CAPITOLO 94
"I nostri demoni non sono mai del tutto come ce li aspettavamo quando li incontriamo faccia a faccia."
-Nelson DeMille
Un'ansia tremenda mi destabilizzò completamente, mentre camminavo per raggiungere un posto più isolato del vasto cortile e aspettare lì, l'arrivo fatale delle mie amiche...
Eppure, inaspettatamente, le adocchiai già in quel luogo riservato, immerse in una conversazione incomprensibile.
Erano posizionate precisamente al lato destro del giardino scolastico sotto ad un grande albero ancora privo delle sue foglie tonalità asparago.
Quel cortile, ormai, era dominato da colori spenti e scuri a causa del freddo incessante. Il quale, pareva dare un'aria più angusta a quel giorno, improvvisamente, nuvoloso... Proprio come la mia essenza sbiadita.
Mi avvicinai a loro con enorme cautela poiché il mio cuore iniziò, inspiegabilmente, a battere freneticamente e le mie amiche, stranamente, conclusero quella conversazione sconosciuta per guardarmi con attenzione.
Ciononostante, quando fui praticamente accanto a loro, abbassai inconsciamente il volto, osservando con scrupolo le mie scarpe da ginnastica e pronunciai insicura:
<< Ciao ragazze >>
Alexis, insperatamente, mi sorrise energicamente, mettendo in mostra i suoi denti perfetti.
Questo alleviò, però, solo parzialmente quella sensazione di panico che mi stava scuotendo internamente.
<< Andiamo a prendere un caffè al bar? >> Chiese d'improvviso Chloe con un tono abbastanza tranquillo e involontariamente, la guardai con un espressione lievemente terrorizzata.
A quel punto, fu davvero inevitabile, diedi voce ai miei pensieri negativi e le domandai preoccupata:
<< Tutto bene? Vi comportate in modo strano... >>
<< Mai quanto te! >> Esclamò inaspettatamente Alexis con un tono decisamente scherzoso.
<< Dai prendiamo un caffè >> Aggiunse Chloe, supplicandomi quasi.
Tuttavia, ero troppo agitata per aspettare di giungere al bar, quindi chiesi leggermente spaventata ed angosciata:
<< È successo qualcosa di grave con qualche ragazzo a quell'incontro di San Valentino? >>
<< Tranquilla, non è di questo che volevamo parlarti >> spiegò con calma Chloe, facendo aumentare automaticamente la mia ansia.
Quindi di cosa volevano discutere con me?
Il mio viso palesemente allarmato, probabilmente, fece turbare Alexis che annunciò schietta ed autorevole:
<< Riguarda te ed Adrian >>
Di seguito, sentii l'anima sprofondare intensamente nell'oscurità.
Ero nel panico totale.
Perché desideravano fervidamente parlarmi del mio coinquilino?
Forse volevano dirmi ciò che temevo da tempo? Che non approvavano i miei sentimenti per lui...
Scrutando il mio mutismo e la mia paura, Chloe con cautela comunicò:
<< All'appuntamento di San Valentino, al quale abbiamo partecipato, oltre ad alcuni ragazzi, c'erano anche delle ragazze, tra cui l'amica di Sebastian... Donnie >>
E si bloccò completamente, come a voler capire meglio la mia reazione a quella rivelazione.
Eppure, la mia mente era ancora offuscata dall'irrequietezza.
Ma improvvisamente, come un fulmine a ciel sereno, il mio cervello ripercorse da solo quel sentiero tortuoso che mi riportava a quel momento cruciale... Quella ragazza, dai capelli biondi e le ciglia lunghe. Era quella tipa che era entrata a casa mia affinché le prestassi un libro per studiare, ma nella mia abitazione aveva notato subito il mio coinquilino e mi aveva detto in faccia, senza esitazione, che era un bel ragazzo...
E ciò, inevitabilmente, significava che era interessata a lui.
Così, senza rendermene conto, il mio cuore e la mia anima si spezzarono nuovamente per il timore di perderlo definitivamente.
Quindi cosa c'entrava davvero lei con me ed Adrian??
Ero nel terrore più assoluto.
Di conseguenza, Chloe continuò pensierosa ed inquieta:
<< Si è seduta improvvisamente vicino a noi e senza alcuna titubanza, ci ha chiesto perché non eri presente e come stavi... >>
<< Cazzo, arriva alla questione! Non c'è la faccio più a vedere la sua faccia sconvolta! >> Urlò inaspettatamente Alexis con un timbro totalmente agitato, accrescendo involontariamente la mia ansia.
<< Calma ragazze! Rilassatevi, non è nulla di grave! >> sentenziò Chloe decisamente sbigottita.
<< Ma non capisci che Adrian le piace?! >> Gridò insperatamente Alexis, sorprendendomi maggiormente e automaticamente, le mie palpebre si spalancarono di fronte a quella realtà graffiante.
Quindi avevano già compreso che il mio cuore apparteneva ad Adrian...
Eppure, era tutto dannatamente inverosimile...
A quel punto, fui inghiottita letteralmente dall'abisso... Non sapevo davvero cosa replicare.
Poi, Alexis aggiunse nervosa e seria:
<< Non può sempre restare nei suoi sogni e dormire beatamente! Non può farsi schiacciare da quella stronza! >>
Quel comportamento troppo protettivo di Alexis faceva male e nel contempo, bene.
<< Lo so che non ti sta simpatica quella tipa, ma stai esagerando... >> esordì amorevole Chloe, mettendole con delicatezza la sua piccola mano sulla spalla, per farla tranquillizzare mentre i miei occhi erano ancora atterriti da quella situazione discrepante.
Infine, Chloe proseguì con un timbro normale e nel contempo, dispiaciuto:
<< A Donnie piace Adrian, vuole uscire con lui... Ci ha informato che qualche volta si è fermata per strada a chiacchierare con Adrian >>
Allora, il mio cuore tremò energicamente e la mia esistenza rischiò di esplodere per il dolore, esponendo inconsciamente il mio viso ricolmo di lacrime perché quella realtà surreale, a cui ero all'oscuro, faceva veramente soffrire.
Restai in un totale silenzio, mentre i miei occhi allibiti fissavano ancora incessantemente e con afflizione le mie migliori amiche, visibilmente mortificate.
Ed ora, avevo una domanda che mi stava realmente tartassando il cervello...
Era stata lei a dare ad Adrian quel regalo che aveva tra le mani a San Valentino??
Inoltre, a quel punto, il mio coinquilino aveva accettato quel regalo come i suoi sentimenti??
Questa volta, l'avevo perso davvero??
Tuttavia, perché adesso le mie migliori amiche mi stavano avvisando di questa situazione graffiante?
Non lo stavano facendo solamente per il mio bene perché Adrian non pareva piacere particolarmente ad entrambe.
Ciononostante, percepivo che purtroppo c'era altro che mi dovevano rivelare, qualcosa di più scheggiante... che non conoscevo ancora.
Di conseguenza, mi feci coraggio e domandai insicura:
<< Perché me lo state dicendo? >>
Allora, inaspettatamente, i loro volti diventarono stranamente più cupi, mentre il mio cuore continuava a sgretolarsi, inerme alla verità...
Forse sapevano qualcos'altro su Adrian e Donnie??
Eppure, d'improvviso, in quell'istante Chloe spiegò con prudenza:
<< Quando Donnie ci ha chiesto di te e ha menzionato Adrian, un ragazzo...>>
E si bloccò di nuovo, stavolta non di sua volontà, dato che Alexis nel contempo esclamò felice:
<< Era così bello ed attraente con la sua carnagione scura, quasi color cioccolato! >>
<< Smettila! >> La ammonì subito ed irritata, Chloe.
Poi, la mia "rossa" proseguì nuovamente seria:
<< Questo tipo era seduto accanto a me e sentendo parlare di te ed Adrian, si è intromesso improvvisamente nella conversazione... Ma c'era qualcosa di strano in lui, parlava normalmente con Donnie come se la conoscesse già quindi, ho pensato, che probabilmente è un suo amico o conoscente. >>
A quel punto, non riuscivo più a comprendere nulla.
La testa diventò davvero pesante perché ero da fin troppo tempo in quello stato di tensione e domandai decisamente angosciata:
<< Cosa vi ha detto questo ragazzo? >>
<< Ha soltanto chiesto chi eri e quando Donnie gli ha riferito che sei una ragazza carina, lui ha insistito nel voler uscire con te >> mi chiarì Chloe abbastanza preoccupata.
<< Uscire con me?!? >> Chiesi istintivamente, ancora incredula ed alterata.
<< Si, domani c'è una festa privata per adolescenti e adulti in un locale qui vicino e vuole andarci con te per conoscerti... >> mi confidò repentina Alexis con un volto parecchio afflitto.
<< No ragazze! Mi dispiace, ma non voglio assolutamente uscire con nessuno. >> Sentenziai arrabbiata e nuovamente basita.
<< Questo glielo abbiamo già riferito>> affermò convinta e lievemente serena Alexis.
Poi, dopo una breve pausa, proseguì Chloe, leggermente irrequieta:
<< Abbiamo già avvertito che per motivi personali, non avresti accettato nessun appuntamento, ma lui ha insistito più volte, perciò, volevamo che lo sapessi. >>
Eppure, in modo irrazionale, in quel preciso attimo, mi importava solamente di Adrian e Donnie...
Del loro rapporto ambiguo.
Non desideravo assolutamente smarrire il mio coinquilino a causa sua...
E inaspettatamente, mentre riflettevo su ciò, Chloe dichiarò turbata:
<< La festa a cui vuole portarti, partecipa già la maggior parte della scuola... è un evento unico e importante, ma io ed Alexis non possiamo andarci perché abbiamo del lavoro arretrato del corso di arte che dobbiamo obbligatoriamente finire.>>
Poi si fermò, come a prendere volontariamente una pausa e speranzosa asserì:
<< Dato che non vuoi partecipare, puoi venire a casa mia domani, ci farai compagnia mentre concludiamo il progetto. >>
<< Grazie ragazze, ma resterò nella mia stanza >> confessai quasi assente e con una voce visibilmente tremante poiché, in quel momento cruciale, desideravo solamente sentirmi al sicuro nella mia camera... Volevo restare sola con il mio dolore e i miei pensieri scombussolanti.
<< Judie >> sussurrò insperatamente Alexis con un tono troppo dolce e avvicinandosi, nel contempo, improvvisamente alla mia figura già abbastanza vicina alla sua.
<< Credo che a quella festa voglia andarci pure Donnie con Adrian >> mi svelò a malincuore, mentre la mia anima si deturpava pian piano...
Ed ora c'erano soltanto due realtà da affrontare:
Combattere ancora per conquistare il cuore del mio coinquilino o arrendersi, donandolo a quella tipa.
Ed io, non sapevo veramente come comportarmi, se dovevo continuare a reagire perché mi sentivo realmente a pezzi.
<< Finiscila! >> Le gridò inaspettatamente Chloe, avvicinandosi pure lei al mio fianco.
Poi, propose cordiale e speranzosa:
<< Facciamo un giro? Vedere il mare ci farà bene... >>
<< Non posso. Devo tornare a casa. >> sentenziai fulminea con una voce leggermente arrabbiata, ma con me stessa, per i miei continui fallimenti poiché riuscivo solamente a retrocedere.
Avevo il volto rivolto verso il basso perché, stranamente, non avevo la forza di guardare negli occhi le mie migliori amiche giacché loro erano continuamente accanto a me, preoccupandosi delle mie reazioni, senza dare neanche peso alla realtà... cioè che avevo tenuto nascosto il mio interesse per Adrian per tutto questo tempo perfino a loro e pure se, probabilmente, per le mie amiche il mio coinquilino non era accettabile, erano qui per aiutarmi per non vedermi abbattere di nuovo.
Ciononostante, io continuavo ad essere un'amica tremenda perché non avevo ancora confessato ad alta voce, in loro presenza, quanto fossi innamorata di Adrian.
Semplicemente, temevo che non avrebbero approvato poiché Adrian desiderava da me soltanto un rapporto fisico e ciò era completamente sbagliato...
Tuttavia, loro non erano a conoscenza di quel passato e di quel silenzio attuale che ci legava...
Quel desiderio diverso, impresso nel cuore, che ci richiamava ogni volta che i nostri occhi inermi si incrociavano.
A quel punto, Alexis mi sorrise ed io, con coraggio alzai totalmente lo sguardo e le osservai attentamente, riscontrando la loro infinita benevolenza e alla fine, Alexis pronunciò dolcemente:
<< Dai, camminiamo un po'. >>
<< Ragazze devo tornare a casa. >> Insistetti con voce autoritaria, ormai, completamente angosciata.
<< Allora ti accompagniamo a casa >> concordò Chloe, sorridendomi ampiamente.
Così, senza dire altro, passeggiammo in un totale mutismo fino all'uscita del cortile della scuola, ma quel silenzio, in modo incomprensibile, pesava davvero.
Camminavamo lentamente e quando iniziò la strada per raggiungere la mia abitazione, non riuscii a resistere a quel mutismo che mi stava uccidendo all'interno e chiesi falsamente contenta, affinché, sollevassi almeno l'umore delle mie amiche:
<< Quindi all'incontro avete incontrato dei ragazzi carini? >>
<< C'erano dei tipi discreti ed altri favolosi >> mi comunicò Alexis, fulminea ed euforica.
Poi, aggiunse contenta e speranzosa:
<< Vorrei tanto conoscere meglio un ragazzo che era lì, era il più riservato... >>
<< E perché non lo fai?? >> Domandai dubbiosa, interrompendola.
<< Non vorrei restare di nuovo ferita>> mi confidò con un sorriso forzato, mentre i suoi occhi erano palesemente feriti.
Forse si stava riferendo a quello che era successo con Peter?
Di conseguenza, Chloe prese la piccola mano di Alexis nella sua e annunciò tranquilla:
<< Basta pensare ai ragazzi! Sono soltanto la nostra rovina... Pensiamo solo a divertirci! Dovremmo organizzare qualcosa insieme >>
E Dopo una breve pausa, in cui sembrò ragionare intensamente, proseguì indecisa:
<< Andiamo allo zoo? >>
<< Cosa ci trovi di divertente nel vedere degli animali chiusi in quella specie di gabbia? >> borbottò pensierosa e contrariata, Alexis.
<< Per me va bene qualsiasi cosa >> esordii dimpulso, falsamente serena, affinché non iniziassero una discussione.
<< Ottimo! Ci penserò accuratamente in questi giorni >> dichiarò Chloe entusiasta.
<< Non vedo l'ora! >> Esclamai parzialmente contenta poiché il mio cuore pareva sanguinare ancora.
<< Cosa devi fare a casa? >> Mi domandò Alexis perplessa.
<< Compiti >> farfugliai, sentendomi a disagio per quella palese bugia.
Perciò, aggiunsi subito con tranquillità fasulla:
<< Voi che programmi avete per questo pomeriggio? >>
<< Io vado in palestra con mia sorella>> mi confidò Alexis non molto contenta, probabilmente per quel loro rapporto discrepante, mentre Chloe, serena annunciò:
<< Io domani ho il compito di algebra, devo assolutamente ripetere delle formule che non ricordo perfettamente >>
Senza rendermene conto, nel frattempo in cui camminavo lentamente e chiacchieravo con le mie migliori amiche, arrivai già fuori alla mia abitazione.
Di seguito, salutai frettolosamente le mie amiche con un caloroso abbraccio e con una strana inquietudine mi avvicinai alla porta principale di casa.
Appena andarono via, feci un respiro profondo per calmarmi e presi frettolosamente le chiavi della villa dal mio giubbotto per aprire la porta e entrare finalmente...
Tuttavia, essendo pomeriggio i miei genitori erano ancora a lavoro e molto probabilmente, Adrian era a casa e rischiavo inevitabilmente, di restare sola con il mio tormento.
Allora, cercai di non mollare e mi feci coraggio. Entrai dentro e la casa era praticamente immersa nel buio, ma dall'ingresso riuscivo a scorgere la luce accesa del corridoio superiore.
Dopo aver bussato sull'interruttore per illuminare l'ingresso, posai lì il giubbotto e lo zaino per raggiungere la cucina e mangiare qualcosa. Eppure, d'improvviso, un inspiegabile tensione mi divorò...
Era il pensiero assordante di Adrian con un'altra donna.
Così, alla fine, decisi di andare direttamente in camera mia a riposare dato che era svanita anche la fame.
Salii lentamente le infinite scale e arrivata al piano superiore, mi resi conto che quella flebile luce che avevo intravisto qualche minuto prima, in realtà, ora era spenta...
Forse il mio coinquilino sentendomi arrivare aveva deciso di restare nella sua camera ed ignorarmi.
Ciononostante, le anime legate dal filo rosso del destino, riusciranno sempre, nonostante le difficoltà a congiungersi per restare insieme per l'eternità...
E in quel preciso istante, qualcosa di impensabile, mi catapultò in un universo pieno di sfumature diverse, incise dall'attrazione e dall'amorevolezza.
La slanciata corporatura del mio coinquilino era immersa nella flebile luce naturale del sole che stava iniziando a tramontare ed era adagiato comodamente alla porta in legno della sua stanza.
Mi guardava ininterrottamente e con scrupolo.
I suoi occhi tonalità acquamarina parevano volermi incidere in profondità.
Una sensazione indescrivibile mi procurò dei brividi incomprensibili all'interno e restai in un totale silenzio, mentre le mie pupille erano letteralmente incollate al suo corpo magro.
A quel punto, il cuore sembrò improvvisamente rompersi di nuovo.
Non avevo più le forze per affrontarlo... Allora, decisi di girarmi dalla parte opposta e raggiungere la mia stanza, ma pochi secondi dopo, in quel mutismo devastante costellato solamente dai nostri sguardi intensi, i passi di Adrian diventarono sempre più evidenti, mi stava davvero seguendo e questo, inevitabilmente, mi fece sobbalzare visibilmente poiché il mio coinquilino stava nuovamente cercando la mia attenzione, mentre io reclamavo soltanto il suo cuore.
E inaspettatamente, la sua calura mi inondò completamente giacché Adrian era proprio dietro alla mia schiena, facendomi percepire la sua presenza indiscreta.
Di conseguenza, rallentai lentamente e alla fine, dopo alcuni secondi, mi fermai definitivamente.
Adrian continuò a non parlare, a non reagire, restò immobile dietro di me...
Stava esistando, ma perché?
Cosa lo stava affliggendo in quel momento cruciale?
Di seguito, insperatamente, le sue grandi mani si adagiarono delicatamente sulle mie esili spalle e quel contatto totalmente surreale, parve risvegliare la mia essenza danneggiata.
Tuttavia, Adrian non mi girò subito verso il suo candido viso, ma strinse di più le sue grandi mani sulla mia pelle, come a voler incidere realmente la sua esistenza nella mia.
A quel punto, sembrò cercare incessantemente il mio sostegno e mi girò con cura verso il suo volto limpido poiché riuscivo a scrutare nelle sue iridi chiare, ogni sua emozione in contrasto con il bene e la libidine.
Eppure, quella voglia perpetua di lui, sembrò davvero marchiarmi e dimenticai per un attimo quel dolore che mi stava uccidendo dentro per fissare le mie pupille sconcertate sulle sue labbra carnose.
Ero solamente a pochi centimetri di distanza dal suo bel corpo e il suo profumo mi solleticava le narici, facendomi sentire veramente sua.
Allora, le sue lunghe dita che ormai non mi toccavano più, adesso sembravano nuovamente reclamarmi poiché il mio coinquilino, insperatamente, le aveva adagiate con delicatezza vicino al mio esile busto, stringendolo forte.
Successivamente il suo volto parve impresso solamente da un'ambigua malizia e ciò, inaspettatamente, mi destabilizzò totalmente poiché l'immagine di lui con quella tipa in determinate circostanze, mi procurò una specie di ribrezzo...
Desideravo improvvisamente scappare via, al sicuro nella mia stanza giacché non ero pronta ad affrontare nulla in quel fatale momento, neanche quell'atto apparentemente inciso soltanto dalla cupidigia.
Ciononostante, il mio coinquilino ignorò il mio volto parecchio terrorizzato e mi buttò con impeto, letteralmente, contro il muro vicino alle nostre figure e in modo incomprensibile, schiacciò un suo dito sulle mie labbra automaticamente dischiuse per quel gesto inspiegabile e pian piano le accarezzò con una strana delicatezza.
Infine, si fece spazio tra quelle morbide fessure per introdurre il suo dito nella mia bocca semichiusa e senza darmi il tempo di realizzare davvero quel momento peccaminoso, lo tolse e fece penetrare assurdamente quel dito, bagnato dalla mia saliva, nella sua bocca con una voglia abbastanza tangibile e dopo averlo assaggiato con una brama quasi incontrollata, esordì malizioso e nel contempo famelico, scuotendomi ulteriormente:
<< Questo mi farà dormire meglio >>
E come dominato da uno sfrenato desiderio, avvicinò senza esitazione la sua bocca carnosa alla mia, mordendo con garbo il mio labbro inferiore.
Ed io restai inerme, impietrita davanti a quella realtà sconvolgente ed ingannevole.
Le mie palpebre erano completamente spalancate per quel gesto inverosimile e in quel preciso istante, incredibilmente, il mio cuore sembrò sanguinare di nuovo, perciò, quando Adrian per un attimo distaccò il suo labbro dal mio ancora leggermente dolente, gli comunicai con una strana disperazione, andando contro ogni logica, rischiando di perderlo definitivamente:
<< Adrian lasciami in pace >>
A quelle parole tortuose il mio coinquilino mi guardò stordito e scrupolosamente, come profondamente frustrato e chiese provocatorio:
<< Perché dovrei? >>
<< Perché forse hai una fidanzata?!>> Borbottai retoricamente e totalmente stizzita.
Ed ora, probabilmente, ai suoi occhi sarei risultata solamente ridicola e ingiustamente gelosa, ma non riuscivo più a contenere quel tormento interiore.
Tuttavia, improvvisamente, Adrian scoppiò a ridere, mi mostrò per un secondo la sua parte sincera e gioiosa, come se avessi detto qualcosa di impossibile, di veramente divertente e con un mezzo sorriso venefico mi comunicò tranquillo:
<< Ti ho già spiegato che non voglio legarmi a nessuno >>
Inevitabilmente, in quell'istante, il mio cuore si agitò di nuovo, non ritrovò la quiete, anzi parve scuotersi di più giacché questo significava che con Donnie aveva solamente un rapporto fisico... Quell'approccio peccaminoso che stava avendo pure con me in quell'attimo.
Allora, pronunciai arrabbiata con me stessa, perché non ero stata capace di farmi rispettare, di farmi considerare in un modo diverso da un oggetto:
<< Spostati >>
E il mio sguardo pieno di rancore e dolore lo colpì, ma Adrian mi osservò serio e con attenzione, restando immobile... non si spostò minimamente da lì, ero letteralmente bloccata dal muro dietro di me e dal suo corpo slanciato a pochi centimetri dal mio.
<< Perché improvvisamente ti comporti in questo modo?? Non ti capisco! >> Mi domandò pieno di risentimento e collera.
Sembrava cercare disperatamente una risposta per qualcosa che non avevo ancora compreso.
A quel punto, tolse di nuovo le sue grandi mani, che mi avevano per un attimo ricoperto i fianchi, dal mio corpo inerme e aggiunse quasi con disprezzo:
<< Non avevi detto che ti interessavo?! Mi stavi mentendo? >>
Cos'era quella domanda ricolma di gelosia e disperazione?
Di seguito, fu più forte di ogni razionalità, seguii quello che mi stava urlando il cuore e arrestai quelle sue parole malefiche premendo con impeto la mia bocca sulla sua, ed Adrian si immobilizzò, restò letteralmente sconvolto da quel gesto inaspettato...
Ciononostante, dopo alcuni secondi, la sua corporatura scioccata parve improvvisamente lasciarsi andare, seguire quell'istinto che cercava di reprimere poiché non era solamente inciso dalla lussuria, ma anche da una lieve benevolenza.
Di conseguenza, insperatamente, le sue tiepide mani strinsero delicatamente il mio volto mentre i miei occhi erano chiusi ad assaporare quel purgatorio.
Il mio coinquilino schiacciò, dopo qualche secondo, profondamente, il suo viso nel mio come a voler degustare ogni mio attimo e la sua pelle sfiorava, in modo bollente, la mia procurandomi piccole scosse di piacere intenso. Così, la sua bocca si aprì leggermente per far spazio alla lingua che unì senza esitazione alla mia, potevo percepire la sua morbidezza, il suo buon sapore e il suo divorante desiderio.
Era un bacio guidato totalmente da un'afflizione disarmante.
E mentre gustavo avidamente quella sua zona proibita e la nostra saliva si univa irrimediabilmente come le nostre anime ferite, mentre le nostre lingue si intersecavano tra loro come a non volersi più separare, Adrian si consentì di superare nuovamente quel confine che gli avevo precedentemente vietato poiché la sua brama per me non si era minimamente placata e alla fine, all'improvviso, si distaccò totalmente da quel bacio passionale, scendendo inaspettatamente giù...
Si piegò leggermente, ritrovandomi il suo viso falsamente angelico di fronte alla mia intimità.
Adagiò di nuovo le sue grandi mani sui miei fianchi, tuttavia ora il suo volto latteo pareva struggersi solamente per il mio corpo.
Sembrava reclamare continuamente quella sua voglia incessante di me, eppure quel desiderio pareva, in modo incomprensibile, aver catturato anche me rischiando davvero di non riuscire più a controllare ogni mio piccolo gesto... Perciò, anche se controvoglia, preferii non superare già quella barriera che ci avrebbe congiunti e devastati nel contempo.
Allora, con una delicatezza disarmante, abbassai lentamente le braccia verso il viso candido di Adrian e lo catturai con cura tra le mie piccole mani, riportandolo finalmente di fronte al mio volto leggermente arrossato.
A quel punto, le mie iridi giada squadrarono nuovamente, in maniera vigorosa, i suoi occhi e lui reagì seguendo la libidine poiché Adrian degustò di nuovo la mia pelle bollente, marchiandola con i suoi baci succosi, poi, si soffermò ad incidere l'incavo del mio collo.
Ed io, involontariamente, iniziai ad ansimare leggermente per quel piacere illecito e inaspettatamente, il mio coinquilino parve talmente appagato nel vedermi in quello stato da voler osare ancora...
Quindi con scaltrezza, abbassò parzialmente il mio pantalone, mostrando in quella maniera poco pudica, la mia mutandina tonalità carbone.
Di conseguenza, automaticamente, il mio coinquilino prese tra le sue lunghe dita il bordo del mio slip e lo calò totalmente con un gesto fulmineo.
La mia intimità ormai nuda, in quello stato imbarazzante, mi fece sentire per un secondo a disagio, ciononostante, una parte di me era davvero impaziente di poter nuovamente legarsi, in quel modo immorale, alla persona amata.
Successivamente, senza esitazione, Adrian sfiorò finemente con la sua mano il mio clitoride e con il suo indice, iniziò a stuzzicarmi con movimenti circolari ed irregolari, mentre imprimeva su di esso, portandomi realmente ad un'intensa estasi.
Incominciai, in maniera incontrollata, ad ansimare di più, godendo di quel momento lussurioso.
Poi, il mio coinquilino con cautela aggiunse un altro dito ed iniziò a sfiorarmi con più forza, come a volersi incidere definitivamente dentro di me.
Sentivo le mie gambe cedere per quel lieve tremore al mio interno causato dal continuo piacere.
E inevitabilmente, chiusi gli occhi per assaporare meglio quel momento costellato dalla cupidigia... mi sentivo esplodere, stavo realmente arrivando sulle sue lunghe dita, mentre Adrian era ancora smanioso nel marchiate contemporaneamente il mio collo.
Tuttavia, il mio coinquilino si accorse della mia intimità maggiormente bagnata e per un egoismo inspiegabile, non mi concesse quella gioia... di godere in quel tormentato paradiso poiché ora la sua grande mano, si era spostata velocemente verso il mio seno.
Lo teneva stretto, nonostante la maglia e il reggiseno a coprirlo... Eppure, sentii automaticamente i miei capezzoli indurirsi di più per l'eccitazione e a quel punto, insperatamente, anche Adrian ansimò... potevo quasi scorgere dal suo pantalone il suo membro grosso e dritto.
Così, mi sussurrò con disperazione:
<< Sto impazzendo, voglio che mi tocchi >>
Mi stava letteralmente supplicando, sembrava veramente dominato da un'esasperazione indescrivibile, come se stesse bramando da tempo le mie piccole mani sulla sua pelle liscia e il suo membro eccitato.
Di seguito, Adrian lasciò ricadere le sue braccia sui suoi fianchi, allontanandole drasticamente da me, abbandonò pure il mio collo in fiamme e continuò ad ansimare leggermente.
Poi, chiuse anche le palpebre come ad attendere proprio me, una mia reazione...
Un'indescrivibile panico mi invase totalmente dato che avevo paura di sbagliare, di deluderlo anche in quel modo immorale, non sapevo cosa fare precisamente per appagare definitivamente la sua voglia incontrollata.
Allora, seguii nuovamente il mio istinto e dopo essermi aggiustata frettolosamente la mutandina e il pantalone, mi piegai parzialmente, trovandomi davanti al suo membro eretto.
Successivamente, con le mani lievemente tremanti incominciai a sbottonare il suo pantalone e inaspettatamente, la mia anima parve agitarsi parecchio per quel gesto inciso dal peccato.
Eppure, una piccola parte di me desiderava, in maniera illogica, lambire il suo corpo.
Così, con calma, abbassai parzialmente quel suo pantalone riscoprendo quella pelle candida e liscia al tatto.
Infine, calai pure un po' del suo boxer nero e mi trovai di fronte, irrimediabilmente, il suo membro grosso...
Tuttavia, la mia attenzione si soffermò per qualche secondo su quel suo tatuaggio nascosto, quella rosa che stava appassendo inosservata, pareva descrivere realmente la sua anima dilaniata...
E fu in quel preciso momento che trasalii totalmente dato che in quell'attimo fatale un rumore mi spaventò enormemente.
Quel fracasso indecifrabile ed improvviso, fece sobbalzare anche il mio coinquilino.
Ciononostante, a rovinare ulteriormente quell'istante piccante fu, pochi secondi dopo, il cellulare di Adrian che cominciò a squillare incessantemente...
E mi dimenticai di tutto, pure di quel momento intimo giacché avevo il terrore di perderlo ancora e inevitabilmente, l'ansia mi divorò... Distruggendo la mia mente.
Era Donnie? Voleva invitarlo alla festa?
Mi sentii nuovamente spezzare.
A quel punto, Adrian aprì controvoglia le palpebre e sbuffò pesantemente, poi, prese velocemente il cellulare dalla tasca del pantalone e guardando lo schermo illuminato, fece un espressione decisamente accigliata, agitandomi di più.
Allora, esordì serio e scocciato:
<< Continuiamo la prossima volta >>
Ed io, restai interdetta, veramente sconvolta davanti a quel suo comportamento incomprensibile.
Cosa c'era di più importante di quello che stavamo facendo?
Perché avevo la costante sensazione di raggiungerlo e un attimo dopo, perderlo definitivamente?!
Di seguito, si sistemò frettolosamente sia il pantalone che il boxer color nero e senza dire altro andò via...
Abbandonandomi lì, nell'oscurità... Tra i miei mille pensieri tortuosi e dolorosi.
Così, con l'anima spezzata, mi diressi nell'unico posto dove in quel momento fatale mi sarei sentita davvero al sicuro...
E raggiunsi la mia stanza.
Senza capire ancora che una nuova tempesta stava arrivando, portando con sé oltre alla pioggia, un'inaspettato arcobaleno.
Domani era il giorno cruciale.
Adrian avrebbe realmente partecipato a quella festa con Donnie?
Ed io?
NOTE ❤️
Ciao a tutte/i 😊
Pian pian con l'estate in arrivo, iniziamo a riscontrare un po' di libertà che ci era stata negata dal covid...
Quindi come state passando questi giorni, dato che il coprifuoco è stato anche prolungato?
Inoltre, qualcuna di voi ha già fatto il vaccino?
Sono molto curiosa...
Siete pro o contro il vaccino? E perché?
Comunque, un forte abbraccio 🌺
Non perdetevi il prossimo capitolo 💥
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