~Capitolo Speciale~ Saeed

"Sai mamma, a volte la vita ti stupisce.
Ma quasi mai positivamente.
Ti fa male, ti spezza in due, non preoccupandosi neanche di aggiustarti.
Ti usa, ma non sai quanto avrei maledettamente voluto che non usasse te.
Tu mi amavi.
O almeno, quello è stato il più grande amore che qualcuno mi abbia mai dato.
Perché l'amore di una madre per il suo bambino è qualcosa di irragiungibile. E so che, anche se volessi, non potrei mai amare i miei figli.
Perché io non me la sento di divenire padre. Non me la sento di rovinare la vita a delle persone innocenti con le mie paranoie ed il mio comportarmi da stronzo.
So che non avresti mai accettato che io avessi così una brutta visione del mio essere.
Perché tu eri l'unica ad amarmi.
Neanche io lo facevo, a dirti la verità.
Volevo solo essere stretto tra le tue braccia.
I bulli potevano aspettare quando tu mi abbracciavi.
Quando mi dicevi di amarmi.
Perché tu amavi tutti e tutti ti amavano.
La vita è una cinica bastarda, quando meno te lo aspetti.
Ed adesso tutti ammirano la tua tomba, ma nessuno dice più di amarti.
Neanche io riesco più a dirlo.
Il mondo è pieno di giudici e quando apro bocca me ne ritrovo sempre uno pronto a condannarmi.
Così tengo questo pensiero per me.
Ed ogni giorno diventa più luminoso, oltre tutto ciò che mi accade.
Sei tu l'unica cosa importante, io posso aspettare.
Una madre farebbe di tutto per salvare il proprio bambino, ma non sai quanto vorrei farla finita, solo per poterti far vivere anche un solo giorno.
Sei la luce che illumina le mie giornate, anche se ti sei spenta da anni.
Continui a splendere, nel mio cuore, e vorrei solamente farmi cullare da quella dolce luce, come se tu ci fossi ancora.
E tu ci sarai sempre nel mio cuore.
Potrà traballare, diventare sempre più impenetrabile ogni giorno, ma tu rimarrai sempre lì, immutata.
Come se quel maledetto cancro non ti avesse mai colpito.
Mai distrutta.
Mai portata via da me, dal tuo dolce bambino.
Il tuo dolce bambino che ora è diventato solamente un grande insensibile depresso.
Il tuo dolce bambino che continuerà a volerti bene.
Perché sa che tu rimarrai sempre ad aspettarlo.
In Paradiso, perché nella vita sei stata troppo buona, gentile ed amorevole per aver mai compiuto un peccato.
Ci scommetterei la vita.
Mi hai sempre detto che i suicidi non vanno in Paradiso.
Voglio così maledettamente imcontrarti, farmi sentire di nuovo speciale.
Ma so che non posso.
Dovrei aspettare decenni, ricolmi di promesse infrante, delusioni, frustrazione.
E so che farmi uccidere mi spedirebbe nell'Antipurgatorio.
I morti di morte violenta, come Sordello.
Quel maledetto mantovano...
Mi hai sempre detto che la vita è una cosa così preziosa, ma io sto solamente continuando a scavarmi la fossa.
Anno dopo anno, giorno dopo giorno.
Non parlo con nessuno, sono un freddo cinico di merda e vorrei solamente che tutte queste voci smettessero di urlare.
Preferisco soffrire in eterno, che continuare a sottomettermi per tutta la vita.
Hai detto che odiavi le persone che sprecavano la propria vita.
E mi dispiace mamma, perché sono riuscito a farmi odiare da te.
Ma, anche se adesso tu mi starai odiando, io continuerò ad amarti.
Perché sì, l'amore di una madre per il suo bambino è qualcosa di irraggiungibile, ma il mio amore per te è sfrenato, pazzo.
Perdonami per averti fatto soffrire.
Addio, mamma."

La lettera era bagnata di lacrime, le lacrime di un ragazzo sconvolto.
Un bambino che aveva perso la mamma e la voleva disperatamente indietro.
Questo era Saeed.
Un cumulo di tristezza, a cui nessuno era mai importato un fico secco.
Non si trovava all'Accademia, dove vi era anche Mike.
Quel ragazzo che aveva fatto lo stronzo e che si era promesso di non perdonare.
Gli dispiaceva solamente per il suo angelo di figlio, chissà se lui avrebbe sofferto. Molto probabilmente già se l'era scordato. Come avevano fatto tutti.
Barry avrebbe fatto meglio a godersi la vita senza il ricordo di un giovane suicida "amico" del padre.
Tanto Saeed non ha emozioni, puoi sfruttarlo. Devi solamente stare attento quande esplode, ma di solito l'unica cosa che colpisce è se stesso, come sempre.

Aveva preferito tornare a casa sua, quella che aveva ospitato le uniche persone che era convinto lo avevano amato e che lui aveva amato, o almeno fino ad oggi.
Si sentiva un traditore, uno schifoso traditore.
Con mani salde piegò la lettera, per poi alzarsi e con passi leggeri raggiungere la camera dei suoi genitori.
La camera della sua dolce mamma.
Ricordava quanto avesse sofferto suo padre.
Appoggiò delicatamente il foglio sul letto, nella piazza in cui di solito dormiva la donna.
Da quanto tempo era rimasta intoccata...
Si sedette sul letto, dalla parte del padre.
Non c'era nessuno in casa, e nessuno lo aspettava.
Insomma, aveva saputo che il padre ed i fratelli se ne erano andati per qualche ora ed era subito tornato a casa.
Per fortuna che aveva con sé le chiavi.

Dopo la morte della madre suo marito era quasi impazzito.
Voleva sicurezza.
Contro le persone, contro le malattie, contro tutto.
E quindi aveva comprato una pistola, che era ancora intoccata.
O almeno, fino a quel giorno.
E l'aveva riposta proprio nel comodino a lato del letto.

Saeed aprì con mani leggere il cassetto.
Si sentiva libero, leggero come una piuma, una brezza di vento.
Prese quell'arma ed aprì lentamente la bocca, infilando il ferro dentro.
Sentì la serratura di casa aprirsi e delle voci inondare la casa.
Brutto tempismo, peccato.
Gli sarebbe piaciuto farlo da solo, ma ahimè, era troppo tardi.
Gli sarebbeto mancati.
Premette il grilletto, per poi cadere a peso morto sul letto, inondandolo di sangue.

Poveri ragazzi, che videro il fratello spararsi, mentre sorrideva appena.
Povero uomo, che vide il figlio morire per una cosa comprata con le sue stesse mani.
Povera donna, per non aver potuto salvare il suo amato bambino.

~ Tutto ciò non avrà ripercussioni sulla role, naturalmente.

Metal_nerd
Sunxrise-_
erinjelsa

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