Flowers

Diana se ne stava in disparte, seduta su una panchina della palestra.
La sua migliore amica, Christie, era sparita non appena erano arrivate alla festa, così si era ritrovata sola. Lei alla festa non ci voleva neppure andare.
-Scusa... -Diana alzò lo sguardo dal bicchiere che teneva in mano. -È libero?
Era un ragazzo dai capelli castani e gli occhi del medesimo colore.
-Sì. -rispose lei facendo spazio.
Il ragazzo le si sedette accanto.
-Come mai stai qui da sola? -le chiese alzando la voce per farsi sentire sopra la musica.
-Odio i balli. -disse Diana. -Non volevo neanche venirci.
Il ragazzo le porse la mano: -Dato che sei qui, devi ballare però. Ti va? La mia accompagnatrice mi ha dato buca.
Diana guardò la mano, poi sorrise al ragazzo: -Ok. Ma solo una canzone.
Arrivarono al centro della pista, mentre il dj cambiava la canzone in Call me maybe. Diana conosceva quel dj: era un figlio di Apollo e si erano incontrati al Campo Mezzosangue.
Si misero a ballare.
-Non ti ho chiesto come ti chiami. -disse il ragazzo che l'aveva invitata a ballare.
-Diana. Diana Valdez. -rispose lei.
-Tuo padre è Leo Valdez? -chiese lui spalancando gli occhi.
-Sì. -Diana alzò un sopracciglio. -E tu come lo conosci?
-Mia madre mi ha raccontato di lui. Ha detto che ha salvato Calipso da Ogigia. -rispose lui. -È tua madre, no?
-Esatto.
-Ha detto anche che è molto bella. -aggiunse. -Ecco da chi hai preso.
Diana arrossì. Per fortuna le luci erano colorate!
-Tu invece? -chiese lei. -Chi sono i tuoi?
-Travis Stoll e Katie Gardner. -rispose il ragazzo. -Ed io sono Drake.
Disse qualcos'altro, ma non riuscì a capire cosa.
-Come?! -esclamò lei.
Drake la prese per il polso e la portò fuori, dove la neve cadeva sui prati della scuola.
-Ho chiesto se ti andava di camminare un po'. Anche io odio le feste. -disse il ragazzo.
-Non sai quanto avevo voglia di uscire da quell'inferno. -Diana mise la giacca che si era portata: era semplice, le arrivava fino alle cosce, di colore rosso con una pelliccia bianca sul colletto e sui polsi.
-Se vuoi ti accompagno a casa. -propose Drake.
Diana ci pensò su: casa sua distava una ventina di minuti dalla scuola. Sarebbe stata un'occasione per conoscere meglio quel ragazzo... non che la cosa le interessasse davvero... insomma...
-Sì, grazie. -rispose alla fine.
Iniziarono a camminare.
-Tuo fratello mi ha raccontato di te. -disse Drake. -Fin da quando sei nata.
Diana sorrise: Michael era dolcissimo. Era il suo fratellone. Non avevano mai litigato, anzi, Michael si divertiva a giocare con lei: era sempre stata una bambina che non si curava di sporcarsi le mani e spesso tornavano entrambi a casa sporchi di terra.
Negli anni il loro rapporto non era cambiato, anche se Michael era diventato un po' geloso nei confronti della sua sorellina.
-Ma tu quanti anni hai? -chiese Diana. -Sei più grande di me, giusto?
-Ho la stessa età di tuo fratello. Quest'anno devo scegliere il college. -disse Drake.
-Ah. -Diana sentì il cuore sprofondare. Doveva ammettere che quel ragazzo era carino. Se aveva l'età di Michael, voleva dire che aveva tre anni in più di lei e che quindi da settembre dell'anno successivo non lo avrebbe più visto nella sua scuola.
-Ci vedremo al Campo Mezzosangue, no?
Diana annuì energicamente.
Passarono vicino ad un fiorista. Drake si fermò.
-Guarda. -disse. Poi chiuse la mano destra a pugno.
I fiori esposti iniziarono a vibrare, poi i boccioli si aprirono proprio mentre Drake riapriva la mano.
Diana sorrise.
-Me lo ha insegnato mia madre. -La ragazza si voltò verso di lui, che la osservava. -Dato che è figlia di Demetra.
-Quindi ti piace il giardinaggio? -chiese mentre ricominciavano a camminare.
Drake annuì: -Aiuto mia madre con i suoi fiori.
-Anche mia madre ha questa passione, anche se io preferisco aiutare papà con le macchine. -Diana arrossì.
-Sul serio? -chiese lui visibilmente sorpreso. -Una ragazza come te in officina... non si direbbe.
-Cosa vuoi insinuare? -La ragazza mise le mani sui fianchi e lui iniziò a ridere.
-Sembri... -altre risate. -Sei identica a tua madre!
Rise di nuovo.
Diana, anche se imbarazzata, scoppiò in una risata cristallina.
-Mi presti il cellulare? -chiese Drake ad un certo punto. Lei smise di ridere.
-Perché? -chiese porgendogli il telefono.
Lui digitò un numero e il suo cellulare squillò. Restituì a Diana il proprio e sorrise.
-Ora ho il tuo numero. -disse con un sorriso.
Lei arrossì.

Parlarono del più e del meno finché non arrivarono a casa Valdez.
-Eccoci qui. -disse Diana un po' dispiaciuta.
-Già. - Drake le sorrise. -Se vuoi possiamo trovarci un'altra volta. È stata una bella passeggiata.
La ragazza sentì le farfalle nello stomaco iniziare a volare.
-Sì, sarebbe fantastico. -disse sorridendo a sua volta. -Grazie per il numero.
-Grazie a te. -rispose lui per poi avvicinarsi per darle un bacio sulla guancia. -E buonanotte.
-N-N-Notte... -mormorò Diana raggiungendo la tonalità del fuoco che suo padre e suo fratello sapevano evocare.
Drake si allontanò con le mani in tasca, mentre lei entrava a casa.
Appena chiuse la porta si ritrovò davanti a suo padre e a Michael, che la fissavano a braccia conserte.
-Ciao. -disse la ragazza.
-Drake ti ha dato un bacio sulla guancia. -Michael assottigliò gli occhi. Wow, alla faccia del fratellone geloso!
Diana fece spallucce, per evitare che il figlio di Travis Stoll si ritrovasse due discendenti di Efesto alle calcagna.
La ragazza diede un bacio sulla guancia a Leo e suo fratello, poi augurò la buonanotte e salì al piano di sopra per prepararsi ad andare a dormire.
Ovviamente sognò Drake Stoll.

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