2. UnderFell!Sans (parte 2)

T/n - Tuo nome
N/m* - Nome mamma
*se qualcuno è orfano, mi scuso profondamente per la breve scena dove appare. Mettete la vostra mentore al posto della madre.
Scusate ancora...

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Sei entrata in casa silenziosamente e hai tolto il tuo giubbotto velocemente. È notte fonda e le luci in casa tua sono tutte spente.

Hai guardato l'ora sul l'orologio appeso a una parete, e hai potuto constatare che sono all'incirca le 11:50. Non vedi l'ora esatta, per cui sei andata d'intuizione guardando la posizione delle lancette.

Silenziosamente ti sei diretta verso le scale, ma appena hai messo un piede sullo scalino la luce della sala si accese, illuminando tutto, compresa te.

"Sono nella merda..."

Hai pensato sospirando leggermente, sapendo della ramanzina che ti aspettava.

N/m: "Dove sei stata fin'ora?" - ha chiesto con tono severo. Si avvicinò a te, mentre ti fissava con uno sguardo a dir poco incazzato. - "Dov'è il resto delle cose?! Quelle che ti avevo detto di comprare!" - urlò incazzata. Ti afferrò per un braccio strattonandoti, ma appena ti strinse l'arto hai gemuto dal dolore.
Non capì subito la reazione, ma dopo poco alzò la manica della tua felpa scoprendo alcuni lividi che ti eri fatta per l'incontro con Sans.
Li guardò uno ad uno. Visibili erano quattro, ma se si alzava la manica fino alla spalla erano molti di più.

Due lividi erano piccoli e nulla di grave, ma l'altro... Era viola, quasi nero ed era molto gonfio.

Hai tenuto lo sguardo basso non volendo incontrare il suo. Avere ferite è segno di debolezza ed è una vergogna, anche se si tratta di lividi.

N/m: "Cosa ti è successo?" - domando scandalizzata dalla quantità di lividi, soprattutto quando alzò la manica fino alla spalla, scoprendone altri.

Quando sei stata sbattuta contro la parete hai messo male le braccia e hanno sbattuto contro le ossa, facendoti procurare i vari lividi.

T/n: "Le guardie" - hai mentito, tenendo lo sguardo basso e fingendo il meglio possibile.

N/m: "Di solito riesci a scappare." - ti rispose dubbiosa, tastando i vari lividi per vederne la gravità.

Hai stretto i denti per il dolore, soprattutto quando tastò il livido gonfio.

T/n: "Erano in quattro e mi hanno circondata senza lasciarmi vie di fuga." - hai mentito di nuovo senza spostare lo sguardo dal pavimento.

N/m: "Papyrus era presente?" - ha chiesto preoccupata.

Non aveva tutti i torti. Lui non ci pensa due volte a sottometterti o a ucciderti se ti vede debole e indifeso.
Lo ha già fatto e questo spiega l'odio dei cittadini di Snowdin verso di lui.

T/n: "No, lui non c'era." - hai detto, notando subito tua madre sollevata dalla notizia.

Si allontanò da te e si diresse verso un mobile con vari cassetti. Ne aprì uno e tirò fuori un vasetto con dentro una pomata. La usava quando eri piccola e tornavi a casa piena di lividi.

Hai tolto la felpa, rimanendo in t-shirt.
Molta maglia era strappata e, purtroppo, tua madre lo notò.

N/m: "Perché hai la maglia strappata?" - chiese fissando la maglia sempre più dubbiosa.

T/n: "Prima che mi prendessero ho provato a scappare, ma mi hanno afferrato per la maglia e si è strappata..." - hai spiegato, continuando con la tua bugia.

N/m: "Ma non avevi la felpa e il giubbotto sopra?" - chiese, mentre spalmava la pomata sui lividi.

Non credeva molto a quello che dicevi. Dopo anni che andavi a fare commissioni da Grillby, e riuscivi sempre a scappare, ti sei fatta prendere. Per di più non davi segni di ciò che ti fecero e questo insospettiva tua madre ancora di più.

T/n: "La maglia spuntava." - hai detto schietta, ritirando il braccio di scatto.

Dovevi finire questo interrogatorio al più presto. Non avresti retto a lungo la scenetta.

T/n: "Sono stanca. Notte." - hai detto fredda per poi salire le scale.

Ti sei diretta in camera tua e hai chiuso la porta.
Hai preso il pigiama e ti sei cambiata, dopodiché ti sei stesa sul letto.
Il tepore delle coperte e la stressante giornata ti fecero addormentare all'istante.

Al contrario di te, tua madre era in cucina a bere qualcosa per calmarsi e poter dormire.
Sinceramente? Non ti credeva per nulla. Sapeva che mentivi o avresti risposto con più insistenza.

Avrebbe indagato e avrebbe scoperto la realtà. A qualsiasi costo.

•••

Stai camminando per le vie di Snowdin con l'intenzione di tornare a casa. Hai finito le richieste del giorno prima e speravi di raccimolare qualche informazione su Sans o altro.

Dopo che sei scappata non hai più saputo nulla di lui. Per quello che ne sapevi poteva essere sia vivo che morto.

Hai raggiunto casa tua e sei entrata.

Hai posato le varie cose comprate in cucina, dopodiché le hai messe al loro posto.
Ti sei diretta in sala con l'intenzione di sederti sul divano e rilassarti, ma una finta tosse attirò la tua attenzione.
Ti sei girata e hai notato tua madre stanziante sull'orlo della cucina, ovvero la porta.

Ti guardava incazzata, con le braccia incrociate al petto.
Hai spostato lo sguardo da lei all'orologio.

"5:27 di sera"

Hai pensato guardando l'ora. Non potevi salvarti da tua madre.
È troppo tardi per fare uno spuntino di metà pomeriggio, e troppo presto per cenare o preparare da mangiare.
Sei fregata.

N/m: "Noi dobbiamo fare due chiacchiere." - ha detto con tono ben poco rassicurante. - "Allora, bugiarda, ho parlato con alcuni cittadini" - disse facendo alcuni passi verso di te, scrutandoti, come se potesse vederti l'anima. - "e ho scoperto molte cose che non coincidono con la tua versione." - finì la frase. Ormai eravate a poco più di un metro di distanza.

N/m: "Erano due le guardie che ti hanno bloccata, non è vero?" - disse alzando il tono della voce. Hai tenuto lo sguardo basso, non volendo vedere l'ira di tua madre.

N/m: "Sei riuscita a scappare e ti sei diretta nel bosco! E non provare a dire 'mi hanno presa quando ci siamo addentrati', perché le guardie sono uscite alla radura discutendo sul fatto che gli sei sfuggita!" - disse urlando dalla rabbia.

Hai tenuto lo sguardo basso non volendo controbattere. In questo stato, far ragionare tua madre è impossibile

Si avvicinò a te e ti tirò uno schiaffo in pieno viso. La guancia pulsava e un forte bruciore ti pervase la parte sinistra del volto.

N/m: "La prossima volta ci pensi prima di mentire." - disse acida.

Se ne andò a passo spedito e salì le scale.
Non volevi rimanere in quella casa, soprattutto con tua mamma infuriata che gira.

Ti sei diretta verso l'uscita. Ti sei messa il giubbotto e te ne sei andata. Volevi solo fare un giro e poi alla sera saresti tornata.
Per ora potevi anche non preoccuparti di chi incontravi.

Sans ci avrebbe messo un po' a guarire, per cui potevi non preoccuparti.

Hai cominciato a camminare e ti sei diretta verso le rovine.
Eri riuscita a farti amica Toriel fin quando eri bambina.

Avevi 6 anni quando la incontrasti.
Stavi scappando da alcuni ragazzi più grandi di te. Volevano "insegnarti ad odiare", peccato che l'unica cosa che guadagnavi era qualche livido.

Ti eri rifugiata nel bosco ed eri arrivata alle rovine. Ti sei rannicchiata contro la porta e, come ci si potrebbe aspettare da una bambina, ti sei messa a piangere.

Era un pianto silenzioso, anche se qualche singhiozzo ti scappava.
Cercavi di non far rumore per paura che qualcuno potesse sentirti, dopotutto ti avevano insegnato che piangere era da deboli, quindi una vergogna.

Peccato che quei pochi singhiozzi furono sentiti da Toriel.
Sentendoti piangere si avvicinò alla porta e, come una mamma, ti consolò.

Ti invitò pure ad abitare con lei, ma hai negato. Dopotutto avevi ancora i tuoi genitori, ed eri legata a loro data la tua piccola età.
Col passare del tempo, andare alle rovine diventò una routine.

Fu grazie a lei che hai conosciuto Sans, visto che ogni tanto passava a scambiare qualche chiacchiera con Tori, e lei te ne parlò.
Dopo che i tuoi ti rinchiusero in casa non sei più passata da lei e non vi siete più sentite.

Volevi risentirla dopo tanto tempo.

"Chissà se mi riconoscerà..."

Hai pensato.

Ti sei fermata sentendo una voce. Una voce bassa. La voce di Sans.

Il tuo sguardo ora trasmetteva puro terrore. Ti sei avvicinata silenziosamente rimanendo nascosta tra i cespugli, vedendo lui appoggiato alla porta.
Non avevi pensato che loro due si sentivano ancora.

Dovevi andartene.
Hai indietreggiato e hai cominciato a correre verso Snowdin.
Non hai fatto rumore, quindi non dovrebbe averti notato.

Hai tirato un sospiro di sollievo, pensando di averla scampata.
Troppo presto.

Un muro di ossa ti circondò, come se tu fossi la preda e il muro fosse il recinto. Il tuo respiro si fece più affannoso e velocemente stavi sprofondando nel panico.

Al contrario dell'altra volta lui si teletrasportò subito all'interno, il ché non giovò al tuo attacco di panico.

Sans: "Questa volta non mi scappi, stronzetta." - disse.

Hai notato subito il suo occhio rosso con l'aura del rispettivo colore, ma durò poco questo tuo pensiero visto che venne sostituito da un dolore lancinante proveniente dai tuoi avambracci.

Hai urlato dal dolore sentendo subito dopo del liquido scorrerti lungo i due arti. Hai spostato lo sguardo verso il tuo braccio sinistro, vedendo il liquido rosso macchiare il tuo giubbotto. Piccole gocce cadevano dal tuo gomito, mentre le due ossa che ti infilzarono si ritirarono.

Hai portato le braccia vicino a te, tremanti. Il dolore non era passato, anzi era aumentato e pulsava. Hai stretto i denti cercando di non piangere, ma delle piccole gocce trasparenti caddero per terra.

Sans: "Cosa fai? Piangi?" - disse sfottendoti per poi ridere. - "Non eri tu che volevi risarcire il debito?" - disse avvicinandosi a te, per poi prenderti per il mento e alzarti lo sguardo.

Ti fissava negli occhi con sguardo pieno di cattiveria e malizia. Ghignava mentre pareva scrutarti l'anima.

Tremavi e non riuscivi a muoverti. Non sai se era per qualche suo trucchetto magico o per la tua paura, ma parevi paralizzata. Il tuo sguardo, era pieno di terrore, ma c'era un luccichio che tu non potevi notare.

Sans lo vedeva e non lo sopportava.
Quel luccichio era speranza.
Lo odiava. Voleva farlo sparire.
Ormai era ossessionato dal pensiero di vederlo sparire.

Gli abitanti di Underfell sono riconosciuti dagli altri Au per il loro sguardo. Al posto della speranza hanno odio e rancore.
E lei era l'eccezione.

T/n: "I-io ti avevo f-ferito... Con l'osso.. Come f-fai a-" - hai detto con voce tremante, ma sei stata interrotta da lui che rideva.

Sans: "Non hai così tanta mira come credi." - disse ridacchiando.

Sans: "Ma ora basta parlare, che ne dici di conoscere la tua nuova casa?"

Spazio Kyr
Ed ebbene sì, lascio il finale aperto. Sarete voi a immaginarvi il seguito. Se avete qualche domanda a riguardo della oneshot o volete dei chiarimenti, chiedete pure!
Se vedete qualche errore ditemelo in privato e vedrò di correggere.
Spero vi sia piaciuta! :3
Alla prossima!

1843 parole-

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