CAPITOLO 20
Non puoi fissarti su quello che non va bene. C’è sempre un modo per cambiare le cose, per divertirsi.
(Amy Poehler)
I giorni passavano veloci, ciononostante la sensazione di quel bacio spezzato, di quella travolgente tensione tra di noi, mi stava massacrando il cervello.
Perché continuavo a pensare a lui?
Era la mia pena...
Doveva sparire dalla mia mente!
Adrian non mi aveva più rivolto la parola. In realtà lui continuava ad ignorarmi.
Ma sentivo i suoi occhi famelici su di me, come fiamme pronte ad incenerirmi di nuovo.
Percepivo il suo odio strapparmi l'anima.
Un dolore al petto costante.
Olimpia era sempre nei paraggi.
Dopo la sceneggiata alla festa, aveva preteso più volte l'attenzione del mio nemico.
Lui cercava sempre di allontanarla, ma lei pareva di coccio.
Eppure un paio di giorni fa, avevo intravisto Adrian dialogare con l'oca tranquillamente.
Perché questo cambiamento?
La strega sembrava al settimo cielo.
Contenta che lui finalmente si degnasse di considerarla.
C'era qualcosa che non quadrava.
Perché Adrian improvvisamente doveva discutere serenamente con lei?
L'arpia stava gustando con le pupille ogni parte del suo corpo e allo sciocco pareva andare benissimo.
Quella situazione mi dava uno strano fastidio.
Lo stesso giorno avevo incontrato Peter.
Mi aveva salutata agitando forte la mano e mettendo in mostra un sorriso mozzafiato.
Una persona totalmente diversa dal ricordo che avevo di quella festa.
Mi ero soffermata pochi minuti vicino alla sua figura ammaliante, alta e gli avevo chiesto come stava, se avesse qualche novità.
Lui continuava ad essere cordiale.
Poi il telefono che aveva appoggiato in tasca squillò per un po'.
Dallo schermo riuscii ad intravedere il nome "A" affiancato da un cuore color giallo.
Di conseguenza mi salutò frettolosamente e andò via a passo svelto.
Ma preferii non soffermarmi su ciò.
Io e lui non eravamo nulla alla fine.
Dovevo continuare a vivere la mia vita da single felicemente.
Le mie amiche fortunatamente erano sempre al mio fianco.
Pronte con lance invisibili a difendermi dagli attacchi dei nemici.
Ma il mio cuore pareva già leggermente lacerato.
Non avevano vinto il concorso d'arte, eppure il sorriso non sembrava averle abbandonate.
Non avevo raccontato loro della situazione con Adrian.
In realtà lo desideravo, mi avrebbero consigliato.
Ma la questione era troppo ambigua da spiegare.
Come un buco nero pronto a risucchiarmi.
Alexis era fuori città con la sua famiglia per un piccolo viaggio di piacere a Hollywood.
Ogni sera mi mandava delle foto pazzesche.
Grandi grattacieli grigi, negozi qui inesistenti, persone fighissime.
Quanto volevo essere anch'io lì a divertirmi spensierata.
Chloe mi aveva proposto di andare alle terme vicino casa sua.
Era un posto davvero tranquillo e accogliente, quello di cui avevo bisogno.
Anche lei mi era apparsa alquanto giù di morale, dovevo starle accanto.
Repentina avevo confermato e organizzato il tutto per oggi.
Il campanello risuonò forte.
La mia amica era già giù ad aspettarmi e io ancora non avevo finito di preparare la borsa.
Dopo pochi minuti scesi di corsa le scale, buttandomi letteralmente nelle sue braccia, stringendola euforica.
Il tragitto era breve.
Il sole forte mi riscaldava fin dentro le ossa.
<<Sai, non ho più visto Noah>> le confessai dolce.
Il suo viso delicato si spostò verso la mia direzione.
I raggi del sole le illuminavano i suoi bellissimi occhi da cerbiatto.
I suoi capelli rossastri parevano avere sfumature dorate.
Le piccole lentiggini sul naso e guance, la rendevano così graziosa.
<<Judie perché continui a fissarmi? >> Mi domandò ridendo.
<< Pensavo a quanto sei bella>> pronunciai in un leggero imbarazzo.
Poi lei spostò il suo sguardo verso il cielo turchese, sorridendo.
<< Noah è impegnato con gli allenamenti, ho sentito in giro che devono giocare un importante partita >> mi spiegò.
<< Ah ottimo vedo che sei informata. Me lo chiedevo così, non farti strane idee>> dissi scherzosamente facendole la linguaccia.
Mentre Chloe raccontava del ritratto che aveva fatto al suo amato cane, da lontano scorsi la struttura in pietra bianca, grande.
La porta di legno scuro era circondata da siepi stracolme di rose color pesca.
Incantevole.
Al suo interno le parenti candide, erano illuminate da piccoli faretti giallastri.
Il pavimento azzurro, mi rammentava il mare, le onde.
Alla reception una ragazza esile ci diede il benvenuto.
Educatamente ci accompagnò agli spogliatoi femminili e ci spiegò dove erano le terme.
La mia curiosità era troppa, così presi la mano della mia amica e arrivai alla sala tanto desiderata.
L'aria calda ci riempì i polmoni.
Alcune bollicine ricoprivano la superficie.
L'acqua blu reale era semplicemente invitante.
Sul lato destro delle terme, piccole fontane argento parevano cascate circondate da vapore.
Sulla sinistra si trovava, invece, una minuscola vasca idromassaggio.
<<Judie basta guardare. Hai le palpebre spalancate! >> Protestò Chloe.
<< Hai ragione andiamo >> chiarii.
Raggiunto il modesto spogliatoio magenta, incominciammo a denudarci velocemente.
La mia rossa aveva la pelle quasi pallida, il suo costume semplice nero era un contrasto particolare.
Mi ricordava lo yin e yang.
La mia carnagione lievemente più rosata, si sposava perfettamente con il mio bikini verde menta.
<< Vado un attimo in bagno, inizia a procedere>> mi suggerì Chloe.
Non me lo feci ripetere due volte.
Mi fiondai nella sala di prima, ma non era più deserta.
Varie voci profonde da uomo la colmavano.
Intimidita mi avvicinai scarsamente.
Erano quattro fusti.
Alti, muscolosi e maledettamente seminudi.
La loro corporatura e i capelli interamente bagnati.
Rendevano il quadro ancora più sexy.
Feci qualche passo indietro.
Restando con il viso fermo su quell'immagine paradisiaca.
Ma la mia schiena andò a sbattere violenatamente su qualcosa, anzi qualcuno.
I suoi pettorali e addominali sodi, mi avevano toccata involontariamente.
Deglutii imbarazzata.
Mi girai verso la persona che avevo accidentalmente colpito.
Alzai lo sguardo senza poter prevedere mai nulla di simile.
<<Oh Noah... scusami>> tentennai su cosa dire.
<< Ciao Judie>> proferì calmo.
Le mie iridi giada, maliziose senza alcun controllo squadravano ogni curva di quel corpo angelico.
I lineamenti marcati del sul volto, non erano paragonabili alla sensazione che quel fisico mi trasmettava.
Un calore tenue nel basso ventre.
Il suo costume cobalto metteva in mostra il bel pacco in mezzo alle sue gambe.
Per fortuna Chloe ci raggiunse pochi minuti dopo, distraendomi da quella figura nociva.
<< Ciao Noah, come mai anche tu qui? >> Pronunciò curiosa la mia amica.
<< Domani abbiamo una partita fondamentale, quindi siamo qui per rilassarci >> confessò.
<< Ottimo >> esordì lei.
Poi prese il mio polso e mi accompagnò fino alla vasca enorme.
<< io mi tuffo >> affermò sarcastica.
Noah nel frattempo aveva raggiunto i suoi compagni pompati.
Piano adagiai il piede nell'acqua limpida, una percezione di pace mi riempì il cuore fino a scaldarmi l'anima.
Mi immersi del tutto e ritornai a galla solo quando finalmente assaporai per bene quel senso di tranquillità.
<< Parlando del diavolo...>> brontolò Chloe, attirando la mia attenzione.
<< Non trovi che sia davvero bello? >> Le domandai pettegola.
<< Certo, bello senza cervello>> farfugliò lei.
<< Perché pensi questo? >> Reclamai perplessa.
<< Nei film quelli come lui sono sempre senza cervello >> dichiarò in una fragorosa risata.
Poi continuò << vado a provare l'idromassaggio, torno fra poco>>
<< va bene >> risposi.
Ora cosa dovevo fare?
Ero a pochi metri da quel pezzo di manzo...
Contai fino a dieci, poi mi immersi sott'acqua.
Mi sentivo protetta e lontana da tutto.
Soprattutto non avevo più quella fitta al cuore.
Adrian mi stava sgretolando l'anima, in un modo così infimo da dannarmi.
Eppure ora vedere Noah inaspettatamente, mi aveva resa felice.
Era un'ottima distrazione.
Alla fine avevo sempre sperato che i suoi occhi vedessero solo me.
Ma lui sembrava troppo impegnato a non far crollare il suo falso ruolo da playboy.
Era quello che scopava con tutte, il figo della scuola, invincibile giocatore... Nessuno lo descriveva per come l'avevo visto io quel giorno a casa sua.
Non era giusto fingere di essere un'altra persona.
La realtà, "il vero lui" era molto più affascinante.
Perché si comportava così allora?
Ma io non avevo il diritto di giudicare.
Rimasi in apnea probabilmente più del dovuto perché delle braccia forti, presero salde il mio busto sottile fino a farmi emergere.
<< Judie stai bene?? >> Il viso e la voce preoccupata di Noah mi stranirono.
Era passato così tanto tempo?
La sua faccia lattea per lo spavento.
<< Sto bene tranquillo >> cercai di rassicurarlo.
Poi posò le sue grandi dita sul mio morbido volto.
La fronte parallela alla mia, la sfiorava dolcemente.
<< Non farlo mai più >> mi sussurrò incomprensibilmente, cercando di mantenere regolare il respiro ormai affannoso.
Chiusi gli occhi per fermare quell'immagine delicata dentro di me e inalare il suo alito fresco.
Forse a lui davvero importava qualcosa della mia miserabile vita.
Era l'unica spiegazione in quel momento, a quel comportamento inconsueto.
Fu questione di secondi.
Noah insperabilmente spinse le sue labbra carnose sulle mie.
In uno scoppio di scintille ardenti.
Un casto bacio.
La paglia si stava infiammando.
Un fuoco pericoloso stava per esplodere.
Il sapore di quel contatto, mi ardeva impetuoso.
La sua saliva ora bagnava le mie turgide labbra. Ne gustavo il sapore.
Sentivo di averne sempre più bisogno.
Dischiusi la bocca, per approfondire meglio.
Esistevamo solo noi in quell'istante.
Due anime che si ricongiungono.
La bomba era stata sganciata.
Troppe emozioni mi invadevano il cuore, la mente e il corpo...
NOTE ❤️
Ciao ragazze/i cosa pensate succederà nel capitolo 21?
Insieme a chi vorreste vedere Judie?
Buona settimana a tutte ❤️
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