CAPITOLO 56

“Vorrei che fosse più semplice, l'angoscia in questo mondo. Vorrei che si potesse essere certi che nella sofferenza c'è una parte d'amore. Il pensare di guardare giù un giorno, e vedere i tortuosi gradini da cui siamo venuti, da un posto al sicuro, deve essere una cosa preziosa.”
- Emily Dickinson









Il viaggio era abbastanza lungo, all'incirca cinque ore.
San Francisco era una città straordinaria, un sogno per una ragazza come me, cresciuta a Newport.
Quella magica meta, dai miei ricordi appariva così perfetta... Grandi grattacieli si contrapponevano alle famose case vittoriane e il Golden Gate Bridge era mozzafiato, non un semplice ponte.

Cercai più volte quella notte di addormentarmi, ma inutilmente... I numerosi pensieri bombardavano il mio cervello, mandandomi seriamente in crisi, perché dovevo assolutamente mostrarmi di fronte ai genitori di Adrian un po' più amichevole con lui.

In realtà, non volevo che si insospettissero portandolo via, lontano definitivamente da me.

Eppure, quella sera non era solo ciò a tenermi alzata, ma anche il mio coinquilino.
Era sveglio pure lui...

Le nostre stanze erano vicine, tanto da poter percepire ogni suo movimento più grottesco.
In quel momento sembrava lui quello più agitato e preoccupato, probabilmente a causa dell'arrivo della sua famiglia.

Non avevo mai compreso a pieno il suo strano rapporto con i suoi familiari.
Quello con il fratello era limpido, vero... Gli voleva bene più di ogni altra persona.
Tuttavia, stare con i suoi genitori pareva renderlo felice solamente un attimo, se lo scrutavi con attenzione, sul suo viso candido potevi scorgere un'immensa tristezza.

Forse, almeno per oggi, dovevo mettere tutto il rancore da parte e stargli vicino, nonostante non mi volesse tra i piedi.

Perché anche se lui non lo dimostrava era un essere umano con dei sentimenti...

Non può dipendere per sempre da sé stesso, prima o poi dovrà affidarsi a una persona che lo sostenga...
Avrà bisogno di qualcuno che ci sia per lui.

Stavo mandando nuovamente il mio essere a farsi benedire, ma non sarei rimasta indifferente qualora il mio tormento si fosse trovato in difficoltà.

Fatta finalmente una rilassante doccia bollente, avevo deciso di indossare un abito nero semplice, non troppo corto e scollato, ma che mettesse in evidenzia ugualmente le mie scarse forme.
Desideravo vivamente fare un ottima impressione.

Scesi le scale, entrai in cucina con appena un accenno di fame. Ieri avevo mangiato davvero troppo.
Aprii il frigo, l'aria glaciale mi percosse il viso ancora tiepido, facendomi percepire ancora più il freddo nell'atmosfera.
Fissai come incantata il succo d'arancia, ma ormai non avevo più voglia nemmeno di quello.

I miei genitori erano in garage, stavano prendendo le varie buste della spesa. Mia madre si era data alla pazza gioia nell'acquisto di cibo squisito per gli ospiti, senza considerare che dovevano restare solamente un giorno.

Osservai fuori dalla grande finestra, tutto sembrava risvegliarsi solo adesso:
I raggi del sole luminosi scioglievano il leggero ghiaccio sull'asfalto, il cinguettio degli uccelli sui lunghi rami era una lieve sveglia e...

Un suv ampio color antracite, aveva appena parcheggiato fuori alla mia abitazione.

Il panico mi stravolse.
La salivazione si arrestò.
La mia esistenza parve spezzarsi.
Dov'era finito Adrian??
Erano sicuramente i suoi genitori con il piccolo Ryan.
D'istinto urlai alla mia famiglia, sperando che mi sentissero senza costatare la mia inquietudine:
<< Mammaaa! Papààà! >>

<< Buon giorno tesoro, non occorre che gridi. Che succede? >> Rispose tranquillo mio padre che sorprendemente era nell'atrio.
<< Beh... Ecco... C'è una macchina qui fuori, sono Eleanor e Devis? >> Farfugliai presa alla sprovvista.
<< Non saprei, hanno insistito nel noleggiare un auto >> dichiarò dubbioso.
Tuttavia, mia madre sembrò aver origliato la conversazione dato che invece di raggiungerci, si precipitò esaltata vicino alla porta principale spalancandola.

<< Ciao Callie >> pronunciò una voce femminile.
Ora non avevo più incertezze. Erano i genitori di Adrian.

<< Quanto tempo! Sei sempre così raggiante! Perché siete ancora lì? Entrate! Presto, stamattina fa veramente un freddo tremendo. >> Esordì sempre più entusiasta mia madre nel rivedere la sua migliore amica.

<< Devis sta prendendo alcune borse, credevi che non ti avrei portato dei souvenir della tua città preferita?! >> Confessò scherzosa Eleanor.
<< Ma dov'è Ryan? >> Domandò improvvisamente stranita mia madre.
Solo in quel momento presi coraggio e mi avvicinai all'uscio della porta in legno, dove risiedeva pure mio padre per guardare la scena.

Tuttavia, il mio nemico non era ancora giunto.
Sperai non fosse scappato preso dall'ansia.

Insperabilmente da dietro la magra figura di Eleanor spuntò un piccolo corpo... il suo viso furbetto, i suoi tratti delicati mi ricordavano maledettamente suo fratello maggiore, sorrideva sdendato, super contento ed iniziò a correre verso mia madre.

Poi i suoi occhi luccicanti incrociarono i miei, gli feci  autonomamente l'occhiolino e fu allora che non si fermò, avanzò scegliendo me.

Ryan in un attimo fu ancorato alle mie gambe, mi abbracciava e il mio cuore si riempì di gioia e amore.
Mi abbassai, giusto per puntare la mia visuale nella sua e strinsi forte la sua minuscola corporatura nelle mie braccia amorevoli per secondi indefiniti.
Mi sentii completa.

<< Voleva farvi una sorpresa >> Spiegò serena sua madre adocchiando la commovente scena.
Poi proseguì:
<< Adrian dorme ancora? >>
I suoi capelli scuri ricadevano sulle spalle, avevano riflessi color mogano o qualcosa di molto simile. Il suo corpo magro e non troppo alto, la facevano apparire ancora una ragazza.

<< Si >> sentenziò subito mia madre.
La guardai scioccata, stava dicendo sul serio?

Devis aveva raggiunto sua moglie con le mani occupate da due modeste valigie color tortora.
Era molto alto e robusto. I suoi occhi indescrivibili erano gli stessi del mio coinquilino e i suoi capelli castani rammentavano, invece, quelli di Ryan.
<< Entriamo su, sto gelando >> propose con voce tremante.

Finalmente eravamo tutti dentro, lontani da occhi indiscreti e al caldo.
<< Paul, amico mio >> Esclamò Devis abbracciando fortemente mio padre, dopo aver posato le pesanti borse sul pavimento.
Poi salutò con un soffice bacio sulla guancia sia me che mia madre.

Nel frattempo Eleanor aveva già cinto caldamente mio padre, infine si avvicinò alla mia figura e prima di stringermi a sé catturandomi nel suo buon profumo, mi bisbigliò dolce:
<< Stai diventando una donna bellissima >>
Allora mia madre si aggiunse, abbracciando affettuosamente entrambe.

<< Ti prego resta a dormire stanotte, sono mesi che non ci vediamo, mi sei mancata tantissimo >> supplicò mia mamma come una bambina all'orecchio dell'amica.
<< Callie non posso, abbiamo già prenotato il volo per stasera. Domani abbiamo una visita di Ryan, non posso spostarla. Sono qui per Adrian, dato che dimentica spesso di chiamarmi >> Confidò con una nota di dispiacere.

Improvvisamente dall'immensa cucina scrutai il mio nemico.
Le mie palpebre sbarrate per l'incredulità.
Aveva lo sguardo perennemente su di noi, senza però avvicinarsi come impaurito.
Mi sembrò per la prima volta realmente indifeso.

Indossava i suoi soliti abiti scuri e semplici.
I capelli tendenti al nero erano parecchio scompigliati, pareva si fosse dannato per qualcosa precedentemente.

Il piccoletto si accostò di più alla mia figura, prese la mia esile mano nella sua, tenendola saldamente.
Poi tirò un lembo del mio vestito, affinché mi abbassassi per udire ciò che voleva dirmi.
<< Voglio vedere Adrian, mi porti in camera sua? >> Chiese tenero.

Istintivamente spostai lo sguardo verso la figura imponente di Adrian quasi nascosta, cosa potevo annunciare a quell'amabile bambino a questo punto?

<< Fratelloneeeee >> inaspettatamente gridò Ryan correndo nella sua direzione.
Forse aveva seguito la mia visuale...
Ma Adrian questa volta, non era fisso su di me con i suoi occhi opprimenti.
Aveva solo premura per il suo fratellino.

Magicamente il mio tormento aveva sollevato Ryan, tenendolo ben saldo tra le sue lunghe braccia.
Sua madre a quelle parole scoppiò silenziosamente a piangere.

Raggiunse i suoi figli e senza proferire parola, riempì di baci Adrian che per la prima volta avvistai arrossire visibilmente.
Con calma il suo papà lì accostò per salutare anche lui il mio nemico.
Era una visione toccante che, però, durò decisamente poco.

I suoi genitori, infine, si allontanarono per andare in salotto con mio padre, mentre mia mamma preparava una colazione veloce a base di pancake, visto che Eleanor insisteva nel voler raccontare delle cose bizzarre che le erano capitate e desiderava mostrare loro i regali che aveva portato.

Di conseguenza, ci ritrovammo solo noi tre insieme in cucina... Io, Adrian e il piccolo Ryan.

Quella situazione mi metteva proprio in imbarazzo.
<< Vieni ti mostro la mia stanza >> pronunciai per spezzare quell'aria pesante tra me e il mio coinquilino.
<< Siiii sarà sicuramente magnifica come te, voglio vedere anche la camera del mio fratellone >> esordì contento Ryan, stringendo nuovamente la sua minuscola mano nella mia.

Poi continuò, esaminando attentamente Adrian ancora fermo, mentre noi eravamo già quasi fuori alla sala:
<< Dai vieni >>

Il cuore si paralizzò.
Adrian quindi doveva stare tutto il giorno con noi?

A quanto sembrava, Ryan desiderava la presenza di entrambi...

L'anima ondeggiò nell'oblio, anche se in parte ero sollevata nel costatare che il mio tormento non avesse bisogno di me per la questione dei suoi familiari.

Mentre salivamo le infinite scale, le chiacchiere dei nostri genitori ci accompagnavano, ora non  discutevano più sulle prelibatezze che mia mamma avrebbe cucinato oggi per loro, ma della salute di Ryan che pareva stare, fortunatamente, meglio grazie alla nuova terapia.

Adrian era dietro di noi, ci seguiva un po' contrariato... figurati se desiderava passare del tempo in mia compagnia.
Così azzardai:
<< Hai molti amici? E una fidanzatina? >>
<< Il mio amico preferito è Ares... La fidanzata non c'è l'ho perché mi piaci solo tu >> confessò un po' rosso in volto con il capo inclinato.

Era così dolce, spigliato...
Se solo il mio tormento avesse preso da lui...

Poi proseguii:
<< Adrian ti è mancato? >>
<< Tantissimo >> assicurò Ryan entusiasta.
<< Finiscila! Non parlare di me. >> Dichiarò un po' alterato il mio nemico sorprendendomi.

Nè rimasi alquanto scioccata.
In conclusione, lo sentii sbuffare addirittura, mentre il suo fratellino aveva girato leggermente la testa verso la sua direzione per osservarlo interrogativo.

Incominciamo bene...

Povero bambino, non poteva sapere quanto il suo amato Adrian fosse scorbutico e nocivo.

La giornata si evinceva decisamente estenuante ed intrigante.








































































































NOTE ❤️

Salve 👋

In generale:

Vi piace la Disney?

Io la amo 💥

Vi piace la Marvel? O preferite la DC Comics?

Vi è mai piaciuta Barbie?

Un baciooooo 💋

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