi trovai d'improvviso in balia delle mie stesse azioni inconsapevoli e la paura di soffrire ancora in quel modo atroce, non mi diede la possibilità di degustare veramente quell'attimo fatale ed irripetibile.

Judie strinse più forte la mia mano e incatenò le sue iridi chiare ancora colme di speranza nelle mie e alla fine, come finalmente serena e al sicuro, si addormentò davanti a me...

E adesso, quale sarebbe stata la mia vera salvezza??

Fuggire via da lei, mi avrebbe davvero dato l'opportunità di dimenticarla??

In quella notte costellata da emozioni contrastanti, poterla osservare in quella maniera così docile, mi rasserenò per un istante e capii improvvisamente di non averla mai disprezzata sul serio...

Era semplicemente la mia dannazione a parlare con odio, la frustrazione di non averla mai avuta realmente quando avevo un disperato bisogno della sua presenza nella mia esistenza vuota ed infelice.

Così, automaticamente, inalai il dolce profumo del mio fardello continuamente, respirando anche i suoi sospiri, oramai, regolari.

Quando Judie cadde in quel sonno profondo, restai immobile in quella posizione, restai accanto a lei a scrutare ogni suo delicato lineamento per l'ultima volta, sperando vivamente che il mio cuore non avesse minimamente spazio per lei, per quelle emozioni discordanti e prepotenti.

Passò all'incirca un'ora... I nostri corpi nudi erano ancora attaccati sotto le calde coperte che, adesso inevitabilmente, avevano l'odore singolare di Judie.
Lei continuava a dormire serenamente mentre, la mia mente era invasa da milioni di pensieri controproducenti.

Era talmente logorante che non riuscivo nemmeno ad immaginarlo un futuro dove ci fosse costantemente Judie al mio fianco, a sostenermi, ad amarmi.

D'improvviso, però, i miei pensieri tortuosi si arrestarono perché udii una macchina parcheggiare nell'abitazione e dato che era molto tardi, erano sicuramente ritornati i genitori di Judie.

A quel punto, piano distaccai la mia mano da quella del mio fardello e mi alzai velocemente dal letto per vestirmi subito poiché non avevo nessuna intenzione di farmi scoprire da loro e pagare le conseguenze di quell'unico atto sensato nella mia vita.

Dopo essermi vestito, dovevo assolutamente svegliare Judie... Così, a bassa voce le sussurrai vicino all'orecchio:
<< Judie per favore alzati. Sono tornati i tuoi genitori. Devi andare in camera tua. >>
Ma lei non rispose, era ancora profondamente addormentata.

Allora, dopo aver inciso per l'ultima volta quella sua immagine indifesa nella mia mente, decisi di confessarle quel peso che mi stava distruggendo da ore e con le mie labbra vicino alla sua bocca le confidai con falsa tranquillità:
<< Mi piaci Judie e questo mi spaventa troppo perciò, non potrò mai innamorarmi di te... Dimenticami. >>

E quell'ultima parola faceva più male di tutto il resto.

Tuttavia, Judie continuò a dormire serena ed io, le fui enormemente grato giacché, un secondo dopo, mi pentii amaramente di averle confessato quell'effettività che pure io faticavo a credere e ad accettare.

Era decisamente irrazionale pensare che lei mi piacesse sul serio, ma era vero.

Di seguito, con un tono più autoritario le disse nuovamente di svegliarsi e andare via dalla mia camera perché erano ritornati i suoi genitori e lei a quel punto, abbastanza stordita, spalancò le palpebre guardandomi stranita e preoccupata.

Di conseguenza, Judie si alzò frettolosamente dal letto, completamente nel panico.
Era ancora totalmente nuda, proprio davanti a me... Si stava vestendo velocemente ed io, ingordo di nuovo del suo seducente corpo, la squadrai senza pudore.

In pochi minuti, fu finalmente coperta dal suo abito e si avvicinò insicura alla porta della mia stanza... In quel preciso momento, pregai internamente che non pronunciasse nulla perché quella situazione illogica faceva già stranamente male.

Non sapevo cosa dirle, in maniera inspiegabile, non volevo distruggere quel ricordo agrodolce appena condiviso e Judie parve non avere la forza di fronteggiarmi poiché non si girò verso di me...
Eppure, udii i suoi sospiri, la sua evidente delusione e preoccupazione.

Ciononostante, in fondo, andava bene così... Non poteva legarsi davvero a me.

Alla fine, Judie fuggì via dalla mia camera.
Chiuse la porta alle sue spalle senza pronunciare nulla e senza voltarsi nemmeno una volta verso di me.

Ora la stanza in cui mi trovavo senza di lei era solamente vuota, buia e fredda...
Mi ricordò subito della mia anima oscura e solitaria.
Un senso di amarezza mi colpì il cuore fino a ridurlo in brandelli giacché adesso, la mia vita sarebbe continuava senza Judie...

O almeno, era questo che speravo assiduamente.























Eppure, non avevo ancora compreso che un bacio può essere letale se lo si da con coscienza.

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