🌹Traccia I🌹
Per il concorso di scrittura di Len_la_semidea_394
"Vieni da una famiglia di rispettati eroi. Tutti e tre i tuoi fratelli maggiori sono conosciuti come delle potenze, ma tu li vedi raramente dato che sono sempre impegnati a salvare la città. Un giorno realizzi che l'unico modo per vedere tutti i tuoi fratelli è diventare una cattiva. Esce fuori che sei molto più brava di quanto pensassi, e le cene di famiglia diventano a un tratto il momento più divertente della giornata"
-È pronta la cena!- urlò mamma dal piano di sotto. Io ero appena tornata a casa (ovviamente entrando dalla finestra per provare il mio nuovo gadget, una specie di pistola-lancia-rampino gialla e nera) e mi stavo togliendo il costume: consisteva in una tuta intera aderente nera con delle strisce gialle che andavano dalla spalla alla mano e dall'ascella al piede, con il simbolo di un'ape al centro. Essendo che tutti mi chiamavano Bea (il mio vero nome è Beatrix) io decisi di collegarlo alla parola bee che in inglese significa appunto ape. Beevil, è questo il mio nome: significa ape-cattiva. Ok, lo ammetto, devo ancora lavorarci molto, ma ci sta. I miei fratelli Jonathan, Maxwell e Percival (chiamati da tutti noi Jo, Max e Percy) erano e sono tuttora supereroi molto famosi, ma io li vedevo raramente perchè erano sempre impegnati a combattere il crimine. E poi puff, il mio cervelletto iniziò a partorire idee come ad esempio diventare cattiva per dimostrare a loro (e a me) il mio valore e, soprattutto, per vederli, perchè questo era l'unico modo. I loro nomi da supereroi? Insieme si fanno chiamare il "triangolo della luce" (nome persino più stupido di Beevil, di cui però vado fiera perchè ehi, ce ne vuole per inventarsi dal nulla un nome da supereroe, provateci se non mi credete!) e in realtà non hanno nomi da supereroi singolarmente... in ogni caso, anche se li avessero, io sicuramente non li conosco. E assolutamente no, non voglio conoscerli. Quando ho scoperto che erano il "triangolo della luce" ogni volta che ci pensavo avevo attacchi di ridarella, talmente forti che una volta mia madre si preoccupò e stava per portarmi a fare qualche visita perchè pensava che avessi qualche problema, o qualche crisi. In ogni caso, torniamo al presente altrimenti divento davvero logorroica. Appena tolsi il costume (e la maschera, ovviamente gialla e nera, con delle lenti come occhi delle api) indossai la mia felpa color rosso sul pantalone della tuta grigio e scesi di sotto. Ah, dimenticavo: ero appena tornata da un attacco. E il "triangolo della luce" non poteva affatto mancare! Appena arrivai in sala da pranzo, mio fratello Max mi guardò male, mentre Jo mi guardava scocciato e Percy invece stupito.
-Certo che ci sei andata tosta, oggi, sorellina- disse Max, massaggiandosi il braccio -mi hai quasi fatto esplodere il braccio con quel dannato Pungiglione- il Pungiglione era, se posso permettermi, la mia invenzione più geniale. Consisteva in un semplice arco, ma che poteva scoccare qualsiasi tipo di freccia: esplosive, frecce normali oppure persino la mia freccia preferita, Diana, in nome della dea (appunto) Diana o per i greci Artemide, che è la dea degli archi, anche. In realtà all'inizio volevo chiamarla Artemide, ma sembrava troppo lungo. Dicevo, Diana è un arco "drone", nel senso che lo si può manovrare.
-Io ancora non ci credo,- sbottò mio padre, con la forchetta e il coltello rispettivamente nelle mani destra e sinistra. -che tu abbia scelto di essere ciò io, mio padre prima di me, suo padre e via discorrendo combattiamo da sempre. Ancora non riesco a pensarci-
-Amos, lascia stare Bea. O devo ricordarti di te e me? A quanto pare, i buoni vanno a caccia di cattivi, ma magari non sempre per ucciderli...-
-È... è diverso, Johanna-
-No Amos. Non lo è affatto- e la discussione cessò così. Mio padre, infatti, era un supereroe mentre mia madre una cattiva. Mio padre era riuscito a sconfiggerla, e l'aveva portata nelle prigioni. Ma era talmente innamorato di lei (non lo ammetteva, però) che le faceva visite ogni settimana e alla fine, parlando con lei e comprendendo ciò che aveva passato, lui pagò per farla uscire di prigione e la donna potè uscire. Da lì nostro padre la addestrò per diventare una supereroina. Ed è questo che mia madre diventò.
-Ehm... comunque, Beatrix. Ho visto il Pungiglione e... com'è che la chiami? Ah sì ecco, Diana. Come...- chiese Percy, ma lo interruppi
-Come l'ho costruita? Oh, scusami, ma un cattivo non rivela mai i suoi segreti- e lo guardai con uno sguardo falsamente innocente.
-Stupida- disse lui, alzando gli occhi al cielo, ma il suo sorrisetto tradiva la sua aria scocciata.
-La smetti di metterci i bastoni tra le ruote? Perché lo fai?- chiese Jo, scocciato.
-No che non la smetto. E poi voi non volevate farmi diventare supereroina come voi, quindi adesso ve lo meritate- dissi io, facendo una linguaccia a mio fratello. Inaspettatamente, Jo mi tirò un pezzo del suo pane in faccia.
-Ehi! Vuoi la guerra? E guerra sia!- dissi io. Presi una delle mie patatine fritte e gliela lanciai addosso. Lui mi rispose subito lanciandomi altre due patatine, che però io schivai. Continuammo così, ridendo tra le imprecazioni di papà, finché tutti i fratelli si unirono.
-Ma vi rendete conto?- urlò mio padre, sovrastando le nostre risate -adesso pulite voi! E guardate quanto cibo... Sprecato- e si alzò dal tavolo, per andare in salotto a vedere la televisione.
-Smettetela, per favore. Io non cucino di nuovo- le ubbidimmo. In fondo, dovevamo pur mangiare! Nel mio piatto c'era ancora qualche patatina fritta e il mio pollo, (quasi) tutto intero. Iniziammo a mangiare voracemente tutto ciò che avevamo sott'occhio. Questa è una tipica cena di famiglia, e spero di avervi fatto divertire, anche se per poco.
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