CAPITOLO 82

È tutto gestibile finché non diventa un bisogno.
(mesmeri, Twitter)







La scuola era iniziata solamente da un giorno, ma mi sentivo già sfinita.
Era ritornato tutto alla normalità, a quella quotidianità che mi aveva sempre accompagnata.
Eppure qualcosa era cambiato...
Più precisamente era mutato il mio coinquilino.

Aveva accettato di avere un rapporto civile con me, tuttavia nel suo sguardo famelico e malizioso, c'era qualcosa di più ambiguo...
Qualcosa di decisamente spiazzante.

Quella mattina, in cucina, avevo incrociato per qualche minuto il suo sguardo tranquillo. Stava facendo un'abbondante colazione con i miei genitori e fu il suo gesto inaspettato a farmi vacillare sul serio.
Senza aver timore di nulla, soprattutto, di sembrare sospettoso, vedendomi entrare nella sala ancora assonnata, aveva pronunciato con un tono più alto:
<< Ciao Judie >>

Ed io, non avevo avuto neanche il tempo di sbattere freneticamente le palpebre per l'incredulità poiché involontariamente, il mio corpo sobbalzò per lo stupore.
I miei occhi insicuri scrutarono a lungo il suo viso limpido, dimenticando la presenza dei miei familiari e proprio tra le sue iridi acquamarina che intravidi un'evidente scia di cupidigia.
Tuttavia, il suo lieve sorriso era totalmente venefico.

<< Ciao >> sussurrai pietrificata verso la sua figura, ma a quel punto, salutai pure i miei genitori velocemente giacché non potevo restare in quella stanza.
Frettolosamente mi incamminai ancora scossa nella mia camera.
Il mio cuore era incontrollabile e incontenibile.
Il battito era troppo veloce per permettermi, addirittura, di respirare regolarmente.

Mi vestii velocemente e senza alcun abbinamento per raggiungere l'istituto. Le lezioni trascorsero con estrema lentezza, probabilmente perché mi sentivo praticamente assente.
La mia mente era fissa sull'atteggiamento insperato e docile di Adrian.

Dopo scuola, non sapevo davvero se ritornare a casa, lì dove ormai c'era tutto tranne che protezione.
Ma avevo bisogno di riposare, di staccare per qualche minuto il cervello da tutto quel fracasso interiore, quindi uscita dalla scuola iniziai a camminare direttamente verso la mia abitazione.

Per tutto quel freddo tragitto, avevo spostato con molta fatica, la mia attenzione su ciò che inconsciamente era successo precedentemente.
Avevo incontrato per i corridoi dell'istituto, pieni di studenti, sia Sebastian che Peter.
Mi sembravano entrambi costellati dalla tangibilità del loro charme innato.
Ciononostante, Peter non aveva ricambiato il mio saluto... Forse per distrazione.

Nel cortile della scuola, invece, avevo salutato calorosamente le mie migliori amiche dirigendo la conversazione costantemente su di loro, specialmente su cosa avevano fatto l'ultimo giorno di vacanze natalizie cioè il primo gennaio.

Non volevo assolutamente parlare di me o del ragazzo che mi piace.
Era strano il mio modo di agire nei confronti delle mie amiche, dato il nostro stretto legame, ma non riuscivo ad ammettere quella realtà troppo scombussolante pure per loro.

Nel frattempo, però, avevo intravisto Noah, con abiti sportivi, salire nella sua lussuosa macchina con due ragazze.
Erano entrambe di schiena e lontane dalla mia visuale quindi non potevo scorgere dettagliatamente le loro figure, ciononostante per il suo modo di vestire abbastanza appariscente e di gesticolare, una pareva decisamente Olimpia.
Era una situazione molto stravagante.

Giunta finalmente di fronte all'ampia porta principale della mia villa, presi svelta le chiavi dalla mia borsa color nero ed entrai senza esitazione.
Era tutto buio, effettivamente era un po' presto per il ritorno dei miei familiari, così accesi le luci e salii le scale con difficoltà come se un macigno mi stesse intrappolando ripetutamente le ginocchia.

Raggiunsi direttamente la mia stanza dato che avevo soltanto bisogno di addormentarmi una mezz'ora, tuttavia necessitavo pure di un bagno rilassante.

Nel contempo, in cui automaticamente, arrivai davanti allo specchio ovale posto su una delle mie biancastre pareti, fu impossibile non osservare dettagliatamente, riflesso al suo interno, il mio viso devastato.

C'era una realtà che non avevo ancora ammesso a me stessa... Dannatamente incline all'oscillazione tra emozioni discordanti.

Ed ora, la vedevo accuratamente tinteggiata sulle contrastanti espressioni del mio volto.
Io provavo qualcosa di molto più serio per Adrian... Che andava sicuramente oltre al semplice piacere.

Quel sentimento così travolgente, viene chiamato da secoli AMORE.

E non era prematuro come credevo.
Non era terrorizzante come temevo...
Ardeva semplicemente nella mia essenza fino a consumarmi con esso.

L'amore non possiamo dirigerlo noi.
È un sentimento che sboccia lentamente o d'improvviso.

Riconoscere di essere innamorata significava unicamente tenere a quella persona nonostante i suoi difetti e le sue cicatrici.
Significava accettare ogni aspetto di lui, di esserci realmente nel bene e nel male.

Ed io, mi ero resa conto soltanto adesso di essere già pronta a tutto questo da tempo.

Ora, la verità non sembrava più così spiazzante... Pareva solamente sollevante e rassicurante poiché è il cuore a indirizzarci verso la vera felicità, verso quella benevole calura.

Eppure, dovevo tenere per me questa rivelazione... dovevo prima imparare a gestire queste emozioni incandescenti giacché Adrian non avrebbe mai accettato questa sconvolgente veridicità.

A quella riflessione, fu inevitabile spostare repentina il mio viso atterrito dal grande specchio.
Di conseguenza, mi adagiai esausta sul morbido letto.
Chiusi le palpebre e provai a pensare a qualcosa di totalmente diverso come alla bellissima borsa tonalità bordeaux che avevo adocchiato in una vetrina nei pressi del lungomare.
Alla fine, passarono minuti infiniti, ma non riuscii a farmi cullare dalle invitanti braccia di Morfeo.

Inaspettatamente, per un attimo, udii spalancarsi la porta principale di casa.
Molto probabilmente era il mio coinquilino...
Era il mio riparo e la mia perdizione.

L'ansia stavolta non mi invase, anzi fu un pensiero sconcertante e inspiegabile ad occupare la mia mente disperata giacché io avevo letteralmente bisogno della sua presenza.

Stavo giocando con il fuoco e irreparabilmente sarei rimasta bruciata, ma dovevo seguire il mio istinto e pazzia.

Dovevo provocare Adrian.

Desideravo la sua attenzione poiché dal momento in cui il mio coinquilino mi aveva trattato in modo differente, specificamente, mi aveva posto attenzioni non richieste, non ero più riuscita a togliermelo dalla testa...
Era una specie di ossessione logorante e nel contempo gradevole.

Ciononostante, lui non era assolutamente predisposto ad abbandonarsi a quel tepore o a fidarsi di me... Figuriamoci innamorarsi.

A quel punto, mi alzai parecchio agitata dal letto. Girai senza sosta in quello spazio ristretto per comprendere al meglio in che modo potevo attuare quel mio piano totalmente disastroso.

Eppure, insperabilmente, dei passi leggeri avevano già raggiunto il piano superiore e si dirigevano precisamente verso il bagno.

Di seguito, mi appoggiai delicatamente con la schiena alla porta in legno della mia camera, ormai, sopraffatta dalle indefinite emozioni.
D'improvviso, ero assurdamente irrequieta.

Non sapendo bene come reagire a quella situazione compromettente, aspettai che il mio coinquilino uscisse da quel posto, invece, dopo qualche minuto di assordante mutismo, sentii il rumore incessante dell'acqua... Stava facendo una doccia.

Fu incomprensibile, ma automaticamente, spalancai la porta dalla mia stanza.
Respirai a fondo per opprimere quell'insicurezza e silenziosamente raggiunsi il bagno... Dove si trovava il mio coinquilino.

La porta era chiusa anche se non avevo il coraggio di costatare se fosse realmente chiusa a chiave.
Tuttavia, il cesto con i vestiti da mettere in lavatrice, era posizionato fuori dalla porta, accanto al muro.
Riuscivo a percepire il singolare odore di Adrian... Quello che ogni volta mi inebriava pienamente.

Intanto, avevo intravisto il suo jeans scuro e la sua felpa blu all'interno del cesto.

Deglutii pesantemente al soffuso pensiero del mio coinquilino a pochi passi da me... Completamente nudo.

Quell'immagine sconcia nel mio cervello parve risvegliarmi solamente in parte da quello stato di continua imprudenza giacché nell'attimo in cui, presa da una forte ansia, avevo indietreggiato di qualche passo per ritornare al sicuro nella mia stanza, la porta del bagno era stata inaspettatamente aperta, trascinando con sé una pesante aria calda.

Il corpo slanciato di Adrian era avvolto in un accappatoio color verde, il suo volto pareva fissare i suoi piedi. Era ancora leggermente bagnato come i suoi capelli tendenti al nero.
La sua pelle sembrava autentica porcellana, mentre le sue iridi acquamarina parevano irreali e magnetiche.

Pochi secondi di indifferenza prima che il suo viso sorpreso colpisse il mio, ugualmente stupefatto.

I suoi occhi indagatori e perplessi mi scrutarono a lungo e senza ritegno, mentre io, immobile per l'impensato non riuscivo ancora a distogliere il mio sguardo allibito da lui.
Poi, insperabilmente, pronunciò dubbioso:
<< Mi stavi cercando? >>
E la mia esistenza barcollò per l'afflizione.
<< Ehm... No >> balbettai quasi, decisamente sbigottita per il suo tenue comportamento.

<< Allora perché sei qui? >> Insistette, squadrandomi con una velata malizia.
<< Beh, devo andare in bagno >> risposi seccamente, fingendo il mio disinteresse.
<< C'è anche un altro bagno in questa casa >> decretò confuso.

<< Ma in questo qui, c'è quello che stavo cercando >> borbottai, sperando di poter uscire vincitrice da quella conversazione unicamente sconveniente.
<< Cioè io? >> Domandò con una breve e sottile risata, guardandomi dritto negli occhi, mentre io ero invasa dalla titubanza e dall'imbarazzo poiché le mie iridi giada seguivano indiscrete le goccioline d'acqua ricadenti dai suoi capelli scuri.

Si stava prendendo palesemente gioco di me e per questo dovevo assolutamente farmi valere.
Anche lui stava giocando con il fuoco...

Dovevo mettere in atto il mio piano di seduzione pure se andava contro ogni logica e moralità.

<< Ovviamente no >> sentenziai contrariata e innervosita.
A quel punto, senza neanche salutarlo o aspettare una sua risposta, avevo allontanato con difficoltà il mio sguardo dal suo corpo magro e nel contempo mi stavo già incamminando velocemente verso la mia stanza.

Arrivata finalmente lì, entrai frettolosamente dentro, richiudendo la porta alle mie spalle.
L'unica idea che mi convinceva sul serio era quella di aprire parzialmente la porta della mia camera e nel momento in cui il mio coinquilino sarebbe passato per raggiungere la sua stanza o scendere al piano inferiore, io l'avrei preso alla sprovvista sfoggiando un look più seducente e fomentante.

Eppure il piano si deviò, trafiggendo anche la mia anima, oramai, smarrita e inguaribile.

Di conseguenza, aprii repentina la mia porta con cautela per non farmi scoprire e la lasciai leggermente aperta affinché il mio piano irrazionale prendesse vita... ma qualche minuto dopo, sorprendentemente, udii già dei passi decisi dirigersi verso la mia stanza.

Adrian stava per incrociare me in quella situazione irreale e ciò mi scuoteva terribilmente il cuore.

E nel preciso istante in cui si trovò proprio di fronte alla mia porta aperta, il suo sguardo dubbioso parve dare spazio alla curiosità dato che, come speravo, sbirciò attentamente all'interno della mia camera.

Il suo sguardo non era ancora fisso su di me, mentre io, allibita ero immobile a squadrare ogni suo movimento poiché mi trovò impreparata...

Stavo per togliermi la maglia di lana per indossarne un'altra molto più scollata e audace quando il suo corpo magro fu davanti alla mia stanza.
Ma a quel punto, Adrian intravide solamente la mia pelle scoperta e il mio reggiseno bianco.
Ero semplicemente costernata.

Le mie iridi chiare catturarono le sue ancora incerte, tuttavia il suo viso limpido era ricoperto interamente da un sorriso scaltro e malizioso.

Ero ferma lì come lui, sorpresa da me stessa ed era questo il motivo per cui non mi ero agitata cercando di ricoprire la mia pelle svestita con ancora indosso, nella parte superiore, solamente il reggiseno.
Per un istante, avevo pensato pure di chiudere la porta della mia stanza, ma questo significava avvicinarmi pericolosamente a lui in quello stato indecente.

Eppure, improvvisamente, Adrian annunciò con un sorriso abbastanza famelico:
<< Non provocarmi >>
E chiuse, inaspettatamente, anche la porta della mia camera e fu quello ad impressionarmi di più... non le sue parole.

Nonostante il mio modo sbagliato e surreale di agire, lui non aveva approfittato di quella occasione per avermi, anzi in un certo senso, mi aveva protetta andando via... innalzando un muro invalicabile ben visibile.

Erano questi gesti inverosimili ad incidere sempre più in profondità nella mia anima, oramai inerme, l'essenza di Adrian... Dell'unico ragazzo che aveva fatto battere il mio cuore ingenuo e senza difese.

Non comprendevo la vera natura di quel suo improvviso cambiamento, ciononostante quando aveva accettato un rapporto civile con me, probabilmente aveva ben altro in testa...

Uno scopo totalmente diverso dal mio, molto più cupo.
Forse la sua, era una verità talmente scottante da non poter essere rivelata.

E restai tutto il pomeriggio lì, sola nella mia camera per il rimorso e la vergogna... Ma riflettere su ciò non alleviò il mio desiderio per Adrian.

Eppure, la falsa quiete fu turbata nuovamente poiché verso sera il mio cellulare squillò.
Era Alexis probabilmente voleva soltanto raccontarmi com'era andato il corso di astronomia a cui, finalmente, era riuscita ad accedere.
Tuttavia, non fu così.

<< Judie >> mi disse stranamente seria, quando risposi al telefono.
<< Alexis va tutto bene? >> Chiesi lievemente preoccupata.
<< Si tranquilla, sto alla grande. Comunque Chloe è accanto a me, volevamo chiederti una cosa... >> Annunciò, portandomi completamente nel panico.

Speravo davvero che non si trattasse del mio coinquilino... Non ero pronta ad affrontare quell'argomento discrepante.

<< Dai dimmi, così mi metti ansia >> incalzai leggermente infastidita, ma la risata di sottofondo di Chloe mi destabilizzò... C'era qualcosa di strano in quel loro comportamento.
<< Stamattina ci hai detto che questo weekend, quasi sicuramente, i tuoi genitori non ci saranno a causa del lavoro >> spiegò Alexis con attenzione.
Poi proseguì euforica:
<< Ti va se organizziamo una festa a casa tua? >>

Avevo sentito bene?!
Era assurda questa proposta da parte loro dato che avevano sempre evitato di coinvolgermi in queste occasioni insidiose.
<< Che tipo di festa? >> Chiesi estremamente scioccata, dopo un lungo silenzio.

<< Beh... dove c'è alcool, musica e ragazzi! >> Suggerì la mia amica con una voce troppo soddisfatta.
<< Perché quest'idea pazza, all'improvviso? >> Domandai dubbiosa, sempre più perplessa.
<< Ogni tanto bisogna farsi notare >> confessò convinta ed astuta.
<< Non saprei, se i miei genitori lo scoprono?! >> Domandai più a me stessa, scossa da una lieve irrequietezza.

Il mio scopo, in verità, non era restare sola quei giorni con Adrian, anzi speravo vivamente che i miei familiari avessero trovato una soluzione o un diversivo per non restare fuori tutto il weekend giacché solamente immaginare me e il mio coinquilino soli anche di notte, mi tormentava interiormente.

Ma questa nuova prospettiva, forse, avrebbe cambiato tutto definitivamente.

Dopo un breve silenzio, continuai insicura:
<< Vi farò sapere. In casa abita pure Adrian quindi è più complicata la situazione >>
<< Possiamo parlare noi con lui? >> Suggerì tranquilla Alexis.
Il cuore parve arrestarsi.

Era impazzita?
E perché desiderava fare quella festa ad ogni costo?
Dovevo preoccuparmi o indagare?

<< No, state serene. Ci aggiorniamo domani >> conclusi ancora sconcertata da quello che volevano fare senza pensare minimamente alle conseguenze.
Già immaginavo la reazione innervosita e contrastante di Adrian...
<< Credimi ti divertirai >> sentenziò infine, con un tono audace la mia amica prima di staccare la chiamata.

Di conseguenza, mi salutò velocemente e finì lì l'ambigua conversazione, nonostante il mio cervello non sapesse davvero cosa decidere...

Ero nuovamente in bilico.

Il mio mondo pareva essere sul punto di incasinarsi ulteriormente e ciò faceva letteralmente paura.






Quella festa avrebbe forse giovato a me o ad Adrian?
Oppure, addirittura ad entrambi?



















































































































NOTE ❤️

Ciao mie adorate ☺️

Oggi parliamo di desideri e prospettive...
Qual è il vostro più grande sogno?

E come sta andando a scuola/ lavoro?
Data la situazione pesante della pandemia...

Infine, chi ha visto la serie tv sulle winx o dei bridgerton?
Vorrei qualche considerazione...

Siete sempre nei miei pensieri ❤️

A presto 😏

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