|MemoriA|
Introduzione: Sogno fresco fresco di stanotte.
Mi ha angosciata in modo in modo particolare, è ancora lì e mi ruota nella testa.
Sognare non è sempre una bella esperienza ed esserne sopraffatti è ancora peggio.
Spero di esorcizzare questo sogno, lo vorrei fuori dai miei pensieri.
***
Luce. Le tende bianche che ondeggiano placide al chiarore del mattino. Serenità, tranquillità e gioia mi danno il buongiorno.
Il letto fresco e comodo accoglie le membra molli dopo il riposo notturno e cerco angoli freschi e piacevoli sul fondo del letto. Le prime luci del giorno entrano languide delle grandi vetrate e mi crogiolo in tutto quel tepore.
Un fruscio mi desta, qualcuno é accanto a me; sento il suo respiro, Il suo sonno pesante.
Provo una strana sensazione avvolgermi, nebbia appiccicosa attorno alle pieghe del mio cervello; ciò che era placida frescura diviene gelo; la piacevolezza delle luci mattutine diviene terrore.
"Dove sono? Che giorno è?" Tento di ricordare, scavo, fa quasi male.
Mi volto decisa verso quel corpo inerme e mi ritraggo. Ho paura. Il cuore mi batte così forte in petto che lo sento fino al cervello.
Cerco di ricordare quale stupida follia mi abbia portata a condividere il letto con un uomo. Vecchio.
Forse sono in vacanza in un'isola greca e mi sono sbronzata di brutto tanto da non ricordare nulla.
Controllo di essere vestita e sì, ho una camicia di notte. Un indumento alquanto insolito nel suo candore. Mi guardo le mani e non le riconosco.
La testa é pesante e i ricordi non si sbloccano, cos'è successo alle mie mani? Gli occhi si appannano, faccio sempre più fatica a mettere a fuoco mentre sento le lacrime scendere sulle mie guance.
L'uomo accanto a me respira profondamente, ma si rende conto che sono sveglia così si gira verso di me:
«Buongiorno amore mio».
Ho un groppo in gola, la pelle si solleva, ho i brividi.
«Chi sei? Cosa ci fai in camera mia?»
Egli spalanca gli occhi e mi guarda desolato. Sembra stia cercando qualcosa che non trova.
«Tesoro, sono io», insiste, tuttavia lo guardo e ciò che mi torna è solo nebbia, vuoto.
«Io non so chi sei» la testa mi duole, qualcosa mi dice che non è vero, ma non lo ricordo. Le sue sopracciglia lunghe e folte sí volgono verso l'alto, il suo sguardo tenero indulge sulla mia figura. Esce dal letto come una qualsiasi persona della sua età, con lentezza rassegnata.
«Sono tuo marito», le parole delicate e dolci che riempiono quella nebbia grigia sembrano chiodi che mi bloccano tutto il corpo.
«Non mi ricordo di te, io non so chi sei, stai mentendo».
«Sono io, amore mio, da trentacinque anni»
Ho paura, perché mi sta dicendo così? Il suo volto, la sua figura mi sono completamente estranei, mi copro con le lenzuola.
Vedo la frustrazione nei suoi occhi, io continuo a non sapere dove sono
«Siamo a Mykonos?»
«Cosa?» la sua voce si alza di tono, mi guarda arrabbiato «no amore mio non siamo a Mykonos» si volta verso la finestra e scosta le tende «é la nostra solita casa da quarant'anni, ho solo dimenticato ti chiudere gli scuri, devi aver sognato e ora sei un po' scombussolata, vado a fare il caffè», rimango sola nel vuoto, nella nebbia che avviluppa il mio cervello, bloccato in un posto sconosciuto.
La stanza é completamente bianca: il letto, l'armadio, le lenzuola. Il calore avvolgente del letto sguscia via dalle mie gambe non appena mi sollevo. Non ho idea di cosa ci sia dentro quegli armadi né tantomeno dietro quella porta.
Un fremito veloce sale sulle gambe, mi scuote, fa vibrare ogni singola fibra del mio corpo.
Adesso cosa faccio?
La figura che mi propone lo specchio non la riconosco, i capelli bianchi e secchi si aprono come un ombrello attorno alle mie grandi orecchie. Rughe profonde segnano tutto il mio viso e le labbra che ricordavo fossero carnose sono ridotte a due sottili lembi di carne bruna. Non sono io.
"Chi sei?"
Non conosco nulla di quella casa, anche se l'aroma del caffè ha iniziato ad invadere i locali, io non so dove sono.
Ho di nuovo paura. Se mi succede qualcosa?
Dov'è la mia famiglia?
A chi posso chiedere aiuto?
Sono immobilizzata, mi guardo intorno, non so nemmeno cosa cerco.
Sono in una bolla nebbiosa, non vedo altro, la mia mente non vede niente, non capisce, non sente.
Sono sempre più piccola in un mondo confuso in cui mi ritrovo sola, non c'è nessuno, ho solo paura.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top