Bakugo×Reader +

Sveglia.

6:55 di mattina.

7:00 colazione.

Una spremuta e due toast al volo.

7:15 lavarsi.

7:24 cambiarsi.

7:30 prendere l'autobus.

10 minuti di andata.

7:40 ora di entrare in classe e sedersi al proprio banco.

Tutto era pianificato.

Tutto era già deciso.

Dovevo soltanto seguire uno schema ma sfortuna volle mettermi tra i piedi qualcuno.

<Ehy nerd di merda numero due>

<Buongiorno anche a te Bakugo>

Non avevo la più pallida idea per quale possibile motivo mi aveva preso di mira ma dal test d'ingresso mi continuò a tormentare.

<Che combini di noioso?>

sto solo seguendo il programma

<Nulla che ti dovrebbe interessare>

<Sei cocciuta eh?>

<Se vuoi definirmi così fai pure>

Gli feci un piccolo cenno con la mano per farlo allontanare mentre tiravo fuori il materiale: non mi interessavano le sue paranoie, non mi interessa essere noiosa o no, sono qui per diventare un'eroina, non per perdermi in chiacchiere...

...eppure fino a un momento fa il mio naso non sanguinava.

Il ragazzo tolse la mano dai miei capelli è si allontanò sbuffando lasciandomi con la testa dolorante appoggiata al banco.

* * *

<(T/C)-chan, sono proprio vere quelle voci?>

<Dipende di quali voci stai parlando>

<Si sta spargendo la voce che un ragazzo della sezione A ha iniziato a prendere di mira qualche persona e tu sei tra quelle>

<Itsuka-san, non c'è bisogno di preoccuparsi>

<E invece mi preoccupo eccome, sei sempre così tranquilla, come fai ad essere odiata, mi chiedo perché non sei nella sezione B con me...>

<Puoi sempre consolarti con Monoma-san>

<Può anche starmi lontano, quello è matto>

Iniziammo a ridere

Io e Kendo siamo amiche d'infanzia, ci conosciamo da anni; anche se abbiamo la stessa età, la considero come una sorella maggiore perchè si preoccupa sempre per me e posso sempre contare su di lei.

Prendemmo posto ad un tavolo a parte nella mensa e iniziammo a discutere del più e del meno.

Improvvisamente mi lanciarono una cartaccia: c'era troppa confusione e non riuscii ad individuare il colpevole pur avendo qualche sospetto.

<Ok, hanno superato il limite>

Kendo prese la cartaccia in mano e si alzò parecchio irritata.

<No, no, tranquilla, non é nulla>

<Ti stanno prendendo di mira, cosa intendi con nulla?!>

<Vedrai che passerà, é solo un comportamento temporaneo>

Sospirò e mi accarezzò la testa

<Sei troppo buona (T/N)-chan>

Sorrisi e notai Monoma accanto al tavolo dei miei compagni: sporsi la testa verso destra per osservare la scena. Lo notò anche lei e partí in quarta per dargli un forte colpo alla nuca scusarsi e poi portarlo chissà dove.

Tornai a concentrarmi sul pasto che stava nel mio piatto ignorando le altre due cartacce che mi lanciarono addosso.
Per me la situazione era nuova, nessuno mi aveva trattato in questo modo, non ho mai infastidito nessuno quindi...

questo significava -essere bullizzati-

Terminai il pranzo in fretta e andai a riportare il vassoio di Kendo a Lunch-Rush scusandomi per il disturbo creato: quando si tratta di Neito Monoma non può che intervenire prima che si scatenino delle risse; con l'intenzione di tornare in classe mi incamminai lungo il corridoio quasi vuoto, era davvero deprimente dopo l'accaduto, mi avvicinai alle grandi finestre che davano sul cortile in modo da distrarmi, ma proprio in quel momento, ricevetti uno spintone talmente forte che mi scaraventò contro la parete opposta accompagnato da una risata soddisfatta.

<Guarda un po' chi se ne va via da sola>

Da terra mi sedetti: un brivido mi percorse la schiena e accennai un piccolo sorriso sbuffando

<Sei stato tu a lanciarmi quelle cartacce, vero?>

<E che mi dici, il naso sanguina ancora?>

MI guardò con un'espressione soddisfatta mentre mi rialzavo da terra

<Quel sorriso non è adatto a un futuro eroe>

<Spero tu abbia capito come funzionino le cose qui nerd di merda numero due>

Mi aggiustai l'uniforme e sorrisi avvicinandomi di qualche passo

<Non c'è bisogno di prendermi di mira, se ti creo problemi vorrei discuterne civilmente>

<Io non ho preso di mira nessuno razza di scarto>

Mi tirò per la cravatta e mi prese per il collo avvicinando il suo volto al mio

<E se non ti starà bene ti dovrai accontentare (T/C)baka-san>

<Vorrei tornare in classe...>

Bakugo strinse la presa con l'intento di sollevarmi mentre sentivo il calore espandersi dalla sua mano

<Non ti sento>

<...non cerco problemi...>

Finii una seconda volta sul pavimento respirando affannosamente e soffocando i piccoli risolini che mi sfuggivano anche se mi sentivo man mano più debole

<C-cosa ti ho fatto?>

<Mi hai fatto innervosire ecco cosa>

Mi tirò anche due calci e prima di prepararsi ad utilizzare il suo quirk, un altro ragazzo lo criticò con tono deluso

<Mi fai proprio pena>

<E a te che importa Capelli strani?>

<Siamo qui per diventare eroi, non per prendercela con chi ci pare e, comunque, le nostre capigliature non sono poi così diverse>

Il rosso scansò il biondo e mi porse la mano

<Non è nulla di grave, vero?>

<No, nulla di grave>

Presi la mano di Kirishima e tornai in piedi

<Se ti crea problemi avvertimi subito>

<CHI SEI SUA MADRE?!>

<No, ma non voglio starmene fermo se qualcuno viene picchiato>

Si scambiarono occhiate acide poi l'attenzione tornò su di me

<Sei (T/C)-san, giusto? spero non te la sia presa troppo per il comportamento di questo sclerato>

<SCLERATO A CHI CRETINO?!>

<Lo sei Bakugo, ammettilo!>

Gli avvolse un braccio attorno al collo e gli strofinò la testa con un pugno

<Grazie per esserti preoccupato Kirishima-san, ma se può sentirsi meglio prendendo con me può anche farlo, non mi cambia nulla>

<VEDI?! ALLA RAGAZZA STA BENE!>

<Non posso permetterlo, se questo consiste nel far soffrire una persona, soprattutto una ragazza, il mio istinto decide di intervenire>

<Non sento dolore>

Tagliai corto mentendo per tranquillizzarlo, potrebbe essere una scusa valida per il momento

<Eh?>

Mi guardò con sguardo confuso

<Non lo so, forse è il suo Quirk CRETINO!>

Ribattè con tono sarcastico Bakugo

<Oh, capisco, quindi non percepisci il dolore>

<Lo sento in modo ridotto, simile a un fastidio>

<CHE FIGATA!>

Gli occhi di Kirishima si illuminarono

<Vuoi anche una dimostrazione pratica cretino?>

<Magari un'altra volta, io tornerei in classe, venite anche voi?>

Il Rosso annuì trascinando l'amico per un braccio fino in classe

* * *

Al pomeriggio l'autobus che prendo alla mattina non passa e devo farmi la strada a piedi, tenendo un andamento veloce e stabile dovrei riuscire a rispettare gli orari e tornare a casa in tutta sicurezza.

Mi incamminai lungo la via rispettando il codice della strada per non essere rallentata da eventuali imprevisti o problemi...

<Ehy perdente!>

...ma mi avevano ormai raggiunta.

Mi tirò anche un sasso come "regalo"

<Non ho tempo, devo rispettare gli orari>

Continuai a camminare indifferente

<Non ho ancora finito con te>

<Finiremo poi domani con calma>

Velocizzai il passo per non essere disturbata nuovamente

<No, la risolviamo qui e subito>

Rispose con tono scocciato prima di raggiungermi aiutandosi con l'onda d'urto causata dalle piccole esplosioni sprigionate dalle sue mani. Mi spinse in avanti con un piede strisciandolo sull'uniforme.
Se deve stuzzicarmi per forza che lo faccia bene almeno.

<Non cerco rogne, sono spiacente>

<Cosa vuoi che me ne freghi cretina>

<Allora ci vediamo domani>

Bakugo afferrò il mio braccio tirandolo verso di sé

<Tu non vai da nessuna parte e parlare di schiena a qualcuno è maleducazione>

Mi voltai abbastanza infastidita e feci un piccolo inchino

<Sono spiacente, ho dimenticato le buone maniere>

<Abbiamo ugualmente un conto in sospeso>

<E io ho un orario da rispettare, quindi perché non rimandiamo?>

<Perché non chiudi quella bocca extra?>

<Concluderemo domani ciò che abbiamo lasciato in sospeso, non capisco dov'è il problema>

<Chiudi il becco. Non mi piace temporeggiare.>

Sospirai, appoggiando la cartella a terra e mi liberai dalla stretta aprendo le braccia verso l'esterno

<Sbrigati allora>

Mi guardò da capo a piedi: quei suoi occhi rossi sembravano confusi dal mio atteggiamento come se volessero dire "così non c'è gusto" ed era un vero peccato, sprecare del tempo per nulla.

<Hai cambiato idea?>

<CERTO CHE NO!>

Mi afferrò come al solito per il collo

<Forse hai bisogno di provocazioni, idiota>

Il mio tono era soffocato a causa della presa ma scandii per bene l'ultima parola, non avevo mai insultato una persona, né con piccole offese né con minacce o altro;

<IDIOTA A CHI SCUSA?!>

Come mi aspettavo la sua mano iniziò a scaldarsi fino diventare bollente

<Non mi pento di nulla ananas ambulante, petardo, sai dove te le devi infilare le tue esplosioni del cavolo?>

<Se credi di essere furba ti sbagli, ti farò così tanto male che quello che percepirai sarà direttamente dolore!>

La sua mano scoppiettò contro il mio collo facendomi sfuggire un sorriso; mi lasciò cadere e mi prese a sacco di patate portandomi su una spalla.

<COSA STAI COMBINANDO? DEVO TORNARE A CASA, HO UN ORARIO DA RISPETTARE!>

<Non posso continuare qui in strada, attirerebbe sospetti>

Raccolse anche la mia cartella e iniziò a camminare

<Pervertito>

<Non chiamarmi così>

<Scusami>

<Ah, prima parli e poi ti scusi>

<Non mi piace insultare le persone, ok?>

<Razza di bipolare>

<Non sono bipolare>

<Bipolare-chan>

<Bakugo-kun>

<Mh>

<Se provi a fare qualcosa di perverso ti uccido>

<Sei debole>

<Non sono per niente debole>

<Non riusciresti a spostare un tavolo per sei persone>

Gli tirai qualche pugno contro schiena

<Questa cosa é imbarazzante, lasciami andare perfavore>

<No, ti arrangi ora>

<Posso sapere dove siamo diretti?>

<A casa mia, ovvio>

<PERCHÉ?!>

<Perché è l'unico posto dove nessuno potrà disturbarci>

<Pervertito e pure maniaco>

<Devo ustionarti le cosce per caso?!>

<Scusami>

<Tutta questa gentilezza sta iniziando a darmi sui nervi, smettila di scusarti>

<Non posso farci nulla, sono fatta così>

<Allora cambia>

<Non cambierò su richiesta>

<Te lo ordino>

<Non ci guadagno nulla>

<Sarà più veloce>

<Devi promettermelo>

<Non faccio mai promesse>

<Dai, promettimelo, se sarò obbediente mi lascerai tornare a casa prima>

<Zitta, siamo arrivati>

Una volta entrati appoggiò le cartelle accanto al poggia ombrelli, mi rimise a terra e chiuse la porta: non c'erano scarpe, ciò significava che la casa era vuota

<Forza, togliti le scarpe>

<Non ci sono i tuoi genitori?>

<No, quei due tornano alle sei>

<E rimani a casa da solo?>

<Certo>

Si tolse anche lui le scarpe e mi spinse

<Avanti cretina, lasciami la giacca>

<Me lo prometti?>

<Ti ho già detto che non faccio promesse, sei ignorante?>

<Allora un'accordo>

<Quali sono le condizioni?>

<Io non ti farò innervosire e starò in silenzio ma tu mi tratterrai qui la metà del tempo e non racconterai a nessuno ciò che succederà>

<Affare fatto>

Gli porsi la giacca dell'uniforme che appese accanto alla sua e rimasi a guardarlo nei suoi perfidi occhi rossi

non voglio per niente sapere cosa gli passi in testa

Iniziai a grattarmi il dorso della mano insistentemente per lo stress, mi sentivo confusa, quasi in imbarazzo, ci vorrà poco spero; per sbarazzarsi di tutti i fastidi o i problemi di questi ultimi giorni e si sfogherà su di me

ma proprio su di me?

Forse é perché non me la prendo facilmente o forse perché non do troppo nell'occhio...siamo cosí diversi...

<Stare in silenzio include anche obbedire spero>

<Se proprio devo per andarmene sì>

<Allora cerca non gridare qui dentro, seguimi>

Mi spintonò ancora e andammo al piano superiore.

<Questa è la tua stanza?>

<É il posto più tranquillo, ora siediti a terra>

Mi sedetti come ordinato e abbassai la testa sottomettendomi: lo feci soprattutto per evitare il suo sguardo

<Riduci la quantità di dolore che provi quindi>

<Sì>

<Cosa preferisci soffocare procurandoti un'ustione oppure spogliarti?>

<Pervertito>

<Rispondimi altrimenti farò come mi pare>

<Preferisco soffocare, é scontato>

<Ma davvero? Allora cercherò una via di mezzo tra le due opzioni se é così "scontato">

Sì inginocchiò prendendomi per il collo spingendomi fino a terra mentre il suo palmo iniziò a scaldarsi sempre più come le volte scorse.
Socchiusi gli occhi tenendo il suo braccio con le mani per non soffocare davvero.

<Proviamo a dare un pizzico di originalità visto che é tanto scontato>

Mi tolse la cravatta e sbottonò i primi due bottoni della camicia continuando a tenermi attaccata al pavimento.

<Sei una delusione per tutti gli eroi>

<Tu pensa a respirare invece di sprecare fiato>

<Non sto sprecando fiato>

La mia voce si fece tremolante a causa di qualche risata che mi sfuggiva per errore

<Che cazzo ti ridi?>

<N-non farci caso>

Bakugo iniziò a sprigionare qualche esplosione procedendo sempre a gradi; iniziai a combattere contro me stessa per non sorridere così strinsi la presa cercando di allontanarlo.

Iniziai a sentire freddo da quanto calore stava concentrando sullo stesso punto: come quando tieni troppo una mano nell'acqua calda.

<...Bakugo...>

Il mio respiro si fece irregolare e sentii arrossare le guance dopodiché iniziai a tremare

<...lasciami...>

Era inutile, non mi ascoltava, voleva solo sentirsi superiore.
Mi feci forza e portai i piedi contro il suo torace con per allontanarlo

<...ti prego...>

Lo spinsi violentemente contro la porta per farlo smettere.
Iniziò a tossire alzò gli occhi e mi vide ridere; portai un braccio sopra gli occhi cercando di non far notare le lacrime

<Ohi, bipolare-chan>

Mi toccai il collo ormai ustionato

<C'è... c'è il segno... b-brucia un sacco...>

<Che razza di quirk hai?>

<Scusami>

<TI HO FATTO UNA DOMANDA>

Mi rimisi a sedere una volta calmata e spiegai con calma

<Vedi, in realtà la mia vera unicità è il Jumpy, posso saltare fino a raggiungere la quota di volo di un aereo>

<Quindi sei masochista>

<No, cioè non mi piace il dolore fino a tagliarmi le vene ma quello che mi procuri tu basta e avanza, non mi preoccupo molto, non mi cambia nulla>

<Significa comunque masochista>

Sbuffò alzandosi e mi porse la mano con il viso rivolto altrove

<Devi raffreddati il collo, non puoi rimanere in questo stato>

Afferrai la mano e mi alzai mormorando un flebile "grazie"

Mi riportò al piano inferiore facendomi sedere sul divano

<Rimani ferma quí>

Andò a cercare qualcosa per raffreddare l'ustione e tornò con un panno bianco bagnato e una lunga garza tra le mani; si sedette anche lui e iniziò a tamponarmi il collo

<Va meglio?>

<Un po' sì>

<Sembrerebbe di primo grado, non ne sono sicuro però>

<Come tornerò a casa?>

<Ti benderò per nascondere il segno>

<Di sicuro i miei vorranno spiegazioni, non posso mentirgli>

<Allora ignorarli>

<Peggiorerebbe soltanto le cose>

Prese la garza e iniziò ad avvolgermela attorno al collo formando vari strati: si assicurò che fosse tutto coperto poi si mise le mani fra i capelli esasperato

<Hai il telefono con te?>

<É nella cartella>

<Avvisali dicendo che rimani da un'amica>

<Da un'amica?>

<É l'unica soluzione>

<Avevi detto che mi avresti trattenuto quí la metà del tempo>

<Non sei stata né in silenzio né del tutto obbediente, l'accordo é saltato>

<Allora spiegami quali intanzioni hai>

<Rimarrai a dormire quí, domani andremo a scuola e quando tornerai a casa dirai che é stata colpa di una simulazione dove era necessario combattere corpo a corpo e finisce lì>

<Non posso dirlo quando torno oggi?>

<Troppo sospetto e poi é già tardi per tornare; non fare storie e vai a prendere il telefono>

Andai prendere il telefono mandando un messaggio a mia madre

^Oggi le mie compagne hanno organizzato una nottata-studio per ripassare gli argomenti del primo trimestre, perciò non voglio che vi preoccupiate se non dovessi tornare a casa^

^Lo riferirò anche a tuo padre non appena tornerà dal lavoro, divertiti tesoro^

^Se siete in pensiero chiamatemi pure^

Lo infilai in tasca e tornai da Bakugo che, nel frattempo, aveva portato via il panno e ora stava seduto con il cellulare all'orecchio.
Dall'aria sembrava abbastanza scocciato e infastidito

ma non è colpa mia tutto questo, io non ho fatto proprio nulla.

Rimasi in silenzio accanto a lui rimanendo a guardare il pavimento

<Ohi Ma'... sì, sei occupata ... ascolta, oggi rimane una mia compagna di classe... sì ... cazzo pensala come ti pare ... buon lavoro>

<Qualche novità?>

<Rimarrai quí fino a domani mattina>

<Sì, mia madre é colei che ''comanda", se approva qualcosa significa che tutti devono seguirla>

<...ecco da chi ha preso...>

<CHE HAI DETTO?!>

<Nulla, solo un'osservazione stupida>

<Meglio così e se dici altre cose del genere->

Si bloccò all'improvviso sbuffando ricordandosi che con me la violenza non ha alcun effetto

<Proprio tu mi dovevi capitare sottomano eh?>

<Ma non ricordo di averti fatto qualcosa>

<Fattelo dire, hai una faccia da schiaffi e mi infastidisce>

<E così hai deciso di cambiarmi i connotati a suon di botte, non fa una piega signor Bakugo>

<Tsk, non sono così vecchio, non chiamarmi "signor" quello é mio padre>

<Mr.Bakugo>

<É la stessa cosa>

<Katsudon>

<Ti riempio di riso ti friggo e poi voglio vedere chi è il katsudon>

<Tu>

<CHE CAVOLO!>

<Quanto é bello sapere che non puoi punirmi>

<Conosco tanti modi per punire tanti tipi di persone diverse non ho voglia di finire nei casini sotterrandoti o affogandoti>

<E ricorda che dovrai diventare un eroe e solo buone azioni sono permesse agli eroi>

<Ma se non mi conosci nemmeno>

<Un po'sì, non potrei mai conoscerti come Midoriya ma una manciata di cose le so>

<Neanche quel broccolo mi conosce>

<Non eravate amici d'infanzia? Mi potrei essere sbagliata con qualcun'altro...>

<Eri così dannatamente silenziosa prima, smettila di blaterare>

<Scusa>

<Mi stai dando sui nervi>

<Hai altre regole da imporre?>

<Sì: non provocarmi, non mormorare alle mie spalle, chiedi il permesso prima di avvicinarti a me, non fare casini e dalle sei in poi comportati in modo carino capito?>

<Capito...>

Quanto è problematico, ha ricevuto solo male nella sua vita? Se fosse vero sarebbe un vero problema, forse é stato abbandonato a sé stesso fin dall'infanzia, ognuno é cresciuto con l'influenza dei propri cari, tenendo da parte alcuni casi, si può crescere con più o meno disciplina ma esistono così tante variazioni, così tanti caratteri, così tante persone: ora mi sento in colpa . . .

<Bakugo>

<Cosa c'è?>

<Posso appoggiarmi a te?>

<Non sono mica un cuscino>

<Sei un Katsudon appunto>

Mi appoggiai sulla sua spalla socchiudendo gli occhi

<Non sono nulla del genere, staccati ora>

<Mi hai fatto male, almeno un po'di affetto puoi dimostrarlo>

Mi diede un bacio sulla testa e si voltò dalla parte opposta: inizialmente rimasi sconvolta, poi sorrisi e mi sporsi per guardarlo arrossire lievemente

<Contenta ora?>

Mi misi in ginocchio e ricambiai con un bacio sulla guancia

<Grazie>

<Allontanati cretina>

<Ho bisogno di affetto>

<Ti affetto con un coltello altroché>

Mi lasciai scivolare verso di lui e lo circondai in un abbraccio

<Perché sei sempre arrabbiato?>

<Perché non pensi per te?>

<Non mi piace stare in compagnia di persone tristi>

<Beh non sono triste>

<Allora sorridi>

<Non c'è motivo di sorridere>

<Non dev'esserci per forza un motivo>

<Se ti allontani potrei essere felice>

<Ma hai accettato il mio abbraccio>

Si spostò più in là allontanandosi per sciogliere il mio abbraccio poi si appoggiò anche con la schiena portandosi le braccia dietro la testa e chiuse gli occhi

<Lasciami soltanto un momento di pace>

Mi rannicchiai sul lato opposto del divano appoggiando la testa sul bracciolo della poltrona ma non era una posizione molto comoda: provai a sistemarmi ma non era la stessa cosa come a casa. Mi alzai per muovere un po' la schiena e notai Bakugo sul punto di addormentarsi, aveva un'espressione veramente serena, pareva quella di un bambino.

Mi accovacciai accanto al bell'addormentato muovendomi il meno possibile per non svegliarlo e mi addormentai anche io.

* * *

<Buongiorno>

Udii una voce femminile mai sentita, sembrava di una donna.

Aprii un'occhio a fatica per poi riprendermi del tutto

<Che begli occhi (C/O) che hai, sei proprio carina>

Dall'aspetto pareva proprio la madre di Bakugo: quei corti capelli biondi sono inconfondibili.

Mi spostai dal grembo del ragazzo e tornai a sedere

<Mi dispiace per il disturbo, spero non vi causi problemi>

<Aww, sei anche così dolce, non c'è alcun disturbo, puoi chiamarmi Mitsuki piacere di conoscerti>

<Grazie per l'ospitalità Mitsuki>

Sbadigliano al termine della frase coprendomi la bocca con il palmo della mano.

Abbiamo davvero dormito per due ore? Il tempo é passato così in fretta

<Katsuki non ha proprio intenzione di svegliarsi vero?>

Gli sciacciò le guance con una mano creando sul suo viso una faccia a dir poco buffa svegliandolo

<Hai dormito abbastanza Katsuki, devi raccontarmi un po' cos'è questa storia>

<Smettila mamma, racconterò quando arriverà anche papà>

Le scostò la mano e mi guardò

<E ho sentito che ti sei appoggiata a me, non fare la finta tonta>

<Che problema c'è? Sei come un grande cuscino>

<Comunque, mamma, lei é (T/C) (T/N), la mia ragazza>

Eh?

<Mi chiedo ancora come hai fatto ad innamorarti di un ragazzo così scorbutico come il mio piccolo>

<Beh...come dire...é successo tutto all'improvviso...>

<E ditemi quando é successo?>

<Circa una settimana fa, ora puoi tenere le domande per dopo mamma?>

Sì alzò prendendomi per mano e portandomi nuovamente in camera sua.

<Appunto, cos'è questa storia?>

<É colpa sua, al telefono mi ha frainteso iniziando a chiedermi quando mi fossi trovato una ragazza, non ho menzionato nulla del genere, hai assistito anche tu, il problema è che dovremo continuare con la sceneggiata>

<...ciò significa che dovremo comportarci come una coppia?>

<Purtroppo sì, intanto ti spiego: io risponderò a domande riguardanti la relazione tu improvvisa seguendomi capito?>

<Se chiedono la causa delle bende?>

<Usiamo la scusa dell'incidente a scuola, in più io dovrò chiamarti (T/N) e tu Katsuki>

<É un gran casino>

<É questione di logica ed intelligenza, cose che a te mancano>

In effetti é tra i più intelligenti della classe e su questo non c'è dubbio ma non é che io vada così male...

<Quindi (T/N)-chan non rovinare tutto>

Arrossii abbassando il capo e portandomi le mani alle guance: sentirmi chiamare (T/N)-chan fa un certo effetto

<E ti avverto fin da subito: mia madre é strana, dice che posso scegliere di cosa farne della mia vita e mi lascia parecchia libertà perciò potrebbe iniziare dei discorsi anche inadeguati; potrei paragonarla a Kirishima, comunque non preoccuparti, cercherò di zittirla prima che possa proseguire>

Può scegliere di cosa farne della sua vita, occorre un sacco di fiducia da parte loro...

<Hai così tanta libertà...>

<E con ciò?>

<Non sai quanto ti invidio>

<Non hai uno scopo nella vita?>

<...ce l'ho...>

<Fai di tutto per raggiungerlo a costo di lasciare tutto e tutti, è l'unico modo>

<A volte mi chiedo: cosa ti ha spinto a diventare un eroe?>

<All Might, da piccolo sono rimasto affascinato dal sorriso che mostrava ogni volta che affrontava e sconfiggeva i criminali, volevo diventare come lui e ora ho intenzione di superarlo>

Sorrisi nel sentirlo parlare con tono quasi sognante, pareva un bambino pieno di ambizioni e grandi progetti per il futuro

<Sono sicura che diventerai un gran supereroe Katsuki>

<Tsk>

Si voltò dandomi le spalle e abbassò il capo come per riflettere; mi avvicinai e lo abbracciai da dietro appoggiando la testa sulla sua schiena, lui mise le sue mani sulle mie rimanendo in silenzio. Sentivo il suo respiro calmo diventare pian piano intermittente e mantenere il corpo rigido: non sarà abituato...

<Perché non provi a rilassarti, sembri un pilastro d'acciaio>

Lo lasciai spostandomi di fronte a lui allargando le braccia come per accoglierlo; mi guardò dall'alto al basso poi mi abbracciò a sua volta stringendomi al suo petto.
Non era per soffocarmi.
Non era per farmi esplodere.
Era quasi

...dolce

Gli accarezzai la schiena e qualche ciuffo di capelli sorridendogli: non provava nemmeno a guardarmi in faccia, come si dice a volte "bisogna mantenere l'orgoglio"

Presi il suo volto tra le mani e gli lasciai un bacio sulla fronte come segno di affetto; i suoi occhi erano vuoti e parevano due buchi scavati nella roccia nei quali rimasi intrappolata, quelle braccia che mi avvolgevano trasmettevano una forte sensazione di sicurezza e le sue labbra non mostravano nemmeno l'accenno di un sorriso o un ghigno, erano serrate, attirando intensamente la mia attenzione: mi avvicinai per raggiungerle ed appoggiarmi dolcemente su di esse con le mie e

Bakugo ricambiò il mio bacio

Non appena ci staccammo rimanemmo confusi: che cosa stava succedendo? Pensavo di vederlo come un compagno di classe problematico e invece...

<Katsuki, io...credo di amarti>

<Cretina, baciami ancora>

Obbedii al ragazzo stringendo la sua camicia continuando a baciarlo.
"Ti amo" continuavo a pensare senza avere il tempo di dirlo ad alta voce, avevo voglia di gridarlo al mondo e allo stesso tempo non volevo staccarmi da lui.
Si abbassò per prendermi in braccio e con un salto mi aggrappai ai suoi fianchi.
Volevo continuare questo sogno, la paura di star immaginando tutto era equivalente al desiderio.

Improvvisamente fummo interrotti da sua madre che bussando alla portaci chiese di tornare al piano inferiore per conoscere anche suo padre.

Poggiai una gamba verso terra per tornare in piedi

<Devo proprio lasciarti?>

<Abbiamo ancora fino a domani>

Mi prese per mano e tornammo di sotto sedendosi intorno al tavolo in modo da poterci vedere.

<Ricomincerò con le presentazioni: mamma, papà, lei è (T/N) (T/C) la mia ragazza>

<Piacere di conoscervi>

Feci un piccolo inchino e sorrisi: suo padre era un uomo castano dall'aria vivace, credo fossero gli occhiali a dare quell'impressione di vivacità.

<Stiamo insieme da circa una settimana, oggi é qui perché voleva le spiegassi degli argomenti di matematica, poi è rimasta a farmi compagnia data la vostra mancanza>

<Spero di non essere un problema per voi, mi dispiaceva lasciarlo da solo>

<Non crei nessun problema (T/C)-chan, come ti ho già detto sei una ragazza davvero carina e gentile, non è vero caro?>

<In effetti mi chiedo come abbia fatto ad innamorarsi di Katsuki>

<Ho pensato la stessa cosa!>

<Se sono così sbagliato allora potevate crescermi meglio>

<Se posso intervenire dovrei dire che la risposta è molto semplice>

Mi spostai dietro di lui infilando le mani tra i suoi capelli

<È proprio il suo essere particolare che mi ha colpito: scoprire che dietro quest'ammasso di orgoglio c'è un cuore in grado di amare, forse anche più di tanti altri; inoltre è un bel ragazzo e mi diverte stuzzicarlo>

<(T/N), puoi tornare seduta?>

<Come vuoi>

Gli lasciai un bacio sulla guancia facendolo arrossire e tornai a sedere ridacchiando

<Quanto sono adorabili insieme>

<P-possiamo sorpassare quel che è appena accaduto e proseguire?>

<E dicci un po' qual'è il tuo Quirk?>

<Si chiama Jumpy e riesco a raggiungere la quota di un aereo soltanto saltando>

<(T/C)-chan, quelle bende al tuo collo sono a causa di qualche incidente no?>

<A scuola abbiamo fatto un altro test e un cretino l'ha ferita>

<Ti ho detto che non è nulla di grave...>

<Lo ammazzo>

La madre gli lanciò un'occhiataccia come rimprovero: per essere una storia inventata regge abbastanza bene...

<Spero non sia qualcosa di molto grave>

<É soltanto una piccola irritazione, niente tagli o ustioni>

<Ma non può permettersi di toccarti>

<Che succede, sei già geloso?>

<Non sono affatto geloso ma'!>

<A me sembra di sì...>

Rimanemmo a parlare per altri dieci minuti poi ci lasciarono liberi di andare; si faceva vicina l'ora di cenare perciò Mitsuki iniziò a frugare tra i mobili per preparare qualcosa proprio per questa occasione mentre apparecchiavo la tavola con Katsuki.

<Ecco a te (T/C)>

Il padre di Katsuki mi porse dei vestiti che presi facendo un piccolo inchino

<Grazie tante>

<Puoi andarti a cambiare in bagno, Katsuki, ci penso io qui, cambiati anche tu>

<Seh, seh...>

Mi chiusi in bagno e spiegai una maglia color militare e dei pantaloni grigi: saranno sicuramente di Bakugou. Iniziai a spogliarmi e indossai la tuta guardandomi e riguardandomi allo specchio: provai a scompigliarmi un pelo i capelli e lo imitai per immedesimarmi poi uscii portando i vestiti in camera di Bakugou.

<Posso entrare o sei nudo?>

<Ti piacerebbe eh? Entra cretina>

Indossavamo gli stessi pantaloni ma al posto di una maglia lui aveva una canottiera nera. Rischiando di saltargli addosso riposi i miei indumenti sulla scrivania

<Ti stanno bene i miei vestiti>

<E sono anche tanto comodi, grazie>

<C'é da dire che ti preferisco in uniforme>

<Forse so anche il motivo pervertito>

<Dillo a quel grappolo d'uva>

<Intendi Mineta? Ma neanche->

<E allora non giudicarmi, c'è di peggio al mondo>

Mi voltai infilando le mani in tasca e imitando la sua camminata una volta più vicina tirai fuori le mani facendo finta di creare degli scoppietti

<SONO IL SIGNORE DELLE ESPLOSIONI!! BAM! BAM! BAM!>

<Questo è un insulto deficente>

Mi prese e mi caricò sulla sua spalla come se nulla fosse, iniziai a dimenarmi: non sopporto essere trattata come una bambina

<Smettila di muoverti>

<Mettimi giù!>

<No>

Sghignazzò e tenendomi stretta per le gambe tornò di sotto a buttarmi sul divano

<La principessina é pronta>

<Non chiamarmi principessina, è imbarazzante...>

<Sei tu quella imbarazzante>

<Lo siete entrambi piccioncini, sedetevi a tavola per adesso>

Tornai in piedi e lo abbracciai per ottenere un po'di affetto, ma in quel momento mi scansò come se fossi la cosa più fastidiosa di questo mondo.

Devo ammetterlo ma in quel momento ci rimasi veramente male, fino a qualche momento fa avevo tutto ciò che desideravo ed ora è come se fossi un'estranea.
Mi accontentai di sedermi a tavola accanto a lui.

*  *  *

<È stata una bella giornata>

<Come se fosse vero...>

Mi sdraiai sul futon steso a terra tenendo le braccia sullo stomaco: ormai si era fatta notte e le luci in camera erano già spente

<Come posso ringraziarti?>

<Addormentandoti subito>

Lui si infilò sotto le coperte tirandosele fin sopra la testa; io mi rigirai nel materasso per trovare una posizione comoda

<E non fare rumore cretina>

<Scusa...>

Restai a fissare il soffitto lasciandomi travolgere dai mille pensieri che mi annebbiarono pian piano la vista, sentivo la stanchezza in tutto il corpo e mi pareva di sentire una corda stringere attorno alla testa.

Le lenzuola si alzarono improvvisamente e alla mia destra vi ritrovai Katsuki che mi teneva a sè. Mi voltai verso la sua direzione appoggiando la fronte sul suo petto

<Non mi sembrava giusto lasciarti da sola>

<Ti amo Katsuki...>

Chiusi gli occhi e mi addormentai avvinghiata a lui come una bambina. Non ottenni nessuna risposta  in cambio, soltanto un leggero bacio sulle labbra.



























- Good Ending -  

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