Opposti ~4~
Mi avvicino a quel muro e le voci si fanno più forti.
Una ragazzina è circondata da tre ragazzi che le stanno dando fastidio.
Una parte di me dice di andarmene che non sono cazzi miei e un'altra mi dice di andare ad aiutare quella ragazzina indifesa.
Ascolto la parte buona oggi, solo perché sono contenta.
Così mi avvicino a loro, ho ancora la sigaretta tra le labbra.
- Eii ragazzi! - attiro l'attenzione dei tre ragazzi e della ragazzina che uno di loro sta tenendo per il braccio in una stretta molto forte sembrerebbe guardando il viso della ragazzina che fa smorfie di dolore.
Mi sembra me qualche anno fa quando ero alla mia prima festa.
Ma io me la sono cavata come sempre da sola, sono scappata dopo aver tirato un calcio tra le parti basse del ragazzo che mi teneva.
- Cosa? Vuoi unirti a lei?- chiede uno dei tre, quello che si trova davanti, indicando con il capo la ragazza.
Faccio altri due tiri con la sigaretta e poi la lancio a terra.
- Sinceramente- faccio una pausa e alzo lo sguardo guardando gli occhi di quel ragazzo.
- vorrei solo tirarti un pugno in faccia- ed è quello che faccio.
Il ragazzo si porta le mani al naso che sanguina.
I ragazzi dietro si fanno avanti ma lui li blocca.
- ci penso io a lei- lo sento dire.
Aspetto una sua reazione che non tarda ad arrivare.
Mi prende per il collo, e mi sbatte al muro sento il sangue che aveva sulla mano appicciarsi sulla mia pelle ma continuo a guardarlo negli occhi con il sorriso.
Lui mi guarda confuso dalla mia reazione ma poi il suo viso cambia totalmente di aspetto e abbassa lo sguardo sul suo fianco dove trova il metallo freddo della mia pistola sul fianco.
- Sei sicuro di voler continuare?- chiedo ridendo.
Il ragazzo mi lascia allontanandosi le mani in aria.
- Lascia subito la ragazza - dico al tipo che immediatamente lascia presa.
La ragazza cade al suolo perché il ragazzo l'aveva lanciata più che "lasciata".
-Ascoltatemi bene, che non vi veda più tra queste parti e soprattutto non infastidite mai più ragazzine. Sono stata chiara- impauriti i ragazzi annuiscono per poi scappare via.
Metto la pistola nella tasca interna della salopette che ho cucito apposta per la pistola.
Mi avvicino alla ragazza ormai in piedi.
- Grazie per essere intervenuta- dice lei sorridendomi.
Il suo braccio è coperto da un livido. Lo prendo e schiaccio il livido. La ragazza grida per il dolore e la guardo male.
- Vieni con me- lei si ribella e con uno strattone toglie il suo braccio dalla mia presa.
- Vieni, non ti mangio, devi mettere del ghiaccio- si rilassa e poi mi segue in silenzio.
Entro nell'ufficio disordinato di Cameroon e apro il mini- frigo.
Prendo del ghiaccio e lo metto dentro un pezzo di stoffa.
Le porgo il sacchetto di ghiaccio appena creato da me e lei lo prende.
Mi accendo un'altra sigaretta e mi siedo.
- Allora? Cosa fai qui? Non sei troppo piccola per essere in un posto come questo?- chiedo lasciando il fumo uscire dalle mie narici.
- Non sono venuta sola, mio fratello più grande è qui, solo che l'ho perso di vista e sono uscita per cercarlo, quei tre ragazzi sono usciti dal nulla ed il resto credo lo sai-
Annuisco semplicemente e dopo qualche tiro spengo la sigaretta.
- Bisognerà trovare tuo fratello allora - lei annuisce ma non risponde.
Poi scoppia a piangere, viene verso di me e mi abbraccia.
- Grazie mille per prima, avevo così paura - io resto immobile.
Le braccia allargate.
La sposto da me un po' bruscamente ma lei non dice nulla. Continua a sorridermi.
- Smettila di piangere, sembri una bimba di due anni cavoli- prendo il pacco di fazzoletti e lo lancio, lei lo prende al volo ridendo.
Asciuga le sue lacrime ed io continuo ad osservarla.
- Posso andare in bagno?- le indico la porta del bagno personale di Cameroon e lei mi ringrazia per poi entrare.
Nell'ufficio entra un'uomo seguito da un'altro, mi punta la pistola sulla fronte e mi guarda negli occhi. Vedo una montagna di rabbia.
Ma i suoi occhi sono bellissimi. Tra il grigio e il blu . Mi è molto familiare il suo volto. Mi sembra averlo già visto.
Il metallo della sua pistola è sulla mia fronte e l'altro uomo si mette dietro di me puntando la sua di pistola sulla mia nuca.
- Davvero? Due contro uno - rido, il ragazzo dagli occhi Azzurri continua a guardarmi negli occhi con rabbia e posiziona meglio il suo dito sul grilletto.
- Dove l'hai nascosta?- chiede lui. Ora ho capito, stanno cercando la ragazzina.
- Infine ti sei deciso a parlare - rido ancora e la mascella del ragazzo davanti a me si contrae.
- Dimmi dov'é cazzo- ringhia sul mio volto.
- Dagan No!- la ragazza esce di corsa dal bagno e si mette davanti a me.
Dagan?
Dagan! Oh cazzo, è lui, il capo dei Monkies.
Ecco chi era!
- Spostati Elisabeth!- dice Dagan.
- Non è quello che credi, abbassa la tua pistola- dice Elisabeth.
Dagan fa come detto e abbassa la pistola, il suo compare fa la stessa cosa ed infine la mia testa si libera dal rischio di esplodere.
- Cosa fai qui? Perchè questa qui è con te?- dice lui con disprezzo quando mi indica.
- Oh! Questa qui ha un cazzo di nome okey e delle scuse per avermi puntato la tua cazzo di pistola sulla testa me le devi coglione- mi metto davanti a lui minacciandolo con l'indice.
- Stai parlando con me ? - Chiede lui avvicinandosi ancora di più a me.
Elisabeth ci separa ed infine si decide a spiegare tutto.
- Ora andiamo - dice prendendo per il braccio sua sorella fa una smorfia di dolore perché suo fratello ha preso il braccio con il livido.
- Ehi! Le fai male coglione!- grido io.
Dagan si avvicina a passi da gigante a me.
- James, porta mia sorella in macchina, devo sistemare una cosetta- James fa come detto.
Ed Elisabeth dopo avermi salutata sparisce.
- Non m'importa se hai salvato mia sorella, se mi parli ancora così ti troverai a terra con una pallottola nella testa- dice lui riducendo gli occhi in due fessure.
- Coglione, coglione, coglione, vai sparami ora- dico io ridendo. Mi prende per il collo.
Ancora cavoli. Faccio per prendere la pistola ma lui prende le mie mani molto prima, le stringe entrambe nella sua e le porta sopra la mia testa.
Eppure continuo a guardarlo negli occhi con un sorrisetto.
- Ripetilo ancora dai- sussurra lui sul mio volto.
- Coglione- sussurro io sul suo volto.
Stringe ancora di più la presa al mio collo e l'aria fa sempre più fatica a passare.
- Coglione- ripeto ancora.
Lui lascia la presa al collo e continua a guardarmi negli occhi.
- Sei fortunata che hai salvato mia sorella, sennò ti avrei già uccisa- dice lui sorridendo.
Continua a guardarmi negli occhi e non intenzione di abbassare lo sguardo.
Lascia presa anche sulle mie mani e si gira per andarsene.
- Sei tu quello fortunato ad essere in vita Coglione- si gira e mi squadra dall'alto al basso.
Per poi arrivare ai miei occhi, fa un sorriso ed esce.
• Spazio autrice •
Ecco il nuovo capitolo ❤️
Fatemi sapere se vi piace 💞
Grazie.
• Buona lettura•
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