Todoroki×Reader -
~scenario no-quirk~
Strinsi la mano a Shoto nascondendomi dietro di lui per l'imbarazzo.
La coppia ci stava guardando in modo confuso e mi sentivo a dir poco a disagio.
<Sai che non sono molto aperta...>
<Per questo ho proposto un appuntamento a quattro>
<Spero che sia come dici tu>
Il ragazzo dai capelli verdi mi porse la mano per primo
<Piacere, mi chiamo Midoriya Izuku e lei è la mia ragazza>
<Piacere di conoscerti, mi chiamo Uraraka Ochaco, spero che possiamo diventare ottime amiche>
Guardai Shoto cercando di trasmettergli tutta la mia tensione pregandolo di tornare a casa tirandogli la manica della camicia come un cucciolo in cerca di attenzioni ma decise di parlare al mio posto
<Lei è (T/C) (T/N), come si può notare é veramente timida e maldestra, ha solo bisogno di adeguarsi>
<Shoto...>
<Cosa succede (T/N)-chan?>
<Dobbiamo proprio passare un intero pomeriggio con loro?>
<Ci sono problemi?>
<Sì, volevo rimanere accoccolata a te a guardare il film del sabato>
<Beh oggi cambiamo programma, Uraraka, parlate un po' tra voi>
Mi spinse verso la ragazza castana e il mio cervello si fuse mentre lui ridacchiò assieme a Midoriya e si avviarono verso al parco seguiti da noi
<(T/C)-san non mi aspettavo fossi così timida>
<É praticamente il contrario di tutte le ragazze a quest'età>
<Intendi a dire che siamo troppo aperte, Deku?>
<No, no non intendevo questo!>
Iniziò gesticolare farfugliando scuse a caso per farsi perdonare, pareva veramente nervoso
<Diamo inizio all'uscita o no?>
Ribatté Shoto prendendo Midoriya per un braccio e tirandolo verso di sé
<Hai ragione, (T/C)-san che ne dici di parlare di qualcosa che ti piace per aprirti un po'?>
<Mi piace Shoto...>
Lo abbracciai nascondendo la testa sotto il suo braccio mentre Uraraka commentava il mio modo di fare: diceva che assomigliavo a una bimba.
<Ochako ha ragione, é per questo che ha attirato la tua attenzione?>
<Veramente ha compiuto lei il primo passo>
<Eeeh?!>
Aggiunsero in coro
<Oh guardate, siamo al parco>
<Non cambiare discorso Todoroki!>
<Come vi siete conosciuti?>
<É la mia vicina di casa, la conosco dall'inizio del liceo: non appena trasferita, ogni tre giorni, suonava alla mia porta per poi scappare dalla vergogna di incontrare un proprio coetaneo>
<Mi facevi paura...>
<In poche parole un giorno lasciò nella posta una lettera che mi chiedeva di diventare amici e così per le prime settimane continuammo a scriverci>
<Che cosa romantica>
Uraraka si portò le mani alle guance spalancando gli occhi e sorridendo dolcemente, sembrava davvero affascinata dal racconto; devo ammetterlo che é stato proprio un miracolo conoscerlo.
Arrivammo davanti una distesa di verde che isolava una fontana che segnava il centro del parco.
Ci sedemmo ai bordi di essa: loro parlarono della loro scuola, dei progetti per il futuro e di qualche notizia sentita in televisione mentre ero, in silenzio, a pensare accovacciata tra le gambe di Shoto ad arricciare qualche filo d'erba tra le mie dita.
* * *
Come appuntamento fu abbastanza breve e tranquillo fortunatamente.
Mentre tornavamo a casa gli diedi circa cinque volte dello scemo, sapeva che ho veramente difficoltà ad aprirmi con gli estranei
<Speravo ti potesse aiutare, scusami>
<Ti perdono solo se rimaniamo solo noi due senza incomodi>
<Allora rimango un po'da te>
<Hai una famiglia così numerosa...>
<A volte è stressante essere il più piccolo>
<É a causa sua?>
<Non parliamone, ora dobbiamo pensare soltanto a noi>
Annuii guardandolo ed entrammo in casa. Tolsi le scarpe iniziando a guardarlo con occhi dolci e tirandogli appena la manica della maglia
<Non fare quella faccia>
<Ma lo sai che ti amo>
Insistetti e riuscii a farmi prendere in braccio come al solito: mi aggrappai come un koala a lui e mi portò sul divano.
<Ehi piccolina>
Mi baciò dolcemente stringendo la presa sui miei fianchi: era davvero piacevole i tocco che usava quando mi coccolava, come se avesse paura di spezzarmi da un momento all'altro ma non rinunciando al contatto fisico.
Mi sposto di lato poi prese la nostra solita coperta e il telecomando finendo così la giornata come ci era solito fare: sotto una coperta a scaldarci e rilassarci davanti a un film.
- Diabete Ending -
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