CAPITOLO 88

"La rassegnazione è la capacità di comprendere che non c'è nessun margine di speranza per cambiare il corso delle cose."
- Internet






Stranamente era già trascorsa una settimana da quel momento importante e decisivo con Adrian.
Cercai, in quei giorni, di non pensare continuamente a quella misteriosa ragazza con cui Adrian aveva un rapporto particolare ed enigmatico, ma fu quasi impossibile.

Lui, intanto, sembrava sempre sul punto di scappare via, senza motivazione, quando mi incrociava... Era assurdo come comportamento dato che pareva decisamente tormentato da qualcosa di inspiegabile e incomprensibile.

In quelle giornate ricolme di frustrazione, avevo trascorso la maggior parte del tempo con le mie migliori amiche anche se loro preferivano parlare principalmente del mio imminente ed ingestibile compleanno visto che erano parecchio emozionante, tra l'altro, ogni festività vissuta con Alexis e Chloe aveva la sua magia.
Personalmente, però, era l'ultimo dei miei pensieri giacché avevo molte cose che affliggevano il mio cervello come le due materie scolastiche che non avevo ancora recuperato...

Oggi, comunque, sembrava tutto esageratamente pesante, probabilmente per l'influenza del cielo grigiastro ricoperto da numerose nuvole del medesimo colore. Inoltre, non avevo alcuna voglia di andare a scuola dato che l'insegnante aveva programmato una lunga l'interrogazione di biologia pure per me.

Ero totalmente agitata e in ansia... Nonostante ciò, controvoglia mi alzai dal soffice letto, mi lavai velocemente poiché ero leggermente in ritardo e indossai semplicemente dei jeans con un maglione color bordeaux. Avevo raccolto, inoltre, i miei capelli castani in un elastico e avevo afferrato svelta la mia borsa in pelle con il mio giubbotto imbottito per scendere finalmente giù... Così, uscii definitivamente dalla mia stanza.

Mi ritrovai alla fine della scalinata in pochi secondi, ma in quell'attimo, una strana e assurda preoccupazione mi divorò il respiro, in un modo così prepotente che non avevo più neanche voglia di fare colazione.

A quel punto, con calma entrai nella vasta cucina, soltanto per qualche minuto, con la sola speranza di incontrare Adrian perché anche se lui non desiderava, probabilmente, aprire quel delicato e graffiante discorso con me, io volevo almeno avere la possibilità di salutarlo normalmente, scrutando i suoi bellissimi occhi per rammentargli con semplicità quanto fosse essenziale per me.

Eppure, mi ritrovai davanti solamente una stanza vuota come la mia anima sofferente. La sua presenza era invisibile e distante pure questa volta, ma realmente non capivo perché stava fuggendo via da quel posto comune a quell'orario così inusuale...

Ciononostante, mi mancava...
In maniera irrazionale, esigevo agni parte di lui anche la più scontrosa ed impenetrabile.

Di conseguenza, a malincuore, uscii frettolosamente dalla mia modesta abitazione e il freddo incessante mi colpì subito, in modo logorante. Tuttavia, provai a condurre la mia attenzione altrove, per non cadere sempre negli stessi errori e pensieri negativi.

Intanto, per strada c'erano molte persone. Potevo scrutare attentamente alcune mamme che accompagnavano i loro bambini a scuola, uomini che in gruppo si cimentavano nella corsa e in vari esercizi fisici, gente in compagnia dei loro cani per trascorrere una spensierata passeggiata... Mentre la mia mente era occupata ad adocchiare tutto questo, fortunatamente, mi ritrovai già fuori all'istituto.
Il cortile era pieno di studenti diversi nel loro stile e che erano concentrati nelle varie conversazioni indecifrabili.

Da lontano, intravidi addirittura Sebastian con dei ragazzi che non conoscevo. Sembravano chiacchierare a bassa voce come se stessero pronunciando qualcosa di impensabile, perciò, non mi sembrò il momento giusto per raggiungerlo e salutarlo calorosamente... Sicuramente l'avrei incontrato di nuovo tra i corridoi dell'istituto.
Di seguito, presa ancora dal completo panico, entrai quasi esitante e sconfortata nella scuola.

La seconda ora di lezione, quella cruciale, arrivò fulminea.
Ero immersa nelle mie ansie, eppure, una piccola parte di me era lievemente serena nel sapere che le mie amiche, anche se solo tramite messaggi, mi erano vicine e mi incoraggiavano sul serio.

Alla fine, l'interrogazione non andò male, passò in modo sufficiente e di seguito, provai a trascorrere le altre ore di lezione in modo più tranquillo e spensierato.

Al suono "angelico" della campanella, mi sentii finalmente libera... Desideravo soltanto andare a casa e addormentarmi un po' dato che ero molto stanca, ma non potevo prevedere quel momento dannatamente sconvolgente.

Dopo poco, mi ritrovai fuori dall'immenso istituto, il freddo insostenibile e fastidioso parve incrementarsi come le nuvole, ormai, di un colore tendente al nero.
Purtroppo, non avevo un ombrello con me quindi dovevo fare in fretta o sarei stata travolta da una possibile tempesta.

La maggior parte dei ragazzi intorno a me, stava uscendo frettolosamente da scuola per salire beatamente nelle loro macchine modeste. Forse, era giunto il fatale momento di acquisire tutto il mio coraggio ed incominciare a guidare dato che, dopo tante peripezie, ero riuscita anch'io, l'anno precedente, a prendere finalmente la patente...

In realtà, riflettendo con attenzione, non ricordavo assolutamente se pure Adrian aveva già preso la patente. Probabilmente, alla guida di un veicolo sarebbe risultato ancora più figo e misterioso... Tuttavia, c'erano tante cose importanti di lui che non conoscevo e che desideravo davvero apprendere.

Camminai parecchio, tanto da non riuscire a scorgere più la scuola, ma il tragitto per arrivare alla mia abitazione, in realtà, era ancora lungo...

Fu decisamente inaspettato, caloroso e nel contempo sgretolante...

Nel preciso attimo in cui osservai con interesse il marciapiede davanti a me per cercare di trovare un negozio di dolciumi, vicino ad un albero maestoso, quasi privo di foglie, mi sembrò di intravedere una figura ben definita... Abbastanza familiare.

Il battito cominciò a diventare più frenetico poiché il mio desiderio probabilmente si era avverato... Così, senza rifletterci su, frettolosamente e d'istinto, decisamente irrequieta, avanzai il passo per raggiungere quella sagoma.

Dovevo assolutamente capire chi fosse e a circa un metro di distanza da lui, ogni mio sospetto diventò una conferma stravolgente ed indelebile...

La slanciata corporatura di Adrian era di fronte a me, in quel preciso posto e  aveva stranamente lo sguardo concentrato sul suo cellulare.

Era decisamente un miracolo poterlo incontrare in quel luogo neutro per entrambi. Ero insicura, ma anche felice perché potevo avvicinarmi in qualche modo a lui, rischiando di poter finalmente sfiorare il suo cuore scheggiato.

Inevitabilmente, le mie pupille attratte lo squadrarono a lungo, indossava un pantalone tonalità antracite, il suo giubbotto era di un colore tendente al blu, aveva i capelli scuri scompigliati dal leggero vento e aveva delle scarpe da ginnastica mai notate prima... Nonostante le mille avversità, per me lui restava un autentico incanto.

<< Ciao >> sussurrai soffice quando con coraggio, fui finalmente e silenziosamente vicino al suo corpo rilassato.
Eppure, udire quelle mie semplici parole, la mia voce velata dalla curiosità, parvero turbarlo sul serio... i suoi occhi sgranarono visibilmente per l'inaspettato e l'incredulità.
La sua corporatura inerme sembrò quasi sobbalzare leggermente per lo spavento.

Dopo pochi secondi, in cui parve realizzare la mia presenza vicino alla sua, ancora mista ad una profonda confusione, si schiarì la voce pesantemente, riponendo le sue pupille nelle mie e comunicò con un timbro quasi falsamente distaccato:
<< Ciao >>
E le nostre anime insperatamente affiancate parvero riprendere vita... Riconciliarsi in una maniera tanto delicata da sembrare inverosimile.

<< Tutto bene? >> Chiesi solamente con una tonalità lievemente tremante per un'inattesa timidezza. Speravo con tutta me stessa che pure il mio coinquilino desiderasse iniziare quella conversazione che da tempo bramavo.

A quel punto, posò automaticamente il suo cellulare nella tasca del pantalone e concentrò il suo sguardo destabilizzato nelle mie iridi tonalità giada e fu l'esplosione inarrestabile di due mondi contrastanti e nel contempo legati... Le sue pupille si immersero nelle mie in un misto di emozioni indescrivibili e mozzafiato.

<< Si >> annunciò soltanto, fissandomi ancora con troppa attenzione.
Tuttavia, ero determinata a proseguire con quella conversazione, volevo davvero trascorrere un po' del mio tempo con lui... Ne avevo bisogno, la mia essenza lo reclamava tanto da fermarmi il respiro.
<< Percorriamo insieme il tragitto per andare a casa? >> Domandai decisamente insistente e parzialmente speranzosa.

<< In realtà, devo raggiungere prima una libreria >> Spiegò subito in quel suo modo assolutamente indifferente e contorto. Ciononostante, il suo sguardo enigmatico sembrava cercare qualcosa di irrazionale, di intollerabile...

<< Capisco. Allora, ti accompagno. >> Azzardai con voce leggermente entusiasta, provando a convincerlo della mia persistente presenza. Speravo solamente di non essere nuovamente cacciata via da lui... la mia esistenza, questa volta, non avrebbe vacillato... Sarebbe semplicemente crollata in modo definitivo. Perciò, dovevo  perseverare, dovevo assolutamente raggiungere il suo cuore di pietra.

<< Va bene >> esordì dopo un'attenta riflessione in un tono abbastanza stanco, la sua espressione era totalmente perplessa e frustrata.
Di conseguenza, iniziò a camminare normalmente ed io, feci lo stesso, passeggiando al suo fianco... Assaporando quel semplice e insperato momento.
<< Devi comprare qualche libro? >> Chiesi seriamente invadente, anche se la risposta era abbastanza palese. Eppure, necessitavo davvero di sapere qualcosa di lui... Di sentire il tepore della sua anima in frantumi.

<< Si, uno di genere thriller e l'altro è solo narrativa. >> Mi chiarì improvvisamente, prendendomi completamente alla sprovvista.
I miei occhi si illuminarono visibilmente e un vasto sorriso marchiò il mio piccolo viso.
Ero allibita per questa sua inaspettata apertura nei miei confronti, ma anche nell'aver scoperto, involontariamente, ciò che desiderava acquistare.


<< Sembrano interessanti. È una nuova pubblicazione? >> Domandai ancora, piacevolmente soddisfatta.
Poi, aggiunsi seria e riflessiva, parlando più con me stessa:
<< Sinceramente, io preferisco le storie d'amore... >>

<< Non ne avevo dubbi! >> Sentenziò subito, prendendomi nuovamente alla sprovvista... Ero decisamente sbigottita dato che Adrian pareva realmente tranquillo e sicuro di ciò che pronunciava come se, nonostante la sua distanza palese, mi conoscesse già abbastanza bene ed ero veramente incredula giacché quella sua risposta era costellata da una leggera e autentica risata.

I suoi denti biancastri in quel lieve sorriso ben definito, erano davvero uno spettacolo inimmaginabile e surreale.

Era, insperatamente, a suo agio e sereno pur avendomi accanto.
Ero decisamente felice e nel contempo, speranzosa che questo non fosse solamente un fugace momento di benevolenza.

<< Preferisci leggere in biblioteca o da solo a casa? >> Domandai contenta e ancora visibilmente curiosa.
<< Preferisco leggere da solo nella mia stanza, così da poter immergermi sul serio nella storia... >> Spiegò senza indugio e con parecchio entusiasmo.

Quel comportamento mai riscontrato  prima stava completamente coinvolgendo anche me... non sembrava assolutamente il solito Adrian.
Dov'era finita la sua maschera e la sua corazza?
Stava superando il confine, senza che io lo sforzassi e ciò, mi dava la possibilità di sfiorare realmente la sua esistenza intrinseca.

<< Cazzo! >> Imprecò forte improvvisamente, destabilizzandomi davvero, fui scossa da quel suo repentino cambiamento d'umore.
Poi, continuò rancoroso e avvilito:
<< sta piovendo... >>
<< Hai ragione >> confermai all'istante, notando la leggera pioggia che incominciava a bagnarmi i lunghi capelli.
Di seguito, chiarii mortificata e preoccupata:
<< Ho dimenticato di portare l'ombrello stamattina... Tu ce l'hai? >> La mia domanda era, in verità, velata da una lieve speranza, pure se la probabilità che lui condividesse con me quell'ipotetico ombrello, era davvero bassa...

<< No >> borbottò scocciato ed irritato, alzando totalmente lo sguardo incerto e nervoso al cielo, ormai, tonalità carbone.
Fu questione di pochi secondi, la pioggia iniziò a colpirci pesantemente... Era decisamente arrivata una tormentosa tempesta. 

<< Corri a casa, io continuo di qua. >> Mi impose autoritario, indicandomi con la sua grande mano la strada opposta che doveva percorrere.
Perché si comportava improvvisamente in quel modo discrepante? Perché ero una seccatura per lui o perché era preoccupato per me?
Non sapevo davvero cosa pensare, ma la mia essenza incominciò a spezzarsi completamente.

<<  E tu?? >> Chiesi con disperazione ed angustiata.
<< Correrò in libreria >> farfugliò crucciato, senza più guardarmi negli occhi.
Aveva, addirittura, velocizzato il suo passo... Allontanando, pian piano, la sua slanciata corporatura dalla mia, nuovamente dolorante.

Ed io, improvvisamente, mi ritrovai dietro di lui, distante ormai metri, ricoperta solamente dallo sconforto e dalla pioggia incessante.

Adrian, oramai, senza neanche salutarmi, aveva iniziato a correre ed io, dovevo girare a destra e fare lo stesso per giungere velocemente a casa. Tuttavia, quel gesto diffidente mi aveva spiazzata completamente... Perché improvvisamente la situazione si era capovolta in quel modo così negativo e logorante?
Dove stavo sbagliando?

A quel punto, sommersa dalla pioggia e circondata dal nulla, iniziai a correre davvero anch'io.
Il cielo scuro aveva dato a quell'atmosfera insopportabile una sfumatura innegabile di afflizione...

Ad ogni passo in più, il mio respiro diventava sempre più affannoso. Uno strano dolore al cuore mi scuoteva tanto da sentire bruciare quella zona, inoltre, la borsa in pelle pesava molto a causa dei numerosi libri quindi dopo qualche minuto, fu inevitabile fermarmi e cercare di tranquillizzare tutta quella sofferenza che mi stava annegando.

Ero completamente bagnata ed infreddolita, eppure, senza una spiegazione logica, a rigarmi il viso erano principalmente le mie lacrime... Ed erano quelle a gravare davvero. Ero maledettamente triste, ma non potevo mollare, dovevo rialzarmi e proseguire!

Adrian era stato gentile e comprensivo con me, in un certo senso, quindi questo era realmente da considerare... Mi faceva nutrire speranza.
Mi riscaldava con quel suo debole tepore.

Ciononostante, mi abbandonai lì, inerme sotto la pioggia incessante, diedi sfogo al mio turbamento... Continuai a piangere disperatamente, avevo bisogno di qualche altro minuto di sconforto per liberarmi sul serio da quel mio innato dolore.

<< Judie >> mi sussurrò una voce irreale e decisamente familiare.
Automaticamente, mi girai di scatto verso quella persona alla mie spalle.
Il corpo del mio interlocutore era anch'esso completamente bagno, era visibilmente agitato, mentre io ero ancora tremante per quella inverosimile sorpresa.

Ero sbigottita.
Non riuscivo assolutamente a capire quel gesto controproducente, eppure quella sofferenza parve improvvisamente alleviarsi e desiderai solamente di poterlo abbracciare e guarire così, ogni mia piccola ferita...

Era successo qualcosa per tornare indietro... Da me?

Adrian era davanti alla mia esile figura, mi fissava con uno sguardo indescrivibile e quasi sconcertato, mentre una scia di preoccupazione reale parve inghiottire i suoi occhi chiari.

Le nostre pupille erano intrecciate in quella complicità che si completa senza dir nulla.
Personalmente, era la dannazione per quell'amore negato...

<< Adrian perché sei qui? >> Chiesi con un filo di voce misto alla confusione e alla disperazione.
Non riuscii in alcun modo a trattenere il mio sconvolgimento anche se probabilmente, senza alcun motivo soddisfacente, voleva solo tornare a casa. Tuttavia, Adrian senza esitazione, si avvicinò talmente tanto al mio corpo infreddolito da poter scorgere delle goccioline di acqua che ricadevano lentamente dalle sue folte ciglia.

Il suo sguardo era differente dalle altre volte, con quel suo lieve sorriso pareva soltanto pieno di amorevolezza.
<< Ero preoccupato >> confessò inaspettatamente, con un timbro soffice ricolmo solamente di benevolenza.

Com'era possibile?

Ero letteralmente incredula e nel contempo sollevata giacché il mio cuore sembrò battere sempre più forte per quella calura inverosimile.

Quel temporale, l'aveva portato da me... Ci stava unendo, nonostante l'oscurità intorno a noi perché bastavano solamente i nostri cuori vicini per illuminare le nostre esistenze discrepanti.

Adrian mi guardava intensamente e sinceramente, come a voler abbandonare definitivamente tutto quel male che l'aveva sempre ferito e insperatamente, era realmente preoccupato per me quindi, in fondo, contavo qualcosa per lui...

Poi, inaspettatamente, la sua mano bagnata e fredda accarezzò con una  delicatezza disarmante la mia guancia sinistra con un lieve sorriso di sostegno che ravvivò il suo viso finalmente più tranquillo e sincero... mi guardò, mi osservò ancora, in un modo che non credevo possibile.

Tutto quello che ci circondava, ormai, non esisteva più... Contava solo quel calore che ricopriva ancora la mia guancia.

E automaticamente, seguendo il mio istinto, finalmente calma e in pace con me stessa, portai la mia piccola mano sulla sua, in una specie di carezza, di rassicurazione personale e alla fine, strinsi forte per sentire che quella calura fosse davvero quella realtà spiazzante, ma anche rincuorante...

Non c'era nient'altro da dire in quel fatidico momento, i nostri sguardi intrecciati bastavano a darci quella quiete che mancava da tempo e con lentezza, pian piano, per paura di sentire nuovamente quella sofferenza dettata dalla sua assenza, allontanai la mia piccola mano da quella di Adrian sostenendo, però, ancora i suoi occhi confortanti e amorevoli.

<< Ora andiamo a casa >> Mi comunicò improvvisamente con un tono ancora molto sereno, mentre il mio mondo ricolmo di dubbi e insicurezze, pareva non avere più alcun senso razionale e la mia anima stordita sembrò liberarsi parzialmente da quel macigno insostenibile e raccapricciante.

Mi desiderava al suo fianco, mi voleva proteggere con la sua visibile fragilità e benevolenza, ma tutto questo mi confondeva poiché mi permetteva solo di sperare, di credere in una realtà armoniosa senza più colpi di scena graffianti.

A quel punto, felice e convinta, acconsentii scuotendo la testa e pure se non mi stringeva la mano come bramavo per sentirmi parte integrante di lui, di quel momento irripetibile, iniziammo a correre...

Adrian, però, stavolta si adeguò alla mia velocità e non mi superò, mi aspettò, restandomi accanto per sostenermi ancora, per farmi capire definitivamente che lui era lì, proprio per me...

Correvo, guardando avanti, eppure sentivo la sua calorosa presenza alla mia sinistra, nonostante il freddo e la pioggia pesante.

Dopo circa cinque minuti ci ritrovammo finalmente fuori alla porta principale della mia abitazione.
Adrian cercò frettolosamente e con difficoltà le chiavi di casa nel suo zaino dato che le mani, come ogni cosa di lui, erano totalmente bagnate.
Non mi dava attenzione, ed io ne approfittai per riportare il mio respiro ansimante alla normalità.
Lo sforzo era evidente, tuttavia non era terrificante come quando inizialmente camminai in quell'oscurità da sola.

Alla fine, Adrian aprì la porta ed entrò velocemente dentro ed io lo seguii, chiudendo la porta alle mie spalle.
L'aria calda della casa ci avvolse e nel contempo in cui il mio coinquilino accendeva la luce e posava stremato la borsa e il giubbotto bagnato in un angolo dell'ingresso, io coraggiosa e con amorevolezza proposi:
<< Adrian prenderemo un raffreddore in questo stato, togliamoci questi vestiti di dosso e facciamo una doccia calda... >>

Poi, aggiunsi seria e preoccupata:
<< Io andrò nel bagno adiacente alla camera dei miei genitori... Tu puoi usare l'altro dato che è più spazioso>>
<< Per un attimo, avevo capito che desideravi fare un bagno caldo e seducente con me. >> Pronunciò Adrian in modo beffardo e scherzoso, ma anche con un filo sottile di libidine e in quell'istante, involontariamente, il mio viso si colorò di una tonalità scarlatta a causa della frase ambigua e sconcertante che avevo proferito inconsciamente, senza bramosia e cupidigia.
Ero solamente impensierita dal fatto che gli salisse la febbre...

<< O mi stai seriamente provocando? >> Chiese nuovamente scherzoso e nel contempo dubbioso e malizioso.
<< No, sono anch'io preoccupata per te... Grazie per essere tornato da me>>
Confessai con dolcezza e ammirazione, tutto d'un fiato.
Ed Adrian non replicò questa volta... Con quel suo assurdo silenzioso parve quasi accettare quella nuova realtà o almeno riconoscerla in parte, dato che fulmineo aveva distolto lo sguardo comprensivo dalle mie iridi verdi.

Adrian, però, sembrava ancora tranquillo con me e questo donava assoluta quiete alla mia essenza, tuttavia avevo timore che, come in cuor mio sospettavo, fosse solamente una pace momentanea... un attimo di benevolenza a cui si era arreso per un motivo inimmaginabile.

Ciononostante, questa versione pura e delicata di Adrian accresceva in modo  smisurato, il mio amore per lui.

Alla fine, senza dire più nessuna parola, il mio coinquilino incominciò a salire velocemente la scalinata ed io feci lo stesso. Ero dietro di lui a squadrare perfettamente ogni suo movimento... Arrivata nel corridoio superiore ancora buio, girai nella parte opposta alla sua e mi addentrai in quel minuscolo bagno.

Tolsi frettolosamente quei vestiti bagnati e li adagiai in un cesto di plastica vicino al piccolo mobile in legno e mi buttai letteralmente sotto all'acqua bollente della doccia. Ripensai solamente a quell'istante in cui il mio cuore a pezzi ricominciò a battere freneticamente... Adrian che tornava indietro per me, per restare in quel momento devastante al mio fianco, come se riuscisse a percepire, inaspettatamente, le mie paure ed insicurezze.

Mi sentivo, improvvisamente, davvero felice e non potevo fare altro che continuare con questa spensieratezza affinché Adrian si sentisse al suo agio con me e non mi trattasse nuovamente con superficialità e diffidenza.

Finita la doccia, anche se provai a fare in fretta, per l'impazienza di poter trascorrere probabilmente un altro momento importante con lui prima che si chiudesse definitivamente nella sua camera e nel suo mondo impenetrabile, andai velocemente nella mia stanza e indossai una comoda tuta da ginnastica color celeste e bianco.

Desideravo parlare con lui di tante cose anche discutere su argomenti futili come quando sarebbe andato a comprare il libro che tanto bramava, ma anche soffermarmi su quesiti più seri, principalmente, volevo chiedergli del perché era preoccupato per me ma domandarlo, azzardare ancora, significava andare incontro anche ad una palese chiusura da parte sua e non desideravo assolutamente che lui innalzasse nuovamente quel muro sgretolante tra di noi.

Perché io ero al sicuro con lui, ero felice... Ero semplicemente nel posto giusto.

Dopo aver asciugato anche i miei capelli castani, scesi frettolosamente le scale, sperando di trovarlo in cucina e chiedergli qualsiasi cosa pur di iniziare un'altra piacevole conversazione con lui, ma Adrian sorprendentemente, pareva aspettarmi... Sembrava attendermi ancora e le mie gambe tremarono per un'istante. Era inaspettato e rincuorante perché per quanto lui potesse fuggire, alla fine, era sempre lì... A un passo da me.

Era seduto comodamente sul divano nel salotto e stava guardando un film trasmesso in tv... Sembrava ancora rilassato e indossava pure lui una calda tuta da ginnastica.

Eppure, essendo di spalle, non si girò a scrutare la mia magra corporatura, non mi notò dato che era seriamente concentrato su quel film sconosciuto, quindi ne approffittai per avvicinarmi a lui silenziosamente e degustare di nascosto il suo buon odore.

Con audacia, arrivata di soppiatto a pochi centimetri dalla testa di Adrian mentre la sua presenza inondava ogni parte di me fino a far oscillare con insistenza il mio cuore, mi alzai leggermente facendo peso sulle punte dei piedi per risultare più slanciata e sorprenderlo di spalle.

Così, mi ritrovai insperatamente con il mio viso palesemente più in alto,  nello stesso identico posto in cui Adrian aveva il suo candido volto e la sua testa, inevitabilmente, si posizionò sotto la mia... una scena surreale e decisamente coinvolgente. In quel preciso momento, coraggiosa ed irrequieta, domandai con una nota ben visibile di felicità:
<< Adrian vuoi bere qualcosa di caldo? preparo un thè... >>

E in quell'istante fatale, senza rendermene conto, i nostri mondi si scontrarono definitivamente giacché il viso sbalordito ed incredulo di Adrian, con le sue palpebre decisamente spalancate, guardava scioccato il mio volto sorridente e sincero.

Di conseguenza, ci ritrovammo incastrati nei nostri occhi limpidi... In quella scena seducente, vacillante tra desiderio e repressione.
Era un'attrazione letale.

Lui aveva automaticamente sollevato leggermente la testa, indietreggiandola e inclinandola quasi totalmente verso di me e la mia, seguendo il suo fascino e i miei sentimenti attratti da qualcosa di inspiegabile, si era involontariamente abbassata verso la sua, ancora stordita per l'inaspettato di quel gesto decisivo ed inevitabilmente, ci ritrovammo con le labbra a pochi millimetri di distanza.

Il suo respiro si era unito al mio, già lievemente agitato per la scena magnetica e per il desiderio incontrollato della sua bocca.

A quel punto, insperatamente, Adrian mi guardò più intensamente come anch'esso maledettamente attratto e con occhi ancora leggermente spalancati e le labbra ormai dischiuse, si soffermò in quella seducente posizione a scrutarmi, incantato dal proibito ed io, automaticamente, mi abbassai di più verso di lui poiché il mio scopo ora era soltanto la sua bocca... L'amore che serbavo per lui che potevo trasmettergli con quel semplice contatto.

Desideravo incastrare le mie labbra nelle sue, inciderle di nuovo in me e gustare quel mielato sapore.

Tuttavia, la vita è assolutamente imprevedibile...

Quando sei sul punto di rinascere, di intravedere quel bagliore assordante, sembra invece distruggerti ancora e in modo decisamente improvviso... Aprendo un varco sconosciuto, oscillante tra avversità ed amorevolezza.

In quel preciso momento, in cui il resto non importava più... eravamo solamente noi, spogliati delle nostre corazze o incertezze e senza che nessuno di noi se ne rendesse conto, stavamo per sfiorarci davvero.

Tuttavia, insperatamente, la porta principale si spalancò davanti a noi, prendendoci decisamente alla sprovvista dato che non avevamo previsto un simile scenario logorante e in pochi secondi, all'interno della mia abitazione, si addentrarono pure i miei familiari...

Erano abbastanza distanti quindi non sapevo se ci avevano adocchiato realmente in quella posizione compromettente o se quello strano silenzio era solo dovuto al fatto che probabilmente, stavano sistemando nell'ingresso adiacente le loro borse e i giubbotti.

Eppure, il terrore parve per un attimo immobilizzare ogni parte di me, mentre il cuore sembrava quasi disintegrarsi totalmente.
Nella peggiore delle ipotesi, il vero problema era che non conoscevo davvero il modo in cui potevano reagire i miei genitori a una realtà tanto inimmaginabile.

A quel punto, di scatto mi allontanai bruscamente da Adrian, anche se la mia essenza era ancora sospesa tra le sue morbide labbra.
I suoi occhi erano palesemente preoccupati e sconcertati... Così, mi girai completamente sconvolta verso le figure dei miei genitori.

E purtroppo, molto probabilmente, qualcosa avevano intravisto o capito...

Una verità decisamente inopinabile per loro dato che un assurdo sospetto pareva improvvisamente dominarli, intravedevo i loro sguardi dubbiosi inoltre, non ci avevano ancora salutato...

Un pesante silenzio era calato nella stanza e il mio coinquilino era sicuramente sconvolto e terrorizzato quanto me poiché determinate situazioni, soprattutto per lui, andavano evitate, anzi assolutamente nascoste.

<< Ciao ragazzi >> farfugliò quasi tranquilla, dopo qualche secondo, mia mamma.
Poi, continuò con un tono abbastanza normale, incurante della scena precedente :
<< Tutto bene? >>
A quel punto, con un timbro più spensierato mio padre ci salutò, intromettendosi nella conversazione e infine, aggiunse avvilito:
<< Avete visto la tempesta? Non vuole smettere di piovere, ormai è da parecchio che continua in questo modo... >>

Ed io, prima di rispondere adeguatamente a quella semplice conversazione, restai muta per un tempo indecifrabile giacché non riuscivo a comprendere se quello, invece, fosse un malcontento ben velato.

L'unica cosa chiara era che quel momento unico ed indelebile con Adrian, oramai, era stato travolto da una situazione terrificante e schiacciante...

Il sospetto che probabilmente i miei genitori avevano intravisto qualcosa di ambiguo tra di noi, mi disorientava parecchio.

E in quell'istante cruciale, Adrian non mi aiutò supportandomi con quella conversazione pesante o stando semplicemente al mio fianco... Il suo corpo quasi infastidito e afflitto, si allontanò improvvisamente dalla mia figura lievemente agitata... Fuggendo nuovamente via da me.

Quel freddo glaciale sembrava aver nuovamente dominato il suo cuore... Quindi le cose stavo per peggiorare o qualcosa tra di noi, in un certo senso, si era evoluta tanto da avvicinare inconsapevolmente i nostri cuori scheggiati?

Poiché quando la slanciata figura di Adrian, mi sorpassò per dirigersi verso le scale, insperatamente, solo per pochi secondi, girò il suo volto indecifrabile verso il mio, colpendo non solo il mio cuore speranzoso o la mia anima confusa, ma i miei occhi ricolmi di premurosità che, irrimediabilmente, si erano immersi  nella limpidezza di quel suo sguardo sincero, senza alcuna sfumatura di rancore o disprezzo nei miei confronti...

Era ancora lui, inerme al destino tortuoso, senza nessuna armatura a salvarlo.














NOTE ❤️

Ciao carissime/i 😙

Che gusto preferite le uova di Pasqua?

E avete qualche dolce o rustico tipico di questa festività che preparate in quell'occasione?

Un bacio a tutti/e 💋

A prestissimo 🔥

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