Infortunio


𝗢𝗺𝗶𝗚𝗶𝗿𝗶 – 𝘀𝗲𝗻𝘇𝗮 𝗽𝗿𝗼𝗺𝗽𝘁 – 𝗛/𝗖
Nda: non so scrivere h/c fisico, quindi lo scrivo.


"Buona sera come posso aiutarla?" chiese senza distogliere lo sguardo dal riso che stava lavorando.
Non ricevendo risposta alzò lo sguardo e rimase stupito nell'incontrare gli occhi di Sakusa Kiyoomi, pieni di qualcosa che avrebbe saputo definire solo come terrore.
"Sakusa-san, che succede?"
"Io-" tentennò, la voce ferma e inespressiva come sempre, in totale contrasto con lo sguardo spaurito e le mani tremanti.
"La caviglia, non è rotta, solo una distorsione, credo, non sapevo-"
"Siediti, non togliere scarpa e calza, mettiamo il ghiaccio prima di tutto."
Avrebbe voluto tranquillizzarlo, dirgli che non c'era niente di rotto e sarebbe rientrato a giocare in men che non si dica, la verità era che non poteva saperlo, ma avrebbe fatto il possibile per tranquillizzarlo e limitare i danni.


Prima di rendersene conto Sakusa era seduto in un tavolo riparato da sguardi indiscreti, con un bicchiere di tè caldo al gelsomino tra le mani e Osamu Miya inginocchiato ai suoi piedi.
"Cosa è successo?"
"Sono venuto in città per incontrare una persona e-"
Kami era così stupido e imbarazzante!
"Dovevo vedere mio fratello, la conversazione è stata pesante e sulla via verso la metro mi sono distratto e sono inciampato come un idiota!"
"Sei solo scivolato? È una botta?"
"No, ho mancato il gradino del marciapiedi, ha-ha girato, che idiota cazzo!"
La mano gli premette il ghiaccio sulla caviglia.
Abbastanza forte da tenere il ghiaccio fermo e fargli attraversare gli strati di vestiti, ma non così forte da fargli male.
Una pressione perfetta, misurata, esperta, si chiese distrattamente se fosse dovuto al modo in cui lavorava il riso.
"Sei arrivato fino a qua camminando, giusto?"
"Ovviamente."
"Bene, non dovrebbe esserci niente di rotto allora. Riesci a tenere il ghiaccio da solo? Vado a prendere la cassetta del pronto soccorso, dovrei avere ancora la garza allo zinco."


"Come sai... beh tutto questo?"
Alzò lo sguardo per rispondere e non si stupì nel trovare il volto di Sakusa leggermente arrossato.
Non avevano mai interagito davvero, nonostante le amicizie in comune (o l'odio in comune per suo fratello).
E ancora Osamu era un cuoco e un imprenditore, non un medico.
Quindi fondamentalmente era uno sconosciuto.
Uno sconosciuto che stava inginocchiato ai piedi di Sakusa, togliendogli scarpa e calzino.
Era una cosa semplice e del tutto innocente. Lo stava curando, lo aveva fatto mille volte con suo fratello.
Così fuori contesto sembrava così intimo però, che capì il rossore, quindi non lo commentò.
"Atsumu è un idiota" rispose.


"La fasciatura è tropo stretta? Riesci a muovere il piede?"
Fece una prova, grato che Osamu non avesse commentato il suo immotivato imbarazzo.
"Perfetta" sorrise.
"Dovrò ringraziare Atsumu per essere stato un idiota anche da bambino" e il sorriso divenne un ghigno impertinente.
Osamu scoppiò a ridere.

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