Prova 1 || Tema: Amicizia.

Osservai i palazzi che si stagliavano sullo sfondo, allontanandosi sempre di più, e sospirai.
Non mi era mai piaciuta la vita cittadina, ma non pensavo che sarei stata in grado di lasciare tutto, da famiglia a lavoro, e rifugiarmi in campagna.
Eppure era successo.
O meglio, stava succedendo.
E stava succedendo perché era necessario.
Non potevo più vivere con quella fitta al cuore, che mi prendeva ogni qual volta alzavo lo sguardo e mi ritrovavo davanti la mia vecchia scuola, il liceo classico Luciano Guerra.
I ricordi, il dolore, la solitudine, le amicizie finite... Un'occhiata bastava a riportare tutto a galla. E io ero stanca di affogarci dentro.
Avevo bisogno di dimenticare tutto.
Di abbandonare tutto.
Di cambiare aria.
Di cambiare vita.
E lo stavo facendo.

17 anni prima
- Dai Giulia, andiamo, non dirai sul serio! - sbottai, riempiendomi un bicchiere d'acqua.
- Ti sto dicendo che è così... Non posso venire al concerto con te domani sera. Mike mi ha invitata al cinema.
- Mike?! E da quando dai retta a Mike?!
Mike. Un nome odioso che portava con sé tanti anni di insulti e dispetti nei miei confronti.
Ci eravamo sempre detestati, senza un apparente motivo.
Lui odiava me, io odiavo lui.
Lui mi faceva cattiverie, io correvo dalle maestre.
Lui rideva, io piangevo.
Nessuno sapeva da cosa fosse scaturito quell'odio: c'era da sempre e per sempre era destinato a durare.
E ora Giulia mi piantava in asso per lui.
- Da quando ci siamo messi insieme -rispose lei tutto d'un fiato, con le guance rosse per l'imbarazzo.
Per poco non mi strozzai con l'acqua. Tossii e lei fece una faccia preoccupata, ma si rilassò subito dopo, quando mi vide tornare all'attacco.
- Vi siete cosa?! - urlai.
Giulia e Mike. Non potevo crederci. La mia migliore amica e il mio peggior nemico. Insieme.
Non poteva essere vero.
- Me lo ha chiesto qualche giorno fa, era da un po' che messaggiavamo e... -rispose lei, facendosi piccola piccola nella sedia.
- E quando ti saresti degnata a dirmelo? Cioè stiamo parlando di Mike Fortini! Tu sai chi è e cosa mi ha fatto... - esclamai, sul punto di piangere dalla rabbia.
Trattenni le lacrime stringendo i pugni e conficcandomi le unghie nei palmi delle mani fino a lasciarmi il segno.
Tutti. Tutti ma non lui, pensai. Era la persona più spregevole di questo pianeta.
- Ma ora lui è cambiato, Bea! È stato gentile con me...
- Gentile?! È stato gentile?! Non esiste mondo in cui questa parola possa affiancarsi a Mike Fortini! - ribattei con convinzione. Una convinzione che si avvicinava molto alla disperazione.
Giulia scosse la testa e sospiró.
- Siamo amiche da quando avevamo quattro anni - disse - Ti sono sempre stata accanto, sia nei momenti felici che in quelli dolorosi...
- Esatto, momenti dolorosi! - non appena la interruppi, la faccia di Giulia si incrinò, ma decisi di ignorarla - Momenti dolorosi causati da lui! Lo sai quante ne ho passate a causa sua...
- Dovresti dargli un'altra possibilità, almeno una, per permettergli di dimostrarti che è cambiato.
- Dagli un'altra possibilità?! Cosa vuol dire? Che dovrei uscire con voi due per sentirlo fare qualche battuta idiota, unita a un sorriso, per "permettergli di dimostrarmi che è cambiato" e per vederlo poi sghignazzare alle mie spalle, magari mentre ti tocca il culo?!
A quelle parole Giulia cambió espressione e si sollevó in piedi, alzando il mento.
- È così che la pensi? - domandó con fare ferito.
- Che dovrei pensare? È uno stronzo, lo sai meglio di me.
- Dunque è questo ció che pensi di lui...
Proprio non la capivo. Lo sapeva benissimo cosa pensavo di lui, glielo ripetevo sulle ottante volte al giorno.
- Cosa dovrei pensare?! - le chiesi isterica.
- Lascia stare... Tu non lo conosci.
- Io cosa?!
Per poco non mi strozzai una seconda volta. Non poteva dire sul serio.
- Non lo conosci, Beatrice. Pensi di sapere tutto, ma non sai nulla di lui. Non immagini neanche il perché di tutti quegli scherzi... - sussurró.
- Scherzi?!! Ora son diventati "scherzi"?! Ma ti rendi conto di cosa stai dicendo?
Dove era finita la mia Giulia, che mi difendeva a spada tratta in ogni occasione?
La guardai in maniera stranita.
- Davvero, Bea, lascia stare.
- Tu... Tu non hai seriamente detto a me che "non lo conosco". Non l'hai detto, vero?
- Bea...
- Non posso davvero crederci! Cosa ti ha fatto quel mostro, Giulia, per portarti a dire ciò?!
- Non chiamarlo così! - urló lei, con le lacrime agli occhi. Batté i pugni sul tavolo e poco dopo aggiunse: - È finita...
Inizialmente non capii. Cosa era finita?
- É finita? - domandai perplessa.
- La nostra amicizia - rispose lei. Quindi prese e uscí dalla stanza. E, allo stesso tempo, uscí dalla mia vita.

Giorno attuali
- Si fermi qui - dissi all'autista.
Pagai e scesi dalla vettura, con la testa persa tra i ricordi.
Quella ferita era ancora aperta.
La porta che sbatteva, Giulia che mi abbandonava per il mio peggior nemico...
Da quel giorno avevo smesso di vivere.
La gente pensa che le amicizie finiscono così come iniziano, e viceversa.
Insomma, cose da nulla, che quando ci sono, bene, e quando finiscono, si vive uguale.
Ma per me non era così.
Giulia significava tutto.
Eravamo amiche da talmente tanto tempo che non sapevo neanche cosa significasse non avere nessuno da chiamare per uscire il sabato sera o per andare a mare.
Lei c'era sempre stata.
Ma quel giorno era cambiata e io sapevo benissimo a causa di chi.
La sua improvvisa assenza aveva lasciato un vuoto nella mia vita, che non ero riuscita in nessun modo a colmare.
Recentemente avevo rivisto Mike. Era in giro con la sua bruna moglie e sua figlia, che avrá avuto sui tre o quattro anni. Sembravano felici insieme. Passandomi accanto, Mike aveva fatto una smorfia con un angolo della bocca e aveva finto di non vedermi. Io avevo alzato il petto, fingendomi sicura di me stessa, ma appena avevo potuto avevo cambiato lato della strada.
Il passato era tornato prepotentemente nella mia vita.
Non che prima non la infestasse, ma fino ad allora ero riuscita a tenerlo a bada.
In quel momento, invece, avevo capito che avevo bisogno di sistemare le cose e rimettere ogni tassello al suo posto.
Altrimenti avrei continuato a sentirmi vuota e sola per sempre.
Sospirai e mi decisi ad entrare.
- Permesso? - chiesi.
- Prego, prego! - una chioma bionda spuntó da dietro un bancone e si sbrigó a raggiungermi - Benvenuta alla tenuta Bancori, signorina...?
Sollevó il viso per guardarmi e per poco non cacciò un urlo.
- Beatrice?!?
- Ciao, Giulia.
Lí per lí sembró sul punto di piangere, quindi aprí le braccia e io mi ci tuffai dentro.
- Mi sei mancava - sussurró.
- Anche tu, amica mia.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top