CAPITOLO 5

L'uomo non è fatto per la sconfitta. Un uomo può essere distrutto ma non sconfitto.
– Ernest Hemingway




Da quel giorno cercai di evitare Adrian ovunque. Non volevo incrociare nemmeno il suo sguardo.

Certo ero arrabbiata, anzi infuriata con lui, ma ogni volta che a casa quasi lo incrociavo, mi riaffiorava l'immagine di lui nudo, bagnato, coperto solo da quella tendina rosa e mi sentivo in fiamme, mi percepii ardere.
Quasi a provare desiderio, quella voglia di sfiorarlo delicatamente quando era solo a cinque centimetri da me.
A capire se sotto quella sua pelle ruvida e gelida in realtà ci fosse calura.

Alexis e Chloe dopo scuola decisero di andare al mare, volevano parlare con me.
Erano soprappensiero.
Avevo trascorso troppi giorni ad estraniarmi da tutto ciò che mi circondava, a rimuginare sull'accaduto.

Ero decisa.
Il motivo dovevo saperlo solo io.
Non potevo umiliarmi confessando a tutti cosa avevo tramato quel giorno e come quella vendetta insana, si fosse ritorta contro di me, così inaspettatamente, crudele, nociva.

Quanti giorni erano che evitavo spudoratamente Adrian?
Minimo una settimana e ormai anche i miei genitori l'avevano capito.
La cosa mi dava così fastidio.
Dovevo sforzarmi di fingere almeno con loro, non potevo farli preoccupare o far nascere in loro strane idee.

Uscimmo dalla scuola.
Come sempre nel cortile e vicino al cancello una marea di ragazzi ognuno con il suo stile, un variopinto formicaio di persone riunite in gruppetti intenti nel parlare armoniosamente ,ridere a crepa pelle o a discutere seri.

Adrian non c'era. Meglio così.

Noah era con il suo gruppo impenetrabile, super alla moda.
Quello al primo posto nella scala gerarchica degli studenti.

Non mi sarei mai avvicinata per salutarlo, infondo era stato lui a propormi di uscire e poi alla fine ero rimasta sospesa ad un filo.
L'idea di stare con lui mi faceva letteralmente impazzire.

Aveva un abbigliamento davvero figo, indossava una felpa verde acqua che donava armonia e luce al suo outfit.
Gli passai accanto quasi a lambirlo.
Lui non se ne rese conto, impegnato com'era a ridere ad una battuta di un altro membro pompato della squadra di football.

Cavolo che sorriso e che denti splendidi emergevano da quella succosa bocca, quasi a specchiarmi dentro.

Sognavo di succhiare quelle labbra tanto da rendergliele di un rosso intenso come a ricordarmi il colore vivido delle ciliegie.

Chloe aprì la portiera della macchina e io mi riscossi.

Che pensiero perverso.
Stavo forse diventando una pervertita?
Ridacchiai.

Alexis inarcò un sopracciglio: <<ehm Judie tutto ok? Ti senti... bene?>>

<<Certo. Tranquilla. Ora sono tutta vostra! >> esclamai.

Arrivammo in spiaggia.
Il sole batteva forte, faceva davvero caldo.
Il mare da lontano luccicava ed era azzurro limpido ,maestoso.
La sabbia, invece, scottava così tanto che decidemmo di andare al bar della spiaggia.
Non vedevo l'ora di rinfrescarmi.

Ordinammo tutte una granita alla menta.
Era squisita.

Il ragazzo che c'è le pose sul tavolino era un bel fusto.
Era altissimo, possenti muscoli gli fasciavano il corpo.
Osservavo il sudare scorrere dalla sua fronte e scivolare su ogni curva dei suoi pettorali.
Pelle abbronzata, occhi color nocciola e capelli scuri con dei riflessi biondi quasi dorati.

<< Peter è un piacere incontrarti. Non sapevo che dopo scuola lavorassi qui>>

Spalancai gli occhi Alexis conosceva questo gran figo? E questo Peter frequentava la nostra scuola? Come ho fatto a non notarlo?

Continuò Chloe <<Ti presento la nostra migliore amica, Judie. >>

Cosa?! Anche lei lo conosceva?!

Mi sentii impacciata, avvertivo la mia temperatura corporea elevarsi.
Risposi quasi balbettando <<è un p-piacere c-conoscerti >>
Poi abbassai lo sguardo per la vergogna, tesa.

<<Molto carina >> pronunciò lui secco, in un sorriso sincero.

Mi trovava carina??
Mi aveva guardata bene o il sole forte gli aveva accecato la vista?

Alexis percependo il mio imbarazzo proseguì, scrutandomi << Non credo tu l'abbia mai intravisto Judie>> sospirò << perché è spesso con noi nel club di disegno. È davvero bravo>>.
Lo guardò quasi ingelosita da tale bravura.

Non mi aspettavo un ragazzo del genere in quel club.
Mai giudicare un libro dalla copertina. Il detto era (quasi sempre) vero.

<<Ragazze ora devo andare. Ci sono altri clienti, ci incontriamo a scuola>> poi Peter continuò con un sorriso seducente, senza staccare gli occhi da me: <<È stato un piacere conoscerti >>
Non feci in tempo a rispondere, era già sparito tra i tavoli.

<<Penso tu gli piaccia >>esordì Chloe.

Non mi andava di chiacchierare su questa cosa, mi percepivo ancora in estasi per quella irresistibile visione.

Borbottai: << siamo venute qui per altro no? Parliamone. >>

Mi rimangiai quelle parole subito.
Alexis e Chloe mi posero un interrogatorio infinito. Cercavano di capire cosa, anzi chi avessi in testa...
Noah ,magari Adrian o Peter addirittura.
La risposta non la conoscevo nemmeno io.
Non potevo negare, però, che fino a quella mattina speravo di avere più attenzioni da parte di Noah.

Mi ritrovai a fissare il vuoto quando le mie amiche incominciarono a discutere di altro, anche se l'argomento principale era sempre la moda.
Parlarono pure delle nuove scarpe che indossava quella presuntuosa di Olimpia.

La reputavo la versione malefica di Barbie, con quei capelli biondo platino, dal primo momento che la intravidi uscire il primo anno, dall'aula di biologia con quella sua ampia scollatura sul seno e tacchi vertiginosi.
Le mie amiche chiacchieravano interrottamente dei suoi difetti, di chi era e cosa rappresentasse per l'istituto.

Per me, anzi per la maggior parte delle ragazze, Olimpia era l'oca della scuola, se potevo così definirla. Quella che si sentiva sempre al top, che ti guardava con disgusto dalla testa ai piedi.
Si percepiva superiore a tutto, a tutti e sbavava per Noah e per altri ragazzi della squadra di football.
Ma direi che il suo preferito era decisamente Noah.

Mi ripresi da quei stancanti pensieri.
Il caldo mi stava massacrando, perché avevo deciso di vestirmi con un jeans lungo e una maglietta a mezze maniche?!
Le mie amiche invece indossavano delle gonne e delle magliette striminzite.
Le invidiai, sicuramente non captavano tutto quel caldo che provavo io.

Dopo altri cinquanta minuti, finalmente le ragazze decisero che era giunto il momento di portarmi a casa.
Ne ero più che felice.
Dovevo fare una doccia urgentemente, il sudore mi appiccicava la pelle.

Arrivate nel mio vialetto le ragazze mi salutarono con entusiasmo, felici di aver passato quel pomeriggio con me.

Sulla soglia di casa feci un bel respiro. Presi la chiave con dita tremanti e aprii.
" Forza Judie. Coraggio, fa che non ci sia Adrian! Niente Adrian. Ti scongiuro " pregavo mentalmente.

Rilassai il volto e tirai un sospiro di sollievo quando costatai che i miei genitori miracolosamente oggi erano già di ritorno a casa.

Mi salutarono calorosamente.
Mamma stava cucinando.
Lei amava cucinare e papà era seduto in salotto a vedere una partita.

E non era solo... c'era Adrian seduto accanto a lui.
Me ne resi conto troppo tardi. Percepii un oppressione quasi schiacciarmi.

I suoi occhi famelici mi scrutavano, dal viso scendevano giù sul mio corpo e poi ritornavano di nuovo su, nel mio sguardo.

"Devi farcela Judie" mi ripetevo.
Sembravano secondi infiniti.
Dovevo riprendere fiato, così corsi in camera mia inventando di dover studiare ancora tanto, quindi avrei mangiato più tardi.
Mi scusai più volte perché sapevo che i miei genitori volevano avermi lì a tavola con loro.

Ma non ero pronta ad affrontare Adrian.
Appena mi voltai in direzione delle scale, in quel preciso e piccolo istante Adrian sogghignò.

Quasi rabbrividii.

Non prometteva nulla di buono.

~

Il giorno seguente a scuola tutto trascorreva sereno. Nessuna novità.

Tutti erano fuori dai corridoi. C'era un caos pazzesco.
Avevo perso di vista perfino le mie amiche.

Decisi di avviarmi vicino al cancello. Le avrei incontrate sicuramente li, fuori da tutto quel trambusto.

Ma qualcosa ,qualcuno mi afferrò forte il polso e girai di scattò la testa presa alla sprovvista.

Una veduta quasi celestiale.
Noah con i suoi occhi e il suo sorriso angelico mi stavano trattenendo verso di lui, il suo sguardo ancorato al mio.

<<Judie scusami ti stavo chiamando, ma tu continuavi a camminare>> disse quasi dispiaciuto di avermi stretto improvvisamente il polso.
Volevo rispondere sarcasticamente "tranquillo stringi tutto il tuo corpo a me", ma la mia sana coscienza mi suggerì di non esagerare.

<<Scusami non ti avevo sentito con tutto questo trambusto>> bofonchiai sincera.

Continuava a guardarmi, quasi esistessimo solo io e lui, poi proseguì << mi chiedevo... ti va di>> le sue parole si stroncarono e il suo corpo muscoloso, possente improvvisamente mi schiacciò contro l'armadietto.

Ero confusa, stordita da quel cambiamento fulmineo.
Udivo persone correre avanti e indietro.

Poi sembrò immobilizzarsi tutto.
Eravamo io e Noah, lui mi stava proteggendo da quella massa di deficienti che correva pericolosamente nel corridoio.

Il suo corpo letteralmente contro il mio.
Non potevo indietreggiare, l'armadietto dietro la mia schiena poneva il mio corpo dannatamente contro il suo.

Il suo viso basso a guardarmi negli occhi, quasi a perforarmi, entrarmi dentro ferocemente.
Pareva dire tutto e niente con quello sguardo.
Anch'io ero fissa, anzi persa nelle sue chiazze azzurre.

Il suo profumo delicato mi incipriava il naso.
Le mani in alto a sovrastarmi la testa, appoggiate all'armadietto e nonostante questo non ci davano un centimetro di distanza.

I miei occhi avidi, desiderosi si posarono sulle sue carnose labbra quasi a imporgli vivamente di baciarmi, di farmi provare il sapore della sua bocca che tanto bramavo.

Il calore del suo corpo mi circondava e l'ardore nel basso ventre incominciò a pressarmi.
Solo qualche secondo dopo con gli occhi sgranati mi accorsi che a premere contro le mie parti intime non era il desiderio che sentivo per lui.

Ma il suo "amico"...il suo MEMBRO!!


















NOTE:
Ciao ❤️ allora per quale coppia fate il tifo? 😏
Oh non ditemelo... Peter?!
Io direi di voler fare una bella scappatina con entrambi 🙈

P.S. Il capitolo questa volta è un po' più lungo spero vi renda felici.

Kisses

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