CAPITOLO 101
"Esprimi un desiderio e non dirlo a nessuno. Neanche a te stessa. I desideri si avverano quando ti dimentichi di loro."
(iBlulady, Twitter)
Adrian era immobile davanti a me, l'atmosfera intorno a lui sembrava decisamente sbiadita, nulla aveva più importanza della sua presenza...
Mi stava letteralmente spogliando con gli occhi, mentre le sue grandi mani parevano toccarmi, lambirmi con ardore, senza però, sfiorarmi davvero.
La distanza tra di noi era incredibilmente cessata.
La testa mi girava leggermente per lo stupore, per quella realtà surreale e ogni parte di me, tremava segretamente per il timore di non resistere al suo fascino letale poiché non sapevo veramente in che modo comportarmi con il mio coinquilino...
Era una perpetua provocazione.
Tuttavia, Adrian mi sorprese ancora, mi anticipò superando ogni mia razionalità dato che si spostò repentino dal comodo divano alle sue spalle ed incominciò a camminare deciso, ma anche con una profonda cautela, verso la mia direzione.
Le sue iridi chiare erano totalmente incollate al mio corpo interdetto. Sembrava voler ribadire che fosse lì proprio per me, unicamente per la mia essenza...
Ma per quale motivo?
A quel punto, irreparabilmente, la mia mente si annebbiò solamente della sua presenza insperata, dimenticando ogni avversità nei suoi confronti, persi tutte le mie forze, non ero neanche capace di cercare la verità come comprendere se prima, il mio coinquilino era veramente con una ragazza nel corridoio della scuola... Perché, ero ormai, imprigionata nella sua ragnatela ricolma di concupiscenza.
Adrian, intanto, con spavalderia si avvicinò sempre di più alla mia figura inerme al fato crudele.
La sua corporatura magra ed alta, mi faceva sentire dannatamente minuscola al suo cospetto...
Eppure, potevo percepire benissimo la sua esistenza ripiena di un calore celato e prepotente.
Fu questione di secondi, il suo buon profumo cominciò ad inebriare la mia anima e le mie emozioni più lussuriose sconfinarono nell'immoralità...
Infine, senza che me ne rendessi subito conto, Adrian si pose proprio davanti a me.
Il suo sguardo pretenzioso, pareva volermi comunicare il suo caos interiore, il fracasso che lo stava scombussolando e in un attimo, con disarmante disinvoltura, spense di nuovo la luce che illuminava l'ingresso.
Ora, la sua figura enigmatica era debolmente visibile, messa lievemente in risalto dalla luce che filtrava dalle ampie finestre.
Intanto, improvvisamente, il mio coinquilino accostò seducente la sua bocca carnosa al mio orecchio e il suo fresco respiro catturò il mio...
Il mio cuore batteva in maniera frenetica e lui pareva sapere benissimo l'effetto decisivo che aveva su di me giacché, malizioso e famelico mi sussurrò:
<< Devo punirti di più >>
Fu inevitabile, le mie palpebre si spalancarono visibilmente, ero davvero sconcertata perché probabilmente, aveva pronunciato quelle parole per un motivo preciso... Mi aveva nuovamente adocchiata in compagnia di Noah senza comprendere, però, che il mio cuore non apparteneva minimamente al ragazzo più popolare della scuola.
A quel punto, ero talmente sbigottita da quella realtà inverosimile che indietreggiai automaticamente fino a sbattere pesantemente con la schiena sulla porta principale della mia grande abitazione.
Ciononostante, questo non servì a fermare le intenzioni ripiene di libidine di Adrian dato che continuò ad avanzare scaltro verso di me, fin quando non si trovò veramente a un millimetro dalle mie labbra segnate dal desiderio illecito.
Una strana sensazione interiore mi percosse terribilmente... Era il mio cuore in perenne contrasto con la mente.
Eppure, Adrian sembrò invaso dal mio stesso male, pareva ormai arreso a quel presente inevitabile e tangibile...
Così, inaspettatamente, adagiò delicatamente la sua testa sulla mia spalla e irreparabilmente, la sua bocca carnosa sfiorò il mio collo già bollente per quel flebile tocco.
Il suo respiro diventava sempre più forte, sempre più irrequieto...
Tuttavia, quella scena apparentemente dolce, non durò molto giacché dopo circa un minuto, Adrian strinse con avidità i miei fianchi facendo aderire completamente il mio corpo allibito alla porta principale.
Mi immobilizzò lì.
Mi stava nuovamente bloccando tra le sue lunghe braccia e probabilmente, anche questa volta, mi sarei lasciata cullare dalla sua cupidigia velata dalla benevolenza perché era dannatamente difficile ignorare il richiamo del cuore.
Nel frattempo, Adrian parve resistere con molta fatica ad un'attesa logorante, decisamente insopportabile...
Era in perenne conflitto con sé stesso.
Allora, seguii i miei sentimenti ricolmi di amorevolezza e mi feci trasportare dalla concupiscenza del mio coinquilino poiché il mio viso fisso nel vuoto di fronte a me, ora involontariamente, si era letteralmente catapultato sul collo di Adrian dato che aveva ancora il suo volto candido adagiato sulla mia spalla e la mia bocca vogliosa, quasi incontrollata, respirò il suo buon profumo e degustò il suo delicato sapore giacché le mie labbra smaniose marchiarono quella sua morbida pelle con un casto bacio.
Fu quella scintilla ad innescare l'incendio che stava già bruciando il mio coinquilino internamente dato che adesso era finalmente esploso, eliminando la sua corazza nascosta.
Adrian in uno scatto dettato principalmente dall'incredulità, a quel mio contatto inaspettato, girò il suo viso scioccato di fronte al mio e decisamente sorpreso, spostò le sue grandi mani sul mio volto incerto, stringendolo con un'inspiegabile delicatezza e alla fine, senza attendere ancora, mi baciò.
Cancellò definitivamente il confine che si era imposto e inevitabilmente, unì la sua anima dannata alla mia.
Ora, la sua saliva e il suo sapore singolare mi ricoprivano, facendomi sentire davvero in paradiso...
Le sue calde labbra erano decisamente attaccate alle mie, vogliose di esplorarsi ancora e la sua lingua si era completamente incatenata alla mia, praticando una specie di danza sensuale...
Era tutto assurdamente mozzafiato.
Ormai, ero sua e le infinite increspature che ci circondavano parevano non avere più alcun peso.
Adrian persisteva nel lambirmi, mi desiderava ardentemente...
Infatti, continuava a far girare la sua lingua umida con la mia, in un bacio ricolmo di una passione ingestibile, da fin troppo tempo bramata.
Ogni tanto, la sua bocca bollente mordeva lievemente il mio labbro inferiore facendomi percepire la sua frustrazione e la sua voglia...
Eppure, fu una sensazione totalmente inaspettata, i miei funesti pensieri turbarono la mia anima insicura in quel momento lussurioso e una strana ansia irrimediabilmente mi colpì l'essenza ripiena di crepe.
Perciò, non riuscii più a godere ed assaporare quel bacio letale appena scoppiato...
Erano i sensi di colpa verso me stessa.
Quindi, pian piano fermai quel bacio smanioso e avido, rallentando il ritmo delle nostre lingue intrecciate e quando lo arrestai definitivamente, strinsi automaticamente le palpebre ancora in contrasto con le mie emozioni e il mio cuore costellato di speranza, ma anche di amore nei suoi confronti, non ebbe il coraggio di guardare subito il suo volto sicuramente contrariato ed adirato.
Di seguito, aprii lentamente gli occhi ritrovandomi, in maniera insperata, nuovamente a pochi centimetri dal suo sguardo sconcertato e nervoso poiché Adrian mi stava fissando con un'insistenza disarmante...
La parte peggiore di quella discrepante situazione era che la mia anima si sentiva bene e al sicuro a quel contatto che, invece, andava decisamente evitato.
Alle fine, quando le mie labbra arrossate si distaccarono bruscamente dalle sue, quel momento inaspettato ed infuocato fu interrotto proprio da me perché il cervello mi stava uccidendo internamente...
Desiderava categoricamente risolvere ogni singolo problema che mi tormentava da tempo, perciò, esordii dispiaciuta e leggermente timida:
<< Adrian aspetta... devo parlarti >>
Poi, dopo una breve pausa, in cui cercai di radunare tutto il mio coraggio, proferii falsamente tranquilla e seria:
<< Ho delle questioni che vorrei chiarire con te >>
Allora, irritato e lievemente confuso, il mio coinquilino mi comunicò subito:
<< È necessario discuterne adesso? >>
<< Si >> affermai spavalda ed autorevole.
Di seguito, dopo alcuni secondi di silenzio, pronunciai inquieta e frustrata:
<< Ho bisogno di parlare con te >>
Tuttavia, contro ogni mia aspettativa, alla fine la mia voce parve quasi rompersi in un dolore profondo ed indomabile.
<< Va bene... Cosa devi chiedermi? >> esordì d'improvviso, visibilmente stanco e arreso a quella verità logorante.
Nel frattempo, Adrian continuò a stare a pochi centimetri dal mio corpo ormai bruciato da quella sua surreale presenza e mi squadrò decisamente dubbioso, mentre le sue grandi mani abbandonavano velocemente il mio volto visibilmente agitato.
Ero invasa da un'ansia incontrollata... Ciononostante, prima che riuscissi finalmente a sfogare la mia sofferenza incominciando a fare delle precise domande al mio coinquilino, improvvisamente, qualcosa di impensabile rovinò quel momento essenziale...
Il mio stomaco brontolò pesantemente, in maniera del tutto inaspettata e inevitabile, il mio viso sbigottito si colorò di una tonalità scarlatta...
Ero seriamente stupefatta da me stessa, ero costellata completamente dalla vergogna.
Di conseguenza, Adrian spostò subito il suo sguardo serio da me, abbassando leggermente il volto, in modo totalmente incomprensibile, sprofondando in uno strano silenzio, perciò, sperai mentalmente che non stesse evitando di ridere per quel mio involontario e imprevedibile brontolare dato che era già abbastanza imbarazzante.
Ero talmente a disagio che sussurrai mortificata e scettica verso Adrian:
<< Scusami >>
Così, mi allontanai all'istante da lui.
Infatti, mi chinai pure leggermente per schivare il suo braccio sinistro, appoggiato lateralmente al muro già da qualche minuto come decisamente sconvolto da ogni minimo momento appena condiviso, quella realtà benevole e nel contempo ostile.
Infine, sgattaiolai via velocemente in direzione della grande cucina.
Eppure, quando Adrian mi intravide fuggire da quel posto ricolmo del nostro peccato, sparire sul serio nella penombra, mi urlò contro decisamente arrabbiato e frustrato:
<< Dove vai? >>
Era veramente sospettoso nei miei riguardi giacché a quella sua tortuosa domanda, incominciò a seguirmi infastidito.
Sentivo il rumore dei suoi passi inquieti dietro di me che, irrimediabilmente, aumentarono la mia velata agitazione.
Allora, leggermente ansiosa per quel contesto controproducente, continuai a camminare sempre più veloce, con il timore concreto che Adrian potesse improvvisamente fermarmi di nuovo e riportarmi nella sua trappola immorale.
Infine, con il cuore che batteva frenetico, arrivai nella vasta cucina e accesi finalmente la luce...
L'atmosfera di seduzione ricorrente intorno a noi parve quasi svanire, perciò, smaniosa decisi di raggiungere il lavello per prendere un bicchiere in vetro nel mobile lì vicino e bere dell'acqua fresca per sedare la mia inspiegabile inquietudine.
A quel punto, girai per un attimo il mio volto insicuro verso quello del mio coinquilino per osservarlo con più attenzione e il suo viso candido, questa volta, era più tendente al rosa, mentre le sue iridi acquamarina erano in perpetuo contrasto con le sue ciglia tonalità carbone, donandogli un aspetto completamente ammaliante...
Adrian era la mia perenne condanna.
Di seguito, il suo sguardo funesto mi sembrò la palese manifestazione della sua disapprovazione per quel mio comportamento compromettente.
Quando finalmente giunsi davanti al lavello per prendere un bicchiere di vetro, il mio coinquilino con scaltrezza si sedette, in maniera totalmente inaspettata, sul mobile adiacente al lavandino e iniziò a scrutarmi con insistenza, quasi a volermi nuovamente lambire, mentre io, ancora scossa da quel suo gesto insperato, ero immobile a fissare il vuoto davanti a me giacché non sapevo davvero se dirigere il mio sguardo sbalordito e lievemente confuso verso di lui...
Rischiavo di ricadere seriamente nella sua voragine ricolma di libidine.
<< Allora? Cosa stai facendo? >> Mi chiese improvvisamente irritato ed impaziente, mettendo fine a quel fasullo mutismo che ci circondava.
Il mio coinquilino continuava a fissarmi con fervore e smania, dando irreparabilmente vita ad un nuovo incendio tra di noi...
<< Devo bere un po' d'acqua >> chiarii a bassa voce ancora segnata da una leggera agitazione.
Poi, dopo alcuni secondi in cui Adrian continuò ad esaminarmi con i suoi occhi tonalità acquamarina, improvvisamente, il suo sorriso completamente malizioso e seducente mi colpì, portandomi alla deriva.
A quel punto, mi domandò quasi in modo retorico come a voler dare un altro significato a quelle sue letali parole:
<< Quindi hai sete? >>
Il suo timbro era decisamente basso, velatamente famelico.
Così, falsamente tranquilla non risposi subito, ma lo guardai titubante e leggermente indifferente per quell'affermazione senza razionalità e probabilmente fu proprio quel mio comportamento apparentemente disinvolto ad accendere di nefasti sentimenti il mio coinquilino...
Poiché, in quell'istante fatale, senza darmi altro tempo per ribattere, contro ogni mia immaginazione, Adrian catturò velocemente il mio polso e quel contatto fu solamente ripieno di un tepore mai riscontrato prima...
Il mio cuore sussultò per quel tocco insperato e la mia anima sorpresa fu immersa da quella calura che bramavo segretamente da tempo.
Di seguito, con avidità tirò prepotente il mio esile corpo e mi ritrovai inaspettatamente a pochi centimetri di distanza dal suo volto decisamente serio...
I suoi occhi chiari parevano volermi sfiorare di nuovo, mi stava squadrando in una maniera completamente ingestibile e pretenziosa.
Infine, precipitai in quell'inferno che assomigliava al paradiso giacché Adrian, con astuzia strinse le sue gambe dietro la mia schiena per non permettermi più di scappare da lui e mi trovai immobile tra le sue cosce, ad un millimetro dalla sua bocca vogliosa...
Ero sconcertata, decisamente spaesata.
Dovevo liberarmi da quella presa?
Eppure, nel momento esatto in cui pensai di dover fuggire via dalla sua incontrollata concupiscenza, il mio coinquilino lasciò improvvisamente il mio piccolo polso ed io, non riuscii assolutamente ad andare via da lì, perché i miei profondi sentimenti per lui, presero il sopravvento su ogni mio pensiero e a quel punto, quando Adrian fu certo che veramente non sarei più scappata via, mi scrutò con più tenacia e alla fine, lentamente, liberò anche la mia schiena che era ancora stretta dalle sue lunghe gambe.
Ero lì, per mia volontà...
Ferma davanti al suo sguardo penetrante e lui seduto sul mobile proprio di fronte a me.
Eravamo incisi nel nostro purgatorio personale...
Due anime impure che attendevano la propria salvezza...
E il mio rifugio era lui, quell'entità sbiadita che mi aveva celatamente accompagnato in quel percorso impervio.
A quel punto, in modo decisamente insperato, Adrian continuò a dimostrarmi palesemente la sua brama nei miei confronti e morse con evidente malizia il suo labbro inferiore, ormai, troppo ricolmo di lussuria e trasgressione.
Poi, improvvisamente, mi sussurrò venefico, solleticando il mio viso lievemente smarrito ed agitato con il suo alito fresco:
<< La tua punizione non è finita >>
E le mie palpebre si spalancarono all'istante, mentre il respiro si arrestava per quelle sue nefaste parole, ricoperte soltanto di pura libidine...
Intanto, le sue iridi chiare si erano incastrate involontariamente alle mie, catapultandomi in una realtà alquanto surreale.
Deglutii rumorosamente a causa dell'ansia che iniziava a dominarmi...
Ed ora, in che modo aveva intenzione di punirmi ancora?
Ciononostante, tutto questo era soltanto un velato pretesto per marchiare nuovamente la mia pelle del suo tepore...
E contro ogni razionalità, la mia essenza continuava a reclamare con insistenza quel contatto proibito.
Di conseguenza, senza darmi nemmeno il tempo di comprendere a pieno quella sua frase letale, Adrian si precipitò nell'incavo del mio collo ed incominciò a leccare ripetutamente con la sua lingua smaniosa e passionale quella zona...
La ricoprì con un'umida scia della sua saliva.
Tuttavia, invece di contenermi, involontariamente, ansimai d'impulso a quel tocco lascivo.
Fu quasi un sussurro di piacere ingestibile e fu inevitabile, anche il mio coinquilino mi udì e parve seriamente travolto dal mio stesso desiderio giacché leccò con più avidità quella zona fino a scendere lentamente giù... verso il mio seno.
Succhiò ancora con frenesia, rendendo quella parte bollente e rossastra, la umidì di baci roventi fino a calarsi più giù, in quella zona illecita e raggiungense con facilità l'orlo della mia maglia...
Desiderava di più, lo percepivo, sentivo perfettamente il suo membro duro dalla mia posizione poiché ero ancora tra le sue gambe e i miei capezzoli irrimediabilmente, si irrigidirono per l'eccitazione, ormai, inermi alla concupiscenza...
A quel punto, Adrian catturò nelle sue mani bramose il mio seno, toccandolo più volte con energia e una strana irrequietezza sembrò circondarlo improvvisamente...
Eppure, non tolse la mia maglia come immaginavo, ma in maniera completamente inaspettata, mi sconvolse terribilmente, dato che in un attimo, lasciò il mio seno e con le sue dita smaniose sbottonò il suo jeans.
Tuttavia, non proseguì per mostrarmi subito la sua intimità come aveva già fatto precedentemente poiché le sue mani fameliche si posarono fulminee sul mio pantalone, cercando di abbassare la mia cerniera e il mio cuore tremò enormemente per quel gesto totalmente insperato, mi sentii decisamente confusa e sbigottita...
Dovevo cedere alla tentazione fino a quel punto?
Ne ero consapevole, era normale che due persone che si piacevano veramente arrivassero a fare determinate cose insieme, fino ad unirsi davvero... Ma io, per la mia prima volta, desideravo concedermi solamente alla persona di cui ero realmente innamorata ed era questo che nel contempo, mi bloccava estremamente perché sapere che il mio coinquilino non ricambiava quel mio immenso sentimento, mi spezzava maledettamente il cuore e d'istinto, ancora palesemente interdetta per quel suo atteggiamento inconsueto, abbassai lo sguardo verso le sue grandi mani come a voler verificare bene la sua reazione a quelle mie pesanti parole e di conseguenza, urlai con una voce quasi disperata ed afflitta:
<< Per favore smettila >>
Ed Adrian non proseguì...
Rispettò i miei tempi, ascoltò la mia scelta, sorprendendomi davvero perché fermò immediatamente le sue mani smaniose...
Però, non lasciò la presa dal mio pantalone giacché era decisamente allibito e restò ad esaminarmi in un asfissiante silenzio...
Percepii il suo sguardo scrupoloso squadrarmi inaspettatamente con ostilità e alla fine, il mio coinquilino proferì autorevole e dubbioso:
<< Perché? >>
<< Non voglio spingermi oltre >> annunciai seria e leggermente arrabbiata con me stessa, per la mia interna fragilità.
<< Mi sembra ridicolo dato quello che stiamo già facendo >> Dichiarò Adrian, innervosito ed esausto.
<< Vorrei prima chiarire delle questioni con te >> ribadii leggermente triste e speranzosa.
Poi, dopo una breve pausa, continuai decisa e sincera:
<< È veramente importante per me >>
<< Capisco >> pronunciò soltanto il mio coinquilino con un timbro pensieroso ed ostile giacché ignorò palesemente la mia ennesima richiesta di poter finalmente parlare civilmente con lui di faccende che mi facevano stare enormemente male...
Infine, restò immobile nel suo mutismo, immerso completamente nei suoi pensieri funesti e in modo insperato, tolse fulmineo le sue lunghe dita dal mio pantalone e quasi rancoroso, mi comunicò severo:
<< La prossima volta che sarai mia non mi fermerò, sappilo. >>
Ciononostante, non ebbi realmente il tempo di sbalordirmi per quelle parole decisamente veritiere perché accadde l'imprevedibile...
Poiché il filo rosso del destino parve attorcigliarsi di nuovo.
Adrian mi desiderava sul serio, mi voleva completamente...
Voleva rendermi veramente sua e la prossima volta che avrei ceduto alle sue provocazioni, lui sarebbe andato decisamente oltre senza fermarsi poiché adesso, il fato era solamente nelle mie mani.
Il mio comportamento immorale, avrebbe avuto delle ripercussioni indelebili, quindi, dovevo agire con la massima attenzione dato che non potevo continuare a ferire me stessa e il mio coinquilino.
Di seguito, quando Adrian concluse quell'affermazione agghiacciante, qualcosa di inimmaginabile ci colpì severamente, sorprendendo enormemente entrambi...
Un rumore improvviso ci avvertì che la porta principale di casa era stata appena chiusa, ma era ormai troppo tardi per nascondere l'evidenza.
Non ci rendemmo conto dell'arrivo inaspettato dei miei genitori poiché eravamo troppo presi dal nostro rapporto discordante.
I miei familiari erano giunti prima da lavoro ed era davvero insolito, ma non potevo soffermarmi ancora a riflettere giacché bisognava agire in fretta...
Perciò, nel preciso istante in cui udii la porta principale chiudersi, automaticamente, mi distaccai bruscamente dal corpo slanciato di Adrian, ma mia madre fulminea apparve già in cucina, destabilizzandoci totalmente.
Nel frattempo, il mio coinquilino scese repentino dal mobile su cui era seduto e abbottonò velocemente il suo pantalone.
Il mio viso si colorò immediatamente di una tonalità cremisi e la mia agitazione fu ben visibile, eppure, a pochi passi di distanza della mia esile corporatura era presente ancora il mio coinquilino che sembrava decisamente diffidente e calmo.
Tuttavia, non potevo nascondere la mia preoccupazione perché ciò che mi massacrava realmente era il costante pensiero che i miei genitori ci potessero scoprire, specialmente in quel modo immorale ed insano dato che avevano sempre visto Adrian come un figlio.
Mia madre era proprio davanti a noi e ci scrutò silenziosamente per secondi indefiniti...
Era abbastanza stranita da quella situazione mai riscontrata prima, c'era un inspiegabile tensione nell'aria circostante che sembrava opprimermi davvero.
Poi, improvvisamente, mio padre raggiunse svelto mia madre, fino ad affiancarla definitivamente all'entrata della cucina e si fermò con cautela accanto a lei, sorridendoci ampiamente e alla fine, esclamò sereno:
<< Buona sera ragazzi >>
E dopo una breve pausa, continuò allegro, mentre si addentrava nella stanza seguito da mia mamma:
<< Per fortuna oggi siamo tornati prima da lavoro... Non c'è la facevo più, sono troppo stanco. >>
<< Vai pure a riposarti, mentre io preparo la cena >> suggerì subito mia madre con una voce molto premurosa.
<< Non ti preoccupare >> aggiunse mio padre con tranquillità, per non far angosciare ulteriormente mia mamma.
<< Tutto bene ragazzi? Cosa stavate facendo? >> Domandò inaspettatamente mio padre verso di noi e restai totalmente basita...
L'ansia mi dominò nuovamente e mi sentii pronta per la ghigliottina giacché Adrian non sembrò voler rispondere o aiutarmi in quella situazione pericolosa, quindi dovevo distogliere io ogni sospetto dato che mia mamma probabilmente aveva intravisto qualcosa prima e nonostante il mio disappunto per quell'atteggiamento menefreghista del mio coinquilino, abbassai lo sguardo per l'indecisione e incominciai a riflettere velocemente...
Tuttavia, la mia mente si illuminò immediatamente travolta da un'idea miracolosa poiché tra le mani dei miei genitori c'erano delle grosse buste della spesa... Allora, falsamente contenta ed imbarazzata esordii spavalda:
<< Non mi aspettavo il vostro rientro... Purtroppo, ci avete scoperto >>
E mi bloccai giacché il mio sguardo apparentemente disinvolto trafisse il volto allibito di Adrian per quella mia frase detta solamente per vendetta nei suoi confronti.
Il mio coinquilino continuò a guardarmi confuso e alla fine, mi fulminò contrariato... Allora, godetti internamente per la sua visibile preoccupazione e a quel punto, proseguii seria e nel contempo, leggermente scherzosa:
<< Ci stavamo organizzando per preparare la cena... volevamo cucinare qualcosa di buono per voi >>
<< ohhhh >> rispose soltanto mio padre, completamente contento e sorpreso.
<< Grazie tesoro, ma non c'è né bisogno... Ho già comprato alcune prelibatezze per stasera >> spiegò d'improvviso mia madre con una fasulla calma dato che mi osservava con un sorriso quasi forzato...
E fu proprio quel suo comportamento insolito a mettermi in uno stato di totale agitazione perché probabilmente non ero riuscita a far decadere tutti i sospetti su di noi.
Comunque, mia mamma aveva il viso affaticato ed indossava un vestito invernale lungo e abbastanza largo tonalità blu, mentre mio padre sembrava più allegro del solito e aveva un pantalone classico color nero e un maglione bianco.
Intanto, prima che riuscissi a dire qualsiasi cosa a mia madre, pur di sedare quella situazione rovinosa, mio padre si intromise nella conversazione, annunciando con tono tranquillo:
<< Adrian vieni in salone con me? Mi serve aiuto nel montare questo aggetto che ho comprato >>
E nel contempo, mostrò fiero un modesto scatolo di carta.
<< Certo >> esordii scaltro il mio coinquilino, dileguandosi da quel posto nefasto con mio padre.
In pochi minuti, mi ritrovai sola ad affrontare mia madre in cucina... Il panico parve scuotermi pesantemente.
Mia mamma stava sistemando la spesa nel freezer e nei vari mobili mentre io, ero ancora immobile vicino al lavello cercando una giusta scusa per fuggire via da quel posto che mi turbava terribilmente...
Ciononostante, la tempesta mi sorprese inerme e mi sgretolò improvvisamente giacché mia madre iniziò un ambiguo dialogo...
<< Judie tutto bene a scuola? >>
Mi domandò calma, nel preciso istante in cui stava posando il latte nel frigorifero.
<< Si >> affermai solamente, con voce non molto sicura.
<< Adrian si è ambientato bene nell'istituto? >> Mi chiese curiosa e sospetta, nel contempo in cui si fermò ad osservarmi scrupolosamente.
Eppure, non sapevo come risponderle perché, in realtà, io non conoscevo la vita privata del mio coinquilino.
<< Abbastanza >> dichiarai falsamente tranquilla, dopo qualche secondo di incertezza, mentre un debole sorriso illuminò il mio viso agitato per non far preoccupare mia madre.
Successivamente, uno strano silenzio ci avvolse e mia mamma restò immobile a squadrarmi e inaspettatamente, con una velata delicatezza, mi domandò furba:
<< Cosa ne pensi di Adrian? >>
Poi, continuò fulminea, palesemente dubbiosa, senza darmi il tempo di realizzare il vero significato di quel quesito surreale:
<< ultimamente sembrate più uniti >>
Mia madre stava incominciando un discorso decisamente sconveniente e non pareva assolutamente felice, mentre io, ero completamente terrorizzata perché non mi aspettavo davvero quelle domande così dirette da parte sua.
Forse intuiva già qualcosa da un po' dato che non mi aveva avvisata tramite una chiamata o un messaggio, come le altre volte, del suo anticipato rientro.
Non sapevo veramente in che modo risponderle, affinché concludesse quel discorso inopportuno, allora, proferii confusa e falsamente tranquilla, mentendole spudoratamente:
<< Mamma siamo sempre stati amici >>
E lei, smise di guardarmi per ritornare a sistemare le patatine al formaggio nel mobile in legno di fronte a lei...
Alla fine, mi chiese con insistenza e scaltrezza:
<< Lo so, ma non credi che sia diventato un ragazzo molto attraente? >>
Quel quesito cruciale, mi scombussolò ulteriormente, facendo diventare il mio volto tonalità scarlatta per la vergogna, mentre i miei occhi erano ancora spalancati per quella realtà scioccante.
Perché mi aveva rivolto quella domanda così intima?
Era palese che volesse capire se mi piaceva Adrian, se ci fosse qualcosa tra di noi...
Tuttavia, io avrei continuamente negato ogni cosa pur di proteggere il nostro discrepante rapporto e preferii evitare categoricamente quella discussione perché avevo veramente paura che mi separassero per sempre da Adrian, perciò, sperai in cuor mio, che mia madre non aprisse più quell'argomento insopportabile...
Adesso, dovevo fare molta più attenzione alla loro presenza quando c'era accanto a me il mio coinquilino.
Infine, inventai una bugia per scappare via da quel luogo insostenibile e uscirne scagionata, quindi, farfugliai parecchio incurante:
<< Non saprei... >>
Poi, proseguii falsamente calma e dispiaciuta:
<< Mamma scusami, ma adesso devo andare in camera mia per finire dei compiti importanti che mi hanno assegnato >>
Non aspettai una sua risposta, fuggii via velocemente da quel posto, ormai scomodo, in verità, non avevo neanche intenzione di ritornare per la cena, non potevo fronteggiarla di nuovo, perciò, avrei sicuramente inventato qualche altra menzogna come l'essere troppo stanca per mangiare...
Avrei lasciato il mio coinquilino ad affrontare da solo i miei genitori giacché sapevo che con lui non si sarebbero mai spinti troppo oltre con certi discorsi, specialmente ora che questa era una preoccupazione prettamente di mia madre.
Intanto che, mi allontanavo frettolosamente da tutto quel trambusto e salivo svelta le infinite scale per rifugiarmi nella mia stanza, per un secondo, i miei occhi irrequieti si girarono verso la direzione del mio coinquilino che era ancora in salone a montare un oggetto irriconoscibile con mio padre e forse Adrian percepì il mio sguardo attento sul suo corpo slanciato giacché si voltò pure lui a scrutarmi insistentemente e in quelle sue iridi enigmatiche ci lessi un caos indescrivibile...
Poiché neanche lui era immune al destino già prestabilito.
NOTE ❤️
Ciao mie care 🦋
Vorrei chiarire una cosa...
Mi dispiace che la storia per alcune sia molto lunga, ma come ho già detto precedentemente, in realtà, dovrebbe essere più di un libro soltanto che su wattpad ho deciso di non dividerlo.
( Per non spegnere il vostro interesse, infatti, sto scrivendo capitoli che vanno dalle 6.000 alle 10.000 parole, quindi, abbastanza lunghi nonostante i miei numerosi impegni e credetemi, vi meritate tanto perché siete la mia forza... grazie di tutto mie adorate lettrici, vi voglio bene! )
Comunque, siamo giunti ad un punto cruciale, il prossimo capitolo è finalmente il P.O.V. di Adrian, così possiamo capire meglio la sua versione. Successivamente, arriverà una parte importantissima per i nostri protagonisti che li legherà inevitabilmente...
Nessuno può evitare il proprio fato!
Perciò, in seguito, assisteremo a un'altra parte fondamentale della storia, ricolma di colpi di scena, che irrimediabilmente, ci porterà "pian piano" al tanto atteso finale.
Quindi per ora, godetevi queste scene super emozionanti e portate pazienza perché (se lo desiderate ancora) dovrete sopportare i nostri amati protagonisti ancora per un po'.
In conclusione, se vi fa piacere, sarei felice di ascoltare un vostro pensiero sull'amore o sull'amicizia... Scrivetelo pure qui 🙂
Un forte abbraccio 🌹
A presto!
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top