CAPITOLO 10
Ama la vita più della sua logica, solo allora ne capirai il senso.
(Fëdor Dostoevskij)
I raggi del sole illuminavano il suo bel viso rendendo la sua carnagione più chiara.
I suoi occhi azzurri fissavano il mio corpo acconto a quello di Peter, quasi a pretendere un chiarimento.
Sporse il capo leggermente fuori dal finestrino << Ciao ragazzi >> gracchiò con un mezzo sorriso finto.
<< Ciao a te campione >> rispose tranquillo Peter.
Si conoscevano? Erano amici?
<<Ciao >> dissi in un lieve sussurro.
Era da qualche giorno che non lo intravedevo nei corridoi della scuola.
Il suo sguardo era tra il perplesso e il confuso, desiderava capire se ciò che stava immaginando fosse realtà...
io e Peter insieme per un'uscita.
I suoi capelli biondi erano scompigliati dal vento fresco e il suo abbigliamento era sempre alla moda.
Riuscivo ad osservare i suoi jeans blu marino e la sua camicia candida.
A qualche centimetro di distanza dalla sua corporatura, i miei occhi si soffermano sull'altra figura presente nell'auto.
Capelli biondo platino, occhi castani, vestito rosa cipria streminzito. Pareva che il seno stesse per scoppiarle...
Olimpia.
Quanto la detestavo! Perché dovevo incontrarla anche per strada, non bastava incrociarla spesso a scuola? Ma sopratutto PERCHÉ ERA IN MACCHINA CON NOAH??
<< Ciao >> squittì lei improvvisamente sentendosi probabilmente esclusa.
Le sue iridi mi fulminavano malevoli a ogni secondo. Mi odiava più di quanto la disprezzasi io.
<< Peter oggi non sei andato al club? >> Puntalizzò Noah.
<< Oggi é finito prima, quindi sono uscito con Judie >> esordì.
<< Ah bene vedo che hai pessimi gusti >> starnazzò Olimpia prima che Noah riuscisse a rispondere per primo.
Un ghigno di nervosismo si era formato sul suo volto.
<<Siete amici? >> domandai innocentemente e incuriosita.
<< Siamo vicini di casa >> confessò Peter.
Ora riuscivo a comprendere quella loro confidenza. Non ipotizzavo, inoltre, che Noah abitasse vicino alla spiaggia.
Mi dava l'impressione di essersi messo sulla difensiva, come a vedersi rubare il piatto da sotto il naso, chiarì <<Judie abbiamo ancora un appuntamento in sospeso >>
Olimpia scattò incredula nella sua direzione.
Lo guardai sbalordita.
Che faccia tosta...
Il mio sguardo passò a Peter che piano si era avvicinato di qualche centimetro a me.
Lo scrutai stringersi le mani con forza.
Iniziò successivamente ad esaminare con astio il mio interlocutore.
Ignoravo il modo in cui potevo sdrammatizzare quella situazione tanto tesa.
<< Si lo ricordo >> ribattei.
<<Bene allora in questi giorni ci organizziamo>> concluse fiero.
Peter cercava di dire qualcosa, ma inaspettatamente come un istinto a proteggerlo, presi la sua mano penzolante vicino alla mia.
<< Noah ma ti è andato il cervello in fumo? Stai uscendo con me perché ti abbassi a certi livelli? >>
CIOÈ LUI STAVA USCENDO CON LEI? MA CHE CONTESTO È QUESTO??
Cercò di restare più calmo possibile, ma vidi il suo viso colorarsi leggermente di bourdox.
Mi nascondeva qualcosa quel playboy?
<< Olimpia potresti smetterla di essere così acida?! dovresti ringraziarmi per averti offerto un passaggio fino a casa >> ribattè.
Lei lo ignorò.
Poi con un sorriso venefico portò la sua attenzione su di me.
<< Quel tipo che vive con te come si chiama? >> Biascicò.
Si riferiva ad Adrian, ma perché voleva sapere di lui? Che cosa tramava quella vipera?
<< Adrian >> mormorai.
<< Perfetto...è un bel tipo>> pronunciò riflettendo sulle sue ultime parole.
Tutto questo interesse verso il mio nemico e coinquilino, non prometteva nulla di buono.
<<Perché non andiamo via?>> propose scocciata.
Alla fine Noah annuì e ci salutò freddo ancora infastidito da quella mia vicinanza al suo vicino di casa, poi sfrecciò via.
Nel momento in cui la sua potente macchina rossa liberò il pezzo di strada accanto a noi, di fronte notai un enorme libreria.
Il negozio era di un giallo ocra, ma dallo stile esterno, lo percepivo come un luogo sereno.
Vedevo da una sua larga vetrata una persona guardarci.
Lo sguardo fisso su di me... tra le mani aveva un libro.
Non riuscivo a distinguere bene la copertina, ma indossava dei vestiti scuri che incorniciavano la sua corporatura alta.
Aveva osservato ogni cosa?
Era davvero chi sospettavo?
Adrian.
Perché era lì? Il suo odio potevo percepirlo a distanza di chilometri.
~
Il giorno seguente a scuola tutto ciò che era successo la giornata precedente mi appariva così surreale.
Soprattutto perché Olimpia è incuriosita da Adrian?
Cosa avrà tanto di speciale quel cretino?
Le lezioni a scuola le ritenevo interminabili. In più, oggi avevo il club di informatica.
Quando mi avevano proposto questo club ne ero rimasta rapita, alla fine era stata la mia prima e unica scelta. Stavamo creando un app per ragazze, dove potevano essere le protagoniste di una storia d'amore e io stavo scrivendo i testi.
Mi avevano assegnato uno dei compiti più importanti e in quello stato di confusione, non ero in condizioni ottimali per creare discorsi tra persone innamorate.
E se l'amore che tanto cercavo fosse composto solo da dolore? Forse non dovevo più cercarlo...
Probabilmente dovevo godermi i miei 18 anni e spassarmela... di nuovo. Dovevo mettere i sentimenti da parte?
Mentre questi strani pensieri mi riempivano la mente, arrivai dal mio gruppo informatico.
Oggi il professore che ci seguiva non era ancora presente ed in aula eravamo in pochi.
<< Judie come va con i dialoghi?>> Mi chiese una mia compagna a cui era stato dato l'ingrato compito di sistemare eventuali bug dell'applicazione.
<<In realtà ho pensato a qualcosa, ma non ho ancora abbozzato nulla>> le confidai.
<< Ricordati che il concorso scade a fine mese e per quella data tutto deve essere pronto per la presentazione >> mi rimproverò.
Mi riconoscevo sempre più a pezzi e in ansia.
Il professore entrò in aula dopo qualche minuto.
Ci mostrò le varie grafiche e lo stile "manga" dei personaggi.
Eravamo tutti in silenzio per non perderci nessun passaggio.
Mi piaceva tanto quella grafica. Era tutto davvero affascinante.
Il protagonista l'aveva disegnato un mio compagno che ora era assente.
Avevo anche altri corsi con lui, ma non eravamo mai diventati veramente amici.
L'insegnante ci illustrò il suo lavoro che stranamente mi rammentava maledettamente Adrian.
Aveva i capelli scuri e gli occhi chiari.
Quel contrasto così ammaliante quanto seducente e devastante.
Il professore dopo mezz'ora uscì a prendersi un caffè e io ne approfittai per ghermire un po' d'aria.
Mi sentivo osservata.
Ma non riuscivo a scorgere nessuno.
Forse era tutto frutto della mia immaginazione. Poi, però, udii dei passi arrivare verso la mia direzione.
Noah si avvicinava sempre di più a me con un gran sorriso stampato sulle sue labbra carnose.
<<Judie mi stai evitando per caso? >> pronunciò quasi divertito.
Si fermò qualche metro di distanza. I suoi occhi ancora fissi sul mio fisico.
<< No perché dovrei? >> mentii a testa alta.
Tirò un sospiro di sollievo, poi appoggiò la mano dietro la sua nuca, imbarazzato.
<< Scusami per ieri non capisco cosa mi sia preso... se hai deciso di uscire con Peter non sei obbligata ad incontrarti anche con me >> farfugliò.
Ero davvero indecisa.
Lui mi piaceva, ma il comportamento di ieri mi spaventava.
Come dovevo rispondergli? Dopo quello che era successo desideravo solo starmene un pochino per conto mio.
Girai il viso nella posizione opposta alla sua per non affrontarlo ancora, ma in quel momento qualcosa, anzi qualcuno catturò la mia attenzione.
Olimpia parlava animatamente con un ragazzo anzi si pavoneggiava davanti a lui...
NOTE 😊
Ciao a tutte/i vi sta piacendo la storia?
E questo capitolo?
Buon weekend ❤️
P.S. Il prossimo capitolo lo pubblico prima ✌️
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