Capitolo 30
-In guardia!
Hiroshi allungò la spada davanti a sé e Arya si affrettò ad imitarlo. Non si sentiva del tutto a suo agio con la lama e sperava di non doverla usare. Era ormai la decima volta che provava a parare un affondo e l'impugnatura quasi le scivolò dalla mano sudata.
-I Demoni non avranno tanta pietà, impegnati.
Senza darle tregua il giapponese la attaccò ripetutamente e, con non poca difficoltà, la ragazza riuscì a parare ogni colpo. Sapeva che in un vero scontro non avrebbe avuto alcuna possibilità contro avversari molto più preparati e, distratta da questo pensiero, si lasciò sfuggire la spada di mano con un clangore. Il suono del suo respiro affannato era intermezzato dallo scontro metallico fra i coltelli di Reb e la lama di Marco.
La giovane era agile e la difficoltà dell'amico evidente nonostante entrambi si impegnassero a non ferire l'altro. Reb si allenava da meno tempo di Hiroshi, addestrato dal padre all'uso delle armi nonostante fosse più attratto dalle scienze, come la madre. Tuttavia la ragazza era comunque più brava di Marco, goffo nonostante l'ostentata sicurezza.
-Prova ad attaccare tu.
Hiroshi porse la spada ad Arya, costringendola a distogliere lo sguardo dai suoi amici e rimettersi in guardia. Nonostante la lama fosse abbastanza leggera il braccio le doleva e la schiena stava ricominciando a bruciarle.
Ogni suo tentativo di attaccare fu vano: il giapponese parò tutti i colpi dandole nel frattempo dei suggerimenti sulla posizione di braccia e gambe. All'ennesimo attacco fallito a Hiroshi venne un'idea.
-Prova ad unire i tuoi poteri alla spada. Sentila come parte di te, non solo come un oggetto.
Arya si fermò, confusa. Il ragazzo sospirò e si rimise in posizione, in attesa che lei lo imitasse. La temperatura intorno a loro scese di qualche grado quando un sottile strato di ghiaccio ricoprì la lama del giapponese. Arya era troppo stupita per reagire prontamente e, quando la parata fallì, la spada le sfiorò il braccio di piatto e il gelo penetrò attraverso la manica.
Con un brivido comprese cosa intendesse Hiroshi e si concentrò sulla propria lama, cercando di considerarla un'estensione del proprio braccio. Si sforzo a raccogliere la luce, non notando il fatto di farlo con sempre più naturalezza.
La luminosità che avvolse la spada ferì gli occhi dei due contendenti e riscaldò l'aria facendo cadere il ghiaccio sull'arma di Hiroshi in piccole goccioline.
-In guardia!
Il giapponese non aspettò l'attacco di Arya e, non appena lei prese posizione, la attaccò facendo sgorgare scintille dallo scontro fra le lame.
Questa volta la ragazza riuscì ad avere un controllo migliore sulla spada, come se la luce le permettesse di essere in sintonia con l'ambiente circostante. Sentiva il potere provenire da dentro di sé e, ciò che prima non credeva fosse possibile, ora le sembrava del tutto normale.
Lo scontro durò più dei precedenti, mettendo Hiroshi in evidente difficoltà. Reb e Marco si erano fermati a guardare quella danza di luce, ammirati.
Quando un'esplosione scosse l'edificio la magia si interruppe: la spada di Arya cadde a terra, dissipando la luce, e la ragazza abbassò il braccio stanco.
L'insonorizzazione della palestra impediva di sentire il caos esterno ma fra i ragazzi passò un brivido di paura. Sapevano cosa significava un'esplosione così vicina e si rendevano conto che non erano ancora pronti.
Con uno scatto rinfoderarono le armi, avviandosi verso la porta. Marco la aprì, cercando di nascondere il tremore alle mani.
Arya lasciò la palestra, chiedendosi se fosse l'ultima volta che l'avrebbe vista, e corse a raggiungere gli altri.
Mentre si affrettavano verso la sala riunioni Arya sentiva il peso della spada contro il fianco. La lama richiedeva sangue e la ragazza era consapevole che non sarebbe riuscita a soddisfarla.
Si ritrovarono a fare slalom fra i corridoi affollati di soldati e domestici, Angeli e Veggenti. La luce che proveniva dalle finestre era legata alle lampade che, man mano che il fronte avanzava, brillavano sempre più fiocamente. Gli incendi divampati fra le case impedivano di vedere le stelle, accecando gli occhi e riscaldando l'aria.
Il caos all'interno della sala riunioni rifletteva la situazione esterna. Un veggente uscì, portando con sé una manciata di fogli fittamente scritti. Poco prima che la porta si chiudesse dall'interno si sentirono provenire voci sovrapposte.
-I veggenti stanno facendo il possibile, non possiamo prevedere le sorti della battaglia. Possiamo salvare qualche vita, ma le profezie sono imprevedibili.
Ulrike sovrastava gli altri, proteso verso Nicholas mentre il sovrano scuoteva la testa.
-Lo so, ma dovete provarci. Non voglio avere cattive sorprese.
Il Veggente stava per ribattere quando i ragazzi entrarono nella stanza.
-Meno male che siete qua. La situazione è grave.
-Cosa succede?
Marco si avvicinò al tavolo ricolmo di fogli. I pedoni sulla mappa evidenziavano quanto la situazione fosse critica, circondando il palazzo reale.
-Le lampade si stanno spegnendo e i Demoni continuano ad arrivare dalle ombre. Eravamo in maggioranza ma ora siamo in difficoltà. Il fronte sulle campagne è ancora aperto e...
-Sire!
Una donna si fermò a debita distanza dal re.
-I Demoni si sono ritirati dalle campagne. Sono scomparsi fra le ombre e i soldati attendono istruzioni.
-Grazie, ora puoi andare.
Nonostante l'atteggiamento professionale lo sguardo dell'addetta alle trasmissioni dal campo di battaglia era pieno di paura. Anche lei, come molti altri, aveva un fratello al fronte.
Mentre la donna usciva Nicholas prese il cellulare, ricevendo una risposta al primo squillo.
-Tornate qui. Abbiamo bisogno di tutti gli uomini disponibili.
Lo sguardo di Arya si soffermò su Marco, chino sulla mappa con uno degli strateghi.
-Non credo che torneranno. Sono penetrati in città.
Le risposte dall'altra parte erano inudibili.
-Si. Chiamate il mappista. Zona...
Il sovrano riferì la sezione della mappa dove era evidente una maggioranza di pedoni neri.
-F8.
-Reb, cos'è un mappista?
Arya, nonostante fosse curiosa, non sentì il resto della telefonata.
-Colui che guarda le mappe e trasporta le truppe con il teleport
La ragazza si guardò le unghie rosicchiate per poi riportare la sua attenzione sull'amica. Prima che potesse continuare la voce di Nicholas prevalse sulle altre.
-Ascoltatemi attentamente.
Hiroshi si voltò, interrompendo la chiacchierata con il padre. I presenti tacquero, posizionandosi intorno al tavolo.
-I Demoni si sono ritirati dal secondo fronte. Ho motivo di credere che si stiano dirigendo qua, a meno che non l'abbiano già fatto. Dobbiamo schierare tutte le nostre truppe per non trovarci in minoranza.
-Tutti i soldati disponibili sono già in combattimento.
Un uomo intervenne approfittando del momento di silenzio.
-Dobbiamo impedirgli di raggiungere il palazzo. I bambini e i più deboli sono rifugiati qui. Avete strategie?
-Sire, coloro che sono in grado di combattere sono già in posizione.
Lo sguardo di Nicholas passò in rassegna gli ufficiali e gli strateghi poi, dopo una breve riflessione, iniziò ad elencare una serie di nomi. Gli uomini chiamati si misero sull'attenti, chiedendosi quale fosse il suo piano.
-Vi voglio sul campo di battaglia, subito.
Colui che era intervenuto prima fu sul punto di controbattere ma, consapevole della gravità della situazione, si trattenne.
Il gruppo si allontanò dalla Sala riunioni, affrettandosi ad eseguire gli ordini. Sapevano di non avere altra scelta: i soldati avevano bisogno di incoraggiamento e c'era bisogno di tutti gli uomini disponibili sul campo di battaglia.
I pochi rimasti si guardarono fra loro, in attesa che il sovrano prendesse la parola.
-Non sappiamo ancora dov'è Kira. Potrebbe essere in incognito oppure attendere fra le ombre, ma non possiamo aspettare oltre.
Uno stratega, dopo aver risposto a una chiamata, spostò in avanti una manciata di pedoni neri subito indicati da Nicholas.
-Stiamo perdendo terreno, dobbiamo agire.
-Cosa hai intenzione di fare?
Il comandante Tanaka stava iniziando a intuire ciò che passava per la mente del re.
-Arya deve andare in battaglia.
Il silenzio calò sui presenti, non tutti d'accordo con quella decisione.
-Non possiamo rischiare di perderla prima dello scontro finale. Non mi sembra ancora del tutto pronta.
Una donna intervenne, ricevendo alcuni cenni di assenso.
-L'ho vista combattere e non posso negare che ha talento. Non dobbiamo sottovalutarla.
Arya apprezzò la difesa di Ulrike anche se avrebbe preferito avere più tempo per allenarsi, consapevole di non essere abbastanza preparata.
-Ho preso la mia decisione.
Marco, notando l'insicurezza dell'amica, cercò di aiutarla nonostante sapesse che era impossibile far cambiare idea a Nicholas.
-Forse dovremmo prima chiedere l'opinione di Arya.
La ragazza abbassò lo sguardo, sentendo il peso delle aspettative dei presenti.
-Io...
Nella sua mente balenarono i volti di coloro che aveva conosciuto in quel breve periodo: i suoi amici, Amun, Fleur, tutti gli innocenti che valeva la pena salvare. Se inizialmente voleva scappare ora si rendeva conto di avere trovato una nuova famiglia, una vita alla quale sentiva di appartenere.
-Io sono pronta. Riuscirò a trovare e sconfiggere Kira.
Arya guardò ognuno dei presenti con rinnovata sicurezza, nonostante la costante paura di fallire. Nicholas annuì, consapevole che nessun altro avrebbe osato opporsi.
-Perfetto. Hiroshi, Marco, Reb, voi la proteggerete a ogni costo.
I ragazzi annuirono, mettendosi sull'attenti.
-Comandante Tanaka, voglio che ad Arya siano assegnate due delle migliori guardie, saranno la sua scorta.
-Ma sire, le guardie sono necessarie per...
-È un ordine.
-Si, sire.
Nicholas appariva del tutto diverso rispetto al sovrano che Arya aveva conosciuto e, soprattutto, in confronto al bambino gentile che era sempre stato. La guerra lo aveva costretto a fare scelte difficili, nel disperato tentativo di salvare il suo popolo.
-Questa potrebbe essere una delle ultime riunioni...
Le sue parole furono interrotte dallo squillo del cellulare.
-Attaccateli mentre arretrano, impeditegli di sparire.
Dopo questa risposta il re riattaccò, lanciando un'occhiata fuori dalla finestra verso lo spiraglio di luce che si intravedeva in lontananza.
-I Demoni si stanno ritirando.
I presenti si guardarono, confusi.
-Avranno visto l'alba, forse non vogliono concederci il vantaggio della luce per via di Arya.
La teoria di Marco era sensata e, non appena gli strateghi iniziarono a sussurrare fra loro, Nicholas lì fermò con un cenno.
-Si stanno asserragliando in un gruppo di edifici a nord.
Mentre il sovrano spiegava la situazione Arya si sentì sollevata. Aveva più tempo per prepararsi prima di scendere in battaglia e, soprattutto, i suoi amici sarebbero stati al sicuro ancora per un po'.
Dall'altro lato della città l'esercito stava cercando di impedire ai Demoni di raggiungere gli edifici nei quali avevano deciso di radunarsi. Erano per lo più al buio, pronti per tornare al calar del sole.
Durante la ritirata furono erette mura di pietra a protezione degli ingressi e gli Angeli non poterono fare altro che attaccare gli ultimi nemici rimasti, prima che anche essi sparissero nelle tenebre.
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