a typical gacha mini movie

Attenzione: questa oneshot contiene un'alta dose di ironia e gacha. Se siete deboli di cuore o di tolleranza, vi prego di non leggere
Questa storia contiene personaggi principalmente non miei fatti da altre persone. La maggior parte provengono da Macabre Dance di -softxeevee, per ulteriori informazioni ci sono dei titoli di coda alla fine

Chiedo preventivamente scusa a tutti i proprietari degli oc for this fever dream and how dirty I made all the characters

C'era una volta,
Un principe molto molto ma molto molto molto, molto molto e infinitamente molto triste.
Egli si teneva appoggiato al cornicione del suo balcone guardando il cielo stellato e sospirando.

"Oh ancella Jun, come farò adesso?"
Una ragazza gli si avvicinò.
"A cosa si riferisce, sua altezza?"
"La mia promessa sposa è scappata con un'altra ragazza. Il mio cuore è infranto e adesso i miei genitori pretendono che io trovi una nuova sposa al più presto"
"Bella merda, Principe Jun'ichi"
"Lo so"
Il principe sospirò ancora.
"Se la può consolare, è arrivata della nuova merce, la andiamo a provare?"
"Certo. Vai pure a preparare, ti raggiungerò in un attimo"
"Sì, vostra altezza"
La giovane ancella tornò dentro al castello dando ordini a destra e manca: ella non era solo una serva, bensì la migliore amica del principe. Una compagna che riceveva così molti più privilegi rispetto al resto della servitù.
Il principe guardò la stella più luminosa nel cielo e bisbigliò:
"Ti prego, fammi trovare il vero amore"





























Kazuto non aveva una vita facile.
"KAZUTO! VEDI DI FINIRE DI STIRARMI LA GIACCA O DICO A MAMMA CHE NON STAI FACENDO UN CAZZO"
A parlare era ovviamente il suo fratellino viziato Koyo, che gli dava da sempre ordini come se questo fosse uno schiavo.
"Ma se devo già passare la scopa!"
"Eh, dopo quello stirami la giacca!"
Kazuto non disse nulla, sapeva che non avrebbe potuto vincere alcun dibattito, non avendo nessuno dalla sua parte in quella casa.
Perché egli era il figlio odiato.
"Kazuto noi stiamo uscendo! Se non hai finito di sistemare casa al mio ritorno ti puoi scordare pranzo e cena domani" urlò acida sua madre, uscendo con Koyo e l'altro fratello, Omiro.
SBAM!

La porta si chiuse, lasciando da solo il ragazzo dai capelli marroni con i ciuffi verdi, con i suoi sospiri e le sue lacrime.
Sua madre, unico genitore, non l'aveva mai amato e aveva sempre cercato una qualche scusa per rendere la sua vita miserabile.
Aveva sempre preferito i suoi fratelli minori: Omiro e Koyo. Quindi lo costringeva ai lavori di casa e a servire i due.
"Se solo ci fosse un modo per scappare da questa situazione di m-"
Non fece in tempo a terminare questo desiderio che una luce rossa illuminò la cucina partendo dal forno.
"OH CAZZO HO BRUCIATO LA CENA"
Kazuto corse ad aprire la porta del forno e venne innondato non di fumo, bensì di quella luce rossa che prese forma in un ragazzino più o meno della sua età ma molto più basso che gli saltò addosso.

"BUONASERA! HO PORTATO 'NA PIZZA"
il ragazzo aveva capelli castani e uno strano vestiario da giullare rosso e giallo.
"Ma cosa ca-?"
"OH GIUSTO! NON ME CONOSCI ANCORA!"
Il ragazzo saltò indietro e rimase fermo a mezzaria
"Piacere, so Kazuya! Il tuo Fato Padrino, e sono qui per aiutarte a raggiunge er tuo lieto fine!"

"Buona la pizza comunque"
"Eh ce credo, è pizza italiana de Roma"
I due si erano messi a mangiare la pizza, un po' per lasciare elaborare Kazuto e un po' perché avevano entrambi fame.
"Quindi... Fammi capire, tu sei il mio fato padrino, versione virile e maschile della comune fata madrina, e dopo 17 anni di vita in cui subisco maltrattamenti e lavoro minorile arrivi ad aiutarmi?"
"Tutto corretto, non vedo cos'è che non t'è chiaro"
"Perché sei vestito così?"
"Te piace? È rosso e oro come la squadra de calcio de Roma!"
"perché sei romano?"
"Perché vengo da Roma"
"Nel senso, perché non una fata a "chilometro zero?""
"Ooooh, questo perché ho esperienza nel rizzà gli etero"
"Aspetta che?"
Kazuya si alzò e iniziò a spiegare
"Hai presente Cenerentola? Com'è che lei è scappata da na situazione demmerda in casa? Sposando uno ricco! Domani arriverà alla scuola tua il Principe Jun'ichi, se te lo conquisti, lo sposi e..."
"...E potrò scappare di casa! Geniale"
"Eh lo so lo so. Quindi ora andremo ad esercitarci con qualcuno in discoteca! Daje annamo!"
"Aspetta cosa? Ma come faccio con le faccende?"
Kazuya schioccò le dita e la casa divenne improvvisamente pulitissima, i vestiti stirati, tutto ordinato e il cartone della pizza volò nel cestino.
"... Dov'eri per tutta la mia infanzia?"
"Su Trenitalia merda. Ora forza! Devo darte un buon outfit pe' stasera"
"Ok"

Kazuto guardò in basso e invece dei suoi pantaloni, maglione e grembiule  vide invece un vestito rosso pastello.
"...."
":)"
"Kazuya?"
"Dica"
"Perchè ho questo indumento addosso?"
"Perché te vesti demmerda e il dipartimento delle fate madrine offre solo vestiti. Mo non fare quella faccia che te sta pure bene sto rosso così.
Ora annamo!"
Il fatino trascinò il ragazzo fuori di casa.
"Questa è la serata peggiore della mia vita" pensò Kazuto.

"QUESTA È LA SERATA MIGLIORE DELLA MIA VITA" Urlò Jun'ichi a tutta voce per farsi sentire dall'amica.
La musica era così forte che a malapena si potevano sentire i propri pensieri.
"Sai cosa renderebbe il tutto migliore? Un altro drink offerto da te al bar!"
"Ma se hai ancora il bicchiere mezzo pieno!"
"Ottimista!"
I due risero come matti e si fecero strada tra la gente che ballava per raggiungere il bar.
Jun'ichi aveva la camicia semi sbottonata e la cravatta tutta sciolta, Jun aveva gli indumenti come li avevamo visti nella scena precedente, con l'unica differenza che adesso aveva un paio di occhiali da sole e una marea di soldi, probabilmente rubati a qualcuno a furia di giocare a pocker.
"Dai, ti senti un po' meglio ora?"
Chiese Jun.
"Un po' sì... Forse... È una buona distrazione, ma è solo quello, una distrazione. Tutti i sentimenti sono ancora lì da qualche parte, insomma. È un casino lo so"
"Oh my GOD! sei proprio un caso disperato"
Esasperò l'ancella.
Jun'ichi lasciò cadere la testa sul bancone.
"Quello che ti serve è una scappatella. Così almeno inizi a simpare per qualcuno e ti metti l'anima in pace!"
"Sei sicura?"
Jun fece una smorfia e alzò le spalle "nì?? Vediamo... Che ne dici di quella?"
La ragazza indicò una persona dai capelli chiari con le ciocche di colori tutti diversi. La guardarono mentre un  ragazzo biondo con un accenno di barba sul mento le faceva lo sgambetto facendola cadere con la faccia per terra.
"Siamo sicuri che non sia un ragazzo?"
"Va bene va bene! Vediamo.... Quella sembra troppo vecchia, quella mi sa che ha massimo 14 anni.... Hmmm... Che ne dici di quella?"
I due osservarono una ragazza addentrarsi nella discoteca: aveva lunghi capelli marroni con due ciuffi verdi davanti, indossava degli occhiali da sole dorati che nascondevano il suo sguardo timido e per questioni legali, sono tenuto a descriverla come quella vestita meglio di chiunque altro lì dentro.
"È pure ricca! Vai tigre, attacca"
"Jun ti prego da come la formuli sembra che ci devo lottare"
"Shhhh! Vai vai! Ti tengo io il drink!"

Kazuto non voleva essere lì.
Non voleva essere lì.
Non voleva essere lì.
Odiava le discoteche: erano così rumorose, così sporche e sentiva l'odore di alcol e sudore bruciargli i peli del naso.
"Beh, non posso certo famme vede così, quindi te dovrai arrangià come meglio puoi. Ce se becca dopo! In bocca ar Lupo!"
Il fato padrino Sparì in una nuvola che Kazuto poteva giurare aveva lasciato in un eco un lieve "daje roma dajeeee".
Il ragazzo vestito da ragazza camminò verso la pista da ballo dando sorrisi imbarazzanti a chi lo fissava.
Quando arrivò in mezzo alla folla che ballava e urlava, notò, guardandosi intorno, il dj dai capelli e la barbetta bionda che urlava dopo ogni canzone:
"PACE FRATELLI, SORELLE AND EVERYONE IN BETWEEN! È QUI CHE VI PARLA DJ PIO! VOGLIO SENTIRE TUTTI I CRISTIANI DARMI UN BELL' "AMEN!" PER IL PROSSIMO PEZZOOOO"
Arricciò le sopracciglia alle parole del biondo, mentre questo cambiava canzone mettendo "Discolabirinto" dei Subsonica.

Fu in quel momento che il principe in borghese, Jun'ichi, toccò con più forza di quanta ne volesse mettere la spalla del suo obiettivo della serata, gentilmente scelto da Jun.
"Ehilà! Sai per caso dove posso iscrivermi al tuo fanclub?"
Kazuto fu preso completamente alla sprovvista dalla domanda, pensò di aver capito male per colpa dei suoni elettronici della canzone in sottofondo.
"Come scusa?" Chiese bruscamente e confuso.
Scrutò meglio il ragazzo: aveva la camicia mezza sbottonata mezza abbotonata male, capelli corvini disordinati e occhi grigi che brillavano alle luci epilettiche del locale.
Forse erano proprio le luci a far sembrare gli occhi del corvino rossi nella parte della sclera

"Uhh.... Ti va di ballare assieme?"
Ok. Ce la poteva fare.
"Boh, Ok?"

Quasi quasi lo farei

Quasi quasi dimmelo

Quasi quasi l'ho tradito

E mi sono divertito

La canzone, per quanto energica e carica, rendeva il tutto più... Onirico. Febbrile.
Forse per le canne era l'ipotesi di Jun'ichi.
Forse è tutto un sogno, l'ipotesi di Kazuto

Jun'ichi prese per mano Kazuto e diresse il ballo.
Kazuto cercava di seguire il passo ma era rigido come un tronco, non sapeva come muoversi, nessuno attorno a loro ballava come loro in quel momento.
Nessuna istruzione, nessuna idea su cosa ballare.
Che stile stavano tentando? Sembrava un misto di varie cose.
Che passi stavano facendo? Prima si prendevano per entrambe le mani e oscillavano, poi Il corvino lo trascinava a sé e gli faceva un caschè.

Vorrei una discoteca labirinto

Bianca senza luci colorate

Grande un centinaio si chilometri

Dalla quale non si possa uscire

"Perdonami se ho l'aria di un idiota, ma in questo momento non mi arriva più il sangue al cervello."
"Non preoccuparti.."
Oddio, ora doveva pure intrattenere una conversazione?
Iniziava ad essere più difficile di quanto credesse, ma ormai aveva preso il ritmo di quello che stavano facendo, anche se muovendosi ancora come un manichino di legno.

La canzone andava veloce in sottofondo.
Il dj urlò "TUTTI INSIEME PER IL RITORNELLO FINALE"

"Comunque mi piace molto il tuo vestito, sai dove starebbe molto bene?sulla sedia della mia camera da letto"
Jun'ichi lasciò andare il ragazzo, ancora convinto che sia una ragazza.
È qui che Kazuto capì che conveniva girare i tacchi e scappare.

"Uh? Ehi! Aspetta!"
Jun'ichi provò a seguirlo ma ad un certo punto lo perse di vista.
In compenso trovò Jun ancora seduta al bar che gli urlò col bicchiere vuoto in mano: "the fuck are you doing?! Inseguila, no??"
Ella gli lanciò la giacca come per ricordargli di coprirsi dal freddo della notte.
Jun'ichi vide la ragazza indicare l'uscita del locale e pensò bene di correre alla porta.
Quando Jun vide il principe uscire tiro fuori il telefono e chiamò il suo, come si suol definite, compagno di merende, Philippe, per aggiornarlo del nuovo gossip:
"You got no idea, bro. Non vedo l'ora di vedere la sua faccia quando si renderà conto che sta flirtando con un ragazzo"

Dopo essersi allontanato di qualche metro dalla discoteca, Kazuto si mise in un angolo aspettando che il fato padrino riapparisse.
"Me sa che è stato 'n po' un disastro"
"Tu dici?"
Kazuya scosse le spalle non curante.
"Beh, le prime volte so tutte orrende. Sei andato bene, tutto sommato"
"Senti, apprezzo tutto, ma ti prego, rivoglio i miei vestiti e voglio tornare a casa"
"Riguardo a ciò..."
Un sorriso forzato e imbarazzato si formò sul volto della fata.
"Forse c'è il problemino incalcolato che abbiamo superato la mezzanotte... E sai no, magia, mezzanotte...
"Sì, dovrebbe annullarsi la magia"
"No... Dovrebbe spegnersi la magia... Vale a dire che mo te devi arrangià a tornare a casa e sbarazzarte del vestito... Da solo... Buonanotte ce vediamo domani cia cia!"
Il ragazzo sparì prima che Kazuto potesse afferrarlo per il collo, in balia dell'ira e del nervosismo.

"Ehi tutto bene?"
Kazuto non rispose.
Non era sicuro di aver riconosciuto la voce o meno, ma nel dubbio non rispose.

Jun'ichi era piuttosto... Imbarazzato?
No, non era il termine corretto, forse. Era un misto di sensazioni che, come al solito, non riusciva ad identificare.
Ma di sicuro voleva scusarsi con quella ragazza.
"Se sei arrabbiata per prima mi dispiace, non volevo sembrare avventato"
Fece dei passi avanti e notò che stava tremando
"Hai freddo per caso?"

Con un filo di voce Kazuto rispose:
"Sto tornando a casa."
"Oh ok"
Kazuto camminò a passo spedito sentendo solo ora la pelle d'oca per il freddo.
"Posso accompagnarti per lo meno? Per farmi perdonare"
Ci pensò un attimo e si girò verso il corvino. Non riusciva a decifrare bene la sua espressione facciale, principalmente per il buio, ma dal tono di voce non sembrava malintenzionato.

"Va bene"
Lasciò che il ragazzo camminasse al suo fianco.
Il corvino notò l'altro tremare e gli offrì la giacca. Egli accettò un po' riluttante: emanava una forte puzza di fumo che disturbava il naso del ragazzo.
"Se ti preoccupa il fatto che possa scoprire dove abiti non preoccuparti, sono troppo fatto anche solo per ricordarmi come mi chiamo"
Il ragazzo dalle ciocche verdi sorrise.

Dopo un po', i due iniziarono a conversare tranquillamente.
Un po' in balia della mancata sobrietà di Jun'ichi, il discorso si alternò tra discussioni filosofiche ad altri flirt pessimi del corvino, perché in quel momento l'unica cosa che gli pareva gli avesse spiegato Jun era probabilmente "non mollare mai, alle tipe piacciono i ragazzi determinati".
Ma non sembravano disturbare più il castano. Questo infatti si era rilassato molto passeggiando e chiacchierando così. La notte rendeva il mondo più tranquillo, forse con un po' troppa spazzatura per terra, ma sembrava tutto più pulito e ordinato. Un po' come i modi di quel ragazzo corvino con cui aveva ballato mezz'ora prima.

Alla fine arrivarono a casa del castano con i ciuffi verdi, leggermente amareggiati dal doversi salutare così.
Kazuto rientrò a casa e poco dopo una limousine venne a prendere il corvino.
Quando si fermò, il finestrino infondo alla macchina si abbassò mostrando la cara e vecchia Jun che faceva una bella bolla con una gomma da masticare.
"Andata male, vero?"
"Era una tipa interessante. E simpatica."
"L'importante è che ti sei divertito, vuoi una?"
La ragazza porse il pacchetto di gomme da masticare all'altro.
Questo ne prese una e iniziò a masticare.

Kazuto cercò di andare in camera sua facendo più piano possibile: non ci teneva proprio a farsi vedere dalla sua famiglia vestito in quel modo.
Quando chiuse la porta si cambiò mettendo un comodissimo pigiama e buttando il vestito, le scarpe e gli occhiali da sole in un angolo della stanza.
"Domani mattina quelli li voglio vedere sparire. So che mi stai ascoltando Kazuya."
Il fatino comparve. Sembrava molto più stanco rispetto a prima.
"Sisisi, vabbene vabbene, mo lasciame dormì che sto na chiavica" e scomparve di nuovo.
Il ragazzo dai ciuffi verdi si buttò nel letto, con un leggero sorriso in volto che gli era rimasto dalla passeggiata con il corvino misterioso.
Un unico pensiero concluse quella nottata prima che egli si addormentasse.
Era stato divertente.

Il giorno dopo

Una macchina si fermò proprio davanti alla scuola di Kazuto, facendo scendere tre figure: la prima era una persona dal genere ineffabile e lunghi capelli blu, di cui una ciocca andava a coprire un occhio bendato, la seconda era invece un uomo biondo con un accenno di barba sul mento e un cappello scuro come la notte, la terza figura era una bambina con i capelli rosa raccolti in codini che portava con sé un cuscino di velluto rosso su cui si adagisva una piccola e delicata corona d'oro.

"Non abbiamo un metodo migliore per trovare 'sta principessa perduta?"
Disse la prima figura
"Se ci fosse in questo momento sarei in pigiama a casa a fare di meglio della mia vita"
Disse il secondo
"Vero"
"Sally, tesoro, lascia pure a noi la corona"
"Posso andare a fare amicizia?"
"Ma certo picciotta, vai pure"
La piccola corse da dei ragazzi del primo anno che stavano facendo ricreazione.
"Ok, sta minchia di principessa e torniamo a casa"

Il preside aspettava fuori dalla scuola i due signori.
"È un piacere conoscervi signori! Sono certo che la vostra ricerca arriverà presto a buon fine"
"Sisi, piacere anche per noi. Possiamo iniziare o..?"
"Dovremmo aspettare un'ultima persona"
Una limousine arrivò proprio in quel momento, da lì scese un ragazzo corvino accompagnato da una ragazza.
"Ah Principe Jun'ichi! Sono lieto di averla al cospetto della mia scuola"
Il preside era tutto baldanzoso: quando mai ti capitava di avere un principe e i famosi Aki nella sua umile scuola?
Il ragazzo strinse la mano al preside
"Credo di aver perso un passaggio, perché il principe è qui? Non doveva sposarsi?"
Chiese il biondo all'altra
"Boh, a quanto ho capito la tipa è diventata lesbica ed è scappata con una motociclista"
"Ha un po' ragione effettivamente: guardalo, ha la faccia da sfigato."

Jun'ichi non aveva ben capito perché doveva andare ad una scuola pubblica: a quanto gli avevano spiegato c'è un altro nobile, comunemente ipotizzato come principessa, che è sparito subito dopo la nascita e viene cercato in lungo e in largo per il paese da allora.
Ci dovrebbero essere di mezzo anche poteri magici della corona, ma aveva passato la maggior parte della notte in bianco, anche dopo essere tornato a casa.
Anche se ormai sembrava tutto un sogno lontano, non era piú riuscito a togliersi dalla testa il volto di quella ragazza.
Jun come al solito era al suo fianco, pronto a sfotterlo per la prima occasione, ma dovendo mantenere il contegno perché in orario di lavoro.
Diede un colpo di tosse e disse al corvino
"Your highness, si sente bene? La sua solita carnagione candida sembra più rossa del solito.".
Tutto ciò, condito con un sorriso tenero e gentile, era traducibile in:
"Occhio che ti si vede quando arrossisci: solitamente sei cadaverico, adesso sei peggio di un pomodoro".
"Hm? Oh, no, sto benissimo. Dev'essere un effetto della luce"
Il preside riprese parola.
"Dunque! Ora che siamo tutti possiamo andare, non vorrei mai far perdere troppe ore ai docenti e alle classi"
"Aspettate, perché anche il principe cerca la principessa?"
Chiese la donna dai capelli blu, al che rispose cordialmente Jun:
"I genitori del principe avevano firmato un accordo con quelli della principessa smarrita su come i due infanti si sarebbero sposati, nel caso in cui qualcosa non fosse andato nel matrimonio con la principessa Shiro"
A Jun iniziavano a fare male guance e ossa a furia di sorridere e di rimanere con la schiena perfettamente dritta, ma era abituata a fare così da anni quindi lo sopportava con più facilità rispetto al ciclo.

La vita di Kazuto continuava come era sempre trascorsa. Di merda.
La scuola di base era straziante.
Suo fratello Koyo continuava a fargli pessimi scherzi dalla ricreazione come seminare di spillette e gomme da masticare la sua sedia, spintoni, e simili.

Stava tornando in classe quando notò una figura famigliare attraversare il corridoio poco più avanti s lui: aveva dei capelli corvini disordinati e occhi grigi.
Quando gli sguardi si incontrarono, Kazuto scappò dentro il bagno.
Dopo essersi assicurato che nessuno potesse sentirlo ripeté il nome del fato padrino tre volte:
"Kazuya? Kazuya? Kazuya!"
"Seh vabbè, che so mo? Beetlejuice? Comunque, che succede mio dolce figlioccio?"
"Perché c'è il ragazzo di ieri sera nei corridoi della mia scuola?"
"Chi? Oh, il principe Jun'ichi! Me pare di averte pure detto che sarebbe venuto oggi"
"LUI è il principe??"
Il castano dai ciuffi verdi dovette prendere un respiro profondo e poi riprese a parlare con tono più calmo.
"Quando avevi intenzione di dirmelo, Kazuya?"
"Sciallati, si piuttosto contento di poterlo vede' ancora una volta! Ho visto come sorridevi ieri sera."
Le goti di Kazuto arrossirono lievemente, ma il ragazzo scaccio quella sensazione concentrandosi sulla discussione.
"Certo perché adesso posso assolutamente andare a salutarlo e dirgli "ciao sono la tizia con cui ci hai provato ieri sera quando eri fatto, ubriaco e sudato!" Ti rendi conto di in che situazione ridicola mi hai messo?"
"Oh senti coso, vabbè tutto ma mo non te allargare: fare il fato padrino non è mica facile! E poi non preoccuparte, eravate entrambi nel vostro stato peggiore! Mo non fa' er fifone e vacci a parlà un po'"

Il fatino castano spinse il ragazzo fuori  dal bagno, ma stavolta non sparì in una nuvola, bensì aspettò di sentire i passi su tacchi alti che risuonavano sul pavimento mentre Akio, la donna dai capelli blu narrata prima, entrava il bagno intenta ad accendere una sigaretta.
"Mi chiedevo dove fossi finito stavolta"
Akio aveva un'espressione in volto imperscrutabile, nel bene e nel male.
"Sei sicuro di aver beccato la persona giusta stavolta?"
"Più che sicuro! Er mio istinto di fata non fallisce mai, fidate"
"È la stessa cosa che hai detto qualche mese fa, quando dicevi che la principessa fosse il ragazzo con il nome da ragazza super palloso e che parlava a cazzo in inglese"
"Ok, alcune volte fallisce"
"E quella volta in cui hai detto che la principessa fosse Sally, nonostante lei non si avvicini nemmeno all'età della principessa perduta"
"Ecco..."
"O quella volta in cui hai detto che la vera principessa è sempre stata dentro di noi"
"Eddai, non me puoi accusà pe' quello! Ero esausto! Comunque a sto giro giuro, ho trovato la persona giusta."
Akio lo guardò dall'alto in basso facendo una bella nuvoletta di fumo che renderà quella stanza territorio off-limit per il protagonista di questa storia.
"Allora perché non ci dici semplicemente chi è e ci risparmi sta cagata del mettere la corona sopra ogni cristo di ragazzino/a/x?"
"...regole delle fate"
Akio sbuffò rassegnatx e buttò la sigaretta per terra schiacciandola con il tacco e lasciandola lì.
"Vado a togliermi dalle palle sta missione"
"Buona fortuna!"

Come detto prima, anche Jun'ichi aveva visto Kazuto infatti, camminando aveva riconosciuto i capelli del regazzo e per la prima volta aveva scoperto i suoi occhi. Erano verde oliva e brillavano astuti.
Si voltò verso Jun:
"Hai visto anche tu?"
"Il tizio di ieri sera? Yes"
"Aspetta, sapevi fosse un maschio? Perché non me l'hai detto!?"
"Davvero ti ci è voluto tutto questo tempo per arrivarci? Capisco che non eri sobrio, ma era anche abbastanza palese"
Jun'ichi fissò un punto vuoto, pensieroso.
"La riunione si farà là dentro. Ora che sai la strada hai qualche minuto di tempo libero in cui puoi andare, per esempio, in bagno"
La ragazza fece l'occhiolino al corvino che dopo un po' afferrò il concetto e corse dove aveva visto primo il castano.
Quando lo vide uscire dal bagno, iniziò ad avere paura, in un certo senso.
Non sapeva dare un nome a quello che stava provando in quel momento, ma non sapeva come muoversi o come "attaccare bottone".
Quando si avvicinò, il ragazzo si voltò verso di lui.
"Buongiorno?"
Fu il castano il primo ad agire.
"Buongiorno. Mi permetto di presentarmi, sono il principe Jun'ichi di [***]. Con chi ho l'onore di parlare?"
"Kazuto....Mi hai riconosciuto per ieri sera, vero?"
Kazuto lo incalzò di botto, non voleva far durare troppo l'imbarazzo di entrambi (ci aveva pensato a lungo: bisognava trattare la situazione come un cerotto strappato, l'imbarazzo avrebbe fatto meno male se si sottraeva tempo), non calcolò però la presa alla sprovvista di Jun'ichi, che abbandonò gli inconvenevoli e fu onesto, anche se titubante:
"Sì. Devo ammettere che sono rimasto confuso, ma ognuno ha i propri passatempi"
"Oh, io non- non è qualcosa che- era la prima volta che andavo in discoteca, figuriamoci l'arte del crossdressing!"
"Ma allora perché?"
"È una lunghissima storia, ti basta sapere che un amico mi ha costretto"
Il ragazzo titubò ad "amico", ma il principe non notò nulla
"Te invece? Sei un "festaiolo abituale" o un "era la prima volta e ho provato di tutto"?"
"Strano ma vero, io e la mia migliore amica, Jun, andiamo spesso e beviamo e fumiamo spesso. È un po' una scappatoia dalle responsabilità."

Non era un qualcosa di facile da comprendere per Kazuto, ma c'era la differenza che a lui non piaceva ne l'odore del fumo né il sapore dell'alcol. Avrebbe normalmente detto anche "né il cancro" ma qualcosa in lui non voleva essere troppo rigido con quel corvino, con Jun'ichi.
"Anche il flirt è ricorrente?"
"Oh no, quello no... È una lunga storia, Jun voleva che mi distraessi dai problemi di matrimonio che sto avendo negli ultimi giorni"
Il principe corvino si rabbuiò.
Kazuto voleva dire qualcosa per sollevare il morale, l'azione matematicamente più corretta per far star bene una persona.
Riuscì solo a mettere una mano sulla spalla del ragazzo per un secondo prima che la campanella suonasse.

Driiiin

Era ora dell'assemblea.
Jun'ichi si scrollò gentilmente di dosso la mano del ragazzo.
"Devo andare in aula conferenze"
"Oh, anch'io in realtà"
I due camminarono a passo veloce verso l'aula conferenze, quando entrarono si separarono, con un peso al cuore.
Kazuto si sedette in mezzo agli altri alunni, tutti suoi coetanei.
Jun'ichi si sedette in prima fila assieme a Jun, il preside e i docenti.

Gli Aki erano su una sottospecie di palco molto basso in fondo alla stanza, un solo gradino di altezza, e affianco a loro, sulla cattedra, c'era la corona.
"Buongiorno studenti spero per voi che abbiate letto la circolare riguardo questa assemblea, se non l'avete fatto Ve lo spiegheremo velocemente"
Il biondo passò la parola a quellx con i capelli blu.
"C'è un principe-barra-principessa scomparso alla nascita, ha la vostra stessa età e l'unico modo che abbiamo per trovarlo senza fare settecento test del dna al giorno è che indossiate a turno sta corona. Ora diamoci una mossa, venite uno alla volta in ordine di posti a sedere"

A turno gli alunni andarono verso gli Aki, con un ordine e silenzio anormale, probabilmente dovuto agli sguardi minacciosi dei due.
Jun'ichi guardava la scena sperando, in un certo senso che non ci fossero trasformazioni, che non dovesse rimpiazzare nessuna proposta di matrimonio con un'altra. Per di più verso uno sconosciuto.
Questa sensazione però divenne confusa e complessa quando arrivò il turno di Kazuto.
Sembrava che il tempo si fosse rallentato, il principe non osava muoversi o battere ciglio.

Kazuto camminava, per non agitarsi cercava nel pavimento uno schema da seguire: delle mattonelle su cui alternare il passo, colori da evitare, uno spazio o un tempo comune tra un passo e l'altro. Quella situazione lo imbarazzava, non voleva essere lì e tanto meno provare una stupida corona! Ma poi, avrebbe veramente fatto qualcosa come sostenevano quei due?
Kazuto salì il minuscolo gradino del palco e contò i passi che gli servivano per raggiungere i due.

Uno...
Due...
Tre...
Quattro...

La corona gli sembrava brillare di luce propria, ora che era più vicino.

Nove...
Dieci...
Undici...
Dodici...

Il biondo mise la coroncina sulla testa del ragazzo, fece qualche passo indietro e aspettò

Uno...
Due...
Tre...


Quando Kazuto aprì gli occhi, vide che delle grandi e luminose ali.
Tutti in quella stanza erano attoniti.
La principessa- no, il principe perduto era stato ritrovato!
"Come ti chiami?" Chiese uno degli aki
"Kazuto."
"Gioite e acclamate il principe Kazuto! FINALMENTE NON DOBBIAMO PIÙ FARE STO LAVORO DI MERDA"

Il preside lasciò gli alunni terminare la giornata scolastica prima, per festeggiare (e per poter farsi intervistare dal TG senza dover firmare liberatorie per i minorenni).
Kazuto fu portato alla macchina degli aki dove li aspettava Sally
"Mamma papà! Ho fatto amicizia con quattro persone simpaticissime!"
"È fantastico picciotta!"
"E lui chi è?"
Disse indicando il ragazzo dai ciuffo stravagantemente verdi
"È il principe che stavamo cercando"
"Oh, speravo in una principessa. Vabbé"
E la piccola saltò in macchina.
Prima che anche il nuovo principe salisse in macchina, fu fermato da un altro principe che conosceva molto bene.
"Principe Kazuto"
"Principe Jun'ichi"
I due si sorrisero
"Mi permetto di informarle che siamo promessi a nozze dai nostri rispettivi genitori. Sono contento di dover passare il resto dei miei giorni al suo fianco."
"Anch'io"

Ed è così che la nostra storia finì: Sally rimase in contatto con i suoi nuovi amici (un bambinettx dai capelli bianchi di nome Akumu e tre gemelli chiamati Jerry, Berto e Otto), Koyo e Omiro si innamorarono di due membri della guardia reale chiamati Natsu e Ares, e con i soldi dei loro amati mandarono in pensione la loro madre, gli Aki trovarono lavoro come qttori per una serie chiamata Macabre Dance, Kazuya tornò nel mondo delle fate dove lo aspettava il suo ex-etero marito con un amante dai capelli arcobaleno.

E per quanto riguarda Kazuto e Jun'ichi: loro si sposarono qualche anno dopo e diedero un'era di prosperità e sicurezza ai loro ora congiunti regni.
Kazuto si rivelò molto portato per la politica, e gestì l'esercito sia in campo militare che per la sicurezza nelle città e negli eventi generali.
I due ci furono sempre l'uno per l'altro  e vissero per sempre
Felici e contenti.

Taggini finali per i personaggi nomonati!

Kazuto, Omiro, Koyo, la tripletta Jerry, Berto e Otto e il solo e unico Pio: i miei oc (rispettivamente da Macabre Dance, Her last wish, Rising Stars, i tre vengono dalla mia storia RaBBaD, e Pio da In the Name of Hope)

Jun'ichi: di -wallflowxr (da MD)

Gli Aki, Sally, e il marito di Kazuya vagamente nominato: di -softxeevee (tutti da MD)

Kazuya: di -YAKKU (da MD)

Jun e Akumu: di DumbThisNoel (da MD e da Rising Stars)

Il ragazzo vagamente nominato dai capelli arcobaleno: VivyRal (MD)

Finito dio mio non farò mai più una oneshot in vita mia/j/hj

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top