Capitolo 13
-Arya! Sei qui! Stavo per andare a cercarti.
Non appena la ragazza si avvicinò al portone della villa vide Marco correrle incontro.
-Mi ero persa...
Arya si giustificò, nascondendogli il fatto che, prima di raggiungere i suoi amici, aveva fatto un giro per la città. Con gli abiti chiari si mimetizzava perfettamente fra gli Angeli e nessuno le aveva prestato attenzione.
Aveva passeggiato per il mercato che le aveva fatto ricordare il suo passato, ma gli oggetti in vendita avevano fatto sparire quella sensazione. Intorno a lei c'erano tappeti arabi, ventagli cinesi e abiti di ogni etnia. Dopo un po' la ragazza si era abituata al bianco accecante della città ed era tornata al palazzo senza rimpianti per la sua vecchia vita, finalmente convinta del fatto che il suo posto fosse fra gli Angeli.
Arya e Marco sentirono il litigio dall'ingresso e si avviarono in direzione delle voci. Avvicinandosi alla porta chiusa alla loro destra la ragazza distinse alcune parole.
-Non puoi combattere. La guerra è troppo pericolosa per te!
-Sono una principesa, faccio ciò che voglio!
-Serve qualcuno che prenda il mio posto se...
Nicholas fu interrotto nel bel mezzo della frase dal cigolio della porta. Arya era sempre più confusa e si chiedeva cosa stesse succedendo. Non aveva mai sentito Nicholas e Kayla litigare in quel modo. Il re aveva le orecchie rosse di rabbia e gli occhi della principessa luccicavano di lacrime. La bambina si girò e, urtando i ragazzi all'ingresso, si precipitò oltre la porta aperta. Mentre il rumore dei suoi passi si perdeva in lontananza Arya cercò di chiedere spiegazioni ma l'espressione di Reb la dissuase dal suo intento.
Mentre prendevano posto intorno al tavolo la ragazza si accorse dei volti pallidi e spaventati dei presenti. Oltre ai suoi amici c'erano anche il padre di Hiroshi e alcune persone dall'aria importante. La ragazza si stupì di come il giapponese fosse guarito in fretta dopo che lei gli aveva rotto il naso. Probabilmente gli Angeli avevano fatto più progressi in medicina degli umani.
-Ora che ci siamo tutti possiamo proseguire. Stavamo dicendo che non abbiamo più tempo da perdere. I Demoni hanno dichiarato guerra.
Con queste parole Nicholas mise una lettera sul tavolo. I presenti si guardarono con aria seria ma nessuno fiatò, facendo proseguire il sovrano.
-Ci hanno dato una settimana per arrenderci ma io non intendo cedere. Abbiamo abbastanza tempo per prepararci alla guerra. Tuttavia abbiamo poche possibilità di vincere da soli. Ci servono alleati.
Il ragazzo fece una pausa per riprendere fiato e un uomo dallo sguardo truce ne approfittò per prendere la parola.
-Probabilmente la ragazza sarà la loro arma segreta. Dobbiamo essere sicuri di riuscire a contrastarla. Arya è pronta?
Tutti gli sguardi si posarono su di lei che all'improvviso capì che tutti contavano sui suoi poteri per vincere la guerra. Abbassò la testa, non riuscendo a reggere tutta quella pressione.
-Non preoccupatevi, lo sarà. Organizzeremo una spedizione per far passare i Veggenti dalla nostra parte e Arya parteciperà. Sarà un'occasione per allenarsi con i suoi poteri.
Il padre di Hiroshi intervenne:
-Non è troppo pericoloso mandarla fuori in tempo di guerra?
-Dobbiamo dimostrare ai Demoni che non abbiamo paura. La squadra partirà domani all'alba. Voi quattro dovrete essere pronti.
Nicholas guardò la ragazza e i suoi amici con uno sguardo che non ammetteva repliche.
-Non dovrebbero essere accompagnati da una scorta? Sono dei ragazzi, dopotutto.
Una donna li squadrò valutando il loro potenziale.
-Mi fido delle loro capacità.
Con queste parole il sovrano congedò i quattro, impedendogli di partecipare al resto della riunione nonostante la loro curiosità.
Uscendo dalla sala incontrarono Kayla in piedi di fronte alla porta. Il suo sguardo truce passava da una guardia all'altra.
-Che ci fai qui?
Marco le sorrise, prevedendo la sua risposta.
-Stavo cercando di sentire qualcosa ma questi due non mi aiutano affatto.
I soldati risposero con una scrollata di spalle.
-Ordini del re.
Risposero.
-Beh, noi dovremmo andare. Se vuoi restare qui...
-No! Vengo con voi.
Con queste parole i ragazzi si avviarono verso la stanza di Arya, ognuno immerso nei propri pensieri.
Quando arrivarono la ragazza fece la domanda che le premeva di più.
-Ora cosa succederà?
Era accaduto tutto troppo velocemente e lei non aveva mai vissuto in tempo di guerra. Non si rendeva conto del tutto della situazione, come anche la principessa che era troppo piccola per capire la gravità di ciò. Hiroshi, seduto accanto a lei sul letto, mostrò ai presenti una mappa sul cellulare.
-Ora dobbiamo decidere la strada più veloce per visitare le tre tribù dei Veggenti e tornare qui.
-Potremmo andare prima alle paludi. Vorrei visitare l'Osservatorio.
Reb intervenne, cedendo poi la parola a Marco.
-Poi da lì andremo al vulcano e infine all'accampamento nel deserto. Forse Nicholas ci presterà una macchina.
Il giapponese annuì, indicando le posizioni degli accampamenti sulla mappa. Arya ascoltava con interesse. Non vedeva l'ora di esplorare il resto di quello strano mondo.
-E... tu devi imparare a gestire i tuoi poteri. Gli Angeli hanno bisogno di te.
L'italiano si rivolse verso di lei con un'espressione seria, ben diversa dal sorriso amichevole a cui era abituata.
-Posso venire anche io?
Kayla intervenne timidamente nella discussione.
-Non se ne parla.
Reb le rispose senza neanche guardarla.
-Devi fare ciò che dice Nicholas, non possiamo metterti in pericolo.
La bambina si imbronciò.
-Io me ne vado.
Fece per alzarsi ma, vedendo che nessuno se ne preoccupava, si sedette nuovamente.
Rivolgendosi ad Arya la spagnola disse:
-Porta il minimo indispensabile, non possiamo permetterci bagagli di troppo.
Mentre ascoltava le raccomandazioni dell'amica alla ragazza venne un'idea.
-Perché non usiamo quei cosi... come si chiamano? Quelli che usate per teletrasportarvi.
-Intendi i teleport?
Hiroshi prese una sfera delle dimensioni di una noce dalla tasca e la porse alla giovane. Era fredda al tatto ed era liscia come il metallo. Tuttavia produceva una leggera luce che lei non riuscì a spiegarsi.
-Attenta, è fragile. Non so come spiegartene il funzionamento ma posso dirti che è molto difficile da produrre e viene usato solamente in casi di emergenza.
-Capisco.
Mentre Arya restituiva il teleport al giapponese Marco disse:
-È tardi, credo che dovremmo andare a prepararci e riposare. Domani sarà una lunga giornata.
Gli altri si trovarono d'accordo e, dandosi appuntamento per il giorno dopo, uscirono lasciando la ragazza e la principessa da sole.
-Se un mese fa qualcuno mi avesse detto che avrei preso parte ad una guerra non gli avrei mai creduto.
-Beh, non l'avresti fatto nemmeno se ti avesse detto che sei un Angelo.
Arya rise.
-Hai ragione.
Kayla stava per dire qualcosa quando fu interrotta da un leggero bussare alla porta.
-Scusate l'interruzione. Il re vorrebbe che cenaste nella vostra stanza questa sera, signorina Arya. Le ho anche portato uno zaino per il viaggio. E mi manda a ricordare alla principessa che dovrebbe recarsi a lezione.
La giovane domestica sembrava imbarazzata e, dopo aver salutato le ragazze, andò via.
-Credo che dovrei andare.
Kayla si alzò e, lanciando un'ultima occhiata ad Arya, si avviò verso il luogo della lezione. La ragazza prese lo zaino fra le mani, ripensando agli ultimi avvenimenti. La sua vita era cambiata in pochi giorni ma non sapeva dire se in meglio o in peggio. Da un lato aveva finalmente degli amici e aveva ritrovato sua sorella ma da un altro aveva perso sua madre, l'unica persona che le era stata sempre accanto.
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