CAPITOLO 84

"Ogni delusione, che viene evitata, intensifica quelle inevitabili."
- Michael Rumpf




Quelle parole erano incise perfettamente nella mia mente, tuttavia non mi rendevano davvero felice o appagata.

Peter era di fronte a me, sorrideva ancora mentre i suoi grandi occhi mi scrutavano attentamente.
Indossava un jeans chiaro e una camicia bianca aderente, dalla quale erano evidenti i suoi pettorali definiti.

L'atmosfera circostante, non mi aiutava assolutamente a concentrarmi su di lui poiché la musica pesante con le centinaia di persone impegnate nel ballare energicamente nel salone adiacente e il perpetuo chiacchierare di diversi sconosciuti nella mia stessa stanza, quasi mi riportavano all'unica verità presente nel mio cuore.

Adrian non era ancora presente, probabilmente non avrebbe partecipato alla festa... Ciononostante, sentivo la mia anima implorare la sua essenza di sfiorarmi nuovamente, di stare continuamente accanto a me nonostante le incomprensioni giacché lui era marchiato nella mia esistenza in modo irreparabile.

<< Judie >> mi richiamò Peter con una tonalità più seducente, riconducendo la mia concentrazione sulle sue iridi color cioccolato.
<< Ti stai divertendo? >> Chiese dopo qualche secondo, notando il mio mutismo malgrado il suo precedente complimento.
<< Abbastanza, tu? >> Domandai con estrema gioia, mentendo spudoratamente.
<< Si >> Affermò con un sorriso più audace di prima.

Piano avvicinò il suo corpo scolpito al mio. Pochi centimetri ci separavano per cui il mio essere incominciò a vacillare tremendamente nel timore poiché ero stordita da quel suo comportamento stranamente provocatorio.

<< Non riesco a sentirti bene, c'è troppo baccano >> spiegò diffidente, nonostante sul mio viso osservasse un incessante insicurezza.
Poi proseguì con evidente malizia:
<< Ci spostiamo da qui? Andiamo in un posto più tranquillo >>
Era assurdo costatare improvvisamente questo suo lato quasi famelico. Non riuscivo a riconoscerlo, pareva di essere vicino ad un'altra persona... Un estraneo.

Non sapevo bene cosa rispondergli perché preferivo restare lì, in quel luogo più incolume per me.

Fu allora che il mio sguardo incerto si deviò dal suo e squadrai nuovamente ciò che mi circondava. Fuori al cortile c'erano ancora le mie migliori amiche che ridevano spensierate, erano accerchiate da numerosi ragazzi che ovviamente non conoscevo, avevano tutti una birra tra le mani.
Forse, anche se avevamo promesso di non bere, per superare questa serata, necessitavo anch'io di un po' di alcol poiché la felicità che avevo sognato per questo momento unico, si era trasformata in una lacerante agonia e oppressione.

Avevo, addirittura, intravisto Noah distante pochi metri da loro. Accanto a lui c'era una tipa dai capelli lunghi e verdi con uno stile prettamente punk.
Lui, invece, indossava un pantalone nero e una maglia color ardesia molto attillata.
Ci fu un attimo in cui i miei occhi, quasi in maniera surreale, si posarono delicati sui suoi setosi capelli biondi e le sue iridi azzurre incrociarono intensamente le mie e lui sembrò accennare un lieve, ma autentico sorriso.

Purtroppo, non avevo adocchiato nessun altro che conoscevo alla festa e proprio mentre ero persa in questi miei pensieri assordanti che le dita tiepide di Peter lambirono la mia guancia destra per qualche secondo ed io, automaticamente, mi scostai da lui bruscamente.

Ero allibita e stordita.
Ma Peter, incurante del mio stato d'animo, mi fermò appoggiando con fermezza la sua grande mano sulla mia spalla sinistra e avvicinò le sue labbra rossastre al mio orecchio, sussurrandomi assurdamente venefico:
<< Stasera sei davvero distratta >>

Poi con lentezza, allontanò di poco il suo viso ben delineato dal mio.
Deglutii, inaspettatamente ansiosa e preoccupata per me stessa.
<< Scusami >> esordii soltanto a bassa voce mentre la mia anima pareva urlare un unico nome...
Le pupille di Peter sembravano osservare incantate i lineamenti del mio esile corpo ancora scombussolato.
<< Cosa ti distrae così tanto? Dai, andiamo a ballare! >> Propose sempre con una limpida malizia che continuava a confondermi.
<< Stasera mi gira un po' la testa >> mentii spudoratamente con un tono ancora leggermente soffice e quasi mortificato.

<< Vuoi che ti accompagno fuori a prendere un po' d'aria? >> Chiese dubbioso e insperabilmente amorevole.
<< Non ti preoccupare >> sentenziai con un flebile sorriso fasullo.
<< Sicura? >> insistette con un timbro più alto e in quel preciso istante, le sue dita si accostarono alle mie procurando su di esse un forte brivido e con tremenda audacia, sfiorarono la mia piccola mano.

Ero sconvolta, non riuscivo assolutamente a comprendere la motivazione di quel suo atteggiamento.

A quel punto, d'istinto, riportai velocemente la mia mano verso il mio seno, mettendo palesemente una distanza tra di noi.
Doveva definitivamente capire che io non ricambiavo quella sua patetica cupidigia.
Cercai pure di non far trasparire il panico che mi travolgeva totalmente, tuttavia Peter sembrava essere perfettamente consapevole dell'effetto nocivo che stava avendo su di me.

<< Vado a sedermi di là... Ho bisogno di riposarmi. Tu divertiti, goditi la festa mi raccomando. >> Suggerii sfrontata, sperando che andasse finalmente via da me.
Ormai, la sua presenza mi infastidiva sul serio, quasi mi impauriva.
Di conseguenza, però, si avvicinò nuovamente al mio orecchio e bisbigliò seducente:
<< Ci vediamo dopo >>
Ed io, innervosita, mi spostai da lui frettolosamente per raggiungere il salone, senza neanche salutarlo.

Necessitavo di un luogo neutro... Di proteggere me stessa.

In realtà, mi sentivo veramente a disagio circondata da così tanti sconosciuti che si godevano il party facendo, soprattutto, atti inappropriati e immorali anche in pubblico.

Alla fine, mentre tutti si divertivano, io passai più di un'ora seduta davvero sul mio divano in pelle cercando di distrarmi giocando con alcune applicazioni sul cellulare dato che periodicamente veniva sempre qualche tipa ad infastidirmi con la sua nuova conquista per avere più spazio per i loro scopi indecenti.

Non avrei mai immaginato un riscontro del genere, dannatamente sofferente. Adesso, desideravo soltanto andare indietro nel tempo per poter trascorrere questa serata da sola in casa con il mio coinquilino.

Annoiata pesantemente, decisi dopo una decina di minuti di salire le infinite scale per raggiungere il bagno e sistemarmi il trucco e i capelli pure se erano ancora perfettamente in ordine.
Il corridoio della mia abitazione, per fortuna, era già illuminato dalle diverse luci lì posizionate, ma era deserto... O almeno questo credevo.

Sorpassata la porta della camera di Adrian, pensai costantemente a lui giacché non sapevo se fosse andato via sul serio o se era ancora rinchiuso in quel suo rifugio personale.
Pareva volersi tutelare anche da me.

Intanto, mi ritrovai davanti al bagno, ma la porta era socchiusa e da lì usciva una flebile luce bianca... C'era sicuramente qualcuno al suo interno.
Così, automaticamente, indietreggiai sperando di non assistere a qualche scena peccaminosa.
Invece, quello che affrontai fu soltanto devastante... la mia essenza si spezzò totalmente, rischiando di non poter sopravvivere ancora.

Una voce stranamente familiare proveniva dal bagno.
<< È ora di dimostrare quanto vali anche senza più un soldo, stupido vanitoso di una scuola pubblica, se vuoi di nuovo entrare nella nostra confraternita! È la resa dei conti, il tempo è scaduto! Ora siamo entrambi con la prenda che mi hai fatto conoscere tempo fa. Adesso devi farmi vedere quanto sei meschino, dimostra a che punto sei disposto ad arrivare, ora che non vali più un cazzo! >>
I miei occhi si spalancarono involontariamente come la mia bocca, ad udire delle parole così disprezzanti e cariche di odio.

Il mio cuore tremò in preda al panico più assoluto seguito dal timore che costellava la mia anima.

Chi poteva essere quella persona così perfida? E con chi stava parlando?

Forse dovevo scappare via, ma volevo scoprire di più. Ero nella mia abitazione ed era un motivo aggiuntivo per conoscere la verità. Avevo il diritto di sapere che nessuno, in quel momento, rischiava la vita.
Avevo notato ultimamente, Noah più volte a scuola con quella strega di Olimpia, ma non poteva essere lui.
Avevo intravisto nella sua quotidianità e con sua sorella, il suo lato buono perciò non era concepibile un simile pensiero nefasto.

Quindi era quasi sicuramente qualche tipo di un'altra scuola, probabilmente un istituto privato e per ricchi dato il modo in cui si adirava spregevole contro quell'altra persona.

Ero spaventata seriamente da una tale cattiveria.

<< Va bene, concluderò adesso quella scommessa, ma scordati di infastidire Alexis! >> Pronunciò con rabbia una voce ancora più familiare... Ero estremamente incredula, ma ciò che mi riportò nel limbo, fu quel nome.
La mia amica era in pericolo?
Cosa c'entrava Alexis?
Quindi erano persone che conoscevo?
Era questo quello a cui si riferiva Chloe?

Non potevo crederci.

La mia anima parve sul punto di spegnersi per sempre... Di cadere nell'abisso definitivamente.
Ora quel discorso insensato della mia migliore amica aveva un senso logico, tuttavia era totalmente graffiante...
Quasi mortale.

Cosa dovevo fare? Come dovevo comportarmi?

E fu in quel preciso istante, in cui oscillai tra il pensiero di affrontarli o scappare via, che dal bagno uscirono due persone inimmaginabili.
Era James...
Seguito da Peter.

Ero scioccata ed immobile.
Ero davvero arrivata al patibolo.
Perché c'era Peter con quel suo amico a fare un discorso simile?

Ciononostante, gli occhi carichi di risentimento di James mi colpirono subito fino a perforarmi l'essenza.
Mi sgretolai.

Un sorriso spavaldo e venefico si posizionò sul suo viso falsamente rassicurante e le sue pupille gelide mi spezzarono ancora senza alcun rimorso.
Una parte di me pareva voler scomparire, eppure, estremamente tremante mi feci coraggio perché meritavo di sapere la verità.

Tutto quello che aveva fatto fin'ora Peter era sempre stata una bugia?
Mi aveva presa continuamente in giro?
Ma per quale motivo?
Ero totalmente allibita...
Non aveva senso tutta quella crudeltà.

Mi sentivo come i granelli di sabbia che oscillano di perpetuo senza una meta precisa, trasportate dalla onde agitate del mare.

Così, gli urlai disperatamente contro:
<< Di quale scommessa parli?? >>
Fu allora, che estremamente famelico mi confidò:
<< Tu stasera sarai mia >>
E con audacia si avvicinò di qualche metro al mio corpo sconvolto ed impaurito.
Indietreggiai velocemente, ma lui non si arrestò, fin quando solamente pochi passi ci separarono davvero e con odio confessò:
<< Sai perché l'ho fatto? È stato divertente farti credere che mi interessavi, anzi è stato quasi eccitante vedere quanto sei stolta e patetica. Perché ad un ragazzo come me dovrebbe piacere una comune ragazzina?! Non te lo sei mai chiesto?? Fingersi un altro tipo di persona con te mentre tutto mi crollava addosso è stato decisamente un sollievo e una distrazione piacevole ed ora, questa messinscena avrà fine poiché, piccola tonta, sei tu la mia preda. >>

Fu involontario, ogni muscolo del mio corpo tremò pesantemente e le lacrime mi inondarono il volto per quell'inganno logorante...

Probabilmente fu felice di scrutarmi così vulnerabile, ma quella verità era troppo devastante da poter sostenere ancora.

Questo non era reale, non era il vero Peter che conoscevo, con cui avevo passato giornate spensierate.
Non riuscivo ad accettare una tale malvagità.

In quel preciso momento, in cui ero totalmente ferita e senza alcun tipo di protezione, la figura di Noah sbucò da dietro alle mie spalle.
Sobbalzai per la sorpresa, non capivo perché si trovasse nel mio stesso posto, forse per qualche motivo a me ignaro, mi stava cercando.
Ma vederlo lì per me, in quel l'istante scheggiante, fu assurdamente rassicurante... Ero sollevata di poter contare veramente su di lui poiché la sua corporatura ben scolpita si era praticamente buttata sul corpo muscoloso di Peter.
Pareva una belva.

Senza pietà incominciò a colpire il viso perfetto di Peter. I suoi pugni erano carichi di rabbia e rancore.
Sembrava non voler cessare questo suo scontro e ciò mi preoccupava sul serio.

Inoltre, molto probabilmente, aveva sentito ogni cosa per assumere un atteggiamento tanto furioso...

Non mi interessava se aveva origliato, giacché ero solamente piena di vergogna per me stessa, di non aver capito subito le vere intenzioni di Peter... quel suo piano unicamente losco.

E mentre Noah continuava a picchiare Peter che invano cercava di sopraffarlo, James fuggì via ridendo.
Una risata estremamente diabolica... Il male supremo.
Alla fine, il suo sguardo vuoto catturò la figura del suo amico in difficoltà, ma l'unica cosa che fece fu sussurrare malefico:
<< Che delusione! >>
E prima che avessi la forza di fermarlo, lui era già scappato via.

Ora, però, la mia attenzione era totalmente su Noah dato che continuava a sferrare pugni su Peter, ero realmente spaventata che lui non riuscisse a controllarsi, perciò, urlai quasi con una nota di pietà:
<< Fermati ti prego!! >>
Ma non servì a nulla.
Così, riprovai con una disperazione incontrollata:
<< FERMATIII!! BASTA TI PREGO!!! >>
E solo allora, il viso adirato di Noah focalizzò il mio ancora impietrito e pallido.

Il suo ennesimo pugno si arrestò nell'aria e con voce furiosa, gridò contro Peter:
<< Bastardo! >>
A quel punto, rassegnata e nuovamente incredula ordinai:
<< Peter vai subito via da casa mia e dalla mia vita se non vuoi soffrire ancora! >>

Piano si rialzò, quasi barcollò.
Il suo volto era unicamente ricoperto di sangue e questo mi destabilizzava ulteriormente.
Noah gli ringhiò letteralmente contro quando la sua corporatura ricolma di lividi evidenti, si allontanò per scendere le scale.

Una parte di me, sperava che ciò non creasse nuovi pettegolezzi sull'accaduto dato il mio doloroso e incompreso passato.

A quel punto, sola con di fronte il viso angelico del mio salvatore, chiesi con cautela, provando a tranquillizzarmi:
<< Noah perché sei qui? >>
E lui, come se non aspettasse altro, mi spiegò con un timbro di nuovo leggermente agitato, ma anche palesemente preoccupato:
<< Dovevo parlarti e ti ho seguita. Cosa credi che sarebbe successo senza la mia presenza?? Giuro che non la passerà liscia!! >>

Di conseguenza, confessai amareggiata, ormai, a pezzi:
<< Sono talmente scioccata che non mi sembra reale, tuttavia credo davvero che abbia imparato la lezione... Grazie per quello che hai fatto per me >>
<< Stai bene? >> Mi domandò anche se, in cuor suo, conosceva già la risposta.
<< Non proprio... >> farfugliai appena, dirigendo il mio sguardo, inconsapevolmente verso la camera di Adrian.

Quindi non era in casa? Era impossibile non udire quel trambusto dalla sua camera...

Ciononostante, una parte di me, temeva davvero che quel suo menefreghismo nei miei confronti fosse realtà.

Poi, inaspettatamente, Noah si accostò alla mia esile corporatura ancora confusa e mi confessò parzialmente calmo:
<< Vuoi sapere perché ho reagito così Judie? Sai perché ti ho protetta? O perché mi sono arrabbiato tanto? >>
Ma io, non sapevo veramente cosa rispondergli, non capivo a cosa voleva alludere. Il suo comportamento sembrava improvvisamente più afflitto e bramoso.

Di seguito, riscontrando il mio silenzio, proseguì con una tonalità più calda:
<< Non voglio che quel coglione ti infastidisca perché Judie tu mi piaci, mi piaci sul serio e da tempo oramai.
La tua semplicità mi ha attirato. Non guardi ai miei soldi o alla mia popolarità. Tu osservi solamente cosa c'è nel cuore delle persone ed io... >>

Cavolo non ero pronta, in quello stato di perenne irrequietezza, ad una rivelazione tanto sconvolgente da prevalere su ciò che era appena accaduto. Perché le parole di Noah avevano il tepore del suo animo sincero... Erano oneste e non avrei mai sognato una dichiarazione così amorevole da parte sua nonostante inizialmente ambissi proprio a questo.

Ciononostante, nel mio cuore c'era spazio per un'unica persona.
Su questo non avevo dubbi quindi non desideravo distruggere la sua essenza già segnata, perciò, prima che continuasse con la sua dichiarazione, lo fermai.

<< Apprezzo tantissimo ciò che hai fatto per me, ma non posso ricambiare i tuoi stessi sentimenti >> annunciai con una leggera nota di imbarazzo e mortificazione.
E in quell'attimo preciso, come un vero ormeggio di salvezza, prima che riuscissi ad intravedere le conseguenze disastrose delle mie parole sul viso delicato di Noah, notai le mie migliori amiche, inaspettatamente, correre velocemente verso la mia direzione.
I loro sguardi erano pieni di terrore.

Anche lui le aveva adocchiate, dato che non aveva replicato nulla, nonostante la mia affermazione lacerante e probabilmente imprevedibile.
E quando finalmente furono al mio fianco con il respiro corto, Alexis con voce affannata esordì:
<< Ho visto Peter andare via ricoperto di sangue, ma cosa diamine sta succedendo?? >>
Ma prima che rispondessi per spiegarle come stavano in realtà le cose, Chloe confidò nervosa:
<< Che stronzo, era di lui che non mi fidavo... >>
<< Cosa??? >> Domandò altamente perplessa Alexis.
<< Ha fatto una scommessa su Judie quel farabutto. Voleva portarsela a letto pur di ritornare in quella confraternita di ricconi >> sentenziò infuriato Noah.
<< Ma questo non ha senso >> replicò ancora più sconvolta la mia amica.
Così, Chloe si intromise per chiarire quella questione complessa e scettica.

<< Ero andata a prendere un caffè al bar vicino al lungomare una settimana fa, prima di entrare a scuola e dal terrazzo ho visto Peter parlare animatamente con un ragazzo che non avevo mai visto nel nostro istituto. Volevo scendere a salutarlo quando, improvvisamente, quel tipo gli ha urlato contro di avere un conto in sospeso... doveva ferire una persona >> ci comunicò Chloe addolorata, tutto d'un fiato.
Poi proseguì, incurante dei nostri occhi sconcertati:
<< Ero sbigottita, non immaginavo una situazione del genere. Mi dispiaceva per lui.
Però, in seguito, ho pensato che la persona che voleva colpire era qualcuna di noi dato che ultimamente ci aveva domandato spesso di Judie nel corso di pittura, quindi dovevo scoprire la verità e la festa era un'ottima copertura >>

<< Tu sapevi qualcosa dei suoi problemi economici? Mi aveva mensionato questo argomento l'altro giorno, ma non ci avevo dato veramente peso. >> Domandò Alexis, d'improvviso, pensierosa verso Noah... come a non voler accettare realmente quella dura verità.
<< No >> le rispose secco ed indifferente.

Ogni sua motivazione, non poteva giustificare quel comportamento oltraggioso.
Non ero nemmeno a conoscenza del fatto che aveva chiesto più volte di me. Eppure, ora, quella realtà prepotente e scioccante pareva quasi non toccarmi più. Sembravo già essermi abituata al dolore, a quelle schegge graffianti e perforanti.

Alexis era nel panico. Pareva sul punto di crollare sul serio, sembrava che il suo cuore soffrisse più del mio.
Non volevo vederla in quello stato, quindi allungai la mia piccola mano verso la sua e la strinsi forte in quel calore che donava una scia flebile di quiete.
Ad un tratto, insperabilmente, Alexis ci domandò tremante:
<< Perché questa situazione non mi uccide? Perché mi sembra di soffrire di più nel pensare di dover stare lontana definitivamente da Peter? >>

La verità, che non aveva ancora compreso, sicuramente era che quel ragazzo le piaceva davvero.
Ciò mi destabillizzava parecchio dato che non l'avevo mai vista in quello stato e Peter pareva tenerci, in un certo senso, anche lui a lei.
Tuttavia, non potevo permettere che la mia migliore amica andasse incontro ad una persona così spregevole e oscura.

Ciononostante, prima che le dicessi qualcosa, Chloe l'aveva stretta a sé, separando anche le nostre mani intrecciate. Le aveva dato un lieve bacio sulla guancia cercando di farla ragionare, di farle comprendere che non era il ragazzo adatto a lei.
Eppure, lei sembrava ancora incredibilmente agnostica, specialmente per le parole che aveva pronunciato.

Alla fine, decidemmo di ritornare alla festa. Dovevamo assolutamente distrarci. Avevo bisogno di tanto alcol ... Le mie amiche scesero per prime le scale, ricolme di bicchieri vuoti, ma sporchi all'interno di birra.
Mentre loro si inoltravano frettolosamente nella folla, io scendevo lentamente le scale poiché ero ancora tremendamente sbigottita.

Noah era al mio fianco, ma in silenzio.
La sua presenza non mi infastidiva purché non pretendesse ancora un rapporto diverso da me.

Il suo sguardo pareva fisso su un punto indefinito, troppo pensieroso.
Poi, insperabilmente, ritrovandomi alla fine della scalinata, una sofferenza inconcepibile sembrò catturare il mio respiro in un modo così estremo da non riuscire a vivere.

Mi piegai quasi su me stessa per la desolazione insopportabile.

A quel punto, le iridi azzurre di Noah squadrarono la mia figura titubante e senza pensare alle conseguenze, specialmente, per le centinaia di persone ferme lì ad osservarci, Noah sembrò seguire il suo istinto e mi abbracciò.

Mi strinse forte a sé... Fu una sensazione tiepida poiché quel calore, quella pelle, quel profumo non mi appartenevano. Né mi davano sollievo.
Non ricambiai l'abbraccio, ma piansi disperatamente per liberarmi di quel macigno invisibile.
Ero decisamente in frantumi.

Le braccia muscolose di Noah non accennavano a volersi separare da me.

Inaspettatamente, però, percepii la mia corporatura scottare... Bruciare davvero.
Mi sentii squadrare da occhi ricolmi di risentimento, ma non erano le varie persone che erano rimaste lì ad adocchiarci per curiosità.
Era una sensazione strana, ma che conoscevo...

Così alzai il viso verso le scale, dato che era lievemente adagiato sulla grande spalla del mio salvatore e insperabilmente, le mie iridi giada si intrecciarono con quelle acquamarina del mio coinquilino.

Che ci faceva lì?
Quindi era nella sua stanza?
Aveva assistito ad ogni cosa di nascosto?
Perché non era corso ad aiutarmi come Noah?
Mi detestava così tanto?

Il cuore parve improvvisamente fare più male, spezzarsi in modo immutabile.

Eppure, in maniera irragionevole, il volto candido di Adrian sembrava totalmente carico di rabbia e delusione.
Scrutava con odio sia me che Noah, ma non poteva essere infastidito da quell'abbraccio innocente poiché io per lui non significavo nulla e sembrava sempre pronto a farmelo capire, a fissarlo nel mio cervello per lacerarmi l'anima con le sue parole costellate da puro disprezzo.

Ciononostante, qualcosa di impensabile stava accadendo giacché Adrian adirato, si dirigeva verso la mia direzione.

Stava scendendo le scale svelto e innervosito.
Non riuscivo a comprendere quel suo comportamento contraddittorio.
I suoi occhi, però, non si distaccavano dai miei... Erano decisamente stupiti, indecifrabili.

Per quale motivo mi stava raggiungendo?

Le persone intorno a noi, fortunatamente, non sembravano più darci peso... Eppure, veramente non capivo quel suo assurdo atteggiamento nei miei confronti.
Era odio o c'era altro che celava in quella piccolissima scia di benevolenza che scorgevo dalle sue pupille ogni volta che le incastrava alle mie?!

Automaticamente, mi distaccai dalla figura muscolosa di Noah.
Il mio cuore disperato, aveva assolutamente bisogno del ragazzo che amavo.

Tuttavia, Noah sembrò ancora più stranito notando i nostri sguardi complici e magnetici... Ciononostante io, inspiegabilmente, speravo solamente di ricongiungermi a quella calura tanto desiderata.
Non importava più di dar voce ai pettegolezzi o che qualcuno di importante intuisse il nostro rapporto lussurioso.

La mia essenza bramava ardentemente la sua, pareva dipendere veramente da essa.

E fu come sognare, un gesto troppo inverosimile per essere reale...

Adrian mi raggiunse, si avvicinò tanto da essere a pochi centimetri delle mie labbra e di conseguenza, insperatamente, tirò il mio esile corpo a sé, catturando con fermezza il mio braccio destro pur di non distaccarmi da lui e il mio volto sorpreso, tinteggiato di ardore, si ritrovò improvvisamente schiacciato dalla presenza del mio coinquilino...

Adagiato delicatamente sul suo busto magro e inebriato dal suo buon odore.

Adesso, ero al sicuro.






















































































NOTE ❤️

Salve mie care 😊

Considerazioni su questo capitolo?
In base al ruolo che svolge ogni personaggio.

Spero che la verità su Peter non sia stata troppo dura per voi 😔

Mi raccomando, continuate a seguirmi... La storia diventa sempre più interessante 😏

Un forte abbraccio ❣️❣️❣️

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