Remember I love you
*ho preso spunto dalla 6x09 di Teen Wolf😁❤️*
C'era qualcosa che non andava.
Hazel sentiva come se mancasse qualcosa nella sua vita...
Anzi, non qualcosa. Qualcuno.
Una persona importante per lei.
-Hazel, c'è qualcosa che non va? -chiese Percy quando lei entrò nella Casa Grande con aria assorta.
-Io... io non me lo ricordo. -ammise Hazel alzando lo sguardo. -Non mi ricordo di... qualcosa...
E poi avevano capito tutto.
Frank, il ragazzo di Hazel, era sparito.
E non solo lui.
Avevano scoperto che anche altre persone legate a loro erano scomparse: Annabeth, Jason e Calipso. Il problema? Nessuno si ricordava della loro esistenza.
In quel momento, Leo, Percy, Piper e Hazel erano nella grotta dove Rachel, l'Oracolo, viveva.
-Come facciamo a riportarli qui? -chiese Piper.
-Dovete ricordare. -spiegò Rachel.
-E come? Non sappiamo neanche che legame avevamo con loro! -esclamò Leo.
-La vostra mente è piena di ricordi. Useremo l'ipnosi. -rispose l'Oracolo. -Chi vuole essere il primo?
-Percy, ora ascoltami. -disse Rachel. -Sei nella Casa 6. I libri e le mappe che vedi sono i ricordi che hai di Annabeth, ok?
-Sì. -rispose Percy guardandosi attorno.
-Ora prendi un libro e aprilo.
Percy ubbidì e subito una serie di immagini gli inondarono la mente.
C'erano lui, Piper e una ragazza bionda, Annabeth. Erano in una strana fossa, per terra c'erano delle orme, quelle del tridente di Poseidone.
-Perciò è qui che è cominciata la rivalità -commentò Percy.
-Esatto. -disse Annabeth.
Percy la tirò a sé e la baciò.
Il figlio di Poseidone chiuse il libro.
La rivalità finisce qui. Ti amo, ragazza saggia.
Era quello che le aveva detto dopo quel bacio.
-Rachel, aiutami. -disse Percy. -Cosa devo fare?
-Cerca un ricordo. Un ricordo dolce. Quando hai instaurato un legame con Annabeth? -rispose la voce di Rachel.
Il ragazzo aprì una scatola in cui c'era uno strano corno bovino: Quando dormi, sbavi.
Poi Percy srotolò una mappa mentre sentiva ancora la voce di Annabeth rimbombare attorno a lui.
Era nella Casa di Atena. Annabeth si voltò proprio in quel momento e disse qualcosa.
E poi allungò le braccia verso di lui, che la abbracciò.
Percy aprì un altro libro.
Annabeth era davanti a lui, insieme a Jason, Piper e Leo. I romani erano disposti a cerchio attorno a loro.
Poi Percy corse verso di lei e la baciò.
Anche tu mi sei mancata.
Il figlio di Poseidone si ritrovò in un furgone. Era buio, ma vedeva Grover dormire e Annabeth che appoggiava la testa su uno zaino.
-Perché sei mio amico, Testa d'Alghe. Hai altre domande stupide?
Percy vide il computer di Dedalo. Lo aprì e vide sé stesso e Annabeth a Roma: si tenevano per mano seduti ad un tavolo di un locale accanto al fiume.
Non mi dai neanche un bacio di buona fortuna? È una specie di tradizione, no?
Vedi di tornare vivo, Testa d'Alghe. Poi vedremo.
Percy si mise la testa tra le mani, confuso.
-Percy! Mi senti? -era la voce di un ragazzo.
-Nico? -chiese.
-Ricordo che quando stavate per cadere nel Tartaro, tu hai detto ad Annabeth che non l'avresti mai lasciata. Prova a cercare questo. -disse Nico.
Percy prese un libro che era caduto a terra. Il titolo era in greco: "Aracne".
Lo aprì e sentì Hazel chiamare aiuto.
Vide Annabeth guardarlo.
-Percy, lasciami andare -Lo supplicò. -Non puoi tirarmi su.
-Mai! -ribatté Percy, sbiancando per lo sforzo. Si reggeva ad una piccola sporgenza e teneva il polso di Annabeth con l'altra mano.
Il figlio di Poseidone guardò in alto, dove Nico allungava il braccio inutilmente.
-Dall'altro lato, Nico! Ci vediamo là. Capito?
-Ma...
-Portali là! Promettimelo!
-P-Promesso!
Poi Percy guardò Annabeth: sporca di ragnatele, polvere e sudore, i vestiti strappati. Per lui era bellissima comunque.
-Rimarremo insieme. -le disse. -Non te ne andrai via da me. Mai più.
-Basta che siamo insieme.
E Percy lasciò la sporgenza.
Qualcuno lo riportò alla realtà con uno strattone.
-Perché l'avete fatto? L'ho vista! -esclamò mettendosi seduto sul letto di Rachel.
-Percy, eri strano. -rispose Piper. -Abbiamo dovuto farlo.
Percy abbassò gli occhi: -Stava funzionando. Era reale!
Gli altri rimasero in silenzio.
-Voglio provarci io. -disse Piper. -Aiutatemi a trovare Jason.
Piper era in un centro commerciale.
-Piper. Ad ogni abito è legato un ricordo di Jason. -disse la voce di Rachel. -Inizia a prenderne uno. Quello che vuoi.
La figlia di Afrodite prese una felpa verde militare.
Si ritrovò in una fabbrica abbandonata. Sulla parete c'era scritto Monocolo Motors. Un ragazzo biondo, Jason, era in piedi accanto a lei.
-Ti lascio lo zaino. Se fra cinque minuti non ritorno...
-... posso finalmente cedere al panico? -concluse Piper.
Jason sorrise: -Sono contento che tu sia tornata normale. Il trucco e il vestito mi intimidivano molto più di quel pugnale.
-Muoviti, Scintilla, prima che lo usi per infilzare te.
-Scintilla?
Piper rimise la felpa al suo posto.
-Scintilla... -mormorò. Prese una veste bianca e subito vide Jason mettersi sdraiato, con una macchia rossa, probabilmente sangue, sulla maglietta.
-Cavolo, Scintilla. Dobbiamo contattare l'Argo II, farci aiutare.
-Era da un bel po' che non mi chiamavi Scintilla.
Piper lo baciò sulla fronte: -Resta con me e ti insulterò quanto ti pare e piace.
-Piper, mi senti? -era Rachel. -Trova un ricordo felice. Devi riuscire a creare un legame.
Piper prese una maglietta del Campo Mezzosangue e si ritrovò sul tetto di una Casa.
La Casa di Zeus.
Jason l'aveva appena baciata.
-D'ora in poi, scriveremo noi la nostra storia, con un nuovo inizio. E ci siamo appena dati il nostro primo bacio. -disse Jason.
-Ho paura di dirtelo dopo un solo bacio. -rispose Piper. -Dei dell'Olimpo, ti amo.
-Ti amo anch'io, Piper.
La ragazza si trovò sul ponte di una nave. La Argo II.
-Ehi, sto bene. Stiamo bene. -si alzò sulle punte e baciò Jason sulle labbra.
Il ragazzo la guardò negli occhi: -Sono fortunato ad avere te.
-Sì, è vero. -Poi lei gli diede una piccola spinta sul petto.
Piper prese una maglietta con il disegno del Colosseo.
Niente rotture. Potrò aver sbattuto la testa qualche volta, ma non sono così stupido.
La figlia di Afrodite fece un sorriso.
Prese una maglia del Campo Giove e vide Jason che le prendeva la mano: Tu sei bella e potente. E non voglio che tu sia romana. Voglio che tu sia Piper.
-Piper. -la chiamò Leo. -La gita al Grand Canyon! È lì che hai visto Jason la prima volta!
E Piper si ritrovò a precipitare nel vuoto.
Poi qualcuno la prese in vita.
-J-J-Jason... -balbettò.
Jason la sistemò in modo che lei lo abbracciasse.
Lo guardò negli occhi per un secondo di troppo.
Riaprì le palpebre.
-Lui... lui... mi ha salvata... io... -singhiozzò Piper mettendosi seduta.
Leo la abbracciò.
-Leo. -il ragazzo alzò lo sguardo su Rachel. -Tocca a te.
Leo era nel Bunker 9.
-Leo, puoi sentirmi? -chiese Rachel.
-Sì.
-Ogni cosa che vedi sul tavolo è un ricordo che hai di Calipso.
Il figlio di Efesto vide la sfera di Archimede sul tavolo. Si avvicinò e la prese.
Ed ecco che si trovava in una buca nella sabbia.
-Mostratevi! -stava urlando una ragazza verso il cielo. -Non vi basta che io sia in esilio? Non vi basta portare via quei pochi eroi positivi che mi è permesso incontrare? Pensate che sia divertente avermi spedito questo... scarabocchio abbrustolito per togliermi la tranquillità? Non è per nulla divertente! Riprendetevelo!
-Ehi, Raggio di Sole! -sbottò Leo. -Guarda che sono qui.
Lei ringhiò: -Non chiamarmi Raggio di Sole!
Leo tolse la mano dalla sfera e sorrise, mentre il soprannome che aveva dato a Calipso rimbombava nel Bunker 9.
Poi vide un cd di musica caraibica. Aggrottò le sopracciglia e lo prese.
-Tu sei quella ragazza... -disse. -Quella che si chiama come la musica caraibica.
Calipso lo guardò male: -Musica caraibica?
-Esatto. Reggae? -Leo scosse la testa. -Merengue? No, aspetta, ora ci arrivo. -schioccò le dita. -Calipso!
E Leo si ritrovò sulla spiaggia dell'isola. Calipso si stava sforzando di non ridere per colpa della pessima figura che lui aveva appena fatto.
-Non dire una parola. -L'avvertì il ragazzo.
Il figlio di Efesto toccò dei pezzi di metallo e si ritrovò sull'isola di Delo con tra le mani una strana invenzione che produceva musica. Era la canzone che Calipso gli cantava su Ogigia.
Non ho alcuna intenzione di lasciarti qui, dopo tutto l'aiuto che mi hai dato. Certo che tornerò!
-Leo, sforzati di trovarla nei ricordi! Quando avete legato? Cosa è successo? -chiese la voce di Rachel.
Leo vide Calipso storcere il naso.
-Sai di...
-Lo so. Come se fossi stato morto. Probabilmente perché è successo davvero. Con l'ultimo fiato un giuramento si dovrà mantenere eccetera, ma adesso sto meglio...
Calipso lo baciò.
Poi Leo si ritrovò seduto accanto a lei: lavoravano con pezzi e fili di bronzo.
Calipso lo guardò negli occhi e si sorrisero.
Leo & Calipso. Riparazioni auto e mostri meccanici.
Frutta e verdura fresca.
Sidro e spezzatino. Potremmo anche proporre qualche numero di intrattenimento. Tu potresti cantare e io potrei, che so, prendere fuoco a caso.
-Leo. Mi avevi raccontato di lei. -intervenne la voce di Hazel. -Di come le avevi riparato qualche attrezzo, ricordi?
E Leo rivide Calipso vestita di rosso che imitava piuttosto bene la sua voce: "Oh, certo. Ti stai cominciando a intenerire."
Il figlio di Efesto si mise seduto sul letto e sorrise.
Hazel si guardò attorno. Era in una casa arredata alla orientale e teneva in mano una scatola di matite colorate.
-Hazel, prova ad usare le matite che hai in mano. Ogni ricordo che hai di Frank è legato ad esse. -disse la voce di Rachel.
Hazel prese il viola.
Era seduta su un letto in una casa.
Vide Frank, che subito l'abbracciò: -Ora starai meglio, vedrai. Va tutto bene.
-Ma... -Hazel lo prese per le spalle. -Frank, che ti è successo?
-Cos'è successo a me? -il figlio di Marte si guardò, imbarazzato. -Ehm... io non... forse posso rimediare.
Hazel rise divertita.
Poi prese il giallo e vide Frank andarle incontro: -Sei ferita...
-Costole rotte probabilmente. -ammise. -E tu... cos'hai fatto al braccio?
La figlia di Plutone afferrò il nero.
Era seduta sulla Pax con Frank e Percy e stava raccontando la sua storia.
Quando terminò, Frank le prese una mano: -Ti sei sacrificata per impedire che il gigante si risvegliasse. Io non potrei mai essere così coraggioso.
Il cuore iniziò a battere forte.
Poi vide Frank consegnarle il pezzo di legno da cui dipendeva la sua vita.
Mi fido di te più di chiunque altro.
Le aveva detto queste parole.
Eri davvero lì con me.
Hazel prese il rosso.
Era in una terra ghiacciata. Frank stava recuperando una corda.
-Un elefante? -chiese Hazel. Lui si grattò il collo.
-Sì. Mi è sembrata una buona idea.
E Hazel lo baciò sulle labbra.
-Sei incredibile. -disse. -E sei un bellissimo elefante!
Poi si ritrovò su un tetto con Percy e Frank. Nel giardino della casa c'era un esercito di mostri.
-Perché dovrei odiarti? -chiese Hazel a Frank.
Frank arrossì: -È... è per ieri sera. Quando ho evocato lo scheletro. Ho pensato... ho pensato che tu pensassi... che ero disgustoso... o roba del genere.
Hazel inarcò le sopracciglia, per poi scuotere la testa: -Frank, forse ero sorpresa. Forse avevo paura di quel coso. Ma disgustata? Il modo in cui gli davi ordini, la sicurezza che avevi... della serie: "Oh, a proposito, ragazzi, ho questo potentissimo spartus da usare." Non riuscivo a crederci. Non ero disgustata, Frank. Ero colpita.
Frank la guardò, allibito: -Eri... eri colpita... da me?
Hazel prese l'arancione.
Lei e Frank consultavano una mappa distesa sul tavolo della Argo II. Le loro mani si sfioravano. Frank le sorrise.
Ci siamo noi. Nessuno ti porterà via.
-Hazel! Svegliati! -era Nico che la scrollava per svegliarla.
-Cosa... cosa succede? -chiese Hazel mettendosi seduta e stropicciandosi un occhio.
-Guarda. -il ragazzo indicò l'ingresso della grotta, dove Percy, Piper, Leo e Rachel si erano riuniti.
Davanti ai semidei c'era una luce accecante.
Hazel e Nico li raggiunsero.
-Come... cosa è? -domandò la figlia di Plutone.
Rachel scosse la testa: -È comparsa subito dopo che ti sei addormentata. Credo che siamo riusciti a...
-Hazel? -chiese la voce di un ragazzo. Hazel sentì le lacrime agli occhi.
-Frank? -mormorò. Nella luce s'intravide una sagoma scura.
-Ragazzi? -tentò la voce.
-Frank! Ti vedo! -esclamò Hazel al settimo cielo. -Continua a camminare! Vieni avanti!
Altre tre figure comparvero alle spalle della prima.
-Annabeth?
-Jason?
-Calipso?
Percy, Piper e Leo avevano parlato in coro.
Hazel sentì lacrime di gioia rigarle le guance.
-Frank! -urlò.
Ma dalla luce non uscì nessuno e scomparve.
-Ma che diamine... -balbettò Percy.
Hazel si girò verso di lui e vide che aveva gli occhi lucidi.
-Dove sono? -mormorò la figlia di Plutone.
-HAZEL! -esclamò Frank aprendo la porta della Casa 13. -Sono...
Ma nella Casa non c'era nessuno.
Frank richiuse la porta e raggiunse Annabeth, Jason e Calipso.
-Dove sono? Come facciamo a trovarli? -chiese Jason.
-Dobbiamo pensare a dove li abbiamo cercati. -disse Annabeth. -Saranno qui da qualche parte.
Frank trovò Hazel fuori dalle scuderie.
Corse verso di lei, che si voltò e lo vide. Un sorriso le illuminò il volto.
-Frank! -esclamò correndogli incontro.
Il ragazzo la prese in braccio e la strinse a sé.
-Sei tu? Sei davvero tu? -mormorò Hazel guardandolo negli occhi.
Frank sorrise e annuì.
La figlia di Plutone lo prese in viso e lo baciò.
-Mi hai riportato indietro tu. Sei fantastica. -disse Frank quando si scostò.
Hazel arrossì. Non era ancora abituata ai complimenti del ragazzo.
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