CAPITOLO 102
"E da allora sono perché tu sei,
E da allora sei, sono e siamo,
E per amore sarò, sarai, saremo"
- Pablo Neruda
Marzo era quasi finito, dando spazio a giornate più miti e piacevoli... Era in arrivo una stagione abbastanza calda, proprio come il riflesso involontario del mio cuore, ormai, ricolmo di quell'amore falsamente celato e da troppo tempo bramato.
In quei giorni decisivi, non avevo avuto più modo di confrontarmi con Adrian... Il fato pareva volerci mettere costantemente alla prova.
Tuttavia, la verità era che lo stavo disperatamente evitando perché avevo finalmente compreso la realtà.... Presto avrei ceduto alle provocazione del mio coinquilino ed era soltanto colpa dei miei immensi sentimenti per lui giacché la mia essenza era follemente innamorata di Adrian.
Eppure, ciò era altamente pericoloso per la mia anima indifesa perché significava solamente che il mio coinquilino, come mi aveva ribadito più volte, al mio assecondare i suoi profondi desideri, non si sarebbe più fermato... Non si sarebbe più accontentato poiché stavolta, era al limite e inevitabilmente, mi avrebbe resa davvero sua.
In verità, ogni parte di me bramava la sua esistenza... anch'io volevo ardentemente tutta quella passione che desiderava anche lui.
Era un'ossessione.
Esigevo le sue grandi mani sul mio corpo, le sue labbra carnose sulle mie, la sua lingua marchiare il mio spirito... Pretendevo ogni parte di lui connessa alla mia.
Eravamo due anime impure intrecciate dallo stesso fatale destino.
Ciononostante, avevo veramente paura di sbagliare qualcosa e quindi, deludere le sue aspettative poiché la veridicità era soltanto che per me quel passo era terribilmente importante perché rappresentava la prima volta in assoluto che mi concedevo ad un ragazzo...
E sinceramente, era estenuante non sapere nulla a riguardo, ero completamente ignara su quello che mi attendeva davvero.
Tuttavia, speravo intensamente che quest'atto d'amore rappresentasse qualcosa di essenziale pure per Adrian giacché per me lui era, ormai, tutto ciò che mi rendeva realmente felice e mi faceva sentire al sicuro, protetta da ogni avversità... Ero assolutamente nel posto giusto, accanto a lui.
Di conseguenza, l'unica soluzione sostanziale a quel mio tormento interiore era confessare ogni mia minima azione alle mie migliore amiche.
Era una decisione estrema, ma avevo veramente bisogno di loro... Di sostegno e consigli, affinché, non sbagliassi ancora dato che questa era una scelta davvero fondamentale... Da cui non si poteva più tornare indietro.
Stavo scrivendo da sola il mio fato.
Ero in ansia, nel panico totale per quella mia decisione perché temevo una loro reazione negativa a quella mia pesante confessione, ma avevo terribilmente bisogno del loro supporto...
Anch'io, ormai, ero al limite... Inerme al mio presente ricolmo di increspature.
Di seguito, essendo domenica, decisi di agire subito e mandai un messaggio alle mie amiche informandole che necessitavo di parlare subito con loro, quindi, le aspettavo tra un'ora circa al piccolo parco vicino alla mia abitazione.
La città quella mattina, fortunatamente, era illuminata dal sole. Le temperature sembravano quasi più confortevoli ed io, a causa della mia irrequietezza costante, ero sveglia già da un po'.
Infatti, avevo fatto una lunga doccia e mi ero vestita velocemente pur di distrarmi da quei pensieri soffocanti.
Indossavo un vestito invernale che arrivava quasi alle ginocchia, non molto aderente e di color antracite. Avevo sistemato leggermente anche i capelli e il make- up. Infine, avevo optato per degli stivali comodi.
I miei genitori probabilmente stavano ancora riposando nella loro stanza, eppure, la mia mente era offuscata solamente dal pensiero ricorrente di Adrian... Non sapevo, in realtà, se era ancora chiuso nella sua camera o era uscito, ma la mia anima era decisamente stanca di fuggire via da lui, da quella concretezza che bramavo segretamente giacché il mio cuore sembrava urlare ripetutamente di stare al suo fianco.
Intanto, avevo già ricevuto una risposta dalle mie migliori amiche che, leggendo quel mio messaggio, forse spaventate, mi avevano avvertita che sarebbero arrivate al parco in meno di un'ora perché erano molto preoccupate.
Eppure, restare in quella camera era una continua tortura per la mia esistenza ricolma di un'insaziabile disperazione, quindi, senza rifletterci troppo, presi il mio cellulare e lo posai nella piccola borsa che dovevo portare con me... Avevo veramente bisogno di prendere un po' d'aria fresca.
Perciò, uscii dalla mia stanza alquanto disordinata e il mio cuore disarmato incominciò a battere frenetico per il timore di incrociare il mio coinquilino poiché la mia anima non desiderava altro che sfiorare la sua pelle calda e oltrepassare quel maledetto confine che ci stava ancora allontanando.
Quella mia perenne contraddizione era la mia condanna.
Allora, attraversai velocemente il corridoio vuoto e scesi le lunghe scale.
In un attimo fui davanti alla porta principale e d'istinto, la spalancai ritrovandomi di fronte un paesaggio ancora visibilmente addormentato, nonostante il sole fosse già alto nel cielo limpido.
Faceva meno freddo del solito e pochissime persone passeggiavano spensierate per le strade quasi deserte. Camminai lentamente per acquisire tutta la forza interiore di cui necessitavo per superare quel momento davvero fondamentale.
Di seguito, senza rendermene conto, mi ritrovai già davanti al modesto parco costellato interamente d'erba color verde olivastro e qualche fiore tonalità zaffiro. Inoltre, c'erano alti alberi e delle giostre per bambini.
Da lontano, inaspettatamente, adocchiai le mie migliori amiche ad attendermi...
Com'era possibile?! Erano, addirittura, corse fin qui?
Così, con il cuore terribilmente inquieto mi avvicinai frettolosamente alle loro magre corporature anche se le gambe parevano tremare terribilmente per quella mia scelta.
Ero sempre meno distante e mentre l'ansia mi divorava l'esistenza, notai i volti parecchio preoccupati delle mie migliori amiche.... Forse avevo esagerato con quel messaggio.
Inoltre, Alexis aveva un make-up abbastanza vistoso e indossava un lungo pantalone color carbone e una camicia tonalità vinaccia, mentre Chloe indossava una tuta da ginnastica color cardo con delle scarpe basse e i suoi capelli rossastri erano raccolti in una treccia.
Quando fui quasi vicina alle loro figure angosciate, chiesi ad alta voce, realmente incredula e dispiaciuta:
<< Ciao ragazze... Siete già qui?>>
<< Si, abbiamo preso la macchina di Alexis per venire. >> Mi spiegò Chloe falsamente tranquilla e lievemente autorevole. Ciononostante, nei paraggi non riuscivo a scorgere l'automobile parzialmente rovinata della mia amica.
Improvvisamente, le mie migliori amiche mi sorpresero di nuovo dato che si accostarono di più al mio corpo inerme, ormai, immobile per il panico che mi attanagliava e in un attimo, fummo a soli pochi centimetri di distanza.
I miei occhi erano incollati in un punto indefinito, troppo codardi per fronteggiarle... Era assurdamente complicato affrontare i loro sguardi insistenti e inevitabilmente, un leggero tremore catturò la mia anima già spezzata.
Chloe, inaspettatamente, con delicatezza sfiorò per un istante con la sua piccola mano il mio viso irrequieto e le mie iridi, automaticamente, si inchiodarono alle sue e a quel punto, la mia migliore amica con una dolcezza disarmante, mi domandò ansiosa e contemporaneamente seria:
<< Judie stai bene? >>
<< No >> confessai subito con un timbro quasi afflitto e di conseguenza, i loro occhi sbigottiti sembrarono guardarmi con più scrupolo.
Allora, dopo una breve pausa, proseguii mortificata e allarmata:
<< Devo dirvi una cosa importante e mi dispiace tanto non avervelo confidato prima, ma è una situazione davvero complicata. >>
Il mio volto, in quell'attimo cruciale, fu improvvisamente inciso da una palese delusione personale.
Di seguito, sentendo quelle mie insolite parole, Alexis si accostò di scatto a Chloe e spaventata mi supplicò:
<< Judie per favore parla! Siamo veramente preoccupare... Cos'è successo?? >>
<< Mi dispiace, non volevo turbarvi... È solo che... >> E mi bloccai, ormai, distrutta dalle mie stesse azioni inopportune ed incomprensibili.
Successivamente, dopo qualche secondo di silenzio insostenibile, respirai profondamente e rivelai sincera:
<< Mi piace un ragazzo... Mi piace da mesi ormai... >>
Tuttavia, quella mia frase sembrò così terribilmente fasulla per la mia essenza pretenziosa perché la verità che non riuscivo a vedere era che Adrian mi piaceva da sempre, ma solamente adesso l'avevo compreso realmente... Soltanto ora che l'avevo ammesso ad alta voce.
Adoravo ogni sua sfaccettatura, ogni suo lato oscuro o limpido... Amavo la sua essenza logorata, ogni parte di lui.
Amavo la sua dannazione e adoravo la sua celata amorevolezza, perciò, pretendevo il suo cuore intoccabile.
Eppure, a quelle mie parole inattese, Alexis mi fermò nervosa e annunciò esausta:
<< Judie ma che cazzo! Questo lo sapevamo già! Pensavo fosse successo qualcosa di grave... Ero davvero spaventata! >>
E quella sua ultima affermazione pronunciata con voce decisamente tremante mi fece capire per l'ennesima volta quanto le mie amiche ci tenessero veramente a me e questo adesso, mi faceva sentire maledettamente in colpa con me stessa per averle impaurite... Mi sentivo maledettamente dispiaciuta.
Chloe, però, notando il mio viso sconcertato e la forte reazione di Alexis, si intromise nella conversazione e proferì autoritaria: << Alexis smettila, Judie ci spiegherà tutto, perciò, farla parlare... >>
Ero scioccata per quella situazione inaspettata, soprattutto, per quello che aveva detto Alexis. Ciononostante, era questo il momento opportuno per continuare il mio discorso importante giacché le mie migliori amiche avevano esplicitamente ammesso che erano già a conoscenza del fatto che mi piacesse un ragazzo...
Tuttavia, avevo davvero paura di spingermi oltre perché temevo che fossero contrarie al mio rapporto con Adrian giacché nel momento in cui avrei confessato definitivamente chi era quel tipo che mi piaceva immensamente, tutto sarebbe crollato irreparabilmente poiché proprio come i miei genitori, forse anche le mie amiche vedevano il mio coinquilino solamente come un membro della mia famiglia...
Inoltre, riflettendo attentamente, una nuova verità scosse la mia esistenza e il mio cuore sembrò potersi realmente sgretolare perché, pensandoci, Adrian non sarebbe stato per sempre a casa mia, non avrebbe continuato a far parte della mia quotidianità poiché finita la scuola, quasi sicuramente, sarebbe ritornato a San Francisco dai suoi genitori...
Tuttavia, inaspettatamente, Alexis mi distolse da quei pensieri massacranti, chiedendomi speranzosa:
<< Judie puoi dirci chi è questo ragazzo che ti piace? >>
<< Si... >> Affermai convinta, eppure, nel momento fatale in cui dovevo pronunciare il suo nome, il mio cuore indifeso sembrò battere sempre più prepotente.
Allora, mi fermai in quel silenzio assordante e decisi di guardare finalmente negli occhi anche Alexis, facendole percepire tutto l'amore che serbavo per quella persona e alla fine, confessai ad alta voce:
<< La persona che mi piace è... Adrian>>
E in quell'istante preciso, come immaginavo, le mie amiche spalancarono completamente le palpebre per l'incredulità, eppure, nello stesso attimo mi accennarono un flebile sorriso come se, in realtà, conoscessero già quella veridicità e in quel lungo mutismo tra di noi, Chloe improvvisamente mi comunicò soltanto a bassa voce:
<< Va bene >>
Quindi le avevo deluse? Non approvavano quella persona?
<< Lo sospettavamo >> aggiunse d'improvviso e in modo insperato Alexis, con un tono più calmo, mettendomi di fronte ad una concretezza ancora più scioccante e dopo avermi osservata scrupolosamente, proseguì curiosa e nel contempo dubbiosa:
<< Lui è a conoscenza di questa cosa... Cioè che gli piaci? >>
<< Si >> annunciai subito a tono basso, mentre il mio viso timido diventava di una tonalità scarlatta per l'imbarazzo e a quel punto, distolsi il mio sguardo sincero da quello allibito delle mie migliori amiche.
Poi, improvvisamente, Alexis euforica mi chiese con un timbro assurdamente tranquillo:
<< Allora cos'è successo tra di voi? Vi siete già baciati? >>
<< Ecco... >> confidai agitata, ma mi bloccai qualche secondo per capire quale fosse il modo migliore per risponderle giacché mi aveva presa decisamente alla sprovvista.
Tuttavia, Alexis riscontrando il mio inatteso silenzio, scombussolata domandò entusiasta e scettica:
<< Non dirmi che sei la sua fidanzata?! >>
A quel punto, però, percependo una situazione quasi scomoda, Chloe la interruppe bruscamente e comunicò severa: << Alexis calmati! Lascia parlare Judie! >>
Allora, ancora abbastanza imbarazzata, alzai leggermente lo sguardo verso i loro occhi sconcertati e rivelai con una fasulla calma:
<< È vero, ci siamo baciati, ma non sono la sua fidanzata... >>
Quell'ultima affermazione faceva stranamente male.
Di seguito, Chloe visibilmente sconcertata e confusa fermò la mia confessione, chiedendomi preoccupata:
<< Ma da quanto tempo va avanti questa situazione tra di voi? >>
E fu davvero una domanda pesante a cui rispondere, eppure, fu un sollievo vedere che la loro parte pettegola per il momento era sparita giacché da Alexis potevo aspettarmi anche domande come:
"bacia bene Adrian?"
Comunque, non sapevo veramente in che modo poter spiegarle quell'intimità burrascosa che mi legava involontariamente al mio coinquilino perché, in realtà, era un sentimento sepolto che esisteva da sempre dentro di me ed era ritornato alla luce, era ritornato a bruciare sulla mia pelle dal momento preciso in cui Adrian era giunto nuovamente nella mia abitazione, perciò, proferii semplicemente con un tono lievemente inquieto:
<< Non saprei dirti precisamente quando sia incominciata questa specie di relazione >>
Poi, prima che potessero dirmi altro, proseguii frustrata e terribilmente sincera:
<< Il punto è che lui preferisce avere un rapporto soltanto... Fisico >>
Infine, per chiarire di più quella frase disorientante, aggiunsi seria e leggermente intristita:
<< Non vuole legarsi a nessuno >>
E in quelle mie parole dolorose potevo immaginare perfettamente il disappunto delle mie migliori amiche.
Infatti a quel punto, Chloe tremendamente arrabbiata e sconfortata urlò più a se stessa:
<< Lo sapevo!! Lo sapevo!! Che stronzo!! >>
In che senso lo sapeva?
Forse non aveva una buona considerazione di Adrian perché lo vedeva continuamente isolarsi o per altro? Oppure per quello che le avevo appena confidato?
Ciononostante, prima che chiedessi spiegazioni esaustive in merito, Alexis con un'insperata dolcezza si intromise, domandandomi:
<< Judie a te sta bene? Non voglio che tu soffra per lui... >>
Poi, dopo una breve pausa, proseguì amorevole e nel contempo impensierita:
<< Considerate diversamente il rapporto che vi unisce, quindi, non voglio che tu ti illuda. >>
In verità, era ormai troppo tardi per questo... Continuavo a sperare nell'amore autentico del mio coinquilino e purtroppo, avevo già assaporato il dolore che può provocare questo sentimento burrascoso.
Allora, visibilmente agitata e a disagio dichiarai ancora:
<< Si, per me va bene anche se hai ragione... Mi sto illudendo di poter avere una relazione diversa con lui perché... >>
E mi bloccai nuovamente, pietrificata da ciò che dovevo necessariamente rivelare giacché ora dovevo assolutamente confessare la parte più essenziale di quella situazione discrepante.
Perciò, dopo un breve silenzio, confidai avvilita e nel contempo cauta:
<< sono innamorata di Adrian >>
<< Cosa?? Dici sul serio?? >> Mi domandò ad alta voce e d'istinto Alexis palesemente stupita e confusa, ma era una reazione inevitabile per quelle mie parole profondamente oneste.
Di conseguenza, Chloe ignorando l'espressione sconvolta di Alexis, si intromise per spiegarmi con calma e prudenza la verità che mi attendeva:
<< La situazione è davvero complicata, lo sai... Forse per questo hai aspettato tanto per dircelo, ma se sei innamorata di lui non dovresti accettare di avere un rapporto soltanto intimo con Adrian pur di stare al suo fianco perché non puoi prendere in giro te stessa, tu desideri ciò che lui adesso non può darti... >>
Poi, fece un grande respiro e visibilmente preoccupata aggiunse:
<< il suo cuore. >>
La mia amica aveva usato parole così intense e veritiere che in maniera insperata, facevano tremendamente male perché lei aveva maledettamente ragione, solo che a volte... l'amore disperato porta a scelte altrettanto disperate.
Io avevo bisogno di lui, avevo bisogno di ogni parte di Adrian... avevo bisogno di sentirmi completa ed era questo che mi trasmetteva la sua presenza perché io non necessitavo solamente del suo cuore... Io desideravo di più ed era una conseguenza inevitabile del mio folle amore per lui.
Improvvisamente, però, prima che riuscissi a chiarire per bene quella situazione assurda alle mie amiche, Alexis ancora allibita mi chiese impensierita e contemporaneamente curiosa:
<< Avete fatto sesso? >>
Quella domanda spontanea e inattesa, colorò all'istante il mio volto di una tonalità cremisi e a quel punto, timida e palesemente sbigottita, annunciai verso di loro:
<< Non proprio... Ed è pure di questo che vorrei discutere con voi >>
Ciononostante, le mie migliori amiche visibilmente scioccate restarono mute per secondi indefiniti, osservandomi scrupolosamente con occhi interdetti e prima che potessero domandarmi cosa di preciso avevo fatto con il mio coinquilino, disperata aggiunsi con un tono lievemente più alto:
<< Per me Adrian è veramente importante! Quindi non mi turba il pensiero di fare l'amore con lui, anzi lo desidero fortemente... Nello stesso modo in cui spero ardentemente di poter raggiungere il suo cuore >>
<< Però? >> mi interruppe bruscamente Chloe, leggendomi stranamente nel pensiero... Sembrava abbastanza irrequieta.
<< Però... >> Ripetetti con un timbro più basso, decisamente triste e malinconico e mi fermai per qualche attimo per cercare di calmare l'agitazione presente nella mia anima angosciata e alla fine, continuai palesemente turbata:
<< Non so se per lui può significare qualcosa fare l'amore con me perché potrei ferirmi di più sapendo che per Adrian fare sesso con me rappresenti solo fare una scopata come le altre >>
<< Judie hai perfettamente ragione, ma tu sei l'unica che può tutelare te stessa... Sei tu a decidere cosa sia più giusto per la tua vita, noi non possiamo costringerti a fare scelte diverse. >> Mi comunicò Alexis dolcemente e con un timbro quasi rassicurante, pronunciando parole tanto vere quanto dure.
Era questa la verità, la decisione era solamente mia.
Quel presente riguardava soltanto me.
Eppure, prima che riuscissi a ringraziarle per il loro supporto, Alexis proseguì piuttosto tranquilla, mostrandomi un sorriso quasi radioso:
<< Tu hai paura di andare oltre con lui perché è la tua prima volta? >>
<< Probabilmente ho solo timore di sbagliare ancora, di rovinare qualcosa e di deluderlo, di non superare le sue aspettative... >> rivelai ad entrambe con un tono decisamente triste e lievemente terrorizzato, fissando i loro occhi benevoli.
<< Judie non esagerare, non farti prendere dal panico... lo sai, devi seguire il tuo cuore. Noi non possiamo vietarti di concederti a lui. >> Mi rassicurò dolcemente Chloe.
Tuttavia, dopo alcuni secondi di mutismo, continuò autorevole e leggermente preoccupata:
<< Ma da una persona che ti ha specificato che vuole solo un rapporto fisico con te, ti prego, non aspettarti altro >>
Infine, Alexis dispiaciuta si intromise dicendo:
<< Sarebbe stata una situazione completamente diversa se non fossi stata innamorata di lui... sarebbe stato un rapporto senza conseguenze, solo di divertimento... per passare il tempo in modo diverso. Invece ora, rischi davvero di soffrire enormemente >>
Poi, un ambiguo silenzio calò su di noi... Forse perché quelle parole mi stavano veramente mettendo in guardia da ciò che quasi sicuramente mi attendeva e d'improvviso, anche se solamente per per un attimo, Alexis strinse forte la mia piccola mano nella sua e alla fine, mi chiese incerta:
<< Quindi sei sicura di volerti spingere oltre? >>
<< Si >> affermai subito convinta, accennando un lieve sorriso perché non potevo retrocede. Ero disposta a distruggere ancora un po' il mio cuore pur di provare a raggiungere l'autentica essenza di Adrian...
Di seguito, restai muta a scrutare attentamente le espressioni quasi indecifrabili delle mie migliori amiche e infine, pronunciai imbarazzata e falsamente serena:
<< Però, essendo la mia prima volta, non so bene come comportarmi o cosa fare di preciso, perciò, ho bisogno dei vostri consigli. >>
Eppure, a quella frase speranzosa ed inusuale Alexis scoppiò in una fragorosa risata, mentre Chloe osservava sia me che lei in maniera del tutto sconvolta per quel nostro atteggiamento insolito e dopo alcuni secondi infiniti, guardò arrabbiata Alexis, affinché, la smettesse di ridere e con calma esordì per tranquillizzarmi:
<< Non devi preoccuparti di nulla, succederà tutto in modo naturale. >>
Successivamente, scrutando il mio volto più sereno, si bloccò per guardarmi con piu attenzione e di conseguenza, mi domandò perplessa:
<< I tuoi genitori sono al corrente del fatto che vi frequentate? >>
Nel frattempo, la risata pesante di Alexis era sfumata in quell'atmosfera surreale e il suo bellissimo viso era diventato abbastanza serio, attendendo anche lei una mia risposta esaustiva a quel quesito fondamentale.
<< No, ma purtroppo credo che sospettino qualcosa >> annunciai ansiosa e dubbiosa.
Poi, feci un profondo respiro e sospirando più volte irrequieta, dichiarai con onestà:
<< Mia madre non sembra molto contenta >>
<< Che significa? Spiegati meglio... Vi ha sorpresi in comportamenti compromettenti? >> Mi chiese Chloe scombussolata ed incredula.
Ma a quella domanda mi immobilizzai perché non sapevo bene come risponderle e Chloe, osservando il mio silenzio improvviso, continuò severa:
<< in realtà, anch'io non sono molto contenta di questa situazione perché da come mi hai raccontato, Adrian non ricambia i tuoi profondi sentimenti, quindi, sarà inevitabile... ti ferirà. >>
Contemporaneamente, avvicinò per qualche secondo la sua morbida mano al mio volto agitato per quella sua confessione insperata e ricolma di quella veridicità che già conoscevo e infine, sussurrò teneramente:
<< Judie noi ti vogliamo bene, perciò, desideriamo solo vederti felice... >>
Quelle parole mi sgretolarono sul serio, giacché, sapevo in cuor mio di fare qualcosa che, in verità, poteva risanarmi e nel contempo, distruggermi definitivamente... Inoltre, involontariamente, avrei fatto preoccupare pure le mie migliori amiche.
Ciononostante, fu irrimediabile, pronunciai quello che tutta la mia essenza mi gridava segretamente:
<< Lo so, forse sto facendo una scelta sbagliata, ma ora per me è quella giusta... >>
Successivamente, feci un profondo respiro e confidai ancora:
<< io sono perdutamente innamorata di Adrian e lo desidero con tutta me stessa... Mi dispiace deludervi >>
<< Deluderci!? >> Chiese alterata e stranita Alexis. Poi, incastrò le sue iridi particolari alle mie e mi mostrò un enorme sorriso come a voler farmi capire quanto, in verità, fosse fiera di me e inaspettatamente, per qualche secondo, strinse la mia piccola mano e comunicò contenta:
<< Ahhh la mia Judie, è proprio cresciuta! Non potresti deluderci mai perché stai solamente seguendo il tuo cuore e noi saremo qui per te ogni volta che ne avrai bisogno >>
A quel punto, quelle parole decisamente insperate e dolci mi commossero, mi fecero sentire quasi sollevata e inevitabilmente, le lacrime scesero lentamente, bagnando il mio volto felice per le loro parole colme di tepore e automaticamente, ci avvicinammo di più per unirci tutte in un immenso abbraccio ricolmo di un silenzio che in realtà, ci riscaldava ripetutamente l'essenza perché noi, eravamo realmente delle amiche fantastiche e le vere amicizie sono perle preziose in fondo al mare...
Così difficili da trovare o da vedere quando sono a un passo dalla nostra esistenza e sai che con loro la solitudine non può spaventarti e potrai finalmente affrontare tutto ciò che ti spaventa perché avrai sempre una persona speciale su cui fare affidamento.
Dopo qualche minuto, pian piano, ci separammo giacché avevamo gustato pienamente quel dolce abbraccio tra migliori amiche e a quel punto, Alexis entusiasta esordì:
<< Ora sono davvero curiosa! Devi raccontarmi qualcosa in più su te ed Adrian! >>
Ma non ebbi il tempo di risponderle o riflettere su quello che dovevo confessarle perché il mio cellulare squillò improvvisamente.
Confusa e preoccupata lo presi frettolosamente dalla mia borsa tonalità beige, mentre le mie amiche aspettavano smaniose una mia risposta peccaminosa.
Eppure, quando scrutai il nome di mia madre sullo schermo illuminato del mio telefono, il cuore parve ricominciare a battere freneticamente e osservai inconsciamente anche l'orario sul cellulare e solo in quel preciso istante mi resi conto che era già ora di pranzo... Il tempo era letteralmente volato.
Così, risposi subito alla chiamata di mia mamma che durò pochi minuti poiché mi raccomandò soltanto di non fare tardi e tornare a casa il prima possibile perché mi stavano aspettando per mangiare giacché era già tutto pronto.
Allora, staccai frettolosamente la chiamata, spiegai la situazione alle mie amiche e dispiaciuta promisi che nei prossimi giorni sicuramente avrei trovato il tempo e il modo per raccontare di più sul rapporto discrepante che lega me ed Adrian.
Di conseguenza, le salutai con un altro caloroso abbraccio e svelta mi allontanai dal modesto parco quasi a malincuore poiché stare in compagnia delle mie migliori amiche era sempre un immenso piacere ed ora, ero finalmente libera da quel peso opprimente che mi stava schiacciando giacché confidarmi era stata la scelta giusta ed era stato decisamente risanante scoprire che loro non erano lì per giudicarmi o vietarmi qualcosa che desideravo, ma erano accanto a me per sostenermi.
Il tragitto per arrivare alla mia abitazione fortunatamente era breve e la giornata soleggiata dava un leggero sollievo alla mia esistenza in balia del fato credule, perciò, fu davvero difficile restare calma e non tremare internamente dato che la mia mente ripercorreva tutto il discorso affrontato finalmente con le mie amiche...
Eppure, fu irrimediabile, il pensiero costante di dover affrontare il mio coinquilino mi stava sgretolando poiché avrei sicuramente pranzato in sua compagnia e quella dei miei genitori.
Ero terribilmente agitata perché, ormai, avevo accettato ed ero consapevole di quella realtà che mi stava massacrando e nel contempo, salvando giacché io desideravo veramente Adrian e mi sarei spinta oltre pur di sfiorare il suo debole e graffiante cuore.
Era una concretezza, oramai, incancellabile poiché anche quel silenzio che adesso mi stava accompagnando verso di lui, in realtà, mi parlava continuamente di noi.
Intanto, una parte di me era realmente felice di accertare che quel peso interiore che prima mi opprimeva, ora, pareva quasi essersi alleviato poiché dialogare a volte, è l'unica soluzione per sentirsi meno afflitti, perciò, forse era questo l'atteggiamento da assumere anche con Adrian... Era doveroso parlare anche con lui per poter finalmente chiarire questa situazione controproducente tra di noi giacché anche il mio coinquilino, in verità, probabilmente aveva bisogno di discutere di quello che avevamo da troppo tempo in sospeso.
Di seguito, senza rendermene conto, attraversai la strada un po' affollata da svariate persone e arrivai di fronte alla mia grande abitazione.
Le mie mani leggermente tremanti aprirono con cautela la porta principale e mi trovai davanti un ingresso completamente vuoto e lievemente illuminato dai raggi del sole che filtravano dalle ampie finistre... Così, scossa da emozioni contrastanti, mi precipitai nella vasta cucina con la vivida speranza di incrociare il mio coinquilino perché non potevo continuare ad evitare quel presente dove lui era il senso di ogni mio sorriso.
Ciononostante, oltre ogni mia aspettativa, Adrian non era presente... Ad attendermi c'erano soltanto i miei familiari.
I miei genitori mi osservavano con serenità ed erano entrambi già seduti intorno alla tavola in legno già piena di buon cibo tra cui pasta con il formaggio, pollo con le patate e sandwich al burro d'arachidi.
Il profumo era tanto invitante che il mio stomaco brontolò improvvisamente e nel momento esatto in cui i miei familiari mi adocchiarono entrare lentamente in quella sala, in maniera insperata, mi sorrisero calorosamente e a quel punto, alzai lo sguardo verso di loro, sorridendo anch'io, ma in modo abbastanza flebile.
Successivamente, mi accomodai frettolosamente vicino alla tavola in legno per pranzare con i miei genitori.
<< Oh Judie ti stavamo aspettando, abbiamo veramente fame! >> Esordì d'improvviso mio padre visibilmente contento verso la mia direzione prima di incominciare a mangiare la pasta al formaggio.
Poi, dopo alcuni secondi, mi domandò teneramente:
<< Tutto bene? >>
<< Si >> Confermai subito con un timbro falsamente tranquillo e cercai di calmare la mia tensione interna.
Di conseguenza, lo informai con una fasulla gioia pur di non farlo preoccupare o insospettire:
<< Sono uscita un po' con le mie amiche >>
<< Siete andate in spiaggia? >> Chiese mio padre curioso e con un enorme sorriso.
<< No >> dichiarai leggermente nervosa e tormentata dalla smania di sapere dove fosse il mio coinquilino.
Allora, contro ogni razionalità, internamente frustrata e dispiaciuta, azzardai:
<< Non aspettiamo Adrian per pranzare? >>
<< Non ti preoccupare. Prima gli abbiamo portato del cibo nella sua stanza perché ci ha riferito che preferiva mangiare lì, dato che deve studiare parecchio per una verifica che deve svolgere domani a scuola >> mi chiarì stranamente serena mia madre, intromettendosi inaspettatamente nel discorso.
Sentire quella spiegazione faceva stranamente male, un dolore indescrivibile... Maledettamente profondo e purtroppo, fu quasi palese il mio disappunto per quel comportamento di Adrian giacché avevo, ormai, un costante bisogno della sua presenza.
Inoltre, non ero assolutamente a conoscenza di quella verifica che doveva svolgere a scuola domani, forse aveva inventato quella bugia per evitarmi?
Ma non potevo fermarmi ancora a pensare se ero io il suo problema, perché le questioni ora necessitavano di essere espresse esplicitamente e sinceramente, pensandoci, io non potevo sapere ogni cosa gli riguardasse, perciò, non potevo permettere alla mia mente di torturarmi di nuovo...
Intanto, i miei genitori iniziarono a discutere di varie faccende di lavoro e a farmi alcune domande... Mi chiesero anche come stava procedendo questo ultimo anno scolastico e se avevo riflettuto concretamente sul mio futuro.
Quei quesiti, in maniera incomprensibile, mi soffocavano... Forse perché detestavo che il mondo in cui vivevo adesso, presto sarebbe cambiato totalmente.
Così, preferii non rispondere più e spostai la mia attenzione su alcuni particolari dei miei genitori.
Mia madre indossava un maglione color carbone ed era decisamente insolito dato che preferiva colori più vivaci e mio padre non aveva ancora fatto la barba che gli era, addirittura, cresciuta lievemente, mettendo in mostra una tonalità tendente al grigio ed erano entrambi di buon umore, rendendo in quel modo incosciente, la mia ansia meno visibile poiché avevo ancora terribilmente paura che potessero dividermi definitivamente da Adrian per una loro perplessità su di noi.
Alla fine, il tempo passò stranamente in fretta e assaggiai anche una fetta di cheesecake ai frutti di bosco che mio padre aveva comprato in una famosa pasticceria del nostro quartiere e quando l'abbondante pranzo si concluse, iniziai a sparecchiare la vasta tavola mentre i miei genitori incominciarono a lavare i piatti e le pentole sporche.
Finito di aiutare in cucina, stanca e ancora delusa mi diressi direttamente nella mia stanza perché il mio cervello sembrava implorarmi di andare dal mio coinquilino.
Di conseguenza, salii lentamente la lunga scalinata e attraversai il corridoio totalmente illuminato dalle luci già accese. Arrivata davanti alla porta in legno della mia camera, senza perdere altro tempo, la spalancai e la rinchiusi subito alle mie spalle.
La stanza era ancora visibilmente disordinata, ma non avevo alcuna voglia di sistemare i libri sulla scrivania o i vestiti nel grande armadio.
Allora, sconfortata mi adagiai sul morbido letto e guardai, senza un vero motivo, il soffitto biancastro... Eppure, la verità era che stavo nuovamente riflettendo su ciò che dovevo dire ad Adrian perché questa situazione discrepante tra di noi doveva assolutamente cessare...
Non volevo più temere un'esistenza dove lui non fosse al mio fianco.
Ciononostante, dopo pochi minuti, improvvisamente qualcuno bussò forte alla mia porta e catturata da un'imprevista indecisione, feci un profondo respiro e andai ad aprire la porta della mia camera con il cuore che sembrava poter scoppiare per l'agitazione.
Inaspettatamente, ad attendermi fuori dalla stanza c'era mia madre che mi osservava tranquilla con un soffice sorriso stampato sul volto apparentemente sereno e appena mi adocchiò vicino allo stipite della porta, mi avvertì con un timbro abbastanza sostenuto:
<< Judie volevo soltanto avvisarti che io e tuo padre adesso andiamo via, dobbiamo incontrare alcuni nostri amici, ma non so dirti a che ora torneremo... >>
Poi fece una strana pausa e speranzosa chiese:
<< Perché non vai a cenare delle tue amiche, invece, di stare da sola? Non stare sempre chiusa in camera tua...>>
Quelle parole erano dannatamente strane e scombussolanti giacché mia madre non era solita comportarsi in quel modo... forse non voleva lasciarmi in casa con Adrian, non voleva darci l'opportunità di sfiorarci ancora, perciò, pur di stare accanto al mio coinquilino, mentii spudoratamente poiché la accontentai con un'innocente bugia:
<< Va bene mamma, non ti preoccupare. Ora chiamo le mie amiche >>
Poi, le mostrai un ampio sorriso e conclusi falsamente allegra:
<< Divertitevi, mi raccomando! >>
E dopo aver pronunciato quella frase, senza aspettare una sua risposta o che si allontanasse definitivamente dalla mia camera, chiusi automaticamente la porta della mia stanza perché il respiro pareva quasi mancarmi...
La resa dei conti era veramente arrivata poiché era questo il momento giusto per poter finalmente chiarire la situazione con il mio coinquilino.
Di seguito, tremendamente turbata, camminai avanti e indietro nella mia stanza con un'inquietudine incredibile per quello che mi attendeva e quando udii la porta principale chiudersi completamente, decidi di fare qualcosa di realmente estremo, ma che probabilmente avrebbe salvato le nostre esistenze incise da cicatrici invisibili.
I miei genitori erano usciti, quindi, adesso in casa eravamo solamente io ed Adrian. Perciò, anche se ero ricolma di un'inspiegabile angoscia, dovevo assolutamente raggiungere la sua stanza e senza riflettere sulle conseguenze, uscii velocemente dalla mia camera per giungere svelta di fonte a quella del mio coinquilino con l'anima, ormai, scheggiata dal fato prestabilito.
Dovevamo parlare!
Era fondamentale dialogare per non restare intrappolati nei nostri mondi paralleli...
Ognuno viveva la propria vita, faceva le proprie scelte e inevitabilmente, condivideva degli attimi con diversi significati e l'unica opportunità per comprendere se si percepivano gli stessi sentimenti era comunicare, quindi, io ed Adrian avevamo estremamente bisogno di mettere in luce le nostre anime logorate... di mostrarci senza alcuna maschera o corazza a proteggerci ed era questo che avevo finalmente capito, grazie alle mie amiche.
Adesso, non avrei più tenuto dei pensieri così importanti per me, ma li avrei condivisi, affinché, non sbagliassi ancora... Affinché, le nostre emozioni fossero completamente congiunte.
Arrivata davanti alla porta del mio coinquilino, sensazioni contrastanti mi invasero, agitandomi estremamente.
Successivamente, feci dei piccoli respiri per provare a calmare la tensione interna che mi stava squarciando giacché una parte di me pareva voler fuggire da quel presente ignoto, ma provai ugualmente a radunare tutto il mio coraggio e senza rifletterci ancora, bussai energicamente alla sua porta.
Eppure, stranamente non udii alcun rumore... C'era un silenzio decisamente fastidioso che mi accerchiava, ma non potevo mollare.
Allora, dopo secondi indefiniti in cui Adrian assurdamente non rispose, prima che un prepotente panico mi circondasse, decidi di essere forte e bussai di nuovo alla sua porta in legno, ma con più energia e a quel punto, insperatamente, la sua porta si aprì lentamente mostrandomi una realtà che mi marchiò definitivamente.
Ero davvero sbalordita.
Il cuore pareva non poter controllare il suo battito frenetico e l'anima era ricolma di quel tepore già conosciuto.
Erano emozioni velate dalla passione, dall'amore, da aspettative, da paure, da rimorsi, da dolori... mai confessati.
La visione inaspettata del corpo seducente di Adrian a pochi passi dal mio ancora scosso dalla sua soave e diabolica presenza, mi fecero sussultare l'essenza in maniera quasi tangibile come una melodia agrodolce e a tratti assordante.
Cercai di non dimenticare il mio obiettivo immergendo involontariamente i miei occhi sorpresi nei suoi, perciò, posai forzatamente lo sguardo dietro alle sue spalle e ammirai una parte della sua camera...
Era ben illuminata, perfettamente in ordine e profumava, addirittura, di lavanda.
Tuttavia, quell'attimo innocente durò poco poiché il mio coinquilino incominciò a squadrarmi palesemente confuso, allibito e quasi contrariato per quel mio comportamento audace.
I suoi occhi color acquamarina erano la mia condanna... parevano voler incidere la mia esistenza nella sua, in maniera indelebile.
I suoi capelli scuri, anche questa volta, erano decisamente scompigliati, donandogli inconsapevolmente un'aria più dannata e provocatoria.
La sua slanciata corporatura era un'autentico paradiso per i miei desideri più occultati e la mia essenza era, ormai, ripiena di bramosia per quel suo cuore inaccessibile.
Adrian indossava una comoda tuta da ginnastica interamente color antracite che sembrava lusingare la sua carnagione nivea...
Dalla mia posizione, potevo già sentire il suo buon profumo ed era solamente l'inizio del peccato a cui ambivo.
Tuttavia, non potevo farmi travolgere dalla lussuria che Adrian incendiava in me ogni volta che i nostri sguardi smarriti si intrecciavano, così, timida e nel contempo seria, esordii verso di lui, quasi a pretenderlo:
<< Adrian posso entrare? >>
Eppure, il mio coinquilino mi guardò con più attenzione, ancora più sbigottito per quella mia richiesta inusuale che, in verità, pareva più un azzardo e a quel punto, visibilmente indeciso mi chiese:
<< Perché vuoi entrare nella mia stanza? >>
Ed io, mi incantai a squadrare ogni particolare del suo angelico viso, restando inconsciamente in silenzio, giacché in quel momento cruciale era immensamente difficile pensare lucidamente.
Poi, osservando il mio insolito silenzio, proseguì malizioso e contemporaneamente scorbutico:
<< Se devi dirmi qualcosa puoi farlo anche qui >>
Adrian aveva tremendamente ragione, soprattutto ora che eravamo soli in casa, ma io cercavo in maniera disperata, una specie di intimità con lui, quella connessione mentale tra due individui talmente profonda da superare l'estasi del contatto...
Significava essere audaci con lo spirito, sentirsi sfiorare internamente da sensazioni illecite ed estremamente sensuali.
Allora, per poter finalmente essere al suo fianco e chiarire definitivamente quello che ci legava celatamente, gli confidai sincera con un timbro basso e convinto:
<< Volevo vederti >>
E senza aggiungere altro a quella mia frase già spinosa o aspettare, addirittura, una sua risposta a quella mia confessione inimmaginabile che pareva già averlo terribilmente turbato e sorpreso, mi addentrai di mia volontà nella sua camera, ignorando il suo velato divieto.
Adrian a quel mio gesto inatteso e decisivo sembrò abbastanza confuso, tuttavia, restò in silenzio e accettò la mia tenacia.
Alla fine, chiuse automaticamente la porta alle mie spalle...
Adesso, esistevamo realmente soltanto noi in quel piccolo spazio indifeso ed intrinseco.
Successivamente, con cautela mi avvicinai alla sua ampia scrivania e scrutai quella zona con attenzione pur di non cadere nella cupidigia che Adrian pareva irradiare...
Così, dopo pochi secondi, adocchiai un libro di lettura di dimensioni notevole. Inoltre, il titolo era decisamente ambiguo quasi equivoco, ciononostante, non riuscii a capire di che genere si trattasse precisamente dato che la copertina era un semplice sfondo color nero con dei puntini bianchi luminosi come se rappresentasse un cielo notturno ripieno di stelle.
Allora, per iniziare una piacevole conversazione con lui, gli domandai falsamente calma e curiosa:
<< Cosa stavi facendo? >>
E il mio coinquilino mi squadrò palesemente accigliato per quel mio invadente quesito e a quel punto, quasi infastidito e sospettoso proferì:
<< Oggi sei stranamente intrepida >>
Poi, fece una lunga pausa in cui osservò ogni mia minima espressione scombussolata sul viso e infine, decisamente malizioso sussurrò:
<< Sei qui per un motivo preciso? >>
Fu inevitabile, deglutii automaticamente per quelle parole totalmente lascive, mentre le mie palpebre si spalancarono leggermente poiché Adrian ora stava proprio pensando a qualcosa di immorale...
Perciò, parzialmente sconvolta, cercai di non lasciarmi sopraffare dalla sua volgarità e riferii sfacciata:
<< Era solo una semplice domanda >>
Di conseguenza, Adrian provò a restare disinvolto davanti alla mia serietà e falsamente sereno mi chiarì:
<< Stavo leggendo... >>
Di seguito, pur di continuare quella conversazione, gli chiesi interessata e quieta:
<< Cosa stavi leggendo? >>
E a quella frase, il mio coinquilino sprofondò definitivamente nella libidine giacché con voce bassa e seducente asserì:
<< Un racconto interessante >>
Tuttavia, in quell'esatto momento, inaspettatamente, spalancai di nuovo gli occhi per quella sua risposta perché eravamo inconsapevolmente precipitati nella concupiscenza e il mio cuore sembrò improvvisamente immobilizzarsi, mentre le mie iridi chiare erano ancora incollate nelle sue poiché il mio coinquilino in quel preciso istante, contro ogni razionalità, adagiò con scaltrezza il suo corpo magro alla mia schiena e quel contatto inatteso, quel gesto inimmaginabile, fu la scintilla che rischiava di innescare seriamente l'incendio già rovente.
Tutta questa brama ingestibile era solamente colpa mia... dovevo aspettarmelo da Adrian dato che ero entrata di mia volontà e con spavalderia, nella sua stanza proibita...
E adesso, quello sfiorarci ripetutamente, quasi involontariamente e in quel modo decisamente provocatorio, mi fece automaticamente girare di scatto verso il suo volto impresso in un sorriso ampiamente malizioso e quel continuo toccarci velatamente, mi fece sentire, in maniera inattesa, le fatidiche farfalle nello stomaco...
Quella sensazione unica e completamente travolgente da mettere in discussione ogni convinzione.
Erano emozioni e sensazioni compromettenti, erano piccoli granelli di sabbia che ondeggiavano tra le onde del mare, solleticando ogni piacere e turbamento in un miscuglio di sentimenti inespressi.
Infine, senza che me ne rendessi conto, mi ritrovai proprio a pochi centimetri dalla sua bocca carnosa.
Il peccato mi stava chiamando giacché quelle labbra delicate erano il mio oblio... Erano quel contatto osceno che bramavo clandestinamente.
A quel punto, chiesi ingenua pur di non cadere subito tra le sue braccia ricolma di calura poiché ero terribilmente catturata dal suo fascino oscuro:
<< Mi spieghi la trama? >>
Ed Adrian mi guardò abbastanza dubbioso, così, sfrontata affermai con un flebile sorriso:
<< sono curiosa... >>
Fu in quell'attimo cruciale che il mio coinquilino mi stuzzicò ancora, facendomi percepire il suo desiderio incessante poiché con le sue lunghe dita decise di lambire delicatamente la mia guancia sinistra, rendendola bruciante al contatto insperato e i suoi occhi immorali intrecciati ai miei furono la mia perenne pena giacché
quel suo leggero sorriso non abbandonò il suo viso candido e quel toccarmi inaspettatamente fece sussultare totalmente la mia esistenza, ormai, quasi risanata dal suo tepore.
Quelle dita, quella pelle erano colme di calura e anche se durò solamente qualche attimo, fu dannatamente incisivo e disorientante.
Di seguito, Adrian visibilmente audace e determinato mi domandò:
<< Perché vuoi saperlo? >>
E come a voler marchiarmi nello spirito, ritornò ad accarezzare dolcemente la mia guancia già in fiamme con una finezza disarmante.
La situazione stava prendendo una direzione completamente infuocata che andava assolutamente evitata, perciò, lievemente controvoglia, provai a concentrarmi sul mio vero obiettivo e ancora leggermente ammaliata dal suo charme enigmatico, pronunciai con voce più seria ed autoritaria:
<< Non fraintendere... volevo soltanto conversare >>
Tuttavia, la vedevo, potevo finalmente scorgere la sua vera anima... La sua autentica essenza che non mostrava mai a nessuno...
Così maledettamente fragile e nel contempo dura... Ed io, non avevo assolutamente paura.
Non avevo timore di scoprire ogni sfumatura ed increspatura della sua esistenza.
Ero lì, proprio accanto a lui, per amarlo nella sua completezza.
Ciononostante, Adrian estremamente malizioso e risoluto con il suo indice segnò, quasi impresse con astuzia, il contorno delle mie labbra rossastre, incendiando volutamente una parte della mia vitalità già scottante e alla fine, provocante e lievemente lascivo esordì:
<< Ne sei sicura? >>
E diverse galassie si incrociarono nell'immensità dell'universo... Erano completamente diverse, eppure, avevano tutte lo stesso desiderio.
Io ed Adrian eravamo lì, i nostri corpi si sfioravano anche senza toccarsi per davvero, impressi nel caos dei nostri sguardi perché le nostre anime erano, ormai, connesse e la mia esistenza era pronta a vivere un futuro dove lui era proprio il tassello mancante per la mia felicità.
Adrian era in quel presente per poter imparare a camminare con fiducia al mio fianco per sempre.
Adrian era ciò che cercavo da tempo senza comprendere che era costantemente stato accanto a me, lì per me...
Ed ora, Adrian era davanti ai miei occhi luccicanti di amorevolezza perché era lui la mia scelta, era lui il mio PER SEMPRE.
NOTE ❤️
Ciao a tutte/i 😊
Cosa pensate della reazione di Chloe e Alexis?
Adrian si lascerà davvero andare nel prossimo capitolo?
Judie sta prendendo la decisione giusta?
A prestissimo 💋
Un forte abbraccio 🌹
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