CAPITOLO 9

"La solitudine peggiore è quella di non stare bene con se stessi."
Mark Twain




Le parole "sei bella Judie" mi rimbombavano come un eco nei timpani.
Mi sentivo liquefare.

Si avvicinò lentamente al mio orecchio destro, le sue labbra quasi a sfiorarmelo, il suo respiro caldo a solleticarmi il viso.
<<Ma... non sei il mio tipo>> sussurrò quasi sensualmente.

I miei occhi increduli si spalancarono, sbattendo continuamente le palpebre, ancora sconcertata e il mio sorriso si incurvò leggermente verso il basso.

Poi rise di cuore <<sto scherzando>> continuò divertito <<stai attenta, vuoi riprovare da sola? >> Mi propose scettico.

Si prendeva gioco di me?
Non sapevo cosa dire, ero ancora frastornata.
Era stata solo una mia sensazione quella tensione bollente tra noi?

<<Non sono scherzi da fare a una signorina>> dissi imbronciata.
Lui scoppiò di nuovo a ridere.

Si ricompose dopo qualche minuto.
<<Mi è stato riferito che a casa tua sta vivendo il figlio dell'amica di tua madre>> insinuò tentennando.

Forse cercava solo di sdrammatizzare la situazione.
<<Vedo che le notizie corrono in fretta>> pronunciai scocciata.
Dovevamo proprio conversare di quel mostro?

<<Perché non mi parli di te?>> aggiunsi curiosa.
<<Certo. Vuoi sapere qualcosa in particolare?>>   Insorse serio.
Ovviamente non potevo dirgli di si!
Era da un po' ormai, che mi chiedevo se fosse fidanzato.
Ma che figura avrei fatto nel domandarglielo?!
<<No, raccontami semplicemente di te>> mentii celando i miei pensieri in un sorriso.

<<Beh come saprai, sono anch'io all'ultimo anno e frequento il club di disegno con le tue amiche perché amo disegnare, è più di un hobby per me... vivo da solo con mia nonna nella sua villetta vicino alla spiaggia, i miei genitori sono divorziati... mi sentivo un pacco postale, sballottolato di qua e di là per i loro capricci e incomprensioni. Così alla fine ho deciso di andare dall'unica persona che mi ha sempre fatto sentire a casa >> confessò dolcemente.

<<Che altro dire... lavoro di pomeriggio come hai notato, ci vado subito dopo scuola, perciò mi tocca studiare la sera quando torno...>> continuò contento <<mi piace divertirmi con i miei amici, ma adoro anche passare giornate più tranquille... spesso vado al mare a nuotare, mi libera dai pensieri negativi>> fece un lieve sospiro sull'ultima parola.

Doveva essere davvero difficile per lui quel contesto.
<< Non so cosa dire, sei davvero un ragazzo in gamba e sono sicura che tua nonna sia molto orgogliosa di te>> mi intromisi.

<<Lo è... mi definisce sempre "il mio bellissimo ometto" e mi supplica di portarle al più presto una fidanzata, non fraintendermi, ne ho avute parecchie,  ma non ho mai trovato quella giusta da presentarle>> confessò.
Arrossii leggermente.

Era dolcissimo, l'opposto di quell'insensibile di Adrian.
<<Perché ora non mi riveli qualcosa su di te? >>
Che colpo basso!
Cavolo, odiavo parlare di me!
La mi vita era così banale... e non ero una brava ragazza in fondo, ma questa non era una cosa da mostrare, rivelare agli altri.

<<Ehiiiii Alexis è pronta, vogliamo incominciare?>> Esclamò Chloe, indicandoci.
<< Siiii >> gridai.
Amica mia ricordami di offrirti un mega gelato al cioccolato! Grazie, mi hai salvata!

<<Sei sicura? Non mi sembri pronta>> alluse Peter.
Lo ignorai, incamminandomi verso le mie migliori amiche.

<<Alexis allora? >> le chiesi con voce insicura.
In effetti riflettendoci bene, Chloe non mi aveva aiutata completamente!

<<La mia "rossa" è stata eccezionale come sempre, vi sconfiggerò>> ironizzò, mettendo il suo braccio intorno alle spalle dell'altra.
Peter si avvicinò perplesso, avevamo appreso entrambi che avrei perso, molto probabilmente.

<<Ragazze inizio io>> chiarì lui.
Con facilità prese la palla blu alla sua sinistra, la posizionò in modo perfetto tra le dita e fece il suo rito di buona fortuna.

Mentre saltellava sul posto quasi non inciampava. Trattenni la risata soffocandola con la mano e abbassai lo sguardo.
Dopo qualche secondo la palla sfrecciò veloce verso i birilli e lo schermo elettronico con gran sorpresa di tutti segnò di nuovo strike.

<< Non pavoneggiarti, ti darò filo da torcere>> proferì velenosa e stizzita, Chloe.
Io e Alexis la guardavamo scettiche. Il suo spirito di competizione era troppo imponente.

In uno scatto piazzò quel macigno verde tra le mani. Squadrò silenziosa la pista per qualche secondo e infine tirò violentemente.
Sul tabellone la scritta strike fece sgranare gli occhi di Peter, mentre Alexis saltellava vicino alla sua compagna di squadra per la felicità.

Io ero semplicemente basita.
La competizione era più seria di quanto immaginassi, Chloe era ancora lì che con un ghigno di superiorità guardava quel figo al mio fianco.

Ora era il mio turno!
L'ansia incominciò ad invadermi. Collocai la palla tra le dita con difficoltà. Cercai di posizionarmi nel miglior modo possibile, non superando la linea e la lanciai  un po' troppo lentamente, infatti finì nel canale destro.

Miseria! Ero paonazza dalla vergogna e nessuno proferiva parola. Mi avvicinai piano al mio "amico di sventure." Pose improvvisamente la sua mano leggera sulla parte superiore del mio braccio.
Come a sostenermi.
Teneri brividi mi percorrevano il corpo.

Toccava ad Alexis.
Si situò vicino a una palla nera, la osservò sicura per qualche istante. Aspirava nel sistemarla in modo corretto, ma passavano i secondi e non le riusciva.

Così Chloe vedendola in difficoltà, l'accostò da dietro la sua corporatura.
Le manteneva quel macigno.
Poi le suggerì di lanciarla, ma lei tirò nello stesso momento anche la mano della sua "salvatrice" facendola cadere pesantemente sulla sua schiena.

Fu questione di mezzo minuto, la scena si ripeteva come un film nella mia mente. Nessuno poteva prevedere quella situazione tanto comica quanto disperata.

La palla aveva invaso un'altra pista.
Chloe era distesa sul corpo di Alexis, con il viso tra i suoi capelli biondi.
Mentre lei aveva il corpo schiacciato tra l'amica e il pavimento, imprecando con voce affannata.

Dalle risate ero distesa anch'io a terra, non riuscivo proprio ad assisterle.
Peter cercava di trattenersi per non risultare scortese, ma era davvero difficile per lui.

Dopo poco ci riprendemmo e le aiutammo ad alzarsi.
Per fortuna nessuna si era ferita.
Entrambe cercavano di aggiustare i loro vestiti stropicciati.
Ma il vestito di Alexis ora, mi rammentava la carta crespa.

<<Judie vado a prendere un ghiacciolo con Chloe per riprenderci. Perché non vai con Peter a fare un giro? >> Chiese con un ghigno.

Voleva vendicarsi.
Forse me lo meritavo...
<<È un'ottima idea>> dichiarò Peter.

Le ragazze si allontanarono subito dal bowling e lui strinse improvvisamente la mia piccola mano.
La sua era abbastanza grande e tiepida.
Ero stupita da quel contatto, il cuore mi batteva all'impazzata.

<<Usciamo da qui. Ti porto a bere qualcosa di fresco nelle vicinanze>> esordì felice.

La sua presa salda non mi lasciava ancora e i miei battiti accelerati non accennavano a calmarsi.
Chiusa la porta del locale alle mie spalle, l'aria fresca mi riempì i polmoni. Era una bellissima giornata soleggiata.
Rinfrescarsi un po' era l'ideale.

<<Scusami ti sto tenendo ancora la mano, te la sto facendo sudare>> bofonchiò imbarazzato.
<< Tranquillo>> riuscii solo a pronunciare, contenta.

Da lontano percepivo il rumore di un'auto arrivare ad alta velocità.
Peter piano mi lasciò la mano.
Quel distacco inaspettato mi rattristava.

Una macchina costosa, rossa amaranto ci accostò.
Girai di scatto il volto.

Noah...
e non era solo.



















NOTE ❤️

Ciao ragazze/i oggi questo piccolo spazio lo dedico a voi.
Volevo ringraziarvi con tutto il mio cuore.
Ogni giorno finalmente riesco a provare felicità perché c'è qualcuna/o che mi apprezza e ama ciò che scrivo.
Tutto questo mi fa sentire importante per voi e mi da ogni settimana la costanza di scrivere mettendo tutta me stessa per non deludervi.
La scrittura è stata la mia ancora di salvezza.
Ho incominciato per hobby un mese fa, quando ho capito che leggere non mi bastava più...
quindi grazie infinite!
Siete il mio sostegno e ancora grazie per ogni sorriso che mi regalate.

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